Dokument-Nr. 903
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro
[München], 14. Dezember 1918

Regest
Nach der Ankündigung von Wahlen in Bayern ist nunmehr auch das Wahlgesetz publiziert worden, das, wie zu befürchten war, fast ausschließlich zum Vorteil der Sozialisten ist. Besonders die Organisation wird die Stimmabgabe der Landbevölkerung, die größtenteils Zentrum wählt, behindern. Hinzu kommen die Ankündigungen Eisners, dass die Arbeiter- und Soldatenräte mit dem Landtag gemeinsam die Politik bestimmen, ja weiter entscheidend sein werden. Falls sich der Landtag dem Volkswillen widersetze, werde er aufgelöst. In Berlin ist Kultusminister Hoffmann noch weiter gegangen und hat erklärt, dass im Falle, dass die Nationalversammlung keine sozialistische Mehrheit bringen werde, man mit Gewalt eine Diktatur des Proletariats errichten müsse. In Bayern hat der Berliner Spartakusbund eine Sektion gegründet und droht, die Herrschaft zu übernehmen und alles zusammenbrechen zu lassen. So hat er vor zwei Tagen die bürgerlichen Zeitungen in München überfallen um dort die Leitung zu übernehmen, dazu das Haus des nichtbolschewistischen Innenministers Auer bedroht und ihn zum Rücktritt gezwungen, auch wenn Eisner diesen in der Folge als ungültig erklärt hat. Wegen der Drohungen und der Gewalt der Sozialisten kann die Bayerische Volkspartei keine größere Wahlversammlung abhalten und deren Mitglieder sind gezwungen, sich im Geheimen in kleinen Gruppen zu treffen. Die Regierung hat keine Gewalt hier einzugreifen, weil sie in der Hand der Arbeiter- und Soldatenräte ist und Eisner selbst Bolschewist ist, die Masse des Volks aber in seiner traditionellen Bonhomie und Apathie verharrt und keinen Bürgerkrieg will, sodass in München die große Gefahr einer Gewaltherrschaft der Spartakusgruppe besteht, die in Berlin und München von riesigen Mengen russischen Geldes unterstützt wird. In München ist auch das Haupt der Spartakuspartei Levien, ein jüdischer Russe. Um Deutschland vor dem Chaos zu bewahren und um Leben und Privateigentum zu schützen bleibt so nur, die Entente anzurufen, Deutschland zu besetzen, was vielfach gefordert wird. Neben diesen Befürchtungen geben die anberaumten Wahlen aber auch Grund zur Hoffnung, da, falls die bolschewistische Krise überwunden wird, man auf eine Mehrheit der Bayerischen Volkspartei wird rechnen können, die täglich Zulauf nicht nur von Katholiken, sondern auch von Juden, Liberalen, Generälen des Heeres, also allen, die in dieser den guten Willen sehen, die öffentliche Sache am Laufen zu halten. Auch deren Organ, der "Bayrische Kurier", gewinnt nach dessen Leiter täglich neue Leser. Gegenwärtig arbeitet man daran, Kritik an deren Programm zu zerstreuen, indem deren Vorsitzender Heim erklärt, er wolle keine unbedingte Loslösung Bayerns von Deutschland, sondern nur, wenn in Berlin kein Wandel in der Führung eintrete oder der Feind zu einer solchen Separation zwinge. Heims geheimer Plan sei es nach Schioppas vertraulichen Informationen dann, Bayern, Österreich, Tirol, Baden, Württemberg und die Rheinprovinz bis Köln zu einem Staat zu vereinen, sodass die Katholiken die Mehrheit stellten. Ein zweiter Rechtfertigungsgrund für Heims separatistische Tendenz liege im Interesse an einem erfolgreichen Wahlausgang, da dafür nicht nur die Intelligenz, sondern noch viel mehr das Volk, das nichts von Preußen hören möchte, gewonnen werden müsse. Gegen Einwände gegen ein Zusammengehen von Katholiken und Protestanten antworten die Parteiführer, es gehe hier nur um rein praktische Fragen, die im Interesse beider liegen, so die Schulfrage oder die Frage einer drohenden Trennung von Staat und Kirche, wo Katholiken und Protestanten dasselbe Interesse haben, während in anderen Fragen eine Zusammenarbeit