TEI-P5
Dokument-Nr. 14497
Unter dem Hinweis, dass es ihm nicht möglich sei, alles zu tun, was für die Kirche im großen und komplizierten Deutschen Reich getan werden könnte, obwohl er bis spät nachts arbeitet, fragt er Pizzardo, wie er unter diesen Umständen diese neue, so schwierige, für ihn völlig neue und für den Heiligen Stuhl außerordentlich wichtige und daher verantwortungsvolle Aufgabe übernehmen könne. Vielmehr stellt er klar, nur eine von beiden Funktionen wahrnehmen zu können, um die andere nicht zu vernachlässigen. Da ihm der sowjetische Botschafter in Berlin zudem als undurchsichtig beschrieben wurde, schlägt Pacelli vor, einen weniger beschäftigten Nuntius in einem anderen Land mit sowjetischer Vertretung mit den Verhandlungen zu betrauen. Der Nuntius, der offen erklärt, von Pizzardo als Kenner seiner Situation erwartet zu haben, dass dieser den Vorgesetzten seine Lage erläutert, sodass ihm dieser Auftrag erspart geblieben wäre, ist überzeugt, dass die Vorgesetzten in Rom seine Haltung als Widerwillen interpretieren und die Unrealisierbarkeit der Aufgabe nicht erkennen werden. Daher geht Pacelli davon aus, erneut in Ungnade zu fallen. Offen spricht er seine Frustration aus und den Wunsch, sich ins Privatleben zurückzuziehen. Entsprechend stellt er seinen Posten als Nuntius in Berlin zur Disposition. Unter dem Hinweis auf den gänzlich privaten Charakter des Schreibens fragt er Pizzardo, wie er aus dieser Sackgasse herauskommen soll. Im Postskript gibt er zudem zu bedenken, dass Verhandlungen zwischen dem Berliner Nuntius und dem russischen Botschafter wahrscheinlich Angriffe von Seiten der völkischen Bewegung hervorrufen würden, vor allem angesichts der Stärke, welche die rechtsgerichteten Parteien in Deutschland erlangt haben.
Personale1
Mio carissimo Momsignore [sic]
Non potrei dirLe abbastanza quanta pena io abbia provato nel ricevere il Dispaccio n. 30628 sulle cose della Russia, giacché da un lato mi duole vivissimamente di non poter eseguire i desideri del S. Padre
in un affare cui la S. Sede dà tanta
importanza (come ha dimostrato già il fatto che dette istruzioni sono state precedute - cosa
del tutto insolita - da ben duetelegrammi), dall'altro mi vedo però pur troppo nella impossibilità
di accettare l'importante incarico
. - Ella sa, caro Monsignore, che
io, oltre tutti gli affari correnti, che vengono da ogni parte della Germania a questa Nunziatura
per le domande più svariate, - oltre le innumerevoli
domande di sussidi, sia indirizzate direttamente a questa Nunziatura, che dirette a Roma e
da Roma puramente e semplicemente rinviate qui, - oltre gli incarichi vari che si ricevono
dalla Segreteria di Stato
, - oltre le informazioni e i pareri che mi
richiedono le diverse S. Congregazioni in questioni molte volte difficili,
ecc. ecc., mi trovo in questo momento con tutta una serie di grosse questioni, che
assorbiscono tutto il mio tempo e tutte le mie forze. Taccio della critica situazione, che
si attraversa ora in Germania, del rinnovato furor protestanticus, del movimento del Los von
Rom, che provoca i quotidiani attacchi contro la S. Sede e che bisogna pur seguire e
vigilare e in quanto sia possibile combattere. Ma inoltre si tratta ora di cercare,
nonostante le difficoltà del nuovo Landtag
, di condurre in porto il
Concordato bavarese
; il che procura molto lavoro e molte
preoccupazioni. Colla Prussia
ho trattative complicatissime ed
intricatissime per le prestazioni finanziarie dello Stato alla
Chiesa
; i Vescovi (ciò che non facevano in altri tempi) ora (ed è bene) si
rivolgono a me, voglio dire al Nunzio, il quale deve prendere in sua mano i negoziati.
