Dokument-Nr. 16472

I cattolici italiani chiedono che si ponga fine alle violenze. L'opera stolta, in: Corriere d'Italia, 13. April 1924
Tutta la stampa cattolica italiana esprime preoccupazione e dolore per le violenze scatenatesi in questi giorni contro associazioni cattoliche; ed è unanime il grido di protesta, nonché la invocazione ad un energico intervento governativo che tronchi questi tristi episodii post-elettorali. Riferiamo oggi, tra l'altro, un sereno ma preciso articolo dell'"Osservatore Romano": al quale, per parte nostra, nulla abbiamo da aggiungere.
Ma non possiamo lasciar passare in silenzio ciò che ha scritto, su questo argomento, un deputato fascista, l'on. Farinacci, nel suo giornale. – "Quello che sta accadendo nella provincia di Milano per opera dei fascisti trova – così il Farinacci – da parte nostra la più sincera giustificazione. Potremmo muovere un appunto e cioè che sarebbe stato più salutare agire molto tempo prima".
Ebbene, questo linguaggio è veramente enorme. Ed è in aperto contrasto con i propositi del Capo del Governo e del Fascismo, nel suo discorso al popolo di Roma. Se veramente dominasse nel partito fascista lo spirito manifestato dalle parole del deputato di Cremona, vi sarebbe da preoccuparsene seriamente per la causa della pacificazione interna. Noi crediamo che così non sia; e constatiamo che così certo non è in coloro che del partito e del governo hanno la responsabilità. Non vogliamo quindi esagerare il valore delle impulsive affermazioni qui sopra riferite; ma, mentre le deploriamo vivissimamente, ci sembra necessario ripetere quel che abbiamo già detto più volte: che cioè occorre impedire che un simile spirito di illegalismo si alimenti e si diffonda; e che, a questo scopo, è necessaria una risoluta azione di repressione da parte dell'autorità. Soprattutto indispensabile è che si provveda a dare qualche buon esempio di severe punizioni là dove le violenze sono state in questi giorni più gravi. E pensiamo che, oltre all'intervento dell'autorità giudiziaria, sia da augurarsi anche quello dei dirigenti del Partito Fascista. Non è stato detto e ripetuto da essi che è necessaria una selezione nelle file del partito? E non è chiaro che – mentre le violenze odierne, dopo la vittoria elettorale, non hanno alcun senso - in questo momento nel quale si deve procedere a quella selezione e dare la prova che il Fascismo, forte del consenso dell'opinione pubblica e popolare, intende instaurare veramente una nuova disciplina nazionale?
Noi ricordiamo ancora le parole di Mussolini: "Periscano le fazioni, anche la nostra, se occorre, purché l'Italia sia salva": e non dubitiamo che il monito in esse contenuto non sarà stato pronunziato invano. E ricordiamo anche le benemerenze che il Governo Nazionale ha acquistato presso i cattolici, con la sua politica religiosa immune dal vecchio settarismo anticlericale – constatando che il contrasto tra di esse e le infauste imprese locali di cui la cronaca deve occuparsi in questi giorni è troppo stridente, perché non debba prontamente cessare.
Del resto, il giudizio che deve darsi sulle violenze di questi giorni può riassumersi così: chi le compie non solo offende il patriottismo dei cattolici – gran parte dei quali lealmente aderisce all'opera ricostruttrice del Governo Nazionale; non solo ripete i vecchi errori dell'anticlericalismo di piazza e insulta la religione e la Chiesa; ma compie evidentemente opera dannosa al Paese e allo stesso Fascismo.
Empfohlene Zitierweise
Anlage vom 13. April 1924, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 16472, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/16472. Letzter Zugriff am: 17.06.2024.
Online seit 18.09.2015, letzte Änderung am 20.01.2020.