TEI-P5
Dokument-Nr. 8452
Appena mi pervenne l'ossequiato Dispaccio di V. E. R. distinto
dal N. 66746, in data del 24 giugno p. p., scrissi al Rmo P. Abate di
Maria Laach, pregandolo a favorire in Nunziatura il più presto possibile.
Ieri egli è infatti venuto a vedermi ed io, in conformità dei venerati ordini impartitimi da V. E. nel sullodato Dispaccio, gli ho dato
Per ciò che riguarda il Cardinale Mercier ed i consigli di prudenza a Lui ripetutamente dati dalla Santa Sede, il P. Abate dice di averli fatti presenti a Sua Maestà l'Imperatore, il quale però ripigliò testualmente: "Ma con ciò Roma non può finire." L'Imperatore conosce che è stata esercitata un'influenza sul Cardinale Mercier dalla Santa Sede. Se nuove lagnanze – afferma l'Abate –a <per> riguardo del'opinione pubblica in Germania,
giacché i protestanti avrebbero reclamato un'inchiesta giudiziaria e la condanna del
Cardinale. Non si vuole arrivare a ciò per riguardoalla S. Sede. Tutto ciò non è noto nel pubblico ma Sua Maestà lo
conosce.
Relativamente alle nomine dei Cardinali, l'Abate crede che
Io sono persuaso, concludeva a questo punto l'Abate, che tutte le lagnanze dell'Imperatore tacerebbero e che Egli sarebbe tranquillizzato circa la benevolenza di Sua Santità, se il Principe Vescovo di Breslavia, che è riservato in pectore,p <al> più presto possibile fosse pubblicato
Cardinale. Non essendo possibile con un viaggio del medesimo a Roma, si potrebbe trovare la
maniera di crearlo di eseguire la creazione di lui al Cardinalato, giustificandola
con le circostanze della guerra.
Con questa creazione – prosegue l'Abate – sarebbe anche spezzata la punta a certi influssi nocivi
– Circa il "Te Deum" cantato a Roma per la conquista di Gerusalemme, all'osservazione del P. Abate, cheil <la> Corte pontificia non vi aveva preso parte, il Kaiser
rispose che però vi era stato il consenso del Papa a quella solennità.
– Per la mancata risposta dell'Intesa alla Nota Pontificia per la pace l'Imperatore, come afferma l'Abate, andò tanto oltre da segnalare la eventuale dimissione del Ministro Inglese
L'Imperatore, continua l'Abate, si sente in tutto pregiudicato dalla Santa Sede di fronte all'Intesa e va nella sua collera perle <i> singoli fatti troppo innanzi. Ma,
io ripeto, dice l'Abate, che la creazione del Principe Vescovo di Breslavia a Cardinale
muterebbe il Suo umore. Essa dimostrerebbe come la vera prova dell'interesse di Sua
Santità per la Germania.
Infine alla mia esortazione a procurarsi una nuova udienza dall'Imperatore, onde sottomettergli i rilievi e le osservazioni, che io avevo esposto circa le singole questioni di cui sopra, l'Abate mi rispose che ciòmi ri non era
possibile, anche perché una altra sua visita al Kaiser an<po>trebbe sorprendere
l'opinione pubblica. Invece egli mi domandava che io lo autorizzassi a parlare della cosa
confidenzialmente al Sig. Cancelliere dell'Impero, il quale vede spesso Sua Maestà e
potrebbe trovare l'occasione di parlargli in proposito fargli presente le
osservazioni relative alle varie questioni. Io ho creduto di concedergli tale
autorizzazione, conoscendo l'amore del Conte Hertling per la Santa Sede e pel Sommo
Pontefice e la stima che di Lui ha l'Imperatore.
Intanto nei giorni passati Sua Maestà ha ricevuto la Sig.a Principessa Sofia Oettingen-Metternich, alla quale – come Essa stessa ha raccontato a me – l'Imperatore si è degnato di domandare di me e non solamente non ha avuto alcuna parola di risentimento verso il Santo Padre ma ha tenuto a far rilevare che attualmente a capo del Governo vi è un cattolico, come il Conte Hertling.
Chinato
89r, unterhalb der Betreffzeile: "N. B.
Accus. ricev. col Disp. 70607 del 3/8 Posiz. XIV. Tratt. Romenia
7972".
Online seit 20.12.2011, letzte Änderung am 26.06.2019.
