Dokument-Nr. 17099

[Preußisches Kultusministerium]: [Kein Betreff]. [Berlin], 07. April 1926

(Traduzione)
Appunto consegnato dal Direttore ministeriale Sig. Trendelenburg 7.4.26.
I. Considerazioni generali.
Una speciale esposizione al riguardo è acclusa nell'Allegato.
II. Materie delle esistenti Bolle di circoscrizione.
1.) Provviste degli Uffici.
Elezione dei Vescovi.
Per le considerazioni generali cui il Governo Prussiano deve ispirarsi - attenersi 1 - (cfr. sopra Nr. I), ed in vista del carattere tradizionale e patrio (Bodenständigkeit) di una evoluzione storica, ininterrotta, appunto in Prussia, e radicata nella vita del popolo, un'importanza decisiva deve attribuirsi alla conservazione, per principio, del diritto dei Capitoli Cattedrali di eleggere i Vescovi, come al mantenimento di garanzie effettive, affinché persone politicamente pericolose - sospette - 2 siano escluse.
Avendo riguardo allo svolgimento recente del Diritto Canonico si può pensare al regolamento seguente:
Gli Arcivescovi e Vescovi saranno eletti per mezzo dei Capitoli. In seguito alla vacanza di una Sede Arcivescovile o Vescovile il relativo Capitolo presenterà una lista di almeno ... candidati, aventi le qualità richieste dal Diritto Canonico, alla S. Sede, la quale a sua volta designerà al Capitolo, da questo numero, tre persone per l'elezione definitiva, essendosi prima accertata presso il Governo Prussiano, che questo non ha obbiezioni politiche contro l'elezione di alcuno dei candidati. Il Capitolo sceglierà tra quei tre candidati designatigli dalla S. Sede, median-
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te una elezione libera e segreta che avrà luogo senza precedente pubblico avviso e senza speciale solennità. Avvenuta l'elezione, il Capitolo chiederà senza indugio l'approvazione della S. Sede.
Qualora ciò non potesse aver luogo, potrebbe anche prospettarsi la soluzione seguente:
Gli Arcivescovi e Vescovi saranno eletti per mezzo dei Capitoli Cattedrali. Divenuta vacante una Sede arcivescovile o vescovile, tanto il relativo Capitolo quanto l'Episcopato Prussiano - quest'ultimo a norma di un procedimento da discutersi ancora più precisamente - presenteranno ognuno una lista di almeno ... Candidati, aventi le qualità richieste dal Diritto Canonico, alla S. Sede, la quale designerà al Capitolo, da questo numero, tre persone per l'elezione definitiva, essendosi prima accertata presso il Governo Prussiano, che questo non ha obbiezioni politiche contro l'elezione di alcuno dei candidati, dopo di che l'ulteriore procedimento si farebbe nel modo suaccennato.
Provviste dei Capitoli.
Le provviste dei Capitoli potrebbero forse essere discusse nel senso del regolamento bavarese, però dovrebbe riservarsi una ingerenza politica almeno per le dignità.
2. Circoscrizione.
Le [sic] questione della circoscrizione è prospettata, di fatto, solamente nell'Est, dove il territorio dell'Amministrazione
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di Tütz richiede un regolamento. Per il problema della circoscrizione valgono in modo particolare le difficoltà generali, di fronte alle quali trovasi il Governo Prussiano a causa della condizione confessionale della popolazione prussiana, e la cui soluzione non si può sperare se non procedendo colla massima riserva e cautela.
3. Dotazione.
Superata l'inflazione, i pagamenti dei Vescovati in base alla dotazione sono stati ristabiliti in pieno ammontare in Reichsmark. Un ulteriore adattamento ai bisogni potrà essere discusso d'intesa col Ministro delle finanze. Converrebbe in ciò escogitare un sistema finanziario, che di fronte a quello contenuto nelle Bolle di circoscrizione significherebbe un adattamento alle condizioni attuali. L'idea della dotazione in beni immobili apparve3 antiquata dal punto di vista politico e finanziario, ed insostenibile dal punto di vista della politica generale (espropriazione dei principi, legislazione agraria di Stati dell'Est ecc.).
