Dokument-Nr. 10070
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio
Vatikan, 20. Februar 1923

Regest
Gasparri informiert über die Äußerungen in Rom lebender Deutscher, die das Ausbleiben eines öffentlichen Protests des Heiligen Stuhls gegen die Besetzung des Ruhrgebiets monierten, wobei sie auf den erfolgten Protest gegen den Einmarsch deutscher Truppen in Belgien im Ersten Weltkrieg verwiesen. Unter dem Hinweis auf die Unangemessenheit und die Gefährlichkeit solcher Beschwerden legt der Kardinalstaatssekretär Pacelli nahe, auf angemessene Weise die Unvergleichbarkeit der beiden Vorgänge in der Öffentlichkeit klarzustellen. Gasparri führt aus, dass die Ruhrbesetzung, anders als der deutsche Einmarsch in Belgien, keinen Rechtsbruch darstelle, sondern mit dem Versailler Vertrag gerechtfertigt werden könne. Abschließend verweist der Kardinalstaatssekretär auf die erfolgte indirekte Äußerung des Papstes zur Ruhrbesetzung in dem Schreiben an Kardinalvikar Pompili und bittet den Nuntius, die deutschen Kardinäle über sein Schreiben zu informieren.
[Kein Betreff]
Ill.mo e Rev.mo Signore,
Da alcuni tedeschi residenti in Roma, a voce e per iscritto è stata mossa qualche lagnanza sul contegno della Santa Sede perché essa protestò pubblicamente contro l'invasione tedesca del Belgio al principio della guerra mondiale, mentre non ha protestato contro l'invasione franco-belga della Ruhr.
Alla S. V. Ill.ma e Rev.ma non sfugge certamente quanto siano ingiusti simili lamenti e quanto siano pericolosi, pur nella loro infondatezza, ove venissero diffusi. Sarebbe quindi opportuno che la S. V., nel modo che riterrà più prudente, facesse pubblicamente rilevare che i due casi sono completamente diversi.
Infatti la S. V. ben ricorda che lo stesso Cancelliere tedesco ebbe a dichiarare che l'invasione tedesca del Belgio era contraria al diritto, ossia alla chiara disposizione dei trattati. Ma ciò non si verifica nell'invasione franco-belga della Ruhr. I franco-belgi non solo non riconoscono di violare il trattato di Versailles, ma anzi ad esso si appellano per giustificare l'occupazione. La stes-
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sa Inghilterra, benché riprovi l'occupazione, non ha mai detto che essa è contraria al trattato di Versailles; ha detto anzi l'opposto. E finalmente neppure dal testo del trattato (paragrafo 18 dell'annesso II della parte VIII) si può chiaramente dedurre che è proibita l'occupazione da parte di alcune Potenze soltanto.
Quindi è che nella invasione tedesca del Belgio la Santa Sede poté con tutta sicurezza dichiararla contraria ai trattati; ma con egual sicurezza non potrebbe dir ciò della invasione franco-belga della Ruhr. Ciò non ostante, il Santo Padre nella sua lettera all'E.mo Cardinal Vicario non mancò di manifestare in termini prudenti la sua mente riguardo alla invasione franco-belga, il che provocò amichevole osservazione da parte di questo Incaricato di Francia.
La S. V. dia comunicazione di questa mia lettera agli E.mi Cardinali tedeschi. Intanto mi valgo dell'occasione per raffermarmi con sensi di sincera e distinta stima
di V. S. Ill.ma e Rev.ma
Servitore
P. Card. Gasparri
Empfohlene Zitierweise
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio vom 20. Februar 1923, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 10070, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/10070. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 24.10.2013, letzte Änderung am 25.02.2019.