TEI-P5
Dokument-Nr. 7414
Illmo e Rev.mo Signore,
Accuso alla V. S. Ill.ma Ricevimento del Rapporto N. 14146 del 22 Settembre e dell'altro N. 14237 del 27 s. m., circa i prossimi plebisciti
nella Prussia e nell'alta Slesia.
La ringrazio delle notizie fornitemi al riguardo e ritengo utile comunicarle riservatamente quanto appresso per sua opportuna conoscenza e norma.
Questo Signor Ministro di Polonia
mi ha inviato fin dall'Agosto scorso una Nota nella quale, riferendosi alle lagnanze giunte
al suo Governo
circa l'azione politica del Clero dell'alta Slesia e
del Vescovo Mgr. Bertram
chiedeva la nomina di un Vicario
Apostolico
indipendente dal Vescovo e nominato pel tempo dell'occupazione
interalleata e proponeva all'uopo il Rev. Kubina
di Katowice. Perciò poi che concerne la Prussia Orientale ed
Occidentale il Governo polacco, sebbene riconoscesse che il Vescovo di
Culma
e quello di Ermland
avevano fino allora fatto prova
di una neutralità, assoluta nella questione del Plebiscito, credeva
deside-
di Lubova. In una Nota susseguente lo stesso Governo
suggeriva anche altri ecclesiastici, cioè per l'alta Slesia il Rev. Skowronski
, parroco di Ligoty ed il Rev. Robota
di Gieraltowice, e per la Prussia Orientale ed Occidentale il Rev. Kopczynski
, parroco di Gross-Garte [sic], il Rev. Rogala
di Culm, e il Rev. Czapla
di Subkau.
Ho risposto al sullodato Ministro con una Nota che si può riassumere come appresso: Ricordate le particolarmente benevole disposizioni della Santa Sede per la Polonia, rilevavo anzitutto che ogni qualvolta ebbero luogo siffatte contestazioni politiche, la Santa Sede si tenne sempre imparziale e che nel caso attuale doveva seguire la stessa linea di condotta, riconoscendo inoltre che neppure l'Ordinario del luogo doveva servirsi della sua Autorità spirituale per far pressione sugli abitanti. In quanto alla Prussia Orientale ed Occidentale non vi era luogo alla nomina di Amministratore Apostolico
, la quale mentre, non sarebbe in modo alcuno
giustificabile, e mentre infliggerebbe ai due Egregi Ordinari una umiliazione non meritata,
sarebbe contraria al principio d'imparzialità pontificia e darebbe giusto motivo di lagnanza
alla Germania. Da parte sua, siccome la Commissione interalleata occuperà il territorio
impedendo ogni agitazione, qualora la neutralità fosse violata, la Commissione stessa
potrebbe avvertire la Santa Sede, la quale non
Quanto poi all'alta Slesia, nella mentovata mia Nota, – premesso che la Santa Sede, da informazioni avute aveva ragione di dubitare che le lagnanze giunte al Governo polacco sull'atteggiamento del Vescovo di Breslavia fossero del tutto esatte, giacché era risaputo che colla Notificazione del 24 Giugno
scorso pubblicata negli Atti diocesani Mgr. Bertram aveva dichiarato di lasciare a
qualunque sacerdote e laico piena libertà di manifestare il proprio parere ed aveva proibito
di toccare la questione in occasione di funzioni ecclesiastiche – facevo rilevare che
siccome il Governo polacco, per escludere la problematica pressione di Breslavia chiedeva
che il regime ecclesiastico fosse provvisoriamente affidato ad un Amministratore Apostolico
polacco era evidente che la Santa Sede, accogliendo tale domanda, escluderebbe
bensì la improbabile pressione di Breslavia, ma favorirebbe la pressione polacca, e quindi
il principio di imparzialità pontificia sarebbe violato a favore della Polonia, dando così
ragione alla Germania di lagnarsi, (tanto più che il Rev. Kubina, primo dei proposti,
non sembrava alieno dalla politica). Del resto, soggiungevo, bastava il fatto di essere
polacco e di essere proposto dal Governo polacco per dare fondato motivo a giusta suspicione
ed a giusta lagnanza: né vi sarebbe stato luogo di dire che la Santa Sede avrebbe potuto
dargli opportune istruzioni, giacché senza mutare lo status quo
Per tali ragioni dichiaravo che la S. Sede non poteva accogliere il desiderio del Governo polacco, e proponevo le due seguenti soluzioni:
1° Nominare Amministratore Apostolico e Delegato Vescovile per l'alta Slesia il Rev. Ludovico Tunkel
, il quale godeva la fiducia del clero tedesco e
polacco e che, pur dipendendo dalla Santa Sede, avrebbe la qualifica di Delegato Vescovile,
in conformità di analoga istituzione esistente nella Diocesi di Breslavia;
2° Se tale soluzione, preferita dalla S. Sede, non piacesse, la Santa Sede sarebbe stata disposta a nominare Amministratore Apostolico l'Uditore
della Nunziatura Apostolica di Varsavia
. Non mancherò di tenerla informato
sullo svolgimento della cosa ed intanto approfitto dell'incontro per raffermarmi con sensi
di distinta e sincera stima
di V. S. Illma
Affmo per servirla
P. Card. Gasparri
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 24.06.2016.
Dokument-Nr. 7414
Gasparri, Pietro
an Pacelli, Eugenio
Vatikan, 21. Oktober 1919
Regest
Gasparri informiert Pacelli über die Entscheidungen des Heiligen Stuhls zu der Bitte der polnischen Regierung, anlässlich der Volksentscheide in Preußen und Oberschlesien zur Frage der künftigen Zugehörigkeit an Polen oder das Deutsche Reich Apostolische Administratoren einzusetzen, um die Neutralität der Kirche in dieser Frage sicherzustellen. Der Heilige Stuhl erachtet es als nicht notwendig, in Preußen einen Apostolischen Administrator einzusetzen, da die dortigen kirchlichen Vertreter das volle Vertrauen genießen. Einen, wie erbeten, polnischen Apostolischen Administrator in Oberschlesien einzusetzen, würde Beschwerden der Reichsregierung nach sich ziehen. Es hätte ausgereicht, dem Breslauer Bischof Bertram entsprechende Anweisungen zu geben. Der Heilige Stuhl kann der Bitte der polnischen Regierung also nicht nachkommen und bietet zwei Möglichkeiten als Gegenvorschlag an, nämlich Ludwig Tunkel, der das Vertrauen des polnischen und des deutschen Klerus besitzt, zum Apostolischen Administrator für Oberschlesien einzusetzen, oder, wenn das keine Zustimmung finden sollte, Ermengildo Pellegrinetti, den Auditor in Warschau, zu ernennen.[Kein Betreff]
Accuso alla V. S. Ill.ma Ricevimento del Rapporto N. 14146 del 22 Settembre e dell'altro N. 14237 del 27 s. m., circa i prossimi plebisciti

