Dokument-Nr. 17041
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 01. Februar 1929

Regest
Pacelli übersendet ein Schreiben der Vorsitzenden der Missionsvereinigung katholischer Frauen und Mädchen Schynse, in dem sie über die Schwierigkeiten berichtet, die die Missionsvereinigung bereits seit ihrer Gründung mit den Freiburger Erzbischöfen Nörber und Fritz hat, obwohl beide bereits auf deren Unterstützung zurückgriffen. Tatsächlich teilte der Pfarrer in Muldau Nörber der Vorsitzenden mit, dass nach Instruktion des Freiburger Ordinariats private Sammlungen für die Mission verboten seien und alle einschlägigen Spenden an das Ordinariat gerichtet sein müssten, von wo aus sie nach Rom weitergeleitet würden. Nach Aussage Schynses entrichten viele Gläubige neben dem Jahresbetrag von 2,50 Mark an den Franziskus Xaverius Missionsverein weitere Spenden an die Missionsvereinigung, die damit sowohl die ausländische Mission als auch deutsche Diasporagemeinden unterstützt. Nach der Beschreibung Schynses wird in Freiburg an der Vorstellung festgehalten, dass es sich bei der Missionsvereinigung um eine private Vereinigung handelt, in der die Frauen nach eigenem Gutdünken verfahren. Außerdem glaube man dort nicht, dass die Vereinigung von den Bischöfen und vom Heiligen Stuhl abhängig ist, dass der Papst sich dazu herabließ, sich für die Arbeit der Vereinigung zu interessieren, wie aus den beiliegenden Schreiben von Granito Kardinal di Belmonte und des Trierer Bischofs Bornewasser hervorgeht, oder dass ein Zentralkomitee in Rom eingerichtet wurde, dem der Kardinalprotektor vorsteht, dem die Vereinigung jährliche Rechenschaftsberichte vorlegt. Pacelli bittet darum, dass Gasparri die Missionsvereinigung und ihre Vorsitzende in Anbetracht ihrer Verdienste dem Freiburger Bischof empfiehlt, was zu einem großen Vorteil für das Werk führen würde.
Betreff
Sulle difficoltà che la "Missionsvereinigung katholischer Frauen und Jungfrauen" incontra nell'Archidiocesi di Friburgo
Eminenza Reverendissima,
La pia e zelante Signorina C.  Schynse , presidente della "Missionsvereinigung katholischer Frauen und Jungfrauen" (opera favorevolmente nota alla S. Sede e la cui centrale è in Pfaffendorf, distretto di Coblenza), mi ha in data del 28 Gennaio p. p., diretto una lettera, che mi permetto rispettosamente di comunicare qui acclusa in copia all'Eminenza Vostra Reverendissima.
In essa, dopo aver ricordato come sin dal 1902 Mons.  Nörber, Arcivescovo di Friburgo, si rifiutò di accogliere la domanda di autorizzazione della "Missionsvereinigung" nella sua Archidiocesi, ancorché ne tollerasse tacitamente il lavoro, e come il suo successore, l'attuale Arcivescovo, Revmo Mons.  Fritz, respinse parimenti simile richiesta, sebbene quella Curia si fosse durante la guerra ripetutamente rivolta alla centrale dell'Unione per avere altari portatili, la sullodata Signorina Schynse accenna ad un grave pericolo, che minaccerebbe ora l'Unione stessa nell'anzidetta Archidiocesi.
Infatti, secondo informazioni pervenute dalla zelatrice di Mudau (Baden), quel parroco le avrebbe significato
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che, secondo istruzioni della Curia, le collette private sarebbero proibite, tutte le offerte a favore delle Missioni dovrebbero essere inviate per mezzo dei parroci alla Curia medesima, ove un sacerdote è specialmente destinato a tutte le opere missionarie ed incaricato di trasmettere le offerte a Roma.
Quantunque sia stabilito, come espone la Signorina Schynse, che si versi al Franziskus-Xaverius-Missionsverein la quota annuale di Marchi 2.50, ciò non impedisce che molti diano anche la loro offerta alla Missionsvereinigung, la quale, come è ben noto, elargisce somme e provvede numerosi parati sacri non solamente alle Missioni estere, ma eziandio a tante povere chiese della Diaspora in Germania.
Nell'Archidiocesi di Friburgo, ove l'Opera è assai fiorente, contando essa circa 3.000 aderenti, sembra, a quanto risulta dalla lettera della Schynse, che si abbia ferma l'idea trattarsi di una Unione puramente privata, in cui le donne dispongono assolutamente delle cose a loro talento; pare non si creda che la medesima dipende dall'Episcopato e dalla S. Sede; che il Santo Padre si degna di interessarsi dei suoi lavori e progressi, come consta altresì dalle unite copie di due lettere dell'Emo Sig.  Cardinale Granito di Belmonte e del Revmo Mons.  Bornewasser, Vescovo di Treviri1; che per tutte le filiali fu costituito in Roma per ordine di Sua Santità un Comitato centrale, cui sta a capo un Cardinale protettore, al quale è
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sottoposto annualmente per l'approvazione il progetto di distribuzione degli oggetti e delle offerte, nonché il bilancio delle entrate e delle spese.
Attese pertanto le speciali benemerenze della più volte menzionata Unione delle Missioni, sembrami che, qualora l'Eminenza Vostra credesse possibile di inviare al Revmo Mons. Arcivescovo di Friburgo una parola a favore della Missionsvereinigung e della sua degna presidente, ciò potrebbe riuscire di grande vantaggio per l'Opera stessa.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo Di Sardi
Nunzio Apostolico
1"pare non ... di Treviri" hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger, am linken Seitenrand angestrichen.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 01. Februar 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17041, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17041. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.