Document no. 129
Pacelli, Eugenio
to Gasparri, Pietro
Munich, 22 December 1923
Summary
Pacelli leitet ein Schreiben des Präsidenten des Rheinischen Bauernvereins Klemens von Loé-Bergerhausen zum Umgang des Heiligen Stuhls mit Deutschland und insbesondere mit der Ruhrkrise weiter. Der Nuntius referiert die Unzufriedenheit Loé-Berghausens über den geringen Erfolg der deutschen Eingaben an den Heiligen Stuhl sowie an den Apostolischen Sondergesandten im Rheinland und im Saargebiet Testa. Der Präsident vertritt die Einschätzung, dass das Schweigen des Heiligen Stuhls die katholische Sache in Deutschland schädige und vielmehr ein deutliches Wort notwendig sei.Subject
Circa l'attitudine della S. Sede nei riguardi della Germania, massime nella
questione della Ruhr
Il Sig. Barone von Loë-Bergerhausen








25r
l'attuale stato di profondo abbattimento, in cui versa la
Germania, e rileva che "più grave ancora della miseria materiale è la preoccupazione per
gl'interessi della causa cattolica, essendovi da temere che la passività, che la
S. Sede ha creduto opportuno di mantenere di fronte alle quotidiane ed inaudite
violazioni di diritto, cui da sì lungo tempo è sottoposto il popolo tedesco, cagionerà in
appresso ai cattolici della Germania i più seri imbarazzi". Il Sig. Barone svolge
questo punto per dimostrare "a quanto difficili lotte i cattolici medesimi si troveranno
esposti nell'avvenire, allorché si riversaranno [sic] su di loro i flutti delle accuse", e
termina chiedendo che la S. Sede "voglia risparmiare loro tali lotte mercé una chiara
parola di condanna della ingiustizia, che attualmente dilania i popoli, impedisce la pace
del mondo e pone i germi dell'odio e di nuove guerre".Chinato umilmente al bacio della sacra Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Am linken Rand hds. notiert von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger: "un
Esposto di tale forma non dovevasi né accogliere né molto meno trasmettere, con analoga
dichiarazione all'autore".