La ringrazio delle notizie fornitemi al riguardo e ritengo utile comunicarle riservatamente quanto appresso per sua opportuna conoscenza e norma.
Questo Signor Ministro di Polonia







42v
rabile regolare la cosa omogeneamente per tutte le
regioni soggette al plebiscito e proponeva per tale Ufficio il Rev. Kasyna





Ho risposto al sullodato Ministro con una Nota che si può riassumere come appresso: Ricordate le particolarmente benevole disposizioni della Santa Sede per la Polonia, rilevavo anzitutto che ogni qualvolta ebbero luogo siffatte contestazioni politiche, la Santa Sede si tenne sempre imparziale e che nel caso attuale doveva seguire la stessa linea di condotta, riconoscendo inoltre che neppure l'Ordinario del luogo doveva servirsi della sua Autorità spirituale per far pressione sugli abitanti. In quanto alla Prussia Orientale ed Occidentale non vi era luogo alla nomina di Amministratore Apostolico

43r
mancherebbe
di porvi riparo. Del resto la ragione di omogeneità e di simmetria non sarebbe ragione
sufficiente per una misura cosi grave come la nomina, di un Amministratore
Apostolico.Quanto poi all'alta Slesia, nella mentovata mia Nota, – premesso che la Santa Sede, da informazioni avute aveva ragione di dubitare che le lagnanze giunte al Governo polacco sull'atteggiamento del Vescovo di Breslavia fossero del tutto esatte, giacché era risaputo che colla Notificazione del 24 Giugno

43v
avrebbe potuto impartire le medesime al Vescovo di
Breslavia, non meno ossequente di ogni altro alla volontà della Santa Sede.Per tali ragioni dichiaravo che la S. Sede non poteva accogliere il desiderio del Governo polacco, e proponevo le due seguenti soluzioni:
1° Nominare Amministratore Apostolico e Delegato Vescovile per l'alta Slesia il Rev. Ludovico Tunkel

2° Se tale soluzione, preferita dalla S. Sede, non piacesse, la Santa Sede sarebbe stata disposta a nominare Amministratore Apostolico l'Uditore


di V. S. Illma
Affmo per servirla
P. Card. Gasparri