Dokument-Nr. 2006
Pacelli, Eugenio an Bisleti, Gaetano
Berlin, 05. Dezember 1928

Regest
Pacelli übersendet dem Präfekten der Studienkongregation Bisleti ein Schreiben des Kölner Erzbischofs Kardinal Schulte in italienischer Übersetzung inklusive einer Anlage betreffend die Ernennung Karl Bihlmeyers zum Professor für Kirchengeschichte an der katholisch-theologischen Fakultät der Universität Bonn. Da Schulte um eine umgehende Antwort darauf bat, konnte der Nuntius keine weiteren Informationen zu Bihlmeyer einholen, weshalb er dem Kardinal signalisierte, dass seiner Meinung nach das Nihil obstat erteilt werden könnte. Voraussichtlich kann auch kein geeigneterer Kandidat gefunden werden. Der bekannte Bonner Fundamentaltheologe Rademacher versucht derweil, den Bonner Privatdozenten Greven in der Fakultät zu platzieren, der sich dann den fortschrittlichen Professoren um den Dogmatiker Junglas und den Moraltheologen Tillmann anschließen würde. Pacelli bedankt sich dafür, dass Bisleti das Nihil obstat für Bihlmeyer so schnell telegrafisch erteilte, worüber er Schulte in Kenntnis setzte. Der Nuntius stellt Bihlmeyers Lebenslauf und seine wichtigsten Publikationen vor. Der Kirchenhistoriker gilt als frommer und untadeliger Priester, der einen guten Einfluss auf die Tübinger Studenten ausübte. Wenngleich er in privaten Gesprächen einen überkritischen Geist zeigt, den man den deutschen und schwäbischen Historikern nachsagen kann, ist er der Kirche tief verbunden. Pacelli kritisiert das Verfahren, das Schulte bei der Ernennung wählte. Denn der Kardinal teilte ihm den Namen Bihlmeyers erst einige Wochen nach der Wahl und erst, nachdem er bereits das Kultusministerium informiert und dieses Bihlmeyer bereits präsentiert hatte, mit und drängte dann auf eine baldige Entscheidung. Sollte sich diese Methode durchsetzen, kann das Dekret der Studienkongregation vom 16. Juli 1927 nicht mehr durchgesetzt werden, da der Heilige Stuhl ein Verfahren, das so weit fortgeschritten ist, nicht mehr stoppen kann, ohne den Bischof zu desavouieren und die öffentliche Meinung gegen sich aufzubringen. Außerdem hält Pacelli es für gefährlich, in so kurzer Zeit ein sicheres Votum abzugeben. Dadurch könnte zum einen ein Kandidat, der eigentlich nicht geeignet ist, das Nihil obstat erhalten, wodurch sich der Heilige Stuhl kompromittieren würde, und zum anderen könnte ein objektiv geeigneter Kandidat ausgeschlossen werden, was Misstrauen gegen die Entscheidungen des Heiligen Stuhls hervorrufen würde. Pacelli hofft, dass das Dekret der Studienkongregation vom 14. Januar zukünftig umgesetzt wird.
Betreff
Sul Sac. Prof. Carlo Bihlmeyer
Eminenza Reverendissima
Facendo seguito al mio rispettoso telegramma cifrato N. 514 del 29 Novembre p. p., mi do premura di inviare all'Eminenza Vostra Reverendissima nella traduzione italiana la lettera (con allegato) dell'Eminentissimo Signor Cardinale Schulte, Arcivescovo di Colonia, relativa alla nomina del Sac.  Dr. Carlo Bihlmeyer a professore di storia ecclesiastica nella Facoltà teologica della Università di Bonn.
Poiché il sullodato Eminentissimo chiedeva una risposta immediata, non mi fu possibile di domandare ulteriori informazioni e mi permisi quindi, in base a quanto sapevo già circa il menzionato ecclesiastico, di esprimere il subordinato parere che potesse concedersi il "nulla osta", tanto più che dalla succitata lettera sembrava risultare che sarebbe stato ben difficile, per non dire impossibile, di ottenere ormai un candidato migliore. Mi era stato anzi riferito che il sac.  Prof. Rademacher, ben noto a cotesta S. Congregazione, avrebbe voluto far accettare il libero docente in Bonn, Sac.  Dr. Greven, e che questi si sarebbe allora unito coi Professori a tendenze avanzate, massime collo Junglas ed il Tillmann, coi quali egli già lavora insieme nel campo scientifico. L'Eminenza
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Vostra si degnò di comunicarmi telegraficamente con ogni sollecitudine la decisione affermativa, che partecipai subito alla mia volta all'Eminentissimo Arcivescovo. Questi con lettera in data di ieri ha espresso tutta la sua gratitudine per una così pronta soluzione.
Il Rev. Carlo Bihlmeyer, nato in Aulendorf (diocesi di Rottenburg) il 7 Luglio 1874, compì gli studi ginnasiali in Ellwangen ed in Ehingen e quelli filosofico-teologici nella Università di Tübingen. Ordinato sacerdote il 20 Luglio 1897, fu nominato nel 1900 ripetitore in quel Convitto teologico (Wilhelmsstift), quindi il 10 Settembre 1907 Professore straordinario e l'11 Giugno 1916 Professore ordinario di storia ecclesiastica, patrologia ed archeologia cristiana nella Facoltà teologica di detta Università. I suoi principali lavori scientifichi [sic] sono: Heinrich Seuse, Deutsche Schriften, 1907; Funk, Lehrbuch der Kirchengeschichte, neubearbeitet 6. Aufl. 1911, 7. Aufl. 1920; Die "syrischen" Kaiser zu Rom (211/35) und das Christentum, 1916; I. A. Möhler als Kirchenhistoriker (Jubiläumsausgabe der Theologischen Quartalschrift) 1919; Die selige Elsbeth Achler v. Reuter, 1920. Nella Theologische Quartalschrift 108 (1927) 369 combatté anche egli l'opinione del Karrer, il quale aveva tentato di dimostrare che il mistico tedesco Eckehart fu oggettivamente e soggettivamente del tutto ortodosso e che quindi la di lui condanna da parte di Giovanni XXII nella Bolla "In agro dominico" doveva attribuirsi soltanto a calunnie ed a false relazioni (cfr.  Scholastik , III. Jahrg. Heft 4, 1928, pag. 562).
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Il sacerdote in discorso è stimato da persone degne di fede, che hanno avuto occasione di avvicinarlo, come sacerdote pio ed irreprensibile, il quale ha esercitato buona influenza sugli studenti di teologia in Tübingen. Sebbene talvolta nelle conversazioni private si manifestino in lui dei sintomi di quello spirito ipercritico, che gli storici tedeschi e soprattutto svevi hanno, si può dire, nel sangue, nondimeno, come mi si assicura, egli è nel fondo del suo cuore assolutamente attaccato alla Chiesa ed ha piena coscienza della grave responsibilità del suo ufficio.
Quantunque, in considerazione del suesposto, non vi fosse, a mio umile avviso, sufficiente motivo per negare nel caso presente il "nulla osta" da parte di cotesta S. Congregazione, e pur riconoscendo pienamente le ottime intenzioni dell'Eminentissimo Arcivescovo di Colonia e le difficoltà in cui egli si è trovato in questa circostanza, non posso tuttavia non rilevare la anormalità del modo di procedere adottato al riguardo. Benché, infatti, egli conoscesse già da alcune settimane il nome del candidato, non ne diede fin d'allora avviso alla S. Sede, e soltanto dopo che ebbe manifestato la sua preferenza per il Dr. Bihlmeyer al Ministero competente e che questi ebbe fatto in seguito a ciò la relativa formale presentazione,2 si è rivolto a questa Nunziatura, chiedendo una immediata decisione. Se un siffatto metodo dovesse divenire la regola, il Decreto di cotesta S. Congregazione del 16 Luglio 1927 diverrebbe illusorio, giacché non si vede come, giunte le cose a tal punto, la S. Sede potrebbe più
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opporsi ad una nomina che giudicasse inaccettabile, senza sconfessare l'Ordinario e cagionare le più gravi agitazioni anche nella pubblica opinione, così sensibile in Germania in tutto ciò che concerne le Università dello Stato. La necessità inoltre di dare una decisione in un termine troppo breve può dar luogo a seri pericoli, come mi permisi già di riferire all'Eminenza Vostra nel rispettoso Rapporto N. 38524 del 15 Dicembre 1927. Non essendo infatti possibile di conoscere così bene tutti gli eventuali candidati per le cattedre nelle Facoltà teologiche, da poter dare subito un giudizio sicuro, si corre facilmente il rischio: o di pronunziare un "nulla osta" riguardo ad un soggetto non degno, compromettendo in tal guisa la S. Sede in una materia così delicata; ovvero di escludere un candidato oggettivamente idoneo, il che provocherebbe sfiducia e diffidenza verso le decisioni della S. Sede medesima. L'Eminenza Vostra si degnò allora di provvedere col Decreto del 14 Gennaio c. a.; giova sperare che per l'avvenire esso incontri più esatta applicazione.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1, oben mittig hds. vermutlich von Bisleti notiert: "Mgr. Rampolla accusa [ricev.] [ein Wort unlesbar]".
Siehe auch die unkommentierte Version des Berichts (Dokument Nr. 20643).
1Seitenzählung von den Editoren eingefügt.
2"Benché [...] presentazione," hds. vermutlich von Bisleti unterstrichen.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Bisleti, Gaetano vom 05. Dezember 1928, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2006, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2006. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.