Dokument-Nr. 264
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Rorschach, 17. Juli 1919

Regest
Otto Freiherr von Ritter zu Groenesteyn übersandte Pacelli ein vertrauliches Schreiben des bayerischen Ministerpräsidenten und Außenministers Hoffmann, mit dem dieser den apostolischen Nuntius auffordert, sich zurück nach München zu begeben. Hoffmann habe gefragt, warum der Nuntius noch nicht in die Hauptstadt aufgebrochen sei, da durch die Rückkehr zahlreicher Staatsminister hinreichend bewiesen sei, dass die Sicherheit wiederhergestellt sei. In dem begleitenden Brief berichtet Ritter zu Groenesteyn außerdem, dass Hoffmann, wahrscheinlich als Reaktion auf die Rede des Abgeordneten Held bei den Beratungen des Verfassungsausschusses, gesagt hat, der Verbleib der Nuntiatur in München sei ungewiss, auch wenn er geneigt sei zu glauben, dass sie erhalten bleibe. Dies zeigt laut Ritter zu Groenesteyn den Willen der Regierung zu einer Annäherung an die Nuntiatur und damit an den Heiligen Stuhl sowie den Versuch, die vernachlässigten Beziehungen zu verbessern. Es sei auch wahrscheinlich, dass Hoffmann mit Pacelli in persönlichen Kontakt treten wolle, doch nicht auf seinen persönlichen Wunsch hin, sondern weil zu seinem Kabinett auch Zentrumsvertreter gehören. Um diese Annäherung zu unterstützen, müsse der Nuntius allerdings nach München zurückkehren. Freiherr Ritter zu Groenesteyn befürchtet weiterhin, dass die Abwesenheit Pacellis die Regierung verleiten könne, einseitige Vorschriften zuungunsten der Kirche zu erlassen. Pacelli ließ Ritter zu Groenesteyn hierzu einen Brief zukommen, den er Gasparri in der italienischen Übersetzung beiliegend übersendet. Als weitere Anlage übersendet er die italienische Übersetzung eines Artikels des "Bayerischen Kuriers". Pacelli würde nicht mehr lange mit der Rückkehr nach München warten, wenn von Gasparri eine entsprechende Weisung kommt.
Betreff
Il Governo bavarese e la Nunziatura di Monaco.
Riservato
Eminenza Reverendissima,
Mi è pervenuta ier l'altro una lettera strettamente confidenziale del Signor Barone de Ritter, Ministro di Baviera presso la Santa Sede, colla quale mi trasmetteva copia di un Dispaccio del Sig.  Hoffmann, Ministro degli Esteri bavarese, datato da Bamberga (ov'egli trovasi tuttora) il 7 corrente, e che, tradotto dal tedesco, suona così:
"Mi è stato più volta [sic] domandato quali motivi impediscono al Nunzio di far ritorno a Monaco.
I Ministri di Stato bavaresi, ad eccezione di quelli la cui presenza è necessaria qui in Bamberga per i lavori del Landtag, sono già tornati a Monaco, ed anche gli altri faranno lo stesso fra poche settimane. Ciò dimostra sufficientemente che la sicurezza della residenza per i membri del Corpo di-
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plomatico è pienamente garantita.
Le sarei grato se Ella potesse sollecitamente significarmi:
1°) che cosa ha finora trattenuto il Nunzio dal tornare a Monaco.
2°) se e quando il Nunzio pensa di farlo."
Nella summenzionata lettera d'accompagnamento (anche essa in lingua tedesca) il prelodato Signor Barone de Ritter scrive quanto appresso:
"Caro Monsignore – Oggi ho ricevuto da Bamberga una domanda del Signor Ministro Presidente Hoffmann, riguardante la Sua persona.
Credo di far bene rimettendoLe qui acclusa copia del Dispaccio, colla preghiera di dirmi al più presto possibile che cosa io debbo rispondere.
