Dokument-Nr. 1996
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 05. Februar 19211

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Dopo la c onferenza di Parigi - Sull'Einwohnerwehr bavarese
Estremamente critico è il momento che traversa ora la Germania. Non Non appena furono conosciute le risoluzioni della Conferenza di Parigi una unanime, veemente protesta si levò da tutte le parti contro le "folli", "inammissibili", "ineseguibili", imposizioni oneri imposti al popolo tedesco. Di tale indignazione si fece eco, pur in forma più moderata, il Ministro degli Esteri Sig. Simons, il quale nella seduta del Reichstag del 2 corrente dichiarò che la Germania, pur essendo pronta a trattative, non avrebbe potuto accettare come base possibile di nuovi negoziati l'accordo previsto nella seconda Nota dell'Intesa sulle riparazioni. Nel giorno seguente il Reichstag approvò e rinforzò le dichiarazioni del Ministro. Tutti i partiti, ad eccezione dei comunisti (i quali, del resto, riprovano anche essi dal loro punto di vista rivoluzionario, le imposizioni dell'Intesa), proclamarono, come ebbe a constatare il Presidente Löbe, l'impossibilità di accettare quegli oneri. Fu
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perciò che anche l'ex-Cancelliere Müller, a nome della frazione socialista maggioritaria, affermò che non si troverà nessun Governo tedesco disposto a dichiarare accettabili simili condizioni . La Germania si rende pur conto delle conseguenze, cui si espone col suo rifiuto, e delle "sanzioni", con cui verrà colpita dai suoi nemici; tuttavia, secondo una formula divenuta qui celebre, preferisce "una fine nel terrore che un terrore senza fine". Dal 4 Agosto 1914, – come rilevano giustamente i giornali tedeschi sono unanimi non si era mai avuta una ta così perfetta unione nel popolo tedesco germanico.
Com'è ben noto, le decisioni della Conferenza di Parigi comprendono due parti: le riparazioni ed il disarmo. Quanto alle prime, tutti in Germania affermano la impossibilità assoluta di effettuare i pagamenti ivi previsti, la lunga schiavitù, cui anche le innocenti future generazioni sarebbero sottoposte, la rovina e lo "strangolamento" economico, che quelle clausole importerebbero. Per quanto, tuttavia, possa essere fondata l' asserita "impossibilità" per la Germania di sottoporsi soddisfare quegli immensi e quasi fantastici oneri stabiliti nella
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Conferenza interalleata, si comprende, tuttavia come le Potenze dell'Intesa, in particolar modo quelle le cui pubbliche finanze si trovano in più critica situazione, esigano dal popolo vinto riparazioni, le quali, soprattutto in Francia, debbono servire a ricostruire le regioni completamente devastate dalla guerra. Meno comprensibili invece quanto rig appariscono al contrario le imposizioni concernenti il disarmo, almeno per ciò che si riferisce alle organizzazioni destinate a mantenere l'ordine pubblico, al quale l'Intesa stessa, se vuol essere pagata, è direttamente interessata. Il disarmo, invero, in tanto è giustificato in quanto che impedisce al vinto, e nel caso attuale all'antico aggressore (secondo l'Intesa), di riprendere le armi. Ora è evidente ed incontestato che la Germania nelle sue attuali condizioni è assolutamente incapace di attaccare l'Intesa. Che cosa potrebbe fare, ad esempio, la guardia civica (Einwohnerwehr) bavarese, anche ammettendo che essa comprenda trecento mila uomini armati (il Sig. Ministro Presidente affer von Kahr asserisce trattarsi soltanto di duecento mila), in parte notevole di età avanzata, armati di soli fucili, contro la Francia, la quale ha sul Reno posizioni formidabili ed un
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esercito potentissimo, provvisto dei più potenti e perfezionati mezzi di offesa? Sembra quindi una inutile durezza l'esigere dal Governo bavarese sotto le più rigorose sanzioni lo il disarmo e lo scioglimento di questa Einwohnerwehr, la quale, formata dopo il tristissimo esperimento bolscevistico dell'Aprile 1919 l'Aprile-Maggio 1919, ha mantenuto, contro ogni tentativo di destra e di sinistra, l'ordine e la tranquillità in Baviera, di guisa che questo pae Paese, che, nei primi mesi dopo la rivoluzione fu, il più agitato e turbolento di tutta la Germania, è ora invece divenuto un modello di ordine e di lavoro. Perché, privandolo della sua organizzazione, esporlo di al pericolo (molti affermano trattarsi di di certezza) di ricadere nell'anarchia e nel caso? – Si è detto è (e l'ufficioso Temps l'ha ripetutamente afferma asserito) che l'Einwohnerwehr > mira ad una restaurazione monarchica, in Baviera, mentre l'Intesa ha invece interesse di veder sviluppate in Germania le tendenze democratiche rappresentate dai partiti di sinistra; ora invece la verità è che nessuna persona seria pensa al in Baviera a ristabilire attualmente la monarchia, ed anzi i monarchici più convinti sono > i più contrari ad una