ausgeschlossen ist. Nach Schioppas Auffassung ist dieses Zusammengehen eine unerlässliche Bedingung für einen Wahlerfolg der BVP, die sonst gegen die Sozialisten keine Mehrheit erringen könnte. Was die Frage der Monarchie angeht, so schließt die Partei eine Restauration nicht aus, unternimmt aber gegenwärtig weder einen Schritt dafür noch dagegen und wünscht in dieser Frage einen Volksentscheid nach Schweizer Vorbild. Von führenden Parteimitgliedern hat er erfahren, dass Ludwig III. vom Thron ausgeschlossen bliebe, da Dokumente über Geheimverhandlungen im annexionistischen Sinne zwischen ihm und der Reichsregierung entdeckt wurden. Wegen seiner exzessiven Galanterien mit französischen und belgischen Frauen im Feldlager sei auch Kronprinz Rupprecht auszuschließen, sodass nach diesen allein Prinz Franz als Thronkandidat bleibe. Von dem Gegensatz der DVP gegen die Katholiken befürchtet Schioppa wenig, außer, die Protestanten würden zu dieser Partei überlaufen. Auch die Bauern sind für die BVP, obwohl einige von ihnen, die von der Front heimkehren, in München vom Sozialismus infiziert wurden und gegen die Katholiken sind.
Betreff
Timori e speranze per le prossime elezioni del Landtag Bavarese
Appena pubblicato il proclama, con cui si fissavano pel 12 Gennaio 1919 le elezioni pel nuovo Landtag Bavarese, il Governo si è affrettato a pubblicare anche la relativa legge elettorale.
Come si era facilmente preveduto (Cf. Rapporto N.° 11184 del 7 corr.) questa legge elettorale è redatta in modo che le elezioni dovrebbero riuscire quasi ad esclusivo vantaggio dei socialisti.
Innanzi tutto si sono create delle difficoltà di ordine tecnico, come, per es., la divisione dei circondarii, specialmente della campagna, la durata della esposizione delle liste elettorali, la durata del tempo
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valido per la votazione. Tutto ciò è stato fatto in maniera che i contadini, i quali rappresentano un notevolissimo contributo nella Bayrischen Volkspartei , l'antico Centro rinnovato, molto difficilmente potranno recarsi a votare.
La seconda difficoltà è minacciata contro l'azione del nuovo Landtag, nel caso che esso riesca con una maggioranza borghese. Il Ministro Presidente Eisner ha dichiarato che il nuovo Landtag deve lavorare di pari passo con il Consiglio degli operai, soldati e contadini, anzi che questo Consiglio deve avere una certa priorità e dev'essere come il controllo di tutta la vita pubblica. Ed in un discorso tenuto ieri sera in un comizio di socialisti indipendenti, l'Eisner ha detto queste precise parole: "Io rimango o cado coll'idea che i Consigli degli operai soldati e contadini devono essere il fondamento della politica. Il Parlamento è la corona dell'edifizio democratico, ma anche questa corona si spezzerebbe se non potesse appoggiarsi ai Consigli."
Infine lo stesso Ministro Presidente ha proclamato che: "un'Assemblea Nazionale è una forma elettiva, che può e dev'essere cambiata, se si trova in contraddizione con la larga massa del popolo." Ciò che significa che Eisner ha già in tasca il decreto di scioglimento
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del nuovo Landtag, se esso non riesce secondo i suoi desiderii.
A Berlino, secondo i giornali (dico: secondo i giornali, perché dallo scoppio della Rivoluzione non si sono avute da me e non si possono avere da altre parti) a Berlino dunque il Ministro dei culti, Adolfo Hoffmann, è andato più oltre, ed ha dichiarato, che se le elezioni non daranno una maggioranza socialista, l'Assemblea Nazionale dovrà essere sciolta e si dovrà proclamare la Dittatura del Proletariato, e che ciascun socialista dev'essere pronto a salire sulle Barricate e difendere col proprio corpo le idee del socialismo.
