TEI-P5
Document no. 10809
Carissimo Monsignore
Finalmente ieri sera, dopo tanta attesa, mi giunse il telegramma cifrato circa le spese d'ufficio ed i viaggi a Berlino! Ma, scusi, caro Monsignore, perché non mi scrisse subito nella lettera del 10 Ottobre
, con cui mi inviava le cinquanta mila
lire
, che anche quelle spese erano in essa comprese? Invece Ella mi scrisse: "In
una susseguente le spiegherò l'impiego di esse". Ella mi avrebbe risparmiato il tempo e la
umiliazione di scrivere ben tre altre lettere, ed anche la preoccupazione ed il dolore, che
mi dava il nessun conto di tutte le mie preghiere ed insistenze. Io mi trovo qui, non solo
con molto lavoro (non lascio la mia camera da studio mai prima dell'una dopo la mezzanotte),
ma inoltre nella Nazione senza dubbio la più agitata del mondo, con continui
torbidi
ed una deprimente incertezza dell'indomani, in mezzo a desolanti miserie,
ecc.; e quando, dopo tutto ciò, si è anche così poco aiutati dai Superiori, non so dirLe
quali sentimenti si provino! – Nella lettera medesima Ella mi invitava anche cortesemente a
"farLe una richiesta pel carbone", aggiungendo che "mi sarebbe stato subito accordato". La
richiesta è stata da me subito fatta
, ma quanto al resto … E
siccome io non spero di avere una risposta, mi permetto di farLe questa proposta. Ridurrò le
spese per il carbone e legna al minimum possibile. Così, ad es., invece di mangiare nella
solita camera da pranzo, che Ella ben conosce, mangio in una altra piccola cameretta del
pianterreno, ove le Suore di casa
si trattengono il giorno per
lavorare; così si riscalda (invece di due) una sola e piccola camera, ecc. Facendo queste
economie spero che la spesa sarà minore di quella che prevedevo. Se dunque dentro (mettiamo)
dieci giorni non riceverò da Lei ordine in contrario, interpreterò il silenzio nel senso che
tale non ingente somma dovrà pure essere presa dalle lire cinquantamila. – Così pure per i
"sussidi a mia libera disposizione", di cui Ella mi parlava nella sullodata Sua lettera, io
avevo chiesto, se ben ricordo, lire ventimila; ben piccola somma se si pensa
o<erei>1per ora2 di diecimila; e
siccome cinquemila le ho date già, come Le scrissi
, alle Suore Francescane di Thuine
, che attendevano da tanto tempo un sussidio del
S. Padre, me ne rimangono cinquemila!3 Se dunque anche su questo punto dentro dieci giorni
non ricevo ordine in contrario, interpreto nel senso che è accordato. – Comprendo, caro
Monsignore, che Ella ha molto da fare e La compatisco di cuore; ma Ella pure4 deve rendersi conto che
bisogna pure andare innanzi e che quando si ricevono dai Superiori ordini né richiesti né
tanto meno desiderati, occorre pure avere i mezzi per eseguirli. Ma se non può scrivere Ella
stessa, mi faccia rispondere da un Minutante, da uno scrittore e magari dall'ultimo
Scopatore segreto del Vaticano; sarà sempre meglio di nulla, naturalmente in quanto riguarda
cose di natura non delicata ovvero quando la risposta può essere data in termini tali che
non siano compresi dall'intermediario.
Con questo corriere, profittando della venuta a Roma del Prof. Mons. Grabmann
, mando il Rapporto sul Concordato
. Conterei perciò, se nulla
sopravviene e se la situazione politica lo permette, vale a dire se in Monaco si mantiene
almeno provvisoriamente l'ordine, di andare a Berlino Lunedì o Martedì della prossima
settimana.
Mando anche un Rapporto in cui riferisco il desiderio <, per sé buono ed opportuno,>5 espressomi da questo ottimo Vicario Generale