La domanda è stata probabilmente motivata dalla discussione svoltasi nella Commissione incaricata dell'esame della Costituzione bavarese, a Lei certamente già nota. (1)
Provocato del discorso del deputato Held, il Ministro Presidente parlò della Nunziatura in Monaco. Il mantenimento della medesima, egli disse, è incerto, ma si inclina a ritenere che potrà esser conservata. Ad ogni modo, per ciò che riguarda
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il Concordato, si tratterà colla Santa Sede, se la legislazione lo renderà necessario. Questo avverrà, quando si discuteranno i rapporti fra Stato e Chiesa.
Da tutto ciò sembra che il Governo cominci a comprendere esser suo dovere di avvicinarsi alla Nunziatura e che è stato un errore di trascurarla, come è pur troppo, avvenuto. Molte di quelle negligenze debbono tuttavia attribuirsi ad inesperienza diplomatica, come pure al burrascoso ed opprimente periodo di tempo, nel quale i nuovi uomini di Governo avevano la testa piena di altre cose e lottavano, per così dire, per la loro esistenza. Forse si sentono adesso più sicuri.
La suddetta domanda può essere stata probabilmente anche ispirata dal desiderio di entrare ormai in relazione personale con Lei, senza esprimerlo direttamente. Invero, è ben difficile che al Signor Hoffmann, quale mi è stato rappresentato, stia a cuore di fare avances in tal senso; ma forse egli riconosce che deve forzatamente adempiere certi doveri di Ministro Presidente, dacché ha nel suo Gabinetto uomini del Centro.
Affinché, tuttavia, possa iniziare questi contatti, deve egli stesso per primo fare una buona volta ritorno a Monaco.
Ad ogni modo, secondo il mio parere, nella domanda in discorso non vi è alcuna critica circa il temporaneo trasferimento della di Lei residenza in Svizzera: Vi si parla, infatti, sempre solamente del ritorno, e non già della partenza".
Il Sig. Barone continua esprimendo il timore che, date le attuali difficoltà di entrare in relazione diretta con Roma, il Governo potrebbe forse prendere pretesto dall'assenza del Nunzio
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per emanare unilateralmente disposizioni circa le materie miste; aggiunge che personalmente egli desidera che non tardi troppo il mio ritorno a Monaco, a condizione però che non minaccino più pericoli come per il passato. "Questo (egli prosegue) dovrebbe, a mio parere, dirsi nella risposta alla domanda del Signor Ministro Presidente. I giornali parlarono alcun tempo fa di nuovi movimenti ed agitazioni in Monaco. Non so tuttavia fino a qual punto tali voci fossero o siano ancora fondate".
Ho risposto ieri stesso al più volte menzionato Sig. Barone de Ritter colla lettera, di cui compio il dovere d'inviare qui unita copia all'Eminenza Vostra ( Alleg. I ), pregandoLa al tempo stesso2 a degnarsi d'impartirmi al riguardo i Suoi venerati ordini, <possibilmente per telegrafo>3.Stimo superfluo di aggiungere che mi tengo pronto al benché minimo cenno od anche semplice desiderio dell'Eminenza Vostra per far ritorno immediatamente a Monaco.
Nell' Alleg. II Vostra Eminenza troverà la traduzione italiana dell'articolo del Bayerischer Kurier (scritto non so da chi), cui alludo nella succitata mia lettera al Barone de Ritter.
Dopo dì ciò, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con profondissimo ossequio ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi Nunzio Apostolico

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(1) Intorno a questo argomento ho avuto l'onore di riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima nel mio ossequioso Rapporto del 3 Luglio scorso.
1Protokollnummer rekonstruiert aus Protokollbuch.
2"colla lettera…al tempo stesso" hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger durchgestrichen und am linken Rand vermerkt: "ed ora prego V. S.".
3Hds. von Pacelli eingefügt.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 17. Juli 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 264, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/264. Letzter Zugriff am: 27.04.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 29.09.2014.