III. Questione scolastica.
Per allontanare gravi pericoli dalla prospettiva di un felice accordo è desiderabile che la questione scolastica non venga affatto inserita nell'accordo. Al più sembra poter esaminarsi l'inserzione di una clausola generale concernente la parte religiosa della scuola.
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IV. Istruzione preparatoria del Clero.
Un regolamento, per accordo, di questa materia sembra poter discutersi. Si presuppone, come massima, che, per ottenere un ufficio ecclesiastico, almeno una parte degli studi sia fatta in un'alta Scuola tedesca (Hochschule) - compresi i Seminari - senza voler metter in dubbio per questo, la parità di valore degli studi di perfezionamento in un'alta Scuola Pontificia.
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Allegato.
Il problema di un Concordato - come brevemente vogliamo nominarlo qui appresso senza aver riguardo alla forma ed alla materia di un accordo tra lo Stato e la Chiesa cattolica - mette il Governo Prussiano di fronte a difficoltà del tutto speciali.
Esse risultano già in parte dalle proporzioni delle forze politiche del Paese. Né l'attuale, né, per quanto si può prevedere, un altro raggruppamento dei partiti parlamentari i quali nel dominio del sistema parlamentare determinato la formazione e la politica del Governo, garantisce a questo una maggioranza rilevante nelle corporazioni legislative. La situazione politica è dunque al momento presente e, presumibilmente, per luongo tempo del tutto labile e precaria.
Aggiungasi che i partiti governativi nelle questioni religiose e di indole universale non appaiano affatto come una unità perfetta. Ogni Governo avrà dunque, appunto nella soluzione dei problemi or ora accennati, da tener conto della viva resistenza di grandi circoli parlamentari che lo sostengono, e potrà perciò ottenere dei resultati positivi solamente con maggioranze varianti.
La gravità delle apprensioni da ciò derivanti si è di molto accresciuta in seguito alla pubblicazione del Concordato Bavarese. L'opinione pubblica di vastissimi circoli in Prussia è da quel tempo troppo propensa ad orientarsi circa i
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problemi di un Concordato, alla luce solamente del regolamento bavarese, e di dedurne per la Prussia una opposizione, di massima, contro ogni Concordato, perché qui l'accordo bavarese sarebbe semplicemente insostenibile. Il Governo Prussiano all'opposto è convinto che anche alla Sede Apostolica non sono sfuggite le grandi diversità che esistono nella massima parte dei rapporti tra la Prussia e la Baviera e non permettono una traslazione della convenzione bavarese alla Prussia.
Basta ricordare le divergenze che risultano in Prussia dalla composizione nazionale e sociale del popolo e che qui si manifestano con tutt'altra asprezza che nello Stato assai omogeneo della Baviera. Così, sia ai confini della Prussia come nel suo interno, si deve tener conto di aspirazioni separatiste, che in parte si basano su eterogeneità nazionale, in parte sono di carattere puramente politico, né sono libere da influenze dall'estero. Giova altrettanto al mantenimento della pace tra lo Stato e la Chiesa, quanto è richiesto altresì da un vitale interesse dello Stato, che i pericoli i quali potrebbero sorgere dalle condizioni già menzionate, si prevengano mediante corrispondenti efficaci garanzie politiche con un Concordato colla Sede Apostolica.
Tutte le ragioni fin qui esposte sono però superate dall'influenza che esercita sul problema del Concordato la composizione confessionale del popolo. Per la Baviera stessa si può
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affermare a buon diritto che l'approvazione del Concordato nel Landtag difficilmente avrebbe avuto luogo, se contemporaneamente non si fossero fatti accordi colle chiese evangeliche in quel Paese. In ogni caso è questi un assioma evidente per la Prussia, dove la chiesa evangelica non comprende una minoranza come in Baviera, ma bensì una maggioranza di due terzi del popolo.
