Dokument-Nr. 20322
[Pacelli, Eugenio] an [Gasparri, Pietro]
Rom, 28. November 1929

Regest
Pacelli teilt mit, dass der päpstliche Kammerherr Semer am 26. Oktober nach dem Empfang der letzten Sakramente starb. Seine Witwe Elsa Semer übergab einige Tage später Pacellis Privatsekretär Gehrmann in der Nuntiatur die Insignien der Komtur des Ordens des Heiligen Gregors des Großen und die des päpstlichen Kammerherrn ihres verstorbenen Mannes. Pacelli weiß nicht, wann Semer die Komtur erhielt. Kurz darauf sandte Frau Semer zwei an den Papst adressierte Suppliken, in denen sie ausführt, dass ihr Mann aus seinem Privatvermögen 287.000 Mark für den Ankauf des Nuntiaturpalastes gab. Angesichts ihrer gegenwärtigen Armut bittet sie, davon 95.000 Mark erstattet zu bekommen, um ihre Kinder versorgen zu können. Pacelli, der sich mittlerweile in Rom aufhält, führt neun Bemerkungen an. 1. Es ist falsch, dass er Semer seinerzeit mit dem Kauf des Nuntiaturpalastes beauftragte. Dieser Auftrag erging vom Breslauer Fürstbischof Kardinal Bertram, mit dem Frau Semer verwandt ist. 2. Herr Semer sammelte seinerzeit Geld von wohlhabenden Katholiken und verwaltete es, ohne Rechenschaft darüber abzulegen. Dabei machte er das Vermögen zu seinem eigenen. Als die ersten Zweifel an der finanziellen Situation und der Aufrichtigkeit Semers aufkamen, sorgte Pacelli mit Unterstützung seines Vertrauten Kaas dafür, dass das Eigentum durch einen regulären Vertrag an den Heiligen Stuhl übertragen wurde. 3. Frau Semer interessierte sich entgegen ihrer Behauptung nicht für diese Angelegenheit. Da Pacelli seinerzeit in München war, konnte er den Kauf des Nuntiaturpalastes allerdings nicht beaufsichtigen. Die Schwester von Elsa arbeitete allerdings viel für die Restaurierung und Einrichtung des Nuntiaturpalastes und wohnte auf Empfehlung Bertrams zwischenzeitlich in der Villa Semer, bevor sie zu den Franziskanerinnen zog. 4. Die Informationen über die kostbaren Teppiche, die Frau Semer in der Supplik zusammenstellte, die sie kurz vor dem Tod ihres Mannes erstellte und die er unterzeichnen sollte, sind falsch. Einzig der deutsche Botschaftsrat in Paris Rieth stiftete einen wertvollen Teppich. Frau Semer behauptete in einem Prozess, den sie gegen ihren Mann führte, dass dieser sich die Teppiche, die für die Nuntiatur gekauft worden waren, selbst aneignete ohne dafür Zoll zu bezahlen und sie durch wertlose gebrauchte ersetzte. 5. Es ist mangels Unterlagen unklar, wie viel Geld Semer tatsächlich aus seinem privaten Vermögen für den Nuntiaturpalast ausgab. Auch ist es falsch, dass sich die Summe von 287.000 Mark aus der Zusammenstellung in der genannten Supplik ergibt. Pacelli gab Frau Semer diese Bittschrift zurück, eine Kopie befindet sich im Archiv der Nuntiatur. 6. Pacelli stellte die Bitte um die Auszeichnung Semers als päpstlicher Kammerherr mit Zustimmung seines Ordinarius Bertram zu einem Zeitpunkt, als dessen Ruf noch untadelig war. Semer erhielt durch diese Auszeichnung, die er bekanntermaßen auch missbräuchlich einsetzte, eine große Belohnung für das, was er für die Nuntiatur leistete. 7. Frau Semer führte nach dem Bruch mit ihrem Mann, gegen den sie mehrfach prozessierte, was seine Gesundheit und Finanzen ruinierte, ein leichtes Leben. In jüngster Zeit war das Ehepaar wieder vereint. 8. Im letzten Jahr stimmte der Heilige Vater einer Spende in Höhe von 3.000 Mark für Franz Semer zu. 9. Bertram ist wie bereits gesagt mit Frau Semer verwandt und ihm stehen Mittel zur Verfügung, um den Waisen zu helfen. Pacelli rät, ihn darum zu bitten, sie um die Kinder zu kümmern.
[Kein Betreff]
Il Signor Francesco Semer, Cameriere Segreto Soprannumerario di S. S., è morto il 26 Ottobre p. p. nell'Ospedale di S. Ildegarda in Berlino, dopo aver ricevuto gli ultimi Sacramenti.
