Dokument-Nr. 11593
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 03. Oktober 19211

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Crisi governativa – Formazione del nuovo Ministero bavarese – Colloquio col nuovo Ministro Presidente Sig. Conte von Lerchenfeld – Il Concordato
Come ebbi già a significare all'E. V. R. col mio cifrato N. 392 del 12  corrente Settembre p. p., – in seguito al conflitto fra i Governi di Berlino e di Monaco circa la soppressione dello stato d'assedio in Baviera, l'[ill] il Presidente del Consiglio dei Ministri Sig. von Kahr e il Ministro della Giustizia Roth, non essendo d'accordo colle proposte di accomodamento votate dalla Commissione permanente del Landtag e non credendo di che fosse possibile di procedere sin da ora a tale soppressione senza mettere nuovamente a rischio il mantenimento dell'ordine pubblico, diedero le loro dimissioni, alle quali seguirono il giorno dopo quelle dell'intiero Gabinetto.
Il Ministro von Kahr, come l'E. V. ricorderà senza dubbio, fu assunto al potere potere nel Marzo dello scorso anno, allorché nei giorni del famoso putsch o colpo di mano di Kapp il Ministro Presidente socialista Hoffmann diede le sue dimissioni, ed, formatosi, e, usciti, e si formò un Gabinetto coi soli partiti borghesi. Il 6 Giugno seguente ebbero luogo le nuove elezioni per il Landtag (cfr. Rapporto N. 17011 del 12 Giugno 1920), nelle quali i partiti della coalizione ottennero una forte maggioranza e rielessero il von Kahr alla Presidenza.
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I socialisti promisero di mantenere di fronte al Ministero un atteggiamento neutrale ed oggettivo; in realtà, però, il Sig. von Kahr fu sin dal principio aspramente combattuto da questo partito, il che, tuttavia, non fece che aumentare il di lui prestigio. La popolazione bavarese sentì subito istintivamente che un tal uomo avrebbe tenuto con energia e con fermezza le redini del Governo, e una tale siffatta sicurezza dopo le sofferenze del regime bolscevico e la incerta attitudine del Gabinetto socialista apparve a molti come una liberazione. Dal punto di vista religioso, il Sig. von Kahr, sebbene protestante convinto, ha mostrato sempre verso i cattolici giustizia e benevolenza e verso la S. Sede profonda stima e venerazione.; più volte, parlando del Concordato, Dopo le sue dimissioni venne a farmi visita per prendere congedo e mi pregò di presentare i suoi omaggi al S. Padre. Si disse lieto di essere liberato dal grave peso del Governo, ma era triste e preoccupato per la situazione. Egli avrebbe voluto formare una coalizione for costituita dal partito popolare bavarese e la Mittelpartei , form (cui aderiscono soprattutto i conservatori protestanti di destra), lasciando fuori la il Bauernbund o lega dei contadini ed i democratici; ma la quasi totalità del
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partito popolare anzidetto, cui egli stesso appartiene, lo aveva abbandonato. Egli considerava in seguito a ciò l'opera sua come distrutta per il 50%; le organizzazioni di sicurezza, che si fondavano sulla sua persona, erano ormai sgretolate. È questo, egli aggiunse, "il principio della fine".
Le dimissioni del Ministro Presidente von Kahr sono state seguite, come era da prevedere, a breve distanza anche da quelle del Presidente della polizia Pöhner, il quale ha creduto di dover dover manifestare in una pubblica dichiarazione i motivi della sua decisione. "Il nuovo Governo bavarese, ha egli detto, cedendo alla domanda del Governo del Reich, ha annuito alla soppressione dello stato eccezionale bavarese, e la Commissione del Landtag ha dato a ciò il suo consenso. Con ciò si è resa difficile la proibizione di manifestazioni nelle strade e di riunioni all'aperto, si rinunzia all'arresto, espulsione e limitazioni di dimora di elementi pericolosi per la sicurezza pubblica, massime di agitatori stranieri, quali si ebbero al tempo della Repubblica soviettista. Le condizioni Lo stato eccezionale del Reich non prevede simili misure di protezione o soltanto sotto certe condizioni. Le condizioni attuali non permettevano ancora di sacrificare le prescrizioni del diritto bavarese, tanto meno più che sono da prevedersi
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per i prossimi mesi gravissime convulsioni nella vita economica e politica. In tali condizioni non mi trovo in grado di prendere più oltre la responsabilità del mantenimento della tranquillità e dell'ordine, ed ho chiesto per conseguenza di essere esonerato dal mio ufficio". – I giornali anche borghesi hanno criticato la forma il carattere politicao insolita di tale dichiarazione, politica, per un insolita per un funzionario dello Stato, come altresì lo spirito di partito, da cui il Pöhner si è lasciato spesso guidare nell'esercizio delle f sue funzioni; d'altra parte, rendono tuttavia omaggio alla opera energica da lui prestata nella tutela dell'ordine pubblico. Egli fu chiamato a quell'ufficio dal socialista Hoffmann pochi giorni dopo la caduta della Repubblica bolscevica in Monaco, ossia il 3 Maggio 1919. Egli, in una t, d otato di straordinaria energia e coraggio, seppe in un tempo relativamente breve breve restitui rendere la sicurezza delle persone e della proprietà dopo il caos dei tragici giorni dell'Aprile di quell'anno, reprimendo poi sempre con mano di ferro le agitazioni dei radicali di sinistra, mostrando però spesso eccessiva condiscendenza verso gli i radicali di destra. Ad ogni modo è comprensibile che il
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suo ritiro, dopo quello del Kahr, abbia suscitato in non pochi preoccupazioni, per l'avvenire. e timori, i quali però è che è ben da augurarsi che l'avvenire dimostri infondati.
