Dokument-Nr. 4785
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 08. Dezember 1917

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Mons. Arcivescovo di Monaco-Frisinga Mons. Vescovo di Rottenburg
Confidenziale e personale
Il monastero dei
Nel mio rispettoso Rapporto confidenziale del 22 Ottobre p. p. riferì ebbi l'onore di riferire segnalare all'E. V. R. le inimicizie e gli attacchi, di
cui era fatto segno il Signor Deputato Erzberger, anche da parte di ragguardevoli cattolici e membri del Centro. Tali opposizioni non sono cessate né diminuite; ché anzi vari personaggi politici cattolici fra i quali il Barone Frankenstein, noto membro del Reichstag, sono venuti a visitarmi, pregandomi di far conoscere alla S. Sede che il Sig. Erzberger, il quale è ritenuto come l'uomo da molti come l'uomo di fiducia <il quale è ritenuto da molti come la principale fonte d'informazioni della Nunziatura e della stessa S. Sede,> non rappresenta, l'intiera frazione del Centro nel Reichstag medesimo, e molto meno l'intiero partito del Centro germanico. Io risposi che senza dubbio il Sig. Erzberger forniva le molte ed importanti notizie, ed anzi è forse l'unico uomo politico cattolico che spontaneamente rende tale servizio alla Nunziatura;
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ma che egli non è né l'unico né il più importante informatore, e che, del resto, io sarei stato riconoscentissimo anche ai membri della minoranza del Reichstag, alla quale i detti Signori appartengono, se con visite a voce od in iscritto volessero anch'essi darmi notizie degli avvenimenti politici della Germania ed espormi intorno ad essi il loro punto di vista, giacchè soltanto dalla conoscenza e dal confronto delle varie tendenze è possibile trarre un giudizio esatto e completo della situazione.
Il malcontento dei menzionati Signori contro il Sig. Erzberger fu provocato specialmente dalla famosa risoluzione per la pace votata dal Reichstag il 19 luglio scorso. Votò contro un Contro di essa votò una minoranza composta, dei conservatori, dei nazionali liberali, e di cinque membri del Centro; due deputati di questo pa altri si astennero, giacché, non ostante la loro oppo avversione non volevano porsi, in un cosi importante momento, in un troppo aspro atteggiamento contro di fronte alla pace. La maggioranza del partito era divisa in due gruppi, dei quali l'uno approvava pienamente il pensiero di Erzberger, men-
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tre l'altro aveva al riguardo più o meno gravi preoccupazioni, e probabilmente si sarebbe schierato contro la proposta, se non fosse stato sorpreso colto di sorpresa ed impressionato dai discorsi dell'Erzberger nella Commissione del Bilancio.
Una tale divisione della frazione del Centro corrisponde alla divergenza di vedute che da lungo tempo esiste in seno ad essa circa la questione degli scopi di guerra o Kriegsziele. Tutti son d'accordo in ciò che l'integrità territoriale della Germania è inviolabile e per essa deve essere difesa fino all'estremo; tutti però sono pure, d'altra parte uniti nel più vivo desiderio di una sollecita pace; tutti ammettono del pari che deve essere in ogni caso garantito il libero futuro sviluppo economico della Germania e<d> messa il più possibile tutelata la sicurezza della patria. Piani di conquista, brame di annessioni, umiliazione e annientamento dei nemici, non trovano come scopi a se stessi, non trovano seguaci nelle file del Centro.
Tuttavia, entro questi limiti si manifesta una profonda divergenza di vedute. Non pochi, infatti, ritengono che senza ingrandimenti di
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territorio e corrispon relative indennità di guerra è impossibile assicurare alla Germania la sicurezza politica ed il necessario sviluppo economico; Per questo motivo la formula di Scheidemann "senza annessioni, senza contribuzioni" incontrò anche in alcuni circoli del Centro la più viva disapprovazione; e così pure nella risoluzione del 19 Reichstag del 19 luglio fu soprattutto la rinunzia alle annessioni ("erzwungene Gebietserweiterungen") che suscitò la maggior opposizione, divenuta poi sempre più viva dopo i recenti successi degli Imperi Centrali
L'azione di Erzberger ebbe come necessaria conseguenza la formazione nel Reichstag di una maggioranza composta del Centro, dei progressisti e dei socialisti. La comunanza di lavoro fra questi tre partiti è divenuta sempre più stretta; tutte le questioni importanti sono ris discusse e risolte dai loro capi, il più delle volte colla partecipazione dei nazionali liberali, in riunioni, nelle quali il Centro è rappresentato da Erzberger con Trimborn o Fehrenbach. Il risultato è che i detti partiti d presentemente decidono e determinano d'accordo la politica estera ed interna della Germania.
Ora il Barone Franckenstein ed i suoi amici
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profondamente deplorano tale intima alleanza del Centro, non per uno scopo speciale, ma in via modo perma abituale del Centro con gli altri due sunnominati partiti i quali vogliono la parlamentarizzazione e la centralizzazione della Germania, due tendenze che il Centro aveva fino ad ora combattute. Né basta; il Centro si è unito in un lavoro comune con quei partiti, che vogliono eliminare dallo Stato l'idea cristiana e più o meno volgono i loro sforzi a separare la la scuola e lo Stato dalla Chiesa, ed anzi si oppongono alla adozione di provvedimenti legislativi per proteggere la gioventù dalla letteratura irreligiosa ed immorale.
