Dokument-Nr. 14307

[Thoma, Franz Joseph][Niescher, Lorenz][Petersicke, Carl][Praschl, Johannes][Größl, Joseph]: Sommario dei documenti aggiunti. [Bischofsreut], 26. Februar 1921

I
Lettera indirizzata al governo czeco-slovacco [sic] a Praga.
In questa lettera si dice:
1) che la città di Budweis conta 48.974 cattolici dei quali almeno 10.000 riconoscono la lingua tedescha [sic] come la lingua propria.
2) Che per questi 10.00
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cattolici lavorano testé alcuni sacerdoti tedeschi Redentoristi. Che poi in tutte le altre chiese il servizio divino si fa in czeco: solamente nella cattedrale la domenica vi è una sola predica in tedescho. Anche nelle Chiese dei religiosi (Sacramentini o Domenicani il servizio si fa in czeco, benché i cattolici abbiano dato molto per la costruzione di quelle Chiese. Per quest'ultima ragione i cattolici più che mai si sentono attacati [sic] alla Chiesa Mariana.
3) Si dimostra dalla storia che questa Chiesa dalla sua fondazione nel 1265 è stata edificata dai tedeschi e che ha sempre servito per loro. Una sola cappella è stata fondata dai czechi ed in questa fino a questo momento si fa il servizio in czeco per i boemi. Fu il Vescovo Mons. Schönborn che ottenne per i Redentoristi tedeschi il possesso della Chiesa quando questa era abandonata [sic] da tutti, e lo fece colle seguenti ragioni che espose al Ministero: "Siccome per la mancanza di sacerdoti tedeschi nella diocesi la quale mancanza è egualmente nota e triste, è anzitutto dovere del Vescovo di guadagnare dei sacerdoti, i quali aiutano più che per altri alla popolazione tedescha."
Il 21 Novembre 1885 il primo sacerdote col permesso del governo entrò nella Chiesa. Da questo tempo i Padri Redentoristi con uno zelo instancabile hanno lavorato per togliere le mancanze spirituali della popolazione tedescha ed all'abellimento [sic] del tempio. Le migliaia e migliaia di corone ogni anno a questo scopo dai [sic] Padri Redentoristi non si possono contare. Ed a questo lavoro indefesso corrispose la popolazione tedescha.
Nel medesimo tempo i Redentoristi fedeli alle loro Costituzioni le quali dà anche ai fedeli di altra lingua il pieno diritto alla soddisfazione dei loro bisogni, mandarono col crescere della popolazione czeca dei Padri di sangue e lingua czeca, affinché nessuna parte della popolazione si sentisse menomata nei suoi dritti [sic], benché per i fedeli di lingua czeca ci fosse abbastanza posto e servizio religioso nelle altre chiese. L'unica ragione perché i czechi aspirano adesso ancora a questa chiesa, è una certa gelosia nazionale: mentre le altre chiese per la maggior parte sono sempre vuoto [sic], adesso pensano ancora di derubare i tedeschi da questa Chiesa la quale fu costruita col denaro e per la diligenza tedescha.
L'espulsione dei Padri Redentoristi da Budweis, sarebbe una grande ingratitu- [sic]
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verso questi Padri, i quali dal momento della loro presenza fra di noi si sono sacrificati per i tedeschi colla massima generosità e col massimo zelo. Sarebbe pure una grave offesa dell'eguaglianza di diritti la quale fu promessa ai numerosi cattolici di lingua tedescha i quali, nonostante diverse manovre elettorali ebbero nelle ultime elezioni ancora 8 posti. Sarebbe ancora una lesione grave degli interessi nazionali e colturali [sic] dell'isola di lingua tedescha di Budweis e poi si metterebbe in pericolo la salute eterna dei cattolici tedeschi, i quali forzati dalla necessità, col massimo danno della pace si procurebbero [sic] una chiesa ed un sacerdote di lingua tedescha.
Per queste ragioni i tedeschi di Budweis, tanto sacerdoti che laici domandono [sic] ed esigono che loro si lasci la Chiesa di S. Maria ed i sacerdoti ivi lavoranti, i quali consideranno [sic] certamente come la parte più bella del loro compito di conservare come hanno fatto sempre la pace nazionale e spirituale al maggior bene dei cattolici, tanto di lingua czeca che di lingua tedescha. Una simile domanda con 8.000 firme di laici e 120 di sacerdoti fu ultimamente mandata alla Sede Apostolica.

II
Una petizione stampata in cui sidice [sic] più o meno lostesso [sic]
Fu mandata all'assemblea nazionale come pure a Roma.

III
Una lettera al Santo Padre in latino che si aggiunge.
Empfohlene Zitierweise
[Thoma, Franz Joseph], Sommario dei documenti aggiunti, [Bischofsreut] vom 26. Februar 1921, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 14307, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/14307. Letzter Zugriff am: 07.05.2024.
Online seit 24.10.2013, letzte Änderung am 29.09.2014.