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tale programma , sia perché la monarchia proclamazione della monarchia produrrebbe nel momento presente le vive agitazioni fra nei partiti radicali e condurrebbe con ogni probabilità alla guerra civile sia perché non si vorrebbe esporre il Re alle difficoltà, fra le quali si dibatte attualmente il Paese.
Il ritorno della monarchia deve essere quindi lasciato , nel pensiero dei suoi fautori, an a tempi più propizi ed deve essere l'effetto spontaneo della volontà popolare. – Egualmente infondato sarebbe il timore, espresso egualmente dai circoli dell'Intesa, che la Einwohnerweh r apogg appoggi gli eserciti russi bolscevichi in un futuro attacco contro la Polonia. Questo Sig. Ministro di Francia mi disse un giorno che il suo Governo ha le prove documentate ed irrefragabili che nell'ultima offensiva russa i bolscevichi ricevettero dalla Germania armi ed aiuti. Ora ciò potrà essere vero per le organizzazioni della Prussia orientale, ove è diffuso il cosidetto bolscevismo nazionale, il quale, mosso dalla disperazione e per liberare la patria dalle catene del trattato di Versailles, nutre il folle disegno di allearsi al bolscevismo russo; ma quanto al Governo bavarese esso è il più
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reciso oppositore di quell'insensato movimento. – Io n on nego che molte e deplorevoli imprudenze siano state commesse e si commettano tuttora con c, ad esempio, il famoso Landesfestschiessen de della domenica 26 Settembre dello scorso in cui almeno quarantamila appartenenti alla Einwohnerwehr, venuti da ogni parte della Baviera, sfilarono fra l'entusiasmo della popolazione, per le vie di Monaco, armati dei loro fucili, in plotoni, con tutte le apparenze di una organizzazione militare. Così pure la [ali] presenza del generale Ludendorff, il quale abita nei dintorni di Monaco e si mostra in riunioni ed assemblee, desta i più vivi sospetti nell'Intesa. Ma, malgrado ciò, resta sempre indubitato che l'Einwohnerwehr è una organizzazione essenzialmente anticomunistica e non può costituire per l'Intesa medesima alcun reale pericolo.
In vista di tutto ciò, ho creduto d'interpretare le vedute ed i sentimenti della S. Sede, adoperandomi in ogni propizia occasione per favorire il mantenimento – almeno nei limiti indispensabili e perdurantibus praesentibus ci r cu m stantiis – della guardia civica bavarese. Soprattutto in occasione del mio ultimo viaggio a Berlino del passato Novembre; venendo
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da Monaco, fui naturalmente interrogato dai rappresentanti dell'Intesa sulla scottante questione dell'Einwohnerwehr bavarese, ed io ritenni quale un dovere di conoscere coscienza dinanzi a Dio di esprimere con sincerità la mia opinione sopra un' un argomento, il quale potrà avere le più serie conseguenze per il bene religioso e civile di questa cattolica e buona popolazione. Debbo anzi aggiungere che incontrano generalmente fa favorevole impressione , massime presso quell'Ambasciatore d'Inghilterra, Lord d'Albernon ed il generale inglese Malcolm , (il quale anzi per essersi dimostrato alquanto favorevole all'Einwohnerwehr Lo stesso ho continuato a fare in Monaco con questo Ministro di Francia e cogli altri Consoli d'Inghilterra e del Belgio. Occorre riconoscere che, malgrado le ferme decisioni della Conferenza di Parigi, è te stata poi ivi concessa una qualche dilazione, la quale permette di sperare che nel frattempo sia possibile di ottenere qualche concessione al riguardo. Ed è perciò che questo il Capo della Bay del partito popolare bavarese (Bayerische Volkspartei) al Landtag, Sig. Held, è venuto oggi da me, insieme con un altro deputato Can. Wollmuth, per pregarmi d'implo-
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rare a tale scopo l'a Augusto intervento del S. Padre.