A nuovo Ministro Presidente, dopo vari tentennamenti ed incertezze, venne scelto all'ultimo momento il Conte Ugo von Lerchenfeld (cifrato N. 394). Egli, appartenente a nobile ed antica famiglia bavarese, nacque il 21 Settembre 1871 dal Conte von Lerchenfeld, Presidente della Camera dei Pari, ed è nipote e, dopo compiuti gli studi giuridici, entrò nella carriera amministrativa bavarese. Al principio della guerra egli era al fronte come capitano di cavalleria di riserva del reggimento degli ulani di Bamberg, e quindi venne inviato in Polonia, ove esercitò le funzioni di Commissario di Stato presso il Governo polacco provvisorio durante l'occupazione tedesca. Scoppiata la rivoluzione, passò al servizio del Reich, prima presso il Ministero degli Affari Esteri di Berlino, e poi ultimamente come Rappresentante del Reich in Darmstadt col titolo di Consigliere segreto di Legazione e Ministro. Al momento, in cui venne chiamato a Monaco, egli trovavasi ad Essen, ove accompagnava Don Sturzo e gli altri rappresent membri del partito popolare italiano nel loro viaggio per la Germania. Suo padre, già defunto, Presidente della Camera dei Pari bavarese, era cattolico fervente; anche egli è rimasto fedele ai suoi
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principii ed ha preso anche qualche parte all'azione cattolica; un di lui fratello invece è divenuto teosofo. I membri della famiglia Famiglia presentano del resto qualche singolarità di carattere.
Il nuovo Ministro Presidente sotto molti aspetti è precisamente l'opposto del suo predecessore. Il Sig. von Kahr, protestante era strettamente bavarese, fermo, irremovibile, con tendenze conservatrici , avversario di Berlino. Il Lerchenfeld è invece internazionale; la sua nonna materna era un'italiana, dei Principi di Frasso Dentice; la sua [sic] moglie è un'americana ; parla molte lingue; è gentiluomo dai modi distinti, signorili; persona grata a Berlino, è [ein Wort unlesbar] inclinato ai compromessi; sembra abbia tendenze piuttosto verso sinistra e desideri di non dispiacere ai socialisti. Come uomo di Stato non ha ancora dato ancora alcuna prova di sé, e debbo aggiungere che, come mi [consta], vari membri del partito popolare bavarese e soprattutto i conservatori non sono senza preoccupazioni per il modo con cui egli terrà il governo.