, che cioè le diocesi
della Baviera, le quali nulla finora hanno avuto, ricevano della pasta alimentare come nel
1921. Temo però che ciò darà noia <molte noie e nuovo lavoro>6 a Lei, e prenderà Dio sa quanto tempo.
Se è così, mandi anche danaro. È meglio questo subito che la pasta troppo tardi. In fondo, a
quanto mi si dice, i contadini hanno viveri, ma vogliono prezzi enormi
<ed>7 in buona valuta, specialmente
dollari.
Perdoni tutte queste noie e mi creda sempre con inalterabile affetto
Suo Affmo
+Eugenio Pacelli
<Spero che sarà giunto un mio Rapporto, in cui inviavo una lettera del Cancelliere
implorante
l'aiuto del S. Padre
per lenire la miseria dell'imminente
inverno. Mi sarebbe estremamente utile, andando ora a Berlino, di sapere se e8quale accoglienza ha avuto tale Appello; ma chi solo9 osa sperarlo?>10
Online since 24-10-2013, last modification 25-02-2019.
Document no. 10809
Pacelli, Eugenio
to [Pizzardo, Giuseppe]
Munich, 14 November 1923
Summary
Pacelli bestätigt den Erhalt eines verschlüsselten Telegramms von Gasparri, das die Deckung seiner dienstlichen Ausgaben aus den von Pizzardo überwiesenen 50.000 Lira gestattet, und drückt sein Unverständnis darüber aus, dass Pizzardo ihm dies nicht direkt mitteilte, was ihm manche Unannehmlichkeit erspart hätte. Der Nuntius thematisiert die äußerst schwierige Lage in Deutschland sowie die wirtschaftlichen Probleme des Nuntiaturhaushalts, mit denen er sich von seinen Vorgesetzten allein gelassen fühlt. Hinsichtlich der Kosten für Kohle und Brennholz sowie der Hilfszahlungen für religiöse Einrichtungen unterbreitet er Pizzardo konkrete Vorschläge und insistiert mit harten Worten auf die Wichtigkeit, Rückmeldungen auf seine Schreiben zu erhalten. Pacelli weist Prof. Grabmann als Kurier dieses Schreibens aus und erklärt, dass dieser auch einen Nuntiaturbericht über das Bayernkonkordat und die Bitte um eine Nudelspende des Generalvikars Buchberger von München und Freising nach Rom mitnimmt. Der Nuntius teilt zudem sein Vorhaben mit, in der kommenden Woche nach Berlin zu reisen, und fügt noch die Anfrage an, ob bereits bekannt ist, wie der Papst auf die Bitte um Unterstützung für den Winter durch den Reichskanzler reagieren wird.[no subject]
Finalmente ieri sera, dopo tanta attesa, mi giunse il telegramma cifrato circa le spese d'ufficio ed i viaggi a Berlino! Ma, scusi, caro Monsignore, perché non mi scrisse subito nella lettera del 10 Ottobre





23v
alla indicibile miseria, se non certo di tutte, almeno
però di numerosissime classi della popolazione. Siccome però tutto non si può ricavare da
quelle famose lire cinquantamila, mi content

Con questo corriere, profittando della venuta a Roma del Prof. Mons. Grabmann


Mando anche un Rapporto in cui riferisco il desiderio <, per sé buono ed opportuno,>5 espressomi da questo ottimo Vicario Generale

Perdoni tutte queste noie e mi creda sempre con inalterabile affetto
Suo Affmo
+Eugenio Pacelli
<Spero che sarà giunto un mio Rapporto, in cui inviavo una lettera del Cancelliere


1↑Hds. korrigiert
von Pacelli.
2↑"per ora" hds. unterstrichen, vermutlich vom Empfänger.
3↑"cinquemila" hds. unterstrichen,
vermutlich vom Empfänger.
4↑Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
5↑Hds. eingefügt von Pacelli.
6↑Hds.
gestrichen und eingefügt von Pacelli.
7↑Hds. eingefügt von Pacelli.
8↑Hds. gestrichen von Pacelli.
9↑Hds. gestrichen von Pacelli.
10↑Hds. eingefügt
von Pacelli.