Dokument-Nr. 18491
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 01. November 1929

Regest
Pacelli übersendet eine Supplik des Limburger Bischofs Kilian, der wegen seines schlechten Gesundheitszustands um die Bestellung eines Weihbischofs bittet. Wenngleich er dafür ein Mitglied seines Domkapitels und namentlich die Domkapitulare Fendel oder Merkel vorschlägt, zeigt sich Kilian bereit, auch mit Blick auf die schwierige Frage der Dotierung einem anderslautenden Vorschlag des Papstes Folge leisten zu wollen. Pacelli verweist darauf, dass es bei einer vergleichsweise kleinen Diözese wie Limburg in Deutschland unüblich ist, einen Weihbischof zu bestellen. Deshalb hält der Nuntius es für erforderlich, dass der Auserwählte geeignet wäre, die Nachfolge Kilians anzutreten. Allerdings ist die Frage der Nachfolge in Limburg nach seiner Einschätzung besonders heikel, da in der Diözese die für die Priesterausbildung äußerst bedeutsame Jesuitenhochschule St. Georgen in Frankfurt liegt, die auch als Diözesanseminar dient. Der zukünftige Bischof darf diesem keine Schwierigkeiten bereiten. Pacelli schlägt vor, keinen Weihbischof, sondern einen Koadjutor mit dem Recht der Nachfolge zu ernennen, was im Preußenkonkordat ausdrücklich vorgesehen ist. Der Nuntius wendet sich der Frage des Kandidaten zu. Nach seinen Informationen wäre Domkapitular Fenel zwar als Weihbischof, nicht aber als Ortsbischof geeignet, weil er zu schwach ist. Domkapitular Merkel hat sich noch nicht genügend hervorgetan, so dass der Nuntius kein sicheres Urteil über ihn abgeben kann. Allerdings sieht er im Wiesbadener Pfarrer Antonius Hilfrich, einem Alumnen des Germanikums, einen geeigneten Kandidaten aus dem Limburger Diözesanklerus. Pacelli beschreibt ihn als untadeligen Geistlichen mit ausgezeichneten Eigenschaften, unter anderem hebt er dessen treueste Gesinnung gegenüber dem Heiligen Stuhl hervor. Der Meißener Bischof und Apostolische Administrator von Berlin Schreiber schätzt Hilfrich ebenso wie Kilian. Der Nuntius zitiert aus einem Schreiben des Limburger Bischofs, den er zu Hilfrich befragt hatte, weil er ihn als Nachfolger Schreibers als Bischof von Meißen ins Auge gefasst hatte. Kilian empfiehlt Hilfrich darin mit besten Gewissen für das Amt und betont den daraus resultierenden schweren Verlust für seine Diözese. Sollte der Papst mit diesem Vorschlag einverstanden sein, so regt Pacelli für das weitere Verfahren an, so vorzugehen, dass der Vorwurf an den Heiligen Stuhl vermieden wird, er wolle nach dem Abschluss des Preußenkonkordats ausschließlich Absolventen des Germanikums als neue Bischöfe installieren. Der Nuntius versichert, dass er vergeblich versuchte, im Limburger Klerus einen geeigneten Priester für das Bischofsamt ausfindig zu machen, der nicht Germaniker ist. Pacelli schlägt vor, dass Kilian äußerst vorsichtig und streng vertraulich nahegelegt werden könnte, den Heiligen Stuhl selbst darum zu bitten, Hilfrich als Koadjutor mit dem Recht der Nachfolge einzusetzen. Dabei könnte Kilian auch vorschlagen, wie die Frage der Dotierung geregelt werden soll. Auf diese Weise wäre die Gefahr eines Vorwurfs gegen den Heiligen Stuhl ausgeräumt oder zumindest stark verringert. Abschließend schlägt Pacelli vor, dass vor der Ernennung bei der Regierung um das staatliche Nihil obstat gebeten werden sollte.
Betreff
Supplica del Rev.mo Mons. Agostino Kilian, Vescovo di Limburgo, per ottenere un Vescovo Ausiliare
Eminenza Reverendissima
Il Rev.mo Mons.  Agostino Kilian, Vescovo di Limburgo, mi ha interessato a far pervenire nelle Auguste Mani del S. Padre la qui acclusa istanza, colla quale egli, a causa delle sue condizioni di salute, supplica l'Augusto Pontefice: "ut necessitatibus dioecesis meae provideat eo modo, quem meliorem esse duxerit, reservata mihi tamen omni in casu pensione sufficienti ad vitam dignitate episcopali dignam agendam". Egli stima che sarebbe opportuna all'uopo, – anche per evitare qualsiasi difficoltà in ciò che concerne l'abitazione e l'assegno, – la nomina di un Vescovo Ausiliare nella persona di uno dei membri di quel Capitolo cattedrale e propone a tal fine i Rev.mi Enrico Fendel e Bertoldo Merkel ; aggiunge tuttavia: "Sanctitas Vestra vero eligat quem maluerit ex his vel etiam alium, vel alio modo, quo maluerit, necessitatibus dioecesis
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provideat...".