Dopo la sua elezione, avvenuta il 21 Settembre, con 86 voti contro 20 dati a Kahr e 39 astensioni, egli formò il nuovo Gabinetto. L'antica coalizione era costituita dal partito popolare bavarese, dalla Mittelpartei ( conservatori ), dal Bauernbund (lega dei contadini) e
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dai democratici (Rapporto N. 17406 del 19 Luglio 1920). Le difficoltà per la costituzione del nuovo Ministero vennero soprattutto dalla Mittelpartei, la quale sino alle 7 ½ 6 ½ di que della sera di quel giorno 22 Settembre agitò la questione se il partito dovesse o no rimanere nella coalizione. Vinse alfine la parte più moderata su quella dei tedesco-nazionali estremi, ed il detto partito decise così di entrare nel nuovo Gabinetto sulla base del programma dell'antica coalizione e della suaccennata decisione della Commissione del Landtag, che aveva provocato il ritiro di Kahr e di Roth. Come proprio candidato la Mittelpartei presentò di nuovo il Roth quest'ultimo, ed il partito popolare bavarese sarebbe stato per spirito di conciliazione pronto ad accettarlo, sebbene non fosse del tutto gradito, sia per il suo spirito eccessivamente reazionario, sia perché, essendo egli, a differenza del Kahr, protestante fanatico, aveva spesso in seno all'antico Go Consiglio dei Ministri, fatto opposizione a ciò che poteva riuscire di vantaggio per la Chiesa cattolica. Contro di lui però insorsero la il Bauernbund o lega dei contadini, dichiarando che, se il Roth fosse stato accettato, sarebbero essi
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usciti dalla combinazione. E poiché la Mittelpartei insisté sul suo candidato, l'accordo necessariamente fallì. In tal guisa l'attuale coalizione è ristretta rimasta limitata al partito popolare bavarese, alla lega dei contadini ed ai democratici, ed ha quindi una base alquanto ristretta; si spera tuttavia che essa possa essere in seguito di nuovo allargata, includendo in essa di nuovo la Mittelpartei, non pochi membri della quale desiderano che il partito [rit] torni a farne farne parte. del Min Gabinetto. Gli altri Ministri sono tutti restati al loro posto, di modo che il nuovo Gabinetto è rimasto così costituito:
Presidenza, Esteri e Giustizia = Conte Lerchenfeld (partito popolare bavarese)
Istruzione e Culto = Dr. Matt (idem)
Interno = Dr. Schweyer (idem)
Finanze = Dr. Krausneck (idem)
Provvedimenti sociali = Oswald (idem)
Agricoltura = Wutzelhofer (Bauern (lega dei contadini)
Commercio = Hamm (democraticio)
Il Ministro Presidente si recò subito dopo a Berlino, ove concluse col Governo del Reich un accordo, in virtù del quale la Baviera ha ottenuto notevoli concessioni, pur consentendo però, a sopprimere col 15 del corrente mese lo stato eccezionale. Rimane tuttavia agli altri Stati particolari la facoltà di prendere in caso di pericolo misure provvisorie, le quali oltrepassino i limiti
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del nuovo ordinamento.
Giovedì scorso 29 Settembre il Conte Lerchenfeld – che io già durante la guerra aveva avuto occasione di conoscere – venne a farmi visita di formalità. Dopo i consueti convenevoli, il Sig. Ministro Presidente mi parlò dell'attuale situazione politica già da sopra descritta, pr incaricandomi di umiliare al S. Padre i suoi più devoti omaggi e d'implorare per lui la Benedizione Apostolica per il compimento della sua difficile missione. Entrai io poi a discorrere della questione del nuovo Concordato bavarese, manifestandogli il vivissimo desiderio della S. Sede che le trattative fossero concluse al più presto, ed egli dichiarò che tale brama era pienamente da lui divisa. Il Sig. Conte non aveva naturalmente avuto ancora la possibilità di mettersi al corrente sui dettagli dettagli dei laboriosi negoziati; volle tuttavia esprimere subito rilevare subito la convenienza dal punto di vista politico che le disposizioni del Concordato siano tali da poter essere accettate senza difficoltà dai vari partiti. Risposi che il lavoro da me compiuto sinora col Ministro del Culto Sig. Dr. Matt aveva era appunto consistito nel ricercare una formula sui vari punti formule caute e prudenti, le quali non si trovino in opposizione colla Costituzione del Reich, non all suscitino provochino allarme ed agitazioni nei partiti liberali e costituiscano così un'opera durevole. È tuttavia
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Aggiunsi tuttavia doversi attendere inevi come inevitabile l'opposizione dei socialisti contro l'inclusione circa la questione scolastica, la quale pure doveva essere necessariamente inclusa nel Concordato. Rilevai anche Notai altresì la il grande importanza, quale interesse, vitale abbia la che pure la Chiesa a [Sua] la che in esso siano vengano anche fissati i principii con sicurezza i principii concernenti la Ablösung o svincolo delle prestazioni finanziarie dello Stato prescrit-ta dalla Costituzione. Il Ministro Presidente non mosse difficoltà contro queste serie osservazioni. Del resto la parte principale nelle trattative è sempre rimane sempre riservata al Ministro del Culto, che, come si si è detto, anche nel nuovo Ministero è sempre il Dr. Matt.
Finalmente stamane alle ore 12, giorno ed ora indicatimi dal Sig. Conte von Lerchenfeld, mi sono recato al Ministero degli Esteri a restituire la visita al nuovo Ministro Presidente. Ne ho profittato per rinnovargli le mie condoglianze per la spaventosa catastrofe di Oppau e di offrirgli in nome della Nunziatura Apostolica la somma di Marchi diecimila (desunti dal fondo di benef beneficenza) a vantaggio delle vittime di quell'orribile disastro. Il Ministro ha ringraziato vivamente per tale atto, che ha incontrato altresì fa simpatica accoglienza nella stampa.
Dopo di ciò, chinato
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Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 03. Oktober 19211, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 11593, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/11593. Letzter Zugriff am: 13.05.2024.
Online seit 14.05.2013, letzte Änderung am 29.09.2014.