Dokument-Nr. 11409
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 08. April 1921

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Matrimonio di S. A. R. il Principe ereditario Rupprecht di Baviera con S. A. G. la Principessa Maria Antonia di Lussemburgo
Come già ebbi l'onore di annunziare all'E. V. R. col mio rispettoso telegramma del 5 corrente, l'Emo Sig. Cardinale di Mona Arcivescovo di Monaco, trovandosi indisposto, mi chiese instantemente di benedire il matrimonio di S. A. R. il Principe ereditario Rupprecht di Baviera con S. A. Sua Altezza Granducale la Principessa Maria Antonia di Lussemburgo. Ricevuta l'autorizzazione del S. Padre comunicatami dall'E. V. col Suo ossequiato telegramma del giorno seguente, accettai l'inco aderii all'invito, partendo da Monaco per Lenggries la se nel pomeriggio di ieri l'altro, 6 corrente, accompagnato da Mons. Conrado Conte von Preisyng Preysing.
Ieri alle ore 11 ½ ebbe luogo la cerimonia nuziale nella Chiesa parrocchiale di Lenggries, bellamente decorosamente adornata per la circostanza. Assistevano Sua Maestà il Re di Baviera e Sua Altezza Reale la Granduchessa Maria Anna di Lussemburgo, Madre della sposa. Testimoni furono il Granduca del Baden ed
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il Principe Franz di Baviera. Facevano anche corona agli sposi vari Principi e Principesse delle due Case, non però la Granduchessa regnante del Lussemburgo, sorella della sposa, a cui la Francia, come ebbe a dirmi la Granduchessa Madre, ha proibito d'intervenire alle nozze della sorella , sebbene si trattasse di festa interna e familiare. La popolazione del luogo coi suoi pittoreschi costumi e coi suoi vessilli prese parte al fausto avvenimento, dimostrando tutto il suo attaccamento verso le due Auguste Famiglie. la sposa, nata in Hohenburg, fu battezzata e fece la sua prima comunione in detta Chiesa parrocchiale. Dopo un breve discorso di circostanza, benedissi il matrimonio e celebrai poi quindi la S. Messa, assistito dal summenzionato Mons. Preysing e dal parroco del luogo, impartendo infine ai presenti la Benedizione a nome di Sua Santità.
All'una ebbe luogo nel Castello un pranzo di gala, cui pre fui invitato a prender parte insieme ai Principi ed alle Principesse. Il vecchio Re di Baviera tenne pronunziò un brindisi, il ne l quale ricordò soprattutto gli avvenimenti politici di questi ultimi anni. Disse che
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che a torto si è voluta addebitare alla Germania la colpa della guerra. L'Imperatore avrebbe avuto molte volte occasioni ben più propizie per dichiararla, ma non volle mai farlo; soltanto dopo l'assassinio dell'Arciduca ereditario d'Austria-Ungheria ritenne suo dovere di rimaner fedele all'alleanza. Egualmente non può essere attribuita alla Germania la colpa della prosecuzione della guerra, dalla quale, malgrado l'esito infelice, il popolo tedesco uscì, però, non vinto. In seguito a ll'armistizio la Germania, disarmata, è stata posta alla mercé dei suoi nemici. Il Re ricordò poi il giorno della la rivoluzione del Novembre 1918 e lamentò la condotta del Ministro-Presidente von Dandl, e del Ministro degli Interni, v. Brettreich, che non seppero né prevederla né prevenirla. In quella notte egli fu abbandonato da tutti i suoi sudditi, e dovette allontanarsi senza che nessuno lo proteggesse, sebbene molti avrebbero avuto il desiderio di farlo, ma non ne ebbero il coraggio. I tempi sono ora migliorati in Baviera, e se il popolo vuole che egli riprenda le redini del Governo, è pronto. Quindi Sua Maestà rivolse la parola al Principe ereditario, ringraziandolo di essere rimasto fedele dalla dal primao
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sino all'ultimo momento della guerra, fedele al Re, alla patria ed ai suoi soggetti, coi quali ha diviso gioie e dolori.
Altri brindisi furono pure pronunziati dal Granduca del Baden e dallo stesso Principe ereditario.
Questi, che mi Quest'ultimo, il Quale m'incaricò pure di trasmettere al Santo Padre i sensi della sua devozione e della sua gratitudine , non mi nascose neppur egli la intima speranza di una restaurazione monarchica in Baviera; convenne tuttavia pienamente che il momento favorevole non è ancor giunto e che occorre attendere ancora. Deplorò – come, del resto, hanno fatto tutti in Baviera – l'episodio <il tenta> del Re Carlo, in Un lo sconsigliato <l'infelice> tentativo del Re Carlo in Ungheria.
Molti Principi e Principesse delle due Case mi domandarono notizie della preziosa salute dell'Augusto Pontefice, esprimendo verso di Lui sentimenti di filiale devozione e di profonda riconoscenza.
Nel riferire quanto sopra all'E. V., m'inchino

78r, rechts oberhalb des Textes hds. von unbekannter Hand mit roter Farbe notiert, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 08. April 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 11409, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/11409. Letzter Zugriff am: 16.05.2024.
Online seit 14.05.2013.