Dokument-Nr. 428

[Erzberger, Matthias]: La seduta del Reichstag del 19 luglio 1917 e la "risoluzione" sulla pace della maggioranza nel giudizio della pubblica opinione, 26. Juli 1917

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Il giudizio dei grandi giornali di partito sul risultato della seduta del Reichstag del 19 luglio u. s., nella quale venne messa ai voti la "risoluzione" dei cosiddetti partiti della maggioranza sulla pace e gli scopi di guerra, e il nuovo Cancelliere, dottor Michaelis, pronunciò il suo primo discorso, è determinato, nell'insieme, dal fatto che la "risoluzione" in parola era stata presentata e propugnata dai tre grandi partiti del Centro, dei democratico-progressisti e dei socialisti e respinta dai conservatori, mentre i liberali nazionali avevano apparentemente tirata una linea fra essi e i partiti della maggioranza, ma sostanzialmente avevano consentito alla dichiarazione di questi partiti. In generale si può, dunque, dire che i giornali conservatori e pangermanisti non sono contenti della seduta, del suo andamento e del suo risultato; i giornali dei partiti della maggioranza manifestano, invece, apertamente la loro soddisfazione per il successo conseguito.
Nel giudicare il discorso del Cancelliere, dottor Michaelis, non si può prescindere dal fatto che egli si dichiarò d'accordo, quanto ai punti principali, con la "risoluzione" della maggioranza e favorevole all'introduzione del sistema parlamentare, nella misura almeno che ciò sia conciliabile con il carattere costituzionale e federale dell'Impero. La fiducia riposta, quindi, dai conservatori nel nuovo Cancelliere è, in generale, molto tiepida e irta di riserve. Si ricorre da essi all'espediente di monopolizzare, diremo così, per se, il nuovo Cancelliere; di attribuirgli le proprie vedute e di giudicare, da
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questo punto di vista fittizio, la situazione e l'atteggiamento del Cancelliere verso la "risoluzione". Oppure ai estrae dalle dichiarazioni del dottor Michaelis quanto torna utile ai propri scopi e si prospettano questi passi come il pernio di tutto il discorso. Tutto ciò rivela l'impressione anzi che no spiacevole che il discorso del dottor Michaelis, la "risoluzione" sulla pace e gli scopi di guerra e il risultato della votazione hanno fatto sui conservatori e i pangermanisti. I quali sono e si sentono isolati; si lamentano che il desiderato schiarimento non siasi raggiunto e si sforzano a non perdere del tutto il contatto con il Governo cercando di spremere quanto più miele possibile dalle parole del dottor Michaelis.
La "Kreuzzeitung", per esempio, ritiene impossibile che il dottor Michaelis siasi di fatto vincolato alla "risoluzione" della maggioranza. Essa trova le sue dichiarazioni elastiche e oscure. La "Tägliche Rundschau" parla di costrizione dalla quale il nuovo Cancelliere avrebbe cercato di uscir con chiare e secche affermazioni, con la massima arrendevolezza verso la sinistra e l'accettazione della "risoluzione" della maggioranza senza esplicito consenso. Il giornale arriva a definire la "risoluzione" dei partiti della maggioranza un "documento del tradimento dell'avvenire della Germania" e a parlare di una "giornata nera" nella storia del Reichstag. Similmente la "Post" (conservatrice moderata) opina che il Reichstag non ebbe sin qui un'ora più fosca di quella in cui la "risoluzione" della maggioranza venne approvata. La "Deutsche Tageszeitung" preferisce di nascondere i suoi dubbi e le sue ansie, curiosa di vedere dove la nuova rotta conduca.
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Tipica per l'arte esegetica dei pangermanisti è l'interpretazione che questo giornale dà dell'assenso di v. Hindenburg alle dichiarazioni del Cancelliere. Invece di considerare questo assenso come una prova che il Comando supremo dell'esercito, nella questione degli scopi di guerra, è unanime con il Governo, la "Deutsche Tageszeitung" scorge in questo assenso la prova che gli scopi di guerra non saranno poi troppo modesti.
Tutt'altra è l'eco della seduta del