Dokument-Nr. 8452
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro
[München], 14. Juli 1918
Schreiber (Textgenese)
SchioppaSchioppaBetreff
Ancora del colloquio del P. Abate di Maria Laach con
S. M. l'Imperatore di Germania
Ieri egli è infatti venuto a vedermi ed io, in conformità dei venerati ordini impartitimi da V. E. nel sullodato Dispaccio, gli ho dato
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ampia comunicazione del contenuto del medesimo
Dispaccio, aggiungen[unlesbar] tutte le altre spiegazioni, che potevo fornirgli in proposito.Per ciò che riguarda il Cardinale Mercier ed i consigli di prudenza a Lui ripetutamente dati dalla Santa Sede, il P. Abate dice di averli fatti presenti a Sua Maestà l'Imperatore, il quale però ripigliò testualmente: "Ma con ciò Roma non può finire." L'Imperatore conosce che è stata esercitata un'influenza sul Cardinale Mercier dalla Santa Sede. Se nuove lagnanze – afferma l'Abate –
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non sono state presentate alla Santa Sede, la ragione deve cercarsi in ciò che sembra varie inchieste del Consiglio di guerra si sono imbattute in azioni nemiche del Cardinale Mercier. Si tralasciò il
proseguimento di queste indagini, Relativamente alle nomine dei Cardinali, l'Abate crede che
90v
la ragione addotta, che quella dei Cardinali francesi nel 1916 non aveva alcun scopo
politico, non potrebbe soddisfare, giacché, a parere dell'Abate, almeno per accidens, in
tempi come gli attuali, la nomina di Cardinali assume un carattere politico. Ed egli
aggiunge che se nel 1916, per riguardo alla Santa Sede e alla speranza della prossima fine
della guerra, si poteva rinunziare alla nomina di Cardinali tedeschi, oggi non lo si può. In
ogni caso egli sostiene che proprio alla creazione di Cardinali si riferì
la seguente frase dell'Imperatore nel colloquio
con lui: "Da Roma io ho delle parole, ma non dei fatti".
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Io sono persuaso, concludeva a questo punto l'Abate, che tutte le lagnanze dell'Imperatore tacerebbero e che Egli sarebbe tranquillizzato circa la benevolenza di Sua Santità, se il Principe Vescovo di Breslavia, che è riservato in pectore,
Con questa creazione – prosegue l'Abate – sarebbe anche spezzata la punta a certi influssi nocivi
91v
alla Chiesa
Cattolica in Germania nei dintornidell'Imperatore. In quanto alla partenza degli Ambasciatori diplomatici degli Imperi
Centrali, l'Abate ricorda che l'Imperatore s'indugiò nella forza e resistenza della
guarnigione del Vaticano. Sua Maestà, soggiunge l'Abate, andò fino al punto da esclamare:
"Come Cristo Signore è morto per la sua convinzione, così il Santo Padre deve essere pronto,
quanto [sic] ve n'è bisogno, a morire per la sua convinzione" e continuò l'Imperatore,
raccontando al P. Abate che salutando Mgr. Gerlach, gli domandò: "Ora,
Gerlach, dove 92r
sono dunque ora i miei Cardinali?"
Relativamente all'elevazione alla Sacra Porpora del Vescovo di Paderborn l'Abate afferma che
l'Imperatore non insisterebbe se fosse soddisfatto il suo desiderio per Breslavia.– Circa il "Te Deum" cantato a Roma per la conquista di Gerusalemme, all'osservazione del P. Abate, che
– Per la mancata risposta dell'Intesa alla Nota Pontificia per la pace l'Imperatore, come afferma l'Abate, andò tanto oltre da segnalare la eventuale dimissione del Ministro Inglese
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presso la Santa
Sede.L'Imperatore, continua l'Abate, si sente in tutto pregiudicato dalla Santa Sede di fronte all'Intesa e va nella sua collera per
Infine alla mia esortazione a procurarsi una nuova udienza dall'Imperatore, onde sottomettergli i rilievi e le osservazioni, che io avevo esposto circa le singole questioni di cui sopra, l'Abate mi rispose che ciò
Intanto nei giorni passati Sua Maestà ha ricevuto la Sig.a Principessa Sofia Oettingen-Metternich, alla quale – come Essa stessa ha raccontato a me – l'Imperatore si è degnato di domandare di me e non solamente non ha avuto alcuna parola di risentimento verso il Santo Padre ma ha tenuto a far rilevare che attualmente a capo del Governo vi è un cattolico, come il Conte Hertling.
Chinato