Dokument-Nr. 4054
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 09. Mai 1918

Regest
Da die meisten der caritativen Bemühungen des Heiligen Stuhls zur Linderung der Kriegsfolgen nicht beachtet wurden, beschwerte sich Pacelli nicht nur mündlich beim bayerischen Minister des Äußern, Ritter von Dandl, und dem Geschäftsträger der Preußischen Gesandtschaft in München, Graf von Zech-Burkersroda, sondern wandte sich auch schriftlich an den Reichskanzler Graf von Hertling. Im Antwortbrief vom 7. Mai 1918, den Pacelli Gasparri in italienischer Übersetzung zukommen lässt, drückt der Reichskanzler sein Missfallen darüber aus, dass der Nuntius glaube, die Reichsregierung tue nicht ihr möglichstes, die päpstlichen Wünsche zu erfüllen, zumal Pacelli Hertlings persönliche Einstellung gut kenne. So stünden durch Hertlings Einsatz Markgraf Patrizi und Graf Chiassi im Dienste der Nuntiatur, zudem habe er beim Kaiser die Begnadigung des Senators Colleaux in Belgien erwirkt. In anderen Fällen könne der Heilige Stuhl nicht alle Hintergründe der Fälle kennen, die jedenfalls alle genau geprüft würden. In Belgien etwa arbeiten Kleriker gegen die Besatzungsbehörden und verletzten damit nicht nur zivile Gesetze, sondern auch das ausdrückliche Verbot des Papstes. Von deutschen Amtsträgern bekomme Hertling umgekehrt häufig die Klage zu hören, der Heilige Stuhl unterstütze deutsche Interessen zu wenig. Hierbei führt er den Fall Geissler an, der keine Fortschritte mache. Hertling versichert, dass er sich auch weiterhin für die Wünsche des Heiligen Stuhls einsetzen werde, soweit diese mit dem Interesse seines Vaterlands und seinem Amt vereinbar seien; der Krieg sei den Deutschen aufgezwungen worden, die nunmehr ihre Sicherheit und ihre militärischen Interessen aber gemäß den harten Gesetzen des Krieges schützen müssten.
Betreff
Lettera del Cancelliere intorno all'accoglienza delle domande della S. Sede da parte del Governo Germanico
Eminenza Reverendissima,
Da qualche tempo avevo dovuto con profondo rincrescimento notare che le domande rivolte dalla Santa Sede al Governo Germanico coll'alto e caritatevole intento di mitigare le terribili conseguenze della guerra, non venivano da questo accolte, nella massima parte dei casi, con favorevole consenso e ricevevano invece troppo sovente risposte negative, rendendo così assai meno efficace l'opera misericordiosa, che il Santo Padre svolge in mezzo all'ammirazione del mondo. Credetti quindi mio dovere muoverne cortesi, ma pur vive lagnanze, non solo verbalmente a questo Signor Ministro degli Esteri di Baviera ed all'egregio Signor Conte von Zech, primo Segretario della Legazione di Prussia in Monaco, ma altresì per iscritto allo stesso Signor Cancelliere dell'Impero con mia lettera confidenziale del 23 Aprile scorso. Ricevo ora al riguardo dal Signor Conte von Hertling, in
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data del 7 corrente, l'acclusa <la seguente>1 risposta, sulla quale mi permetto richiamare particolarmente la superiore attenzione dell'Eminenza Vostra Reverendissima e che ho l'onore di trascrivere qui appresso tradotta dal tedesco:
"Ho ricevuto la Sua lettera del 23 Aprile e da essa con mio dispiacere ho appreso esser Vostra Eccellenza di parere che il Governo Germanico non accolga i desideri della Santa Sede, da Lei manifestati, con quel favore che Ella crede di poter attendere. Vostra Eccellenza conosce troppo bene i miei personali sentimenti per poter dubitare come mi stia sempre a cuore di usare, ogniqualvolta sia possibile, la mia influenza per l'adempimento di quei desideri. Così, ad esempio, mi sono energicamente adoperato, affinché il Marchese Patrizi ed il Conte Giovanni Chiassi siano posti a disposizione della Nunziatura (1°), e, come è stato pure portato a cognizione di Vostra Eccellenza, per mio suggerimento Sua Maestà l'Imperatore ha graziato il Senatore Colleaux
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nel Belgio. (2°) D'altra parte, tuttavia, prego Vostra Eccellenza di considerare che, in numerosi casi, importanti interessi di Stato rendono impossibile di aderire ai desideri suddetti. Naturalmente la Santa Sede non può esser sempre informata circa le particolarità dei casi, nei quali s'invoca il suo intervento, in guisa che l'accettazione delle sue domande debba essere senz'altro riguardata come una esigenza della giustizia. Vostra Eccellenza, nondimeno, può fare assoluto assegnamento su ciò che ogni caso viene esaminato col riguardo dovuto all'alta Autorità, che lo raccomanda, e con piena imparzialità e giustizia. Mi duole il dover rilevare, in seguito a molte informazioni giunte dal Belgio, che, malgrado la espressa proibizione di Sua Santità, il clero locale prende tuttora larga parte agli intrighi rivolti contro l'Autorità occupante. I colpevoli non solo violano i precetti del Potere civile, ma agiscono anche contro il volere del Santo Padre. In tali casi è straordinariamente difficile d'intervenire a favore dei condannati, come Vostra Eccellenza ammetterà senza dubbio. Inoltre i competenti
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funzionari degli Uffici dell'Impero a me sottoposti si lamentano che, allorquando viene invocato l'intervento della Santa Sede a vantaggio di interessi germanici, non si ottiene alcun risultato. A tale proposito mi permetto di ricordare a Vostra Eccellenza che il caso Geissler non ha fatto ancora nessun progresso. (3°) Io non ignoro che Vostra Eccellenza sa apprezzare le grandi difficoltà, in cui si trova il Governo Imperiale a causa della guerra imposta al popolo germanico e per le quali esso è obbligato sopra ogni altra cosa a curare la sicurezza e gl'interessi militari. Le leggi di guerra son dure e tali debbono essere. Che questa loro durezza affligga dolorosamente il cuore del Santo Padre, troppo bene comprendo; spesso la sento io stesso in tutto il suo peso. Vostra Eccellenza può esser quindi sicura che ora come sempre, ogniqualvolta lo permettano gl'interessi della patria ed i doveri del mio grave ufficio, continuerò ad adoperarmi perché siano soddisfatti i desideri della Santa Sede".
In attesa pertanto di quelle istruzioni che all'Eminenza Vostra piacesse d'impartirmi sul presente argomento, m'inchino umilmente al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
(1°) Malgrado tale intervento del Signor Cancelliere dell'Impero, come pure le raccomandazioni di questo Signor Ministro degli Esteri e dello stesso Re di Baviera, da me personalmente interessato al riguardo a nome del Santo Padre, sembra (secondo informazioni confidenziali giuntemi recentemente) che le inflessibili ed intrattabili Autorità militari, uniche arbitre della situazione, rifiuteranno egualmente il chiesto favore.
(2°) Di questa grazia a favore del Senatore Colleaux ho dato subito ieri comunicazione telegrafica all'Eminenza Vostra.
(3°) Del caso Geissler ho trattato nei miei rispettosi Rapporti NN. 1972 del 26 Ottobre 1917 e 4979 del 7 Marzo scorso.
1Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 09. Mai 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4054, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4054. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 02.03.2011, letzte Änderung am 01.02.2022.