Dokument-Nr. 16535
Rosenberg, Joseph Arnold: Esposto intorno ai problemi più importanti dell'assistenza religiosa dei polacchi nella diocesi di Paderborn in particolare, ed in genere nella Prussia. Paderborn, 11. Januar 1926
La guerra colla Russia, la quale abbracciò anche vaste regioni polacche, turbò questo stato di cose sino allora ben ordinato. I Polacchi, durante tutti gli anni di guerra, dovettero rimanere entro i confini del Reich, rigorosamente sorvegliati dalle Autorità. Per i matrimoni, era oltremodo difficile di ottenere i necessari documenti dalle regioni polacche occupate. Tali difficoltà non furono eliminate dalle agevolazioni accordate dai Ministeri prussiani della Giustizia (1.1128) e dell'Interno (1.e 533 dell'8 Marzo 1916).
Dopo la creazione della Repubblica polacca le possibilità dei matrimoni per gli operai agricoltori polacchi diminuirono ancor più, in par-
25v
te per la lentezza delle Autorità polacche, civili ed
anche ecclesiastiche, in parte altresì per le condizioni rigorose e minuziose poste dalle
medesime. Per ottenere i richiesti documenti bisognava spesso attendere dei mesi, e le
relative tasse erano sovente assai elevate. In Germania, la difficoltà più grave per il matrimonio religioso dei polacchi proviene dal § 67, della legge sullo stato civile, che permette il matrimonio religioso soltanto dopo l'atto civile, il quale alla sua volta non può aver luogo se non dopo avuti tutti i documenti prescritti ed infligge pene ai Sacerdoti, che vi contravvenissero, sia pure per dovere di coscienza. Così per questo impedimento soffrono non solo i contraenti, ma altresì i sacerdoti, i quali in numerosi casi vengono in conflitto colle leggi dello Stato, per avere senza i documenti necessarii assistito a matrimoni, allo scopo di far cessare unioni peccaminose. A ciò si aggiungono le cattive condizioni d'alloggio in molti accasermamenti delle tenute, a causa delle quali il livello morale dei lavoratori polacchi si è deplorevolmente abbassato.
Per tutti questi motivi la vita religiosa fra i polacchi sparsi nella Diaspora della Germania centrale si è del tutto rovinata. Anche il più zelante sacerdote, versato nella lingua polacca, non potrebbe più riuscire a nulla. La terza parte soltanto dei polacchi pratica la religione. Questo fatto è un grave colpo per il cattolicismo nella Diaspora e per il prestigio della Chiesa cattolica presso gli eterodossi.
Non sono mancate le rimostranze di alcuni Vescovi presso le Autorità dello Stato. Ma neppure le ultime facilitazioni ottenute in seguito a queste premure (Circolare del Ministro dell'Interno prussiano 1.e 402 del 17 Luglio 1925) hanno recato gran giovamento. Si è proposto di introdurre nuovamente il rimpatrio obbligatorio nei mesi invernali (Karenzzeit). Ma questo comporterebbe per molti polacchi, che, dimorando in Germania si sono sottratti al servizio militare, - tra i quali si trovano non pochi padri
26r
di
famiglia -, conseguenze spiacevolissime al loro ritorno in patria. Forse anche la
Polonia, falsamente interpretando tale provvedimento, ricorrerebbe a rappresaglie. Di fatto
le Autorità dello Stato non hanno ordinato quel rimpatrio, e solamente a coloro che tornano
in patria spontaneamente, hanno accordato agevolazioni; siccome però non molti ne
approfittano, neppure esse rappresentano un vero rimedio. Questo non si avrà veramente se
non mediante una sistemazione uniforme di tutto il problema. Al quale uopo si presentano le
seguenti proposte.I. Ufficio diocesano.
