Dokument-Nr. 8613

Continuazione e fine del discorso tenuto dal segretario di Stato Kühlmann nella Giunta del Reichstag il 28 settembre 1917, 28. September 1917

[Rede]
La politica tedesca attinse appunto dalla coscienza della sua completa unità col Parlamento germanico e col popolo tedesco, la forza di seguire con tranquillità, con dignità e con energia le vie necessarie per la grandezza e per lo sviluppo della Germania.
Non sarebbe opportuno scendere alla discussione dei particolari della Nota, la quale forma un tutto compatto. Essa è un edificio nel quale ogni pietra è tanto ben cementata con pietra, che il tentativo di toglierne qualcuna, di commentarne qualche altra, non farebbe che diminuire l'effetto generale. Tuttavia io voglio tentare di esporre brevemente da quale spirito la Nota è sorta, e a quali condizioni essa possa spiegare i suoi effetti.
Nel quarto anno di questa immensa conflagrazione, Sua Santità il Papa ha gettato fra i popoli d'Europa, con più grande serietà e con insistenza maggiore che non per lo passato, il motto di: "Pace sulla terra!"
Europa! – Questa parola suona oggi ai nostri orecchi come una favola dei tempi antichi. Pure non è una favola, ma oggi ancora, ben più che un concetto geografico: essa è la somma di uno stato di cose sviluppatosi coi millenni. L'Europa, questa piccola penisola attaccata al continente asiatico, ha avuto sin qui saldamente nelle mani, politicamente e commercialmente, la signoria del mondo. Tutti ci ricordiamo ancor bene della vecchia Europa; e non dico troppo affermando che per nessun paese di questa vecchia parte di mondo lo stato degli ultimi 40 anni era divenuto tanto insopportabile da doverlo cambiare ad ogni
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costo, anche a rischio del proprio annientamento. Che l'Europa non perisca è, forse, oggi ancora, in mezzo a questa guerra immane, un interesse comune di tutti i grandi Stati del mondo. Lo sfacelo definitivo lascerà ogni singolo Stato, a qualsiasi gruppo egli appartenga, più debole e più povero; alcuni rovinati completamente, e morta qualsiasi grande speranza nazionale nel futuro.
Quando la nuova Germania entrò, or son 50 anni, a far parte del numero delle grandi Potenze, non fu fatta segno a tenerezze da nessuna parte. Ma questi 50 anni hanno dimostrato, mi sembra, che l'Europa poteva vivere benissimo colla potente Germania nel suo centro; che l'Europa era divenuta, con una potente Germania, più potente essa stessa e più vitale; e se oggi fra i nostri nemici vi son molti che credono si possa rivedere la storia a ritroso; che si possano richiamare in vita vaghe formazioni federative accanto ad una Prussia mortalmente mutilata, noi diciamo loro che queste sono illusioni perdonabili in poveri visionari di storia, ma delittuose in uomini di Stato responsabili.
Il Papa annunzia la pace nel mondo. Eppure, oggi ancora vale il motto: "La pace agli uomini di buona volontà!" Il più profondo pensiero fondamentale della Nota tedesca era quello di aiutare il Santo Padre a creare quella atmosfera assolutamente necessaria per discutere fruttuosamente le numerosissime questioni controverse che separano i popoli. Ogni uomo esperto in diplomazia sa che in trattative di questo genere l'atmosfera, l'aria circostante, l'umore dei convenuti, sono spesso molto più importanti delle stesse divergentissime pretese. Se si dovesse giudicare l'umore dei nostri nemici dalla loro stampa e dalle pubbliche dichiarazioni dei loro governanti, si dovrebbe giungere a risultati troppo tristi. Finché
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i nostri avversari accarezzeranno la chimera – e i più saggi fra loro sanno benissimo trattarsi di una vera e propria chimera – che possa venire il momento nel quale il popolo germanico, la testa cosparsa di cenere, battendosi, pentito, le mani al petto, abbia a curvarsi sotto le forche caudine di pretese spregevoli; finché questo avverrà, la parola, o miei signori, rimarrà alla spada. Non sarà tanto facile mostrare la verità nuda ai popoli dell'Intesa, oggi rimpinzati di bugie intessute specialmente agli inizi di questa guerra. Ma è necessario; perché altrimenti non può sorgere un nuovo spirito; mentre la nascita di questo nuovo spirito è premessa incondizionata per una conclusione felice della orribile lotta di nazioni. Il popolo tedesco è incrollabilmente persuaso della santità della sua causa; e da questa profonda persuasione scaturisce la forza necessaria per compiere lietamente gli enormi sacrifici che ogni giorno gli vengono domandati.
L'appello pontificio ha messo ancora una volta al bivio i popoli d'Europa. Ancora una volta, alla soglia di una nuova e decisiva campagna invernale, viene offerta loro la possibilità di ricominciare la ricostruzione dell'Europa; sanguinanti, è vero, da profonde ferite, ma collo scudo immacolato. Sta ora agli avversari della Germania dimostrare se ancor essi hanno percepito l'alito dello spirito nuovo.
Le prossime settimane risolveranno la grande questione se i contendenti, rispettando la reciproca potenza, abbasseranno la spada insanguinata o se si appelleranno ancora alla decisione delle armi.
Una Germania unita non può esser battuta. La nostra unità nelle questioni della grande politica, così come si rispecchia nella nostra risposta all'appello pon-
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tificio, forma la premessa per tutta quanta la nostra unità; e appunto la circostanza che questa unità poté essere raggiunta nelle nostre discussioni sul terreno di un chiaro e sincero programma di pace, dà ad essa una doppia forza efficace.
Così il popolo tedesco viene a trovarsi, in quest'ora decisiva, forte ma calmo, potente, ma moderato, più che mai pronto alla lotta, ma anche pronto a collaborare perché si realizzi il motto: "Pace sulla terra!"
Empfohlene Zitierweise
Anlage vom 28. September 1917, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8613, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8613. Letzter Zugriff am: 30.04.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 20.01.2020.