TEI-P5
Document no. 10770
con inserto
Ill.mo e Rev.mo Signore,
La S. V. Ill.ma e Rev.ma ricorderà come, durante la guerra europea, la Germania, dopo aver invaso il Belgio
, imponesse
a questa nazione il corso forzoso del marco
, ritirando dalla
circolazione i franchi belgi. Nel 1918, quando i tedeschi furono costretti a lasciare il
Belgio, il governo belga
ritirò, a sua volta, tutti i marchi,
sostituendoli di nuovo con il franco e valutando ciascun marco a un franco e venticinque
centesimi. Quasi subito, il Governo belga
iniziò trattative con quello germanico
per cedere ad esso tutti marchi ritirati dalla
circolazione ed ottenere in cambio un'equa somma di danaro. Sembra, anzi, che Erzberger
firmasse a questo riguardo una speciale
convenzione
con il Belgio. Sul valore e sull'ampiezza di questa convenzione molto
si è discusso tra Belgio e Germania: ma, lasciando da parte qualsiasi apprezzamento in
merito, il certo si è che attualmente il governo belga
si trova in
possesso dei marchi su ricordati senza aver po-
Per affrettare la fine di questo increscioso stato di cose, il governo belga si è rivolto alla Santa Sede pregandola di voler interporre i suoi buoni uffici presso il governo tedesco
.
Le autorità belghe fanno notare, anzi tutto, come la presente tristissima condizione è, in ultima analisi, dovuta al corso forzoso del marco, imposto dalla Germania al Belgio con una misura che certo non era conforme ai dettami del diritto internazionale.
Il Belgio dichiara, inoltre, che non esige dalla Germania il compenso dell'intera somma da lui sborsata all'atto del ritiro dei marchi nel 1918 e che ammonterebbe a più di sei miliardi di franchi belgi: e ciò perché il governo belga riconosce che una parte della valuta tedesca in suo possesso è dovuta ad una infiltrazione di marchi che alcuni, non ostanti le severe misure prese in contrario, riuscirono a far entrare nel Belgio, mentre il governo compiva la su descritta operazione di cambio. In conseguenza il governo del Belgio si contenterebbe di una somma minore da convenirsi in apposite trattative.
È fuor di dubbio che, se la Germania accogliesse una simile pro-
,
nelle quali (secondo quanto mi ha dichiarato questo Signor Ministro <Ambasciatore
>1 belga) i rappresentanti del Belgio, in riguardo alla ricevuta
concessione, farebbero udire un'efficace parola di moderazione, per esempio nell'opporsi
all'imposizione di una somma che fosse superiore alla capacità economica della Germania, o
che la obbligasse a prestazioni continuate per una lunga serie di anni.
Tenendo presente quanto le ho esposto, interesso la S. V. a voler, con la sua ben nota prudenza, investigare se sia il caso, da parte della Santa Sede di fare al riguardo un qualche passo presso il governo tedesco e, qualora Ella lo ritenga possibile ed opportuno, può senz'altro, a nome della Santa Sede, appoggiare le su ricordate proposte del governo belga. Per maggior chiarimento, le rimetto, qui, unita, copia di un appunto consegnatomi da questo Signor Ambasciatore del Belgio.
Profitto dell'occasione per raffermarmi con sensi di distinta e sincera stima
di V. S. Ill.ma e Rev.ma
Servitore
P. C. Gasparri
Online since 18-09-2015, last modification 01-02-2022.
Document no. 10770
Gasparri, Pietro
to Pacelli, Eugenio
Vatican, 02 June 1924
Summary
Gasparri informiert, dass der belgische Botschafter beim Heiligen Stuhl Eugène-Napoléon Beyens um eine Intervention für die Lösung der Frage des Zwangskurses Mark - Belgischer Franc bat. Dieser war während der deutschen Besatzung Belgiens während des Ersten Weltkriegs eingeführt worden, wird allerdings von deutscher Seite aus weiterhin aufrechterhalten, gerade hinsichtlich der Rückerstattung von Kapitalerträgen des belgischen Staats in deutscher Währung. Belgien sieht dadurch die Konventionen des internationalen Rechts verletzt. Gasparri weist Pacelli an, zu klären, ob sich der Heilige Stuhl bei der deutschen Regierung in diesem Sinn verwenden soll und ob diese sich zu Verhandlungen mit der belgischen Regierung bereitfinden würde.[no subject]
La S. V. Ill.ma e Rev.ma ricorderà come, durante la guerra europea, la Germania, dopo aver invaso il Belgio








127v
tuto
giungere ad un accordo con le autorità tedesche.Per affrettare la fine di questo increscioso stato di cose, il governo belga si è rivolto alla Santa Sede pregandola di voler interporre i suoi buoni uffici presso il governo tedesco

Le autorità belghe fanno notare, anzi tutto, come la presente tristissima condizione è, in ultima analisi, dovuta al corso forzoso del marco, imposto dalla Germania al Belgio con una misura che certo non era conforme ai dettami del diritto internazionale.
Il Belgio dichiara, inoltre, che non esige dalla Germania il compenso dell'intera somma da lui sborsata all'atto del ritiro dei marchi nel 1918 e che ammonterebbe a più di sei miliardi di franchi belgi: e ciò perché il governo belga riconosce che una parte della valuta tedesca in suo possesso è dovuta ad una infiltrazione di marchi che alcuni, non ostanti le severe misure prese in contrario, riuscirono a far entrare nel Belgio, mentre il governo compiva la su descritta operazione di cambio. In conseguenza il governo del Belgio si contenterebbe di una somma minore da convenirsi in apposite trattative.
È fuor di dubbio che, se la Germania accogliesse una simile pro-
128r
posta si farebbe un
gran passo verso la desiderata pacificazione degli animi tra i cittadini dei due paesi.
Prova di ciò se ne avrebbe anche nelle trattative per le riparazioni

Tenendo presente quanto le ho esposto, interesso la S. V. a voler, con la sua ben nota prudenza, investigare se sia il caso, da parte della Santa Sede di fare al riguardo un qualche passo presso il governo tedesco e, qualora Ella lo ritenga possibile ed opportuno, può senz'altro, a nome della Santa Sede, appoggiare le su ricordate proposte del governo belga. Per maggior chiarimento, le rimetto, qui, unita, copia di un appunto consegnatomi da questo Signor Ambasciatore del Belgio.
Profitto dell'occasione per raffermarmi con sensi di distinta e sincera stima
di V. S. Ill.ma e Rev.ma
Servitore
P. C. Gasparri
1↑Hds. gestrichen und eingefügt, vermutlich
vom Verfasser.
Recommended quotation
Gasparri, Pietro to Pacelli, Eugenio from 02 June 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 10770, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/10770. Last access: 20-05-2025.Linked keyword(s)
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