Dokument-Nr. 17042
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 03. Mai 1929

Regest
Pacelli teilt mit, dass er weisungsgemäß dem Freiburger Erzbischof Fritz die Missionsvereinigung katholischer Frauen und Mädchen infolge der Beschwerde ihrer Vorsitzenden Schynse über die Zusammenarbeit mit Fritz empfahl. Der Nuntius übersendet auf Bitten des Erzbischofs dessen Antwortschreiben, dessen Inhalt er referiert. Fritz führt darin die Spenden aus seiner Diözese im letzten Jahr auf, woraus hervorgeht, dass jeder Katholik der Erzdiözese im Schnitt 5,30 Goldmark spendete zuzüglich der Kollekten in den verschiedenen Pfarreien. Der Erzbischof weist des Weiteren darauf hin, dass das Vermögen der Pfarreien und Kaplaneien in Höhe von 40 Millionen Mark aufgrund der Inflation fast vollständig verloren ging und dass die 17 existierenden Männerklöster, das Priesterseminar, die theologische Konvikt und die Gymnasien größtenteils durch Geld- und Naturalienspenden unterhalten werden. Weiterhin führt der Erzbischof die sozialistischen und kommunistischen Pressekampagnen an, die die Gläubigen mit Verweis auf die Kirchensteuer und die Kollekten dazu auffordern, die Kirche zu verlassen. Fritz nennt auch die Zahlen für die Kirchenaustritte. Pacelli ist allerdings weiterhin der Auffassung, dass die Sammlungen der Missionsvereinigung zugelassen werden sollten, weil es sich dabei nicht um Kirchensteuern, sondern um freiwillige Spenden handelt. In den Augen des Nuntius stimmt die Behauptung des Erzbischofs nicht, dass Schynse selbst direkt an ihn oder das Freiburger Ordinariat habe schreiben können. Denn die fromme und eifrige Vorsitzende wandte sich vor dem Schreiben, das Pacelli mit seinem letzten Bericht übersandte, dreifach an den ehemaligen Freiburger Erzbischof Nörber und auch einmal an Fritz, aber ihre Bitten wurden immer abgelehnt.
Betreff
Sulla "Missionsvereinigung katholischer Frauen und Jungfrauen"
Eminenza Reverendissima,
Col mio rispettoso Rapporto N. 40897 del 1 Febbraio p.p., mi permisi di esporre all'Eminenza Vostra Reverendissima le gravi difficoltà che la benemerita "Missionsvereinigung katholischer Frauen und Jungfrauen" incontra nell'Archidiocesi di Friburgo.
In conformità di quanto Vostra Eminenza si degnò di significarmi col venerato Dispaccio N. 426/29 del 24 s.m., non mancai di richiamare delicatamente l'attenzione di quell'Arcivescovo, Revmo Mons.  Fritz, sulla situazione della menzionata Missionsvereinigung, pregandolo di un benevolo esame della questione.
Egli mi ha il 4 Aprile u.s. diretto in proposito una lettera, domandandomi di portarla a conoscenza della S. Sede, e che compio pertanto il dovere di rimettere qui acclusa in copia a Vostra Eminenza.
210v
In essa egli rileva innanzi tutto come le varie collette fatte nell'Archidiocesi per scopi religiosi ammontarono l'anno scorso a 811.402 Marchi-oro e le imposte ecclesiastiche, generali e particolari, a 7.063.630 Marchi-oro, di modo che ciascun cattolico dell'Archidiocesi (essi sono un poco meno di 1.500.000) ha dato 5,30 Marchi. A ciò si aggiungono le collette locali nelle varie parrocchie.
Egli osserva inoltre che i beni delle parrocchie e delle cappellanie – 40.000.000 di Marchi nel solo Baden – andarono quasi interamente perduti durante l'inflazione; che i 17 Conventi di uomini esistenti nel Baden e nell'Hohenzollern, – senza contare gli'Istituti [sic] femminili –, come pure il Seminario clericale, il Convitto teologico, i convitti ginnasiali, sono in gran parte mantenuti dalle offerte in natura o in denaro dei fedeli.
Egli accenna infine alla campagna fatta dalla stampa socialista e comunista, affinché i cattolici escano dalla Chiesa a causa specialmente delle imposte ecclesiastiche e delle collette, e cita il numero di coloro che ne sarebbero usciti in questi ultimi anni.
211r
Sebbene Mons. Arcivescovo concluda di non poter quindi permettere ogni colletta a scopi religiosi, sembra tuttavia per le ragioni, che ho brevemente indicate nel mio ossequioso precitato Rapporto, che le collette della sullodata Missionsvereinigung dovrebbero essere autorizzate al pari di quelle per le altre Opere a favore delle Missioni, tanto più che si tratta nel caso non di imposte ecclesiastiche, ma di offerte puramente volontarie.
Non pare poi corrispondere a verità quanto Mons. Arcivescovo asserisce alla fine della sua lettera, vale a dire che la Signorina Schynse avrebbe potuto rivolgersi direttamente a lui od alla Curia arcivescovile. Secondo infatti che essa afferma nella lettera, che mi feci un dovere di rimettere in copia all'Eminenza Vostra insieme al surriferito mio Rapporto, la pia e zelante Presidente della Missionsvereinigung si sarebbe per ben tre volte indirizzata prima al Revmo Mons.  Nörber, predecessore dell'attuale Arcivescovo, Revmo Mons Fritz, ed una quarta volta a quest'ultimo direttamente, allo scopo di ottenere la debita autorizzazione per la sua opera, ma le sue istanze furono sempre respinte.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con
211v
sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 03. Mai 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17042, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17042. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.