Sembra espediente di osservare innanzi tutto che la diocesi di Limburgo è relativamente piccola, se si paragona cioè alle altre diocesi della Germania, e quindi, salvo il caso di malattia dell'Ordinario (come si verifica presentemente), non suole aversi in essa un Vescovo ausiliare; occorrerebbe quindi, a mio modesto avviso, che il prescelto fosse idoneo a succedere eventualmente all'attuale Vescovo residenziale. La questione della successione <è inoltre>1 nella detta diocesi assai delicata per causa dell'Istituto filosofico-teologico dei RR. PP. della Compagnia di Gesù in Francoforte, il quale serve anche come Seminario diocesano; parrebbe quindi necessario che il futuro Vescovo sia tale da non creare difficoltà all'Istituto medesimo, da cui tanto bene si attende per una miglior formazione del clero in Germania. In considerazione di ciò, potrebbe forse apparire conveniente (senza togliere a Mons. Kilian, in quanto le forze glielo permettono, l'amministrazione della diocesi) di nominare, anziché un Vescovo ausiliare, un Coadiutore con diritto di successione;2 possibilità questa ammessa espressamente nell'Articolo 7 del Concordato colla Prussia.
Viene ora la questione del candidato. Secondo le informazioni prese dall'umile sottoscritto, il primo dei due soggetti
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proposti da Mons. Kilian, cioè il Can. Fendel, sarebbe atto come Vescovo ausiliare, ma non forse egualmente come Vescovo residenziale, perché sembra che non abbia doti eccezionali e sia alquanto debole. Il secondo, il Can. Merkel, non ha ancora abbastanza mostrato le sue capacità e le sue attitudini per poter dare di lui un sicuro giudizio. Un ecclesiastico, invece, della diocesi di Limburg, dotato indubbiamente di eccellenti qualità, sarebbe il Rev. Sac.  Antonio Hilfrich , nato il 3 Ottobre 1873 in Lindenholzhausen, ex-alunno del Collegio Germanico-Ungarico in Roma, dottore in filosofia ed in sacra teologia, ed attualmente parroco in Wiesbaden. È di sentimenti fedelissimi verso la S. Sede, molto stimato nella diocesi, abile altresì nel trattare colle Autorità civili, di vita irreprensibile. Anche il Rev.mo Mons.  Schreiber, Vescovo di Meissen ed Amministratore Apostolico di Berlino, mi fece recentemente di lui i più ampi elogi. Egli gode, del resto, grande considerazione presso lo stesso Vescovo di Limburg. Avendo io, infatti, pensato già a proporlo subordinatamente alla S. Sede come futuro successore del sullodato Mons. Schreiber per la diocesi di Meissen, chiesi informazioni segrete al più volte menzionato Mons. Kilian, il quale mi rispose in data del 16 Luglio c.a. nei seguenti termini: "Il Rev. Dr. Antonio Hilfrich, attualmente parroco di S. Bonifazio in Wiesbaden, è un sacerdote dotato di vasta cultura filosofica e
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teologica, di condotta esemplare; ha anche interesse e chiaro discernimento per gli affari pubblici ed è capace di prender parte a discussioni su questi argomenti, senza che debba temersi che egli si arrischi in modo imprudente e si perda eccessivamente nella politica. Posso quindi in tutta coscienza raccomandarlo per l'ufficio di Vescovo di Meissen... Mi sia lecito tuttavia di aggiungere che la perdita di un tale ecclesiastico proprio ora colpirebbe assai gravemente la mia diocesi".
Qualora l'Augusto Pontefice giudicasse di accogliere l'anzidetta proposta, sarebbe nondimeno forse utile di procedere in maniera da evitare, in quanto sia possibile, che si muova dalla pubblica opinione la critica – dopoché già per Berlino è stato eletto un ex-alunno del Collegio Germanico-Ungarico – che la S. Sede intenda ora, concluso il Concordato colla Prussia, di scegliere tutti i futuri Vescovi fra gli ecclesiastici, i quali hanno studiato in Roma. In realtà posso dire che ho cercato se vi fossero nella diocesi di Limburg sacerdoti, che avessero compiuti i loro studi in Germania, veramente atti all'ufficio in discorso; ma, almeno finora, invano. Potrebbe quindi forse suggerirsi delicatamente al Rev.mo Mons. Kilian <con ogni cautela ed>3 in via strettamente riservata di proporre egli stesso alla S. Sede in una nuova istanza l'Hilfrich come Coadiutore con futura successione, indicando eziandio in qual guisa convenga di regolare la questione dell'assegno; in tal modo l'anzidetto inconveniente rimarrebbe, se non erro, elimi-
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nato od almeno assai diminuito. Prima della nomina dovrebbe poi, a norma del succitato articolo 7, chiedersi al Governo il "nulla osta" politico.
Chinato umilmente al bacio della S. Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo Di Sardi
Nunzio Apostolico
1Masch. eingefügt.
2"anziché ... successione" hds. am linken Seitenrand angestrichen, vermutlich vom Empfänger.
3Hds. eingefügt von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 01. November 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18491, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18491. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.