Lo scopo dell'Ufficio diocesano è principalmente la cura delle anime. A capo del medesimo trovasi un Direttore versato nella lingua polacca, da nominarsi dal Vescovo, ed al quale viene affidata la direzione generale dell'assistenza religiosa dei polacchi nelle regioni orientali della diocesi. L'azione dell'Ufficio diocesano si estende ai punti seguenti:
a) Sistemazione uniforme dell'assistenza religiosa in quei luoghi, in cui il sacerdote non possiede sufficientemente la lingua polacca, secon<d>o2 un piano da determinarsi ogni anno, tenendo conto dei bisogni locali, come presso di noi si pratica già da parecchio tempo. Ad esso spetterà pure di chiamare e distribuire i missionari. Nei casi urgenti e speciale esso provvede anche a sostituire quei sacerdoti diocesani, i quali verrebbero adibiti per l'assistenza dei polacchi.
b) S'incaricherà di fare traduzioni autentiche di documenti, onde evitare inutili perdite di tempo e tasse elevate.
c) Darà informazioni intorno a libri religiosi polacchi, giornali, periodici, librerie, negozi di oggetti di pietà, ecc.
d) Provvederà a che sacerdoti e studenti di teologia possano dimorare nell'Est per imparare le [sic] lingua polacca o perfezionarsi in essa.
e) Farà una statistica il più che si possa completa per la sua regione, possibilmente con una cartoteca.
26v
Tutti i sacerdoti della
Diaspora si rivolgeranno a questo Ufficio diocesano, affinché l'assistenza non subisca
lacune. L'insegnante di lingua polacca nell'Accademia teologica e nel Seminario, il quale è incaricato di insegnare agli alunni la lingua polacca e di perfezionare coloro che vi sono idonei, dovrà essere informato dei lavori più importanti dell'Ufficio ed avere rapporti ufficiali con la Direzione del medesimo, essendovi, per il posto che occupa, interessato.
II. Ufficio centrale.
Gli affari riguardanti gli sposi polacchi, atteso che le relative difficoltà sono identiche in tutte le diocesi, vengono affidati ad un Ufficio centrale. Le deplorevoli condizioni riguardo ai matrimoni sono già state descritte al principio del presente Esposto.
a) Primo compito di quest'Ufficio sarà quindi, di provvedere i documenti richiesti per il matrimonio. Per le istanze da farsi alle rispettive Autorità esso adope<re>rà3 formulari uniformi, e tutti i sacerdoti saranno obbligati a servirsene esclusivamente. Per la traduzione autentica, però, sarà meglio che essa sia fatta dall'Ufficio diocesano. Qualora però la semplificazione del funzionamento trovasse esser più pratico che tale traduzione debba anch'essa affidarsi all'Ufficio centrale, allora si dovrebbe cancellare il capoverso b) nel capitolo dedicato all'Ufficio diocesano.
Perché poi l'azione di quest'Ufficio centrale abbia l'efficacia necessaria, esso dovrà dipendere da un Vescovo tedesco, il quale ne assume la Direzione, previo accordo con le diocesi interessante. Noi saremmo lieti, se l'Emo Cardinale Bertram, il quale già ha creato per la propria diocesi di Breslavia un Ufficio, che funziona eccellentemente, si inducesse ad accettare la direzione dell'Ufficio centrale. In tal modo sarà pure possibile di entrare in corrispondenza con l'Episcopato polacco, affinché anche questo emani ordinanze comuni ai parroci della rispettiva giurisdizione.
b) L'Ufficio centrale si interesserà eziandio a che le condizioni
27r
di abitazione negli accasermamenti delle tenute
vengano finalmente migliorate. Per quanto siamo informati, i medici del distretto sono
incaricati dell'ispezione di questi ricoveri. Gioverà non poco, se si ricorrerà all'aiuto
dei deputati cattolici, ai quali bisognerebbe dar visione dei rapporti raccolti intorno allo
stato di detti accasermamenti.Altri propongono che si debbano istituire ispettori, rivestiti del carattere di pubblici funzionari, i quali dovrebbero esercitare il controllo analogamente agli ispettori delle fabbriche. La Deutsche Arbeiterzentrale di Berlino (SW 11, Hafenplatz 4), cioè gli ispettori della medesima, dovrebbero essere riconosciuti come incaricati di tale controllo. L'Ufficio centrale dovrebbe condurre i negoziati con essi...
A nostro parere, nel modo indicato si potranno eliminare le difficoltà dell'assistenza religiosa dei polacchi.
1↑Hds.
vermutlich vom Verfasser gestrichen.
2↑Hds. vermutlich vom Verfasser eingefügt.
3↑Hds. vermutlich vom Verfasser eingefügt.