La vedova, Signora Elsa Semer, si recò alcuni giorni appresso in Nunziatura per partecipare il decesso di suo marito, e consegnò in pari tempo al Rev. P.  Gehrmann, mio Segretario particolare, da cui fu ricevuta, le insegne della Commenda con placca di S. Gregorio Magno e quelle di Cameriere Segreto, appartenute al defunto. Ignoro quando la decorazione di S. Gregorio M. gli sia stata conferita.
Poco dopo mi ha fatto pervenire due istanze diretta al S. Padre, nelle quali afferma che il marito spese del suo per la residenza della Nunziatura in Berlino Marchi 287.000 e chiede che, in considerazione della sua attuale povertà e per sopperire ai bisogni dei suoi due figli, le venga restituito un terzo, ossia Marchi 95.000.
Sul contenuto degli anzidetti fogli mi sia permesso di fare alcune osservazioni, per quanto incomplete, non avendo qui sott'occhio la relativa posizione, che trovasi in Berlino.
1. È falso che il Sig. Semer fu da me incaricato di acquistare una degna residenza per la Nunziatura. Egli era allora a me completamente sconosciuto. Tale incarico gli fu dato dall'Emo  Card. Bertram, col quale la Signora Semer ha vincoli di parentela da parte della madre.
2. Il Sig. Semer raccolse denaro da vari cattolici benestanti, come l'Hagen ed il Klöckner, che ebbero poi perciò Pontificie onorificenze, e tutto amministrò senza dar mai conto del suo operato, intestando a sé la proprietà. Allorché si ebbero i primi dubbi sul suo stato finanziario e sulla sua onestà in materia commerciale, mi diedi premura, coll'aiuto del Rev.mo Mons.  Kaas, di fare con regolare contratto passare detta proprietà alla S. Sede.
3. La Signora Semer si occupò, al contrario di quanto essa afferma, poco o nulla della cosa.
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Trovandomi io, del resto, allora in Monaco, mi era impossibile di controllare la cosa. La Suora, cui essa allude, e che veramente lavorò molto per il restauro e l'arredamento della Nunziatura, abitò nella Villa Semer, dietro suggerimento del Card. Bertram (come risulta, salvo errore, anche da una lettera del sullodato Emo), soltanto provvisoriamente nel primo tempo; poi si trasferì presso le Religiose Francescane (Franziskus-Sanatorium, Burggrafenstrasse 1).
4. È falso quanto ivi si dice dei preziosi tappeti. L'unco [sic] tappeto veramente di valore fu donato dal Sig.  Rieth, Consigliere dell'Ambasciata di Germania in Parigi, che ebbe per ciò la Commenda dell'Ordine Piano. La Signora Semer, la quale ha, poco prima della morte del marito, come essa dice, preparato il testo della supplica, che egli avrebbe dovuto firmare, in uno dei processi da lei già mossi contro di lui affermò invece che il Semer si era appropriato i tappeti acquistati per la Nunziatura, e quindi senza pagare dogana, dandone invece altri già usati e senza valore.
5. È impossibile di constatare se e quali somme il Semer abbia realmente dato del suo, mancando qualsiasi documento al riguardo. È falso che la somma di Marchi 287.000 risulti dal parere, di cui è parola nella supplica e che perciò, ad evitare ulteriori molestie, ho fatto restituire alla vedova, tanto più che esso si trova già in copia nell'Archivio della Nunziatura.
6. La istanza per la nomina a Cameriere Segreto fu da me umiliata alla S. Sede, quando il Semer godeva ancora ottima fama, dietro di lui domanda e colla piena approvazione dell'Ordinario, Emo Bertram, da me interrogato al riguardo di viva voce per ben due volte in Monaco. Il Semer poi, come è noto, pur troppo usò e abusò di quel titolo per i suoi affari. Con ciò ebbe già una larga ricompensa per quanto aveva fatto per l'acquisto della Nunziatura.
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7. La Signora Semer, dopo che la Nunziatura aveva troncato ogni relazione col defunto, ha condotto una vita alquanto leggera ed ha combattuto aspramente il marito, contro cui intentò vari processi, ciò che contribuì a rovinarlo nella salute e nelle finanze. Negli ultimi tempi si era riunita con lui.
8. L'anno scorso il S. Padre acconsentì a dare al Semer un sussidio di Marchi 3.000
9. Come già si è accennato, l'Emo Bertram ha colla vedova vincoli di parentela. Sembra quindi che egli, a cui non mancano i mezzi, sarebbe in grado di interessarsi della sorte degli innocenti orfani. A mio umile avviso, si potrebbe scrivergli che la vedova si è indirizzata al S. Padre, il Quale, in vista dei suindicati vincoli di parentela, raccomanda i figli alla sua carità.
Empfohlene Zitierweise
[Pacelli, Eugenio] an [Gasparri, Pietro] vom 28. November 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20322, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20322. Letzter Zugriff am: 19.04.2024.
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