Inoltre il Card. Bertram
insiste con impazienza, affinché, come
per la Baviera, così anche per la Prussia si procuri di addivenire quanto prima ad un regolamento definitivo dei rapporti fra Chiesa e Stato
e cessi così
l'attuale stato transitorio di incertezze. Anche l'Hessen
sembra
voglia negoziare un Concordato
. Il Ministro
del
per un primo scambio di vedute, il quale potrà essere
seguito da veri e propri negoziati. Anche il Governo del Reich
vuole
almeno tentare di concludere un Concordato
. Si riuscirà? Non so, ma
intanto le difficili trattative prenderanno tempo e forze. Io Le dissi (allorché Ella mi
fece qui la Sua cara visita) che io non vado in letto mai prima dell'1 ½ o delle
2 di notte per poter compiere il mio lavoro, e che malgrado ciò non riesco a fare
nemmeno la metà di quel che potrebbesi e dovrebbesi fare di utile per la Chiesa in questo
vasto e complicato Paese. Ora, caro Monsignore, in queste condizioni, come posso mettermi
sulle spalle un nuovo incarico di tal sorta, così difficile, per me del tutto nuovo, a cui
la S. Sede dà così straordinaria importanza e che porta perciò con sé tanta
responsabilità? Delle due l'una: o io compio questo incarico della Russia con tutta la cura
e la diligenza necessarie, ed allora dovrò inevitabilmente trascurare gli affari della
Germania con danno forse grave della Chiesa in questo Paese, il quale ha pure la sua
importanza, e con malcontento dell'Episcopato; oppure dovrò inevitabilmente trascurare le
trattative per la Russia, il che porterebbe nella S. Sede anche maggior malcontento.
D'altra parte, non sembrami che queste trattative per la Russia debbano essere affidate
necessariamente a me. L'Ambasciatore
dei Sov.
a B. (a quanto mi è stato detto) è personaggio assai equivoco. Rappresentanti di
quella Repubblica vi sono anche in altri Paesi, ove (come Ella stessa ebbe a dirmi) i Nunzi
sono assai poco gravati di lavoro. Perché non affidare la cosa a qualcuno di questi? Tutto
vi guadagnerebbe. Le trattative per la Russia verrebbero condotte da un Nunzio, il quale
potrebbe dedicarvi tutta la sua attenzione e tutte le sue forze, gli affari della Germania
non ne soffrirebbero e la S. Sede rimarrebbe così più soddisfatta e gli interessi della
Chiesa meglio serviti. Io, Le confesso, avrei atteso da Lei, - cui spiegai di recente la mia
condizione qui, - che avrebbe fatto tutto ciò presente all'Emo Superiore
e mi avrebbe così risparmiata la penosissima situazione in
cui mi son venuto a trovare. Io so anche assai bene che ciò mi procurerà ora malcontento nei
Superiori, i quali
, il quale, avendo più capacità e più forza di me, possa
lavorare al tempo stesso perfettamente per gli affari della Germania e per quelli della
Russia. Io cedo ben volentieri il campo, contentandomi di una semplice pensione per
vivere.
Ho scritto a Lei, personalmente, come sempre
, col cuore
aperto. Voglia considerare questa lettera come puramente personale2, affinché non cada sotto occhi
indiscreti, e farmi conoscere come si esce da questa impasse, a cui veramente non mi sarei
mai atteso...
In tale penosa attesa, mi abbandono con fiducia al Signore, il Quale, sebbene voglia provarmi così dolorosamente, pure è inifinitamente [sic] misericordioso e vede il mio reale stato. Con inalterabile affetto
Sempre Suo
+ Eugenio Pacelli
P.S. Data la potenza che hanno acquistato in Germania i partiti di destra, non so nemmeno quale impressione farebbe se il Nunzio a Berlino si mettesse a trattare coll'Ambasciatore dei Sov. È ad ogni modo probabile3 che ciò, risapendosi (che cosa rimane segreto?), procurerebbe forti attacchi da parte dei Deutschvölkische od ultranazionalisti
.
Online seit 18.09.2015, letzte Änderung am 01.02.2022.