Intanto qui in Baviera la situazione peggiora e non si è sicuri se saranno possibili le elezioni. Il gruppo Spartacus di Berlino (Socialisti indipendenti, Anarchici, Internazionalisti) ha creata anche qui una sezione.
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I peggiori elementi minacciano di prendere il predominio e di far precipitare tutto nello sfacelo e nel caos. Due notti or sono il gruppo Spartacus ha fatto una irruzione a mano armata nelle Redazioni dei principali giornali borghesi di Monaco, pretendendo di assumere esso la direzione dei medesimi fogli. Lo stesso partito, nella notte medesima, forzò la casa del Ministro degli Interni, Auer (uno dei Ministri non Bolscevico) e con le armi in pugno pretese le dimissioni dell'Auer, dimissioni che egli, naturalmente, dovette sottoscrivere, ma che poi, per l'intervento del Ministro Presidente, furono dichiarate nulle. La Bayrische Volkspartei, a causa delle minacce e delle violenze dei partiti socialisti, non può tenere alcuna grande assemblea elettorale. I socii sono costretti a radunarsi di nascosto, in piccoli gruppi, senza previa pubblica-
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zione sui giornali, ma convocati per mezzo di inviti segreti distribuiti di casa in casa.
Contro questo stato di cose il Governo non ha la forza da opporre, sia perché, come ho avuto l'onore riferire nel mio Rapporto sopra citato, esso è completamente nelle mani del Consiglio degli operai, soldati e contadini, sia perché lo stesso Ministro Presidente Eisner è un Bolscevico.
La massa poi del popolo colla sua tradizionale bonomia e flemma, con un'apatia che meriterebbe uno studio speciale, non fa alcun passo contro le prepotenze dei Bolscevichi, anche perché si vuole evitare finché si potrà la minacciante guerra civile. Vi è dunque l'immenso pericolo che il gruppo Spartacus guadagni in Monaco la maggioranza, se non col numero, colla forza, colla prepotenza, colle violenze, ed impedisca le elezioni.
Come mi risulta da buona fonte questo movimento anarchico del gruppo Spartacus,
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sia in Berlino che in Monaco, è sostenuto da danaro Russo, profuso in proporzioni favolose. Qui in Monaco poi il capo della Spartacuspartei è precisamente un Ebreo Russo un certo Dott. Levin.
Oramai tutti invocano l'occupazione dell'Intesa, come l'unico rimedio per potere salvare la Germania dal caos e proteggere la vita e la proprietà privata. Ho sentito questa invocazione da uomini politici, da giornalisti, da alti rappresentanti della Banca, da persone della Società. Si va facendo talmente universale questa invocazione che la Münchner-Post (organo socialista e quindi del Governo) ha creduto pubblicare un articolo, in cui, dopo aver esposto tutti i danni morali, materiali e finanziarii di un'occupazione nemica, conclude, che qualunque azione che aiuta la probabilità o la possibilità di una occupazione inimica, significa
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un tradimento fatto al popolo.
Questi i timori. Grazie a Dio, vi sono anche delle speranze per le prossime elezioni del Landtag Bavarese.
Se la crisi Bolscevica sarà superata, si può avere fiducia che la Bayrische-Volkspartei abbia la maggioranza. A questo partito accorrono tutti i giorni non solamente nuove reclute di cattolici ma Ebrei, Liberali, Generali dell'esercito, in somma tutti quelli che riconoscono in questo partito la buona volontà di mantenere ancora in piedi la cosa pubblica. Anche il Bayrische Kurier organo riconosciuto del suddetto partito acquista tutti giorni nuovi lettori, sicché, come ultimamente mi assicurava il Direttore, si è dovuto raddoppiare il numero delle copie.
Si lavora attualmente per dissipare alcune diffidenze che erano sorte contro il programma del menzionato partito (Rapp. [sic] Il Dott. Heim, capo della Bayerische n Volkspartei alla obbiezione che gli si fa contro la sua tendenza separatista (Cf. Rapporto N.°11124 del 4 corr.), risponde che egli non
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vuole una separazione incondizionata, una separazione a tutti i costi, ma la vuole solamente se: a Berlino non si rientra in se stessi e si cambia direzione; se il nemico spingerà a tale separazione. Il piano del Dott. Heim, che assicurerebbe la maggioranza ai cattolici, sarebbe, come mi è stato confidenzialmente detto, di riunire insieme la Baviera, l'Austria, il Tirolo, il Baden, il Württemberg e le Province del Reno fino a Colonia. Per ora questo piano è tenuto segreto, giacché se la Bayrische-Volkspartei può ottenere quello che desidera, non vi sarà ragione di separazione.