Del resto il Governo bavarese è risoluto a non cedere sulla questione dell'Einwohnerwehr ed anzi ed esige che il Governo del Reich consideri come un unico tutto la parte riguardante le riparazioni e quella concernente il disarmo, respingendo egualmente ambedue. "Un Governo del Reich (così dichiarava esplicitamente la Bayerische Volkspartei-Korrespondenz di ieri), che cedesse ora su questo punto, creerebbe una scissione fra la Baviera ed il Reich, la quale sarebbe indi immensamente triste in un'ora, in cui la Germania deve essere unita come un sol uomo." Tale ammonizione si spiega, qualora si rifletta che il Governo di Berlino, ha più volte tentato, per timore delle rappresaglie dell'Intesa, le quali si ripercuoterebbero su tutta la Germania, (ad esempio, l'occupazione del bacino della Ruhr), ha già più volte, fatto pressione sul Governo bavarese per indurlo a sciogliere la guardia civica. – Il Sig. von Kahr ha sostenuto nella riunione dei Capi Ministro Presidenti dei vari Stati della Germania, tenutosi a Berlino, il punto di vista bavarese.
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Le conseguenze della politica dell'Intesa verso la Germania potranno essere [assai] gravi sia nell'ordine interno che nelle relazioni internazionali. – Nell'ordine interno essa ha questo effetto effetto, del resto psicologicamente spiegabile, che quasi daper tutto si vanno rafforzando quei partiti, i quali nella vecchia Germania erano stati i sostenitori del nazionalismo e del militarismo, vale a dire il partito popolare tedesco (deutsche Volkspartei) e sopra specialmente i tedesco-nazionali (Deutschnationalen). Quest'ultimo partito, anzi, il che per il passato comprendeva quasi esclusivamente protestanti, comincia ora ad attirare sempre più anche i cattolici. Un tale fenomeno è poco consolante, tanto dal punto di vista della politica estera, ma anche da quello degli interessi della Chiesa. La esperienza ancor recente esperienza fatta in occasione della discussione della nuova Costituzione nel Land di prussiana, circa la quale ebbi occasione di riferire nel mio rispettoso Rapporto N. 18794 del 5 Dicembre scorso, conferma come dai partiti di destra siano nelle trattative concernenti la Chiesa cattolica, molto maggiori difficoltà che non dalla sinistra moderata. Sotto questo riguardo saranno di speciale importanza
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le elezioni per il Lan d tag prussiano, le quali avranno luogo il 20 corrente.
Dal Nelle relazioni internazionali la Conferenza di Parigi rende allontana sempre più la tanto sospirata pacificazione dei popoli. Mai l'odio contro l'Intesa, e specialmente contro la Francia, – il quale in verità non si avvertiva, quasi, durante la guerra, – non è stato così vivo come ora, ed ancor maggiore diverrà , allorché l'Intesa stessa passerà, dietro come tutto fa prevedere passerà persistendo il rifiuto del Governo tedesco, ad applicare le "sanzioni" stabilite dalla Conferenza medesima. – Al quale riguardo mancherei al mio dovere d'informatore fedele, se mi astenessi dal riferire che si attende qui specialmente dai cattolici anche da cattolici una una pubblica parola, di riprovazione contro le violen imposizioni, di cui la Germania si ritiene vittima. Fu sotto questo aspetti assai sintomatici, per quanto altamente riprovevoli (e perciò io mi affrettai ad esigere un articolo di rettifiche, che apparvero infatti nei susseguenti Numeri del 7 e del 9 Gennaio), due articoli intitolati "Roma e Versailles", apparsi sulla cattolica Au g sburger Postzeitung del 30 e 31 Dicembre 1920, che qui acclusi mi permetto di trasmettere
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e che incontrarono pur pur troppo largo eco di approvazione in mezzo allo stesso Clero. Mi permetto quindi di trasmetterli qui acclusi, per opportuna conoscenza dell'E. V. R., insieme ad una traduzione italiana, dei medesimi.