Dokument-Nr. 14497
Pacelli, Eugenio
an [Pizzardo, Giuseppe]
München, 17. Mai 1924
Regest
Pacelli erklärt Pizzardo sein großes Bedauern darüber, dem Wunsch des Papstes, Verhandlungen mit dem sowjetischen Botschafter in Berlin Krestinskij aufzunehmen, nicht nachkommen zu können, umso mehr, weil es sich um eine für den Heiligen Stuhl äußerst wichtige Angelegenheit handelt. Er betont, über die üblichen Anfragen von Seiten der deutschen Katholiken, des Staatssekretariats und der Kurienkongregationen hinaus eine Reihe wichtiger Angelegenheiten regeln zu müssen, die all seine Zeit und Kraft fordern. Der Nuntius verweist auf das Wiedererstarken des "furor protestanticus" und auf die "Los von Rom"-Bewegung mit ihren Angriffen gegen Rom, die beobachtet und, wo möglich, bekämpft werden müssen. Als äußerst arbeitsintensiv und sorgenreich führt er auch die letzten Schritte zum Abschluss des Bayernkonkordats an sowie die komplizierten Verhandlungen über ein Konkordat mit Preußen, bei denen der Breslauer Fürstbischof Bertram ungeduldig auf eine endgültige Regelung der Beziehungen zwischen Kirche und Staat drängt. Da auch die hessische Regierung wie die Reichsregierung bezüglich möglicher Konkordate sondieren wollen, kommt weitere Arbeit auf Pacelli zu.Unter dem Hinweis, dass es ihm nicht möglich sei, alles zu tun, was für die Kirche im großen und komplizierten Deutschen Reich getan werden könnte, obwohl er bis spät nachts arbeitet, fragt er Pizzardo, wie er unter diesen Umständen diese neue, so schwierige, für ihn völlig neue und für den Heiligen Stuhl außerordentlich wichtige und daher verantwortungsvolle Aufgabe übernehmen könne. Vielmehr stellt er klar, nur eine von beiden Funktionen wahrnehmen zu können, um die andere nicht zu vernachlässigen. Da ihm der sowjetische Botschafter in Berlin zudem als undurchsichtig beschrieben wurde, schlägt Pacelli vor, einen weniger beschäftigten Nuntius in einem anderen Land mit sowjetischer Vertretung mit den Verhandlungen zu betrauen. Der Nuntius, der offen erklärt, von Pizzardo als Kenner seiner Situation erwartet zu haben, dass dieser den Vorgesetzten seine Lage erläutert, sodass ihm dieser Auftrag erspart geblieben wäre, ist überzeugt, dass die Vorgesetzten in Rom seine Haltung als Widerwillen interpretieren und die Unrealisierbarkeit der Aufgabe nicht erkennen werden. Daher geht Pacelli davon aus, erneut in Ungnade zu fallen. Offen spricht er seine Frustration aus und den Wunsch, sich ins Privatleben zurückzuziehen. Entsprechend stellt er seinen Posten als Nuntius in Berlin zur Disposition. Unter dem Hinweis auf den gänzlich privaten Charakter des Schreibens fragt er Pizzardo, wie er aus dieser Sackgasse herauskommen soll. Im Postskript gibt er zudem zu bedenken, dass Verhandlungen zwischen dem Berliner Nuntius und dem russischen Botschafter wahrscheinlich Angriffe von Seiten der völkischen Bewegung hervorrufen würden, vor allem angesichts der Stärke, welche die rechtsgerichteten Parteien in Deutschland erlangt haben.
[Kein Betreff]
Non potrei dirLe abbastanza quanta pena io abbia provato nel ricevere il Dispaccio n. 30628 sulle cose della Russia, giacché da un lato mi duole vivissimamente di non poter eseguire i desideri del S. Padre













60v
l'Interno e della Giustizia venne poco fa col suo Assistente





61r
da lontano non possono rendersi conto
della situazione in cui trovasi un povero Nunzio e prenderanno quindi per cattiva volontà
ciò che è invece pur troppo impossibilità fisica; so qui che cadrò di nuovo in disgrazia,
come mi è accaduto altra volta (senza mia colpa, come è stato dovuto
poi riconoscere); ma che fare? Le circostanze sono molte volte più forti della volontà degli
uomini; il Signore ha permesso questa nuova prova per umiliarmi e mortificarmi e punirmi
delle mie colpe; io la prendo dalle Sue santissime Mani. Ella sa del resto che io non
desidero nessuna promozione; che il mio unico desiderio è di ritirarmi a vita privata, non
per riposarmi, ma per lavorare in campi più confacenti alle mie inclinazioni ed alle mie
attitudini. La S. Sede può quindi mandare quando vuole un altro Nunzio a Berlino
Ho scritto a Lei, personalmente, come sempre

In tale penosa attesa, mi abbandono con fiducia al Signore, il Quale, sebbene voglia provarmi così dolorosamente, pure è inifinitamente [sic] misericordioso e vede il mio reale stato. Con inalterabile affetto
Sempre Suo
+ Eugenio Pacelli
P.S. Data la potenza che hanno acquistato in Germania i partiti di destra, non so nemmeno quale impressione farebbe se il Nunzio a Berlino si mettesse a trattare coll'Ambasciatore dei Sov. È ad ogni modo probabile3 che ciò, risapendosi (che cosa rimane segreto?), procurerebbe forti attacchi da parte dei Deutschvölkische od ultranazionalisti

1↑"Personale" hds. in roter Farbe von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger,
angestrichen.
2↑"personale" hds.
vermutlich von Pacelli unterstrichen.
3↑"probabile" hds. vermutlich von
Pacelli unterstrichen.