La seconda giustificazione del Dott. Heim circa la sua tendenza separatistica sta, come mi si asserisce, nell'interesse di un favorevole successo elettorale. Il Dott. Heim dice che per l'Elezione ha bisogno non soltanto di uomini d'intelligenza ma anche e sopra-
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tutto di persone del popolo, le quali precisamente sono quelle che non vogliono sentir parlare della Prussia; sicché, egli conclude: "se io colla mia tendenza separatistica perdo un paio di centinaia di intelligenze, guadagnerò almeno cento mila persone del popolo."
Anche contro l'appunto che si fa alla Bayrischen Volkspartei contro la fusione di cattolici e protestanti sul terreno politico, i dirigenti del partito rispondono che questa fusione si svolge soltanto su questioni puramente pratiche, le quali hanno uguale interesse per tutte due le parti, cioè sulla questione scolastica e sull'altra della separazione dello Stato dalla Chiesa. Alla permanenza degli ecclesiastici nella scuola ed al pagamento degli ecclesiastici medesimi da parte dello Stato i cattolici ed i protestanti infatti hanno lo stesso interesse. In altre questioni
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è esclusa una cooperazione di cattolici e protestanti. Per esempio: mi è stato raccontato che un pastore protestante, in un'adunanza abbia domandato ai cattolici: "Quali garanzie ci danno i cattolici nella questione dei matrimoni misti?" Il capo dell'Adunanza, cattolico, rispose: "Su ciò non possiamo dir niente giacché in questo punto il Papa decide e noi dobbiamo in ciò solamente ubbedire." In ogni modo, a quanto mi si afferma, la fusione dei cattolici coi protestanti sarebbe una necessità assoluta per il successo elettorale della Bayrischen-Volkspartei. Se i protestanti non si unissero coi cattolici sarebbe numericamente impossibile avere una maggioranza contro i socialisti.
Per ciò che riguarda la questione monarchica, la Bayrische-Volkspartei sebbene non escluda del tutto la possibilità di una restaurazione monarchica, per ora non muove alcun passo né pro, né contra. Essa vorrebbe decidere la cosa con un Referendum popolare sul tipo Svizzero. Secondo quanto ho potuto sapere da influenti personalità del partito, sarebbe escluso dal Trono il Re Ludovico III, giacché si sarebbero scoperti dei documenti, che proverebbero segrete trattative di lui coll'antico Governo di Berlino in senso annessionistico.
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Anche il Kronprinz Rupprecht, secondo i miei interlocutori, sarebbe escluso a causa delle sue eccessive galanterie con donne Francesi e Belghe durante la sua permanenza al campo.
Sempre secondo le suddette personalità, potrebbe eventualmente salire il Trono il principe Franz, secondogenito del Re Ludovico III.
Relativamente all'opposizione che i cattolici ricevono dal partito intitolato d i e Deutsche-Volkspartei , composto da Liberali di sinistra, Nazionali-Liberali e Progressisti, e di cui ho riferito a V. E. con mio rispettoso Rapporto N. 11184 del 7 corr. la Bayrische Volkspartei non teme molto, ma se i protestanti passassero da questa parte, i cattolici sarebbero perduti.
Anche i contadini sono per la Bayr.-Volkspart., sebbene parecchi di essi, che tornano dal campo, sono qui in Monaco infettati subito dalla labe
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socialistica; specialmente quelli che hanno una piccola o nessuna proprietà sono contro i cattolici.
Per concludere: la situazione non è del tutto disperata, ma ciò nonostante è gravissima e difficilissima. Rimane a vedere se avranno effetto quei timori o se si potranno realizzare quelle speranze a cui ho accennato.
Schioppa
Empfohlene Zitierweise
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro vom 14. Dezember 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 903, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/903. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 02.03.2011, letzte Änderung am 06.09.2013.