Dopo di ciò, chinato
P. S.  P. S.Gennaio 1921. –
Era già pronto il presente ossequioso Rapporto, allorché è venuto a visitarmi di ritorno da Berlino, il Sig. Ministro Presidente von Kahr, Egli era estremamente depresso, e mi ha subito detto che la situazione è straordinariamente critica. Nella suaccennata Conferenza dei Ministri dei vari Stati della Germania egli ha sostenuto la suaccennata tesi , che cioè la questione delle riparazioni e quella del disarmo debbono essere considerate come inscindibili. ed ambedue egual opera (a quanto egli crede) soprattutto del Cancelliere Fehrenbach e del Ministro dell'Interno Koch, il punto di vista
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del Governo di Berlino, il quale vuole scindere i due argomenti, portando portando in tutto e per tutto lealmente ad esecuzione le prescrizioni concernenti il disarmo e dichiarando invece inaccettabili le proposte riguardanti le riparazioni. Il Governo del Reich si lusinga di potere colla leale attuazione delle prime ottenere delle concessioni circa le seconde. In seguito a ciò il Governo bavarese sarebbe obbligato a sciogliere l'Einwohnerwehr, vale a dire: emanare subito una dichiarazione al riguardo, consegnare subito i quarantadue cannoni e le mitragliatrici, di cui essa dispone, e procedere poi gradatamente, nel termine fissato dalla dichiarazione Conferenza di Parigi, al completo disarmo ed alla piena dissoluzione della estinzione della guardia civica in discorso . Il Governo di Berlino ha lasciato chiaramente intendere che non potrebbe assumere su di sé la difesa delle tesi bavaresi relativamente alla Einwohnerwehr, e che qualora il Governo di Monaco non cedesse, sarebbe costretto a dimettersi. Il Sig. von Kahr, il quale spiega tale atteggiamento anche col desiderio dell'anzidetto Governo del Reich di
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far cosa gradita ai partiti di sinistra ha aggiunto che i Presidenti dei Consigli dei Ministri degli altri Stati della Germania, in gran parte socialisti, ed hanno calorosamente appoggiato quella ai quali quindi l'Einwohnerwehr e la "reazionaria" Baviera sono come un pruno negli occhi, hanno calorosamente appoggiato quella tesi e chiesto con [fuoco] con ogni energia che la Baviera medesima faccia un sacrificio al bene comune della Nazione. Il Sig. von Kahr ha soggiunto che oggi avrebbe avuto luogo in Monaco un Consiglio dei Ministri e domani uno scambio di vedute coi partiti formanti l'attuale coalizione, e non mi ha dissimulato che dall'attuale penosa situazione potrebbe derivare per il Gabinetto la necessità delle dimissioni. È questa forse, ha egli esclamato, l'ultima visita, che Le faccio come Ministro Presidente! – È difficile, del resto, di prevedere, data l'attuale composizione del Landtag, di prevedere quale Ministero, in quella eventualità, potrebbe succedere al presente; in ogni caso, sarà praticamente per qualsiasi Governo assai arduo di ottenere dei componenti dell'Einwohnerwehr, particolar massime dai
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contadini, la consegna delle armi.
Dopo di ciò, chinato
1Ursprüngliches Datum "5 Gennaio 1921", hds. korrigiert von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 05. Februar 19211, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 1996, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/1996. Letzter Zugriff am: 15.06.2024.
Online seit 14.05.2013.