A q<Q>uesto gruppo del Centro di tendenze strettamente conservatrici nella politica interna e nella politica estera pangermanista, e perciò [aderente] a l nuovo partito della Patria (Vaterlandspartei) capitanato dal famoso Ammiraglio von Tirpitz, è sostenuto da notevole parte del clero sia secolare che regolare, e soprattutto dall <dal>l'Eminentissimo Sig. Cardinale von Hartmann, Arcivescovo di Colonia. Ai quali tutti, nat per naturale conseguenza, non è potuta riescire accetta l'opera di questa Nunziatura, diretta appoggiare con doveroso zelo l'azione del S. Padre
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a favore della pace in armonia delle basi proposte nel venerabile Appello Pontificio, e che quindi coincideva piuttosto col programma di Erzberger e colla risoluzione del Reichstag che coi postulati del partito della Patria. I cattolici suddetti di tendenze conservatrici e pangermanisti che accolsero senza dubbio il sullodato Appello col dovuto rispetto; tuttavia, in realtà, ne furono malcontenti, giacché era apparso ad essi come contrario alle loro aspirazioni e come favorevole all'Intesa. Perciò tennero a dichiarare che la Nota Pontificia non costituiva una questione di coscienza, né una risoluzione in materia di fede o di [valo] morale, né un provvedimento di regime ecclesiastico interno; ed anche quanto ai singoli punti della Nota medesima espressero le loro riserve (Cfr. anche P. Ehrle S. J., "Die päpstliche Friedensnote an die Häupter der Kriegsführenden Völker vom I. August 1917" in Stimmen der Zeit, 94. Band, I. Heft, October 1917). Quanto all'Alsazia-Lorena, tale questione, secondo essi, loro, non esiste nemmeno per la Germania.
Vengo ora più particolarmente in me alla persona dell'Emo del prelodato Emo Card. von Hartmann. – Già prima che io venissi in Germania,
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l'Eminentissimo Arcivescovo di Colonia mi onorava, come all'<l'>Eminenza Vostra senza dubbio ricorda, di una continua e fre larga corrispondenza; e questa è continuata dopo il mio arrivo qui, mantenendosi sempre cortesissima ed anzi, se la parola da parte mia non è troppo ardita, cordiale. L'Emo mi ha più volte interrogato su questioni di diritto (cfr., ad esempio, il mio Rapporto N. 1762 in data del 9 ottobre scorso); ed io, alla mia volta, gli ho testè sottoposto un mio progetto di Circolare ai Vescovi della Germania ed ai Superiori religiosi della Germania che egli mi ha con sollecitudine restituito, dichiarando allora averla tenuta coi più altri elogi ("vortreffliche, höchst begrüssenswerte Instruktion"). In occasione del mio primo viaggio a Berlino ed al Quartier Generale, avevo deciso stabilito di recarmi anche a Colonia, come annunziai col mio rispettoso cifrato del 19 Giugno scorso, e della mia visita preavvisai di ciò avevo dato preavviso a quell'Eminentissimo; ma all'ul all'ultimo momento, essendo giunto in Monaco S. M. l'Imperatore d'Austria, che vi ricevette anche il Corpo diplomatico, fui obbligato a rimandare quella
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visita a tempo più opportuno (Cfr. Rapporto N. 440 del 30 Giugno p. p.). Ed infatti, ai primi di Settembre, prevedendo per qualche giorno una piccola sosta nel semp lavoro di questa Nunziatura, mi affrettai di comunicare al Card. von Hartmann il mio proposito di effettuare la mia desiderato visita, ma mi fu risposto che l'Eminentissimo si trovava <però> in quel momento lontano da Colonia per una cura di bagni. D'allora in poi, a causa del sempre più incalzante lavoro cui devo attendere in questa Nunziatura, non ho creduto di potere in coscienza allontanarmi, da Monaco, se si eccettuino le quattro mezze giornate da me consacrate alle visite dei campi di prigionieri di Puchheim e di Ingolstadt. Ma anche di tale impossibilità ho dato con lettera ossequiosissima <conveniente> avviso al più volte lodato Arcivescovo, pregandoLo di scusare l'involontario ritardo ed assicurandoLo della mia costante brama di esprimergli personalmente i sensi del mio profondissimo ossequio e d'ascoltare da Lui quelle importanti informazioni e quel sapienti consigli, che Gli piacesse impartirmi.
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Malgrado tutto ciò, mi è giunta testè notizia da l'Emo von Hartmann si sarebbe lamentato di non avere avuto finora al Nunzio con me nessun abboccamento ed avrebbe deplorato che, che non ho ancora parlato con lui, mentre io sto tratto continuamente coll'Erzberger, non ho ancora parlato con lui, che il quale potrebbe, assai meglio del detto Deputato e dei suoi seguaci, informarmi sui veri sentimenti della parte intelligente ed assennata dei cattolici della Germania. Sebbene, dopo quanto mi sono permesso di esporre più sopra tali manifestazioni, dell'Arcivescovo di Colonia, se rispondenti a verità, non debbono reca re sorpresa, sembrami non debbano recare sorpresa, tuttavia ho creduto mio dovere di segnalarsi all'E. V., inn primariamente per chiedere, qualora Ella lo giudichi opportuno, il permesso di allontanarmi per qualche giorno da Monaco e recarmi a Colonia, ed in secondo luogo per implorare al riguardo dall'E. V. quelle istruzioni, che stimasse del caso.
Dopo di ciò, mentre colgo questa occasione per umiliare all'E. V. i più vivi auguri di
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ogni bene nella ormai prossima ricorrenza delle SS. Feste Natalizie, mi inchino al bacio
1Protokollnummer rekonstruiert aus Protokollbuch.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 08. Dezember 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4785, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4785. Letzter Zugriff am: 15.05.2024.
Online seit 24.03.2010.