Però presentemente nella Prussia le relazioni tra la chiesa evangelica e lo Stato non sono del tutto chiarite, né dal punto di vista giuridico né da quello politico. L'intimo nesso della costituzione ecclesiastica evangelica colla forma monarchica dello Stato ha obbligato le chiese evangeliche, dopo la caduta della monarchia, ad una nuova organizzazione. Nello sviluppo di quest'ultima debbono anche sciogliersi numerosi collegamenti di istituzioni statali ed ecclesiastiche; questo processo però sta ancora del tutto compiendosi. Parimenti il sentimento di notevoli parti della popolazione evangelica verso lo Stato nella sua forma presente, è per lo meno ancora incerto, spesso interamente contrario. A causa delle profonde divergenze politiche non è da aspettarsi un pronto e vero schiarimento di questo punto.
Così si spiega, come dal campo evangelico non poche voci rifiutano assolutamente per ora il progetto di trattati fra lo Stato e la Chiesa. Persino laddove una tendenza più mo-
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derata del protestantesimo si manifesta, essa chiede pure che almeno certe materie debbono essere eliminate fin dal principio, perché o corrispondenti pretese delle chiese protestanti verso lo Stato non esistono in massima, o la situazione da parte evangelica non è ancora così chiarita da poter sopportare un legame fisso; in pari tempo si annunzia la più aspra resistenza contro qualsiasi trattazione di questi problemi speciali esclusivamente in un Concordato colla S. Sede.
Generalmente può dirsi, che, quanto più vasto sia per essere un Concordato, tanto più larghe fronti di attacco offrirebbe non soltanto alla opposizione nel parlamento, ma eziandio alla discussione - che qui ci interessa specialmente - del complesso delle questioni nei sinodi evangelici. Quest'ultimo punto infonde tanto maggior preoccupazione, in quanto che la costituzione ecclesiastica evangelica in Prussia dà ai sinodi una tutt'altra potenza che in Baviera. La dominante chiesa territoriale evangelica in Baviera è guidata da una gerarchia evangelica; quest'ultima a sua volta è appoggiata da una stimata e popolare burocrazia ecclesiastica, e bastava allo Stato Bavarese si aver guadagnato questi due fattori per poter contare sul consenso del sinodo. Affatto diversa è la situazione in Prussia. Qui la competente chiesa evangelica è dominata da partiti sinodali, i quali non esistono quasi per nulla in Baviera, ed è sottoposta perciò alle medesime, anzi maggiori
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difficoltà del parlamentarismo politico. Non vi sono soltanto rivalità tra questi partiti, ma essi soggiacciono pure al controllo ed alla influenza del pubblico ecclesiastico all'infuori dei sinodi, e ciò in modo speciale negli affari di cui si parla. Ben si comprende come debba essere del tutto sgradevole a tali partiti evangelici il dare il loro consenso ad un accordo Statale [sic] il quale, riguardo al tempo ed alle materia, trae la sua origine e la sua causa da un Concordato dello Stato colla Sede Apostolica. Il progetto di una Concordato in certo qual modo più vasto sarà per essi un'occasione propizia per rifiutare il loro consenso. Atteso le difficoltà parlamentari di una legislazione politico-culturale già sopraindicate, e le strette relazioni fra personaggi sinodali importanti e l'opposizione parlamentare, una tale votazione farebbe verosimilmente naufragare l'intera opera del trattato. Questo può supporsi con maggior probabilità, in quanto che in tal caso l'opposizione parlamentare troverebbe di certo numerosi aderenti da parte di quei partiti governativi i quali, nelle questioni generali, non condividono il punto di vista della Chiesa cattolica.
Da quanto è detto sopra sembra esistere in Prussia la speranza di un felice accordo concordatario nel caso, ma solamente nel caso che, riguardo alle materie da trattarsi si facciano delle restrizioni, e che nella formulazione dei singoli punti si abbiano presenti non solamente la situazione po-
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litica generale, ma altresì quella politico-ecclesiastica ed il concetto del Governo Prussiano da ciò derivante e richiesto dall'interesse dello Stato.
1Hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Verfasser, gestrichen.
2Hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Verfasser, gestrichen.
3Hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Verfasser, gestrichen.
Empfohlene Zitierweise
[Preußisches Kultusministerium], [Kein Betreff], [Berlin] vom 07. April 1926, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17099, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17099. Letzter Zugriff am: 23.04.2024.
Online seit 29.01.2018.