Dokument-Nr. 20233
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele
Berlin, 31. Juli 1928

Regest
Pacelli teilt dem Sekretär des Heiligen Offiziums Merry del Val mit, dass der Braunsberger Philosophieprofessor Switalski im Ruf steht, ein eifriger und gewissenhafter Priester zu sein. Der Nuntius listet seine Publikationen auf, die wie in der Wissenschaft üblich nur eine begrenzte Verbreitung gefunden haben und kaum in die Öffentlichkeit vorgedrungen sind. Nicht einmal unter den Fachleuten werden sie als erstklassige und wirklich wichtige Publikationen geschätzt. Kompetente Leute sind der Auffassung, dass seine Werke keine direkten Fehler gegen die katholische Lehre enthalten, sondern dass er vielmehr moderne Theorien zu bekämpfen versucht. Aufgrund seiner unzureichenden Kenntnis der Scholastik stellen seine Schriften allerdings einen Rückschritt dar. So erkennt Switalski falsche Strömungen der modernen Philosophie nicht und er übernimmt sogar unhaltbare Meinungen, wofür Pacelli mehrere Beispiele anführt. Dabei verstößt er nicht direkt gegen die katholische Lehre, doch zieht man die Konsequenzen aus seinen Fehlern, wird es für verschiedene Punkte derselben schädlich. Switalski selbst gibt in seiner Rechtfertigung an, dass er es angesichts der Verwirrungen in der Philosophie und der unzureichenden wissenschaftlichen Ausbildung in Deutschland kaum besser hätte machen können. Pacelli legt Wert darauf, dass Switalskis guter Wille im Kampf gegen die modernen Irrtümer anerkannt werden sollte.
Betreff
Sulla proposta di onorificenza Pontificia per il Sac. Prof. Wladislao Switalski
Eminenza Reverendissima,
In esecuzione degli ordini impartitimi col venerato Dispaccio N. 725/24 in data del 13 corrente, compio il dovere di comunicare all'Eminenza Vostra Reverendissima quanto appresso:
Il Sac.  Wladislao Switalski, Professore di filosofia nell'Accademia di Braunsberg (diocesi di Warmia), nato il 27 Giugno 1875 in Kankel, distretto di Lissa, nella Posnania, ha fama, a quanto mi si assicura, di ecclesiastico zelante e di buoni costumi. Egli è autore delle seguenti opere:
Des Chalcidius Kommentar zu Platos Timäus (Dissertazione 1899, accresciuta 1902).
Die erkenntnistheoretische Bedeutung des Zitats, 1905.
Das deutsche Volkstum und die Vaterlandsliebe nach Fichtes Reden an die deutsche Nation, 1906.
Das Leben der Seele, 1907.
Der Wahrheitsbegriff des Pragmatismus nach William James, 1910.
Vom Denken und Erkennen, 1914.
Zur Analyse des Subjektsbegriffs, 1914.
Der Warheitssinn, 1917.
14v
Probleme der Erkenntnis, gesammelte Vorträge und Abhandlungen, Münster i.W., 1923, Verlag der Aschendorffschen Verlagsbuchhandlung, 2 vol.(1)
Kant und der Katholizismus (Vortrag, gehalten auf der Heidelberger Tagung der Görres-Gesellschaft am 29. September 1924), Aschendorffsche Verlagsbuchhandlung, Münster i.W., 1925.
Le dette opere, come suole accadere in generale per gli scritti che concernono uno speciale ramo di scienza, hanno una diffusione limitata, e quindi scarsa è la loro influenza sul gran pubblico, che appena ne conosce forse l'esistenza. Essi godono di una qualche considerazione fra gli specialisti di studi filosofici in Germania, non troppo versati nella scolastica, ma nemmeno fra questi vengono stimati come lavori di prima classe e veramente importanti.
Da persone competenti si ritiene che le opere dello Switalski non contengano errori diretti contro la dottrina cattolica; egli anzi ha inteso di combattere false teorie moderne, come il pragmatismo, il materialismo, l'empirismo, il razionalismo, l'idealismo filosofico e l'agnosticismo. Tuttavia si nota in lui una conoscenza del tutto insufficiente della sco-
15r
lastica, di fronte alla quale in moltissimi punti i suoi scritti costituiscono un regresso. È perciò che egli non è stato in grado di sottoporre ad una critica veramente solida le correnti della filosofia moderna contrarie alla dottrina cattolica. Che anzi lo Switalski per lo stesso motivo ha preso, forse senza accorgersene, dai moderni filosofi molte opinioni insostenibili. Così si spiega come egli muova ingiustificate critiche a vari principi della filosofia aristotelica, adottati poi dai filosofi scolastici, come ad esempio per ciò che riguarda l'astrazione (cfr. Probleme der Erkenntnis, II, 14), la formazione del concetto e la cognizione della essenza (ibid. II, 13), i concetti del genere e delle specie (ibid. II, 14 e 23), ecc., e come egli usi alcune volte espressioni per lo meno ambigue (cfr., ad es., ibid. pag. 144). Sebbene quindi egli non offenda direttamente la dottrina cattolica, pure, qualora si tirassero le conseguenze degli errori da lui incorsi in questioni fondamentali, ciò costituirebbe un pregiudizio per vari punti della dottrina medesima.
A giustificazione dello Switalski si fa nondimeno rilevare come, data la confusione della filosofia in Germania e la difettosa formazione scientifica, che egli stesso ha ricevuto, difficilmente avrebbe potuto far meglio. Pur in questa sfavorevole condizione, debbono riconoscersi la sua buona vo-
15v
lontà ed i suoi meriti nella lotta contro gli errori moderni.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi della profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
(1)Su questa opera mi permisi di richiamare l'attenzione della S. Sede col rispettoso Rapporto N. 28438 del 30 Agosto 1923.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele vom 31. Juli 1928, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20233, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20233. Letzter Zugriff am: 24.04.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.