Dokument-Nr. 18258
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Rorschach, 20. November 1926

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Circa la provvista della Sede vescovile di Rottenburg
Mi pervenne regolarmente il venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 2361/26 del 14 Ottobre p.p. relativo alla provvista della Sede vescovile di Rottenburg.
Come ebbi già occasione di accennare nel mio rispettoso Rapporto N. 35970 del 31 Agosto p.p., - affine di chiarire meglio la questione di fronte al Governo del Württemberg, ho procurato di avere un abboccamento col Ministro dell'Interno, Sig. Bolz, appartenente al partito del Centro e personaggio, a quanto mi è stato assicurato, degno di fiducia. Egli ha avuto la cortesia di venire qui in Rorschach, ove ho avuto con lui un lungo colloquio Lunedì 8 corrente dalle 2 alle 4 pomeridiane.
Ho cominciato, da parte mia, a spiegare al Signor Ministro il punto di vista della S. Sede.
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La rivoluzione in Germania ha portato un mutamento radicale nel complesso dei rapporti fra Chiesa e Stato, i quali esigono per conseguenza un nuovo regolamento. La nuova Costituzione del Reich ha reso impossibile la esecuzione delle Bolle di circoscrizione in tutte le loro parti; di qui la necessità di addivenire a nuove Convenzioni fra i due Poteri, adattate alle mutate circostanze. Una siffatta necessità è stata riconosciuta dai due più grandi Stati della Germania: vale a dire, dalla Baviera, la quale ha già concluso una un nuovo Concordato, e dalla Prussia, che è in trattative allo stesso scopo in trattative, senza dubbio estremamente ardue, ma, almeno sino ad ora, non senza speranza di esito soddisfacente. Il Württemberg ha creduto invece di tenere un'altra via; esso ha voluto ignorare la S. Sede; nonostante le osservazioni presentate dal compianto Vescovo di Rottenburg, Mons. von Keppler, e le
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richieste dello stesso partito del Centro, ha rifiutato di qualsiasi negoziato con essa ed ha invece emanato una legge unilaterale sulle Chiese. È naturale quindi che la S. Sede si ritenga anche dal canto suo libera, ed applicando il diritto comune, intende ora di nominare direttamente il nuovo Vescovo. Sarebbe, del resto, evidentemente ingiusto, se gli Stati, i quali, come il Württemberg, respingono ogn rifiutano di trattare colla S. Sede, ottenessero migliori condizioni di quelli, che hanno concluso o intendono di concludere nuovi Concordati, ed in particolare mantenessero l'elezione capitolare dei Vescovi, la quale non è stata dalla S. Sede accordata alla Baviera ed alla Prussia, pur concedendo una qualche partecipazione dei Capitoli cattedrali, ad esempio mediante le liste. Né il Governo potrebbe addurre in suo favore le prestazioni finanziarie, che ha continuato a soddisfare verso la Chiesa, giacché queste sono fondate
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non sulle Bolle, le quali non hanno fatto altro che fissarne l'ammontare, ma sulla secolarizzazione. Del rimanente, come i cattolici hanno bisogno dei voti dei protestanti per la convenzione dei programmati [ein Wort unlesbar] nel Parlamento, così, viceversa, i protestanti non possono fare a meno del concorso dei cattolici, di guisa che praticamente, anche prescindendo dalla evidente ingiustizia, il Governo non potrebbe addivenire alla soppressione delle prestazioni anzidette.
Il Sig. Ministro mi ha risposto dandomi copia di una lettera a lui diretta dal Consigliere ministeriale nel Ministero del Culto, Sig. Meyding, relatore per l'affare in questione (cfr. Allegato). In essa, richiamandosi le trattative che precedettero le anzidette Bolle, si dimostra il carattere contrattuale della disposizione relativa al diritto di elezione vescovile spettante al Capitolo cattedrale. Opinione comune anche dei giuristi cattolici in Germania (salvo rare eccezioni) è la permanenza in vigore delle Bolle in discorso; lo Stato, in seguito alla nuova Costituzione del Reich, non ha fatto altro se non rinunziare ai suoi diritti di interven-
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to, senza toccare altrimenti il valore di quelle Convenzioni e continuando anzi a soddisfare agli obblighi da esse derivanti. D'altra parte, la situazione nel Württemberg, in cui i cattolici sono una piccola minoranza, è tale che non permette trattative concordatarie. I protestanti, di cui una buona parte, spesso a differenza dei loro pastori, sono credenti ed attaccati alla loro fede, p respingono l'idea di qualsiasi [negoziato] contatto con Roma; essi preferirebbero di trattare piuttosto col diavolo (lieber mit dem Teufel); anche perché temono che nei negoziati coll'abile diplomazia pontificia sarebbero messi nel sacco. La legge unilaterale sulle Chiese, da me sopra citata, non riguarda che questioni di amministrazione, di imposte ecclesiastiche, ecc.; da essa fu eliminata qualsiasi disposizione circa le nomine ag agli uffici ecclesiastici e non si trova quindi in opposizione colle Bolle di circoscrizione. Se perciò ora la S. Sede nominerà il nuovo Vescovo non sarà
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eletto dal Capitolo, ma verrà nominato direttamente dalla S. Sede, la stampa protestante aprirà una vivace campagna, accusando la S. Sede medesima di infedeltà e violazione dei trattati. Il Presidente dello Stato del Württemberg, che è al tempo stesso Ministro del Culto, Sig. Bazille, nato da padre francese cattolico, ma educato nella religione protestante, sebbene personalmente non fanatico, anzi piuttosto indifferente nella questione religiosa, e forse non del tutto alieno dal trattare colla S. Sede, tuttavia, spinto dal suo partito, dovrà prendere posizione intorno alla vertenza nel senso protestante. Qualora la S. Sede nomini come Vescovo un ecclesiastico, che non sia persona ingrata, le prestazioni finanziarie non verranno soppresse; mal ma il Ministero del Culto indirizzerà, non alla S. Sede, perché non vuole avere rapporti con Roma, ma alla Curia vescovile una protesta o riserva per l'avvenire. Esso teme infatti che, in una nuo occasione di una nuova vacanza, la S. Sede potrebbe nominare un non-
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württemberghese od un non-tedesco, o forse anche (horribile dictu) un Gesuita, il quale potrebbe [ein Wort unlesbar] la frequenza dei giovani chierici nella Facoltà teologica della Università di Tübingen, creando un Seminario con corsi interni propri; punto questo, a cui il Governo tiene straordinariamente, tanto che nell'ultimo tempo di Mons. von Keppler erano corsi negoziati, in virtù dei quali lo Stato avrebbe ceduto alla C diocesi la proprietà stessa del degli edifici del Convittio teologico, a condizione che il Vescovo si fosse obbligato ad inviare i teo gli studenti di s. teologia alla Facoltà anzidetta. Oltre la suaccennata protesta vi sarà probabilmente interpellanza al Landtag con relativa dichiarazione del Ministro nel senso nello stesso senso.
Ho replicato al Sig. M Bolz che il Sommo Pontefice Benedetto XV di s.m. nella Allocuzione concistoriale del 21 Novembre 1921 1921 dichiarò che non esser più in vigore i Concordati conclusi già cogli Stati, i quali, in seguito a profondi rivolgimenti politici, avevano cessato di essere la stessa persona morale.
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Tuttavia, per ciò che riguarda la Germania, essendo in corso trattative, la S. Sede non aveva voluto risolvere la questione teorica, consigliando piuttosto di scioglierla praticamente colla rapida conclusione di nuove Convenzioni. Sia pure che lo Stato aveva dichiarato di rinunziare a dei diritti accordati già ai Princip Sovrani nelle Bolle di circoscrizione; ma rimaneva sempre vero che queste non sono più intieramente applicabili, ma debbono essere adattate alle nuove circostanze, il che non può essere fatto senza un nuovo accordo fra le due Alte Parti contraenti. Aggiunsi sembrarmi, dal punto di vista del diritto internazionale, ben strana e contraddittoria l'attitudine del Governo del Württemberg; esso per vieti pregiudizi confessionali, incomprensibili in pieno secolo ventesimo, ignora l'altra Parte contraente, vale a dire la S. Sede, e rifiuta qualsiasi contatto con Essa; d'altra parte, esige l'applicazione del trattato, la cui esecuzione, massime dopo così gravi rivolgimenti politici, richiede necessariamente una
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nuova reciproca intesa, ed accusa la S. Sede medesima di mancanza di fedeltà alle Convenzioni, Questa, dopo una inutile attesa di vari anni, e dopo che il G lo Stato ha emanato una legge unilaterale, pro intende anch'Essa di procedere liberamente. La "legge sulle Chiese" del (Gesetz über die Kirchen) del 3 Marzo 1924 prescrive anche, contiene anche prescrizioni riguardo all'ammissione agli uffici ecclesiastici, vale a dire la condizione della cittadinanza tedesca, e quindi entra nel regolamento di materia concernente altresì le più volte menzionate Bolle. Se il Governo intende d'inviare la sua protesta alla Curia vescovile, sbaglia d'indirizzo, giacché questa non è competente nell'argomento, e se il Governo credesse di fare nel Landtag dichiarazioni false od anche offensive per la S. Sede (come sarebbe l'accusa di violazione della fede dei trattati), Questa avrebbe modo di rispondere e di difendersi, sia per mezzo della pubblica stampa, sia anche con Nota diretta al Governo centrale del Reich, presso il
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quale il Nunzio è accreditato e che non mancherebbe di trasmetterla al Governo württemberghese. Avendo, poi, il Sig. Bolz, dietro mia domanda, ammesso che il partito del Centro nel Württemberg, sebbene in minoranza, è indispensabile per la costituzione di qualsiasi stabile Gabinetto, ha gli feci osservare che il Ministri partito stesso può e deve farsi valere e che i Ministri cattolici sono obbligati ad opporsi alla protesta, che il Ministero del Culto si propone di fare, contro la nomina diretta della S. Sede, ed nonché alla minaccia di sop sospensione delle prestazioni finanziarie dello Stato.
Il Sig. Bolz mi disse che avrebbe parlato della cosa col Signor Bazille e mi chiese se sarebbe stato possibile un accordo ristretto alla provvista della Sede vescovile ed alle prestazioni finanziarie. Egli pensava che un simile accordo avrebbe potuto concludersi, come già al tempo delle Bolle di circoscrizione, in comunan-
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za cogli altri due Stati della provincia ecclesiastica del Reno superiore, ossia il Baden e l'Hessen. Risposi, come mio avviso personale, che la S. Sede avrebbe avuto scarso interesse ad una tale Convenzione e che del resto essa, nel momento presente avrebbe irrimediabilmente pregiudicato le pendenti trattative colla Prussia, la quale, dopo un siffatto precedente, non si presterebbe mai più ad includere, - ciò che sembra di concedere già tanto a malincuore - la inclusione sia pur soltanto in termini assai ridotti, delle suaccennate materie. Pregai il Sig. Ministro di riflettere bene che la presente vertenza del Württemberg non può essere considerata dalla S. Sede isolatamente, ma è una questione di principio, la quale può avere le più gravi ripercussioni per il regolamento dei rapporti fra Chiesa e Stato in tutta la Germania (esclusa forse la Baviera) ed anche e forse anche oltre i confini di essa.
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Con lettera in data di ieri, giuntami ora, il Sig. Ministro mi ha significato di aver p dato notizia al Ministero di Stato del Württemberg della del surriferitao colloquio." Il Sig. Presidente dello Stato vuole esaminare una la questione di un un eventuale inizio di trattative con Vostra Eccellenza. Il medesimo Sig. Presidente crede tuttavia di non poter dare una definitiva risposta, se non non dopo essersi informato dallo stato delle dei negoziati la Prussia e delle possibilità di un Concordato col Reich". Il sullodato Sig. Ministro si riserva di darmi ulteriori informazioni al riguardo. - Sembra quindi che il Governo del Württemberg [ein Wort unlesbar] in modo così risoluto l'idea di qualsiasi contatto con Roma, e si sarebbe quasi tentati di dire che anche per il protestantissimo Württemberg [vier Wörter unlesbar] il [ein Wort unlesbar] che il diavolo non è poi così brutto come si dipinge".
Per ciò che riguarda le persone dei candidati, le ulteriori informazioni da me prese confermano che il Revmo Mons. Sproll, Vicario capitolare, ed il Rev. Prof. Baur sono, fra gli ecclesiastici del Württemberg, i più degni ed idonei per l'alto ufficio, come pure che contro nessuno dei due il Governo avrebbe alcunché da obbiettare. Credo tuttavia che il nel Baur la S. Sede troverebbe un Prelato più pronto ed atto ad eseguire le Sue direttive nelle vertenze o nelle lotte, che occorresse di regolare o di sostenere con quel Governo, nonché più capace di attuare le tanto necessarie riforme nella istruzione ed educazione del clero.
Chinato
46r, links oberhalb des Textkörpers hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 20. November 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18258, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18258. Letzter Zugriff am: 17.05.2024.
Online seit 29.01.2018, letzte Änderung am 10.09.2018.