Dokument-Nr. 18075
Pacelli, Eugenio an Tacci, Giovanni
München, 23. Juli 1925

Regest
Pacelli teilt dem Sekretär der Kongregation für die Orientalische Kirche Tacci mit, dass er sich bezüglich der Befürchtung, der für die Seelsorge der russischen Emigranten in Berlin vorgesehene Priester des slawisch-byzantinischen Ritus Tehekiteheff könnte bei den Russen nicht gut aufgenommen werden, weil er Bulgare ist, an den Berliner Jesuiten Rauterkus wandte. Rauterkus ließ seine Gespräche mit dem Apostolischen Administrator in Danzig O'Rourke und mit der russischen Emigrantin in Berlin von Öttingen in seine beiliegende Antwort einfließen. Daraus geht hervor, dass ein bulgarischer Priester bei den Russen wenig erreichen würde, dass die wenigen in Berlin verbliebenen katholischen Russen sich an den lateinischen Ritus gewöhnt haben, dass es schwierig wäre, Tehekiteheff als Lehrer in einer Schule einzusetzen, weil er Ausländer ist, wodurch er ohne Beschäftigung wäre, dass das für die Finanzierung Tehekiteheffs notwendige Geld besser für die Betreuung der russischen Kinder eingesetzt würde, da die Erfahrung gezeigt habe, dass eine der besten Methoden die Unterbringung in katholischen Pensionaten ist und letztlich dass es mit Tehekiteheff zwei Seelsorger für die russischen Flüchtlinge in Berlin geben würde, wodurch sich ihre Aufgabengebiete überschneiden und es leicht zu Schwierigkeiten kommen könnte. Pacelli schließt sich dieser Einschätzung an, wenngleich er es für sehr wünschenswert hält, dass in Berlin Gottesdienste nach dem byzantinisch-slawischen Ritus gefeiert werden. Er schlägt vor, dass die Kongregation abwartet, bis ein würdiger, kultivierter und eifriger Priester russischen Ursprungs für die Emigrantenseelsorge in Berlin zu Verfügung steht. Der Nuntius erinnert daran, dass er bereits seit dem 8. Juni täglich eine Mark an die Oberin des St. Marienstifts der Marienschwestern am Michaelkirchplatz in Berlin zahlt, da seit diesem Tag dort ein Zimmer für Tehekiteheff reserviert ist.
Betreff
Circa residenza in Berlino del Sac. Ivan Tchekiteheff
Mi pervenne regolarmente il venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 16139/25 del 7 corrente circa la residenza in Berlino del sac.  Ivan Tchekiteheff.
Trovandomi in questo momento lontano da quella Capitale, mi sono rivolto al Rev. P.  Rauterkus S. J., il quale, dopo aver interrogato anche il Revmo Mons.  O'Rourke, Amministratore Apostolico di Danzica, di passaggio per Berlino, e la Signora von Oettingen, mi ha inviato la risposta, che l'E. V. troverà qui acclusa. Da essa risulterebbe che un sacerdote bulgaro riuscirebbe men grato ai Russi; - che i pochi cattolici russi dimoranti in Berlino si sono abituati al rito latino; - che non si può contare su conversioni numerose di adulti russi; - che, essendo il Tchekiteheff straniero, sarebbe ben difficile di impiegarlo in una scuola
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od in un altro Istituto, e quindi si troverebbe senza sufficiente occupazione; - che i mezzi finanziari necessari per il di lui sostentamento potrebbero più utilmente adoperarsi a favore di fanciulli russi, avendo l'esperienza dimostrato che uno dei migliori metodi di azione in questo campo è il collocamento dei medesimi in istituti cattolici di educazione; - che colla venuta del Sac. Tchekiteheff si avrebbero in Berlino due ecclesiastici destinati alla cura spirituale dei Russi e, sebbene il campo del loro rispettivo lavoro potrebbe teoricamente assai bene delimitarsi, pure in pratica facilmente sorgerebbero difficoltà ed attriti.
Per quanto sia vivamente desiderabile la celebrazione in Berlino delle sacre funzioni in rito slavo, sembrami tuttavia subordinatamente che le anzidette considerazioni
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non manchino di fondamento e mi permetto quindi di sottoporre al superiore giudizio dell'E. V. se non converrebbe forse piuttosto di attendere che cotesta S. Congregazione abbia disponibile un degno, colto e zelante sacerdote di origine russa, il quale potrebbe, se non erro, con maggior speranza di successo svolgere la sua opera a vantaggio dei propri connazionali.
Come, poi, mi feci già un dovere di prevenire l'E. V. nel mio rispettoso Rapporto N. 32935, a partire dall'8 Giugno u. s. ho dovuto cominciare a pagare per mezzo del sullodato P. Rauterkus alla Superiora delle Marienschwester [sic] un marco al giorno quale prezzo di affitto della camera rimasta da quel giorno riservata per il più volte menzionato sac. Tchekiteheff.
Chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Tacci, Giovanni vom 23. Juli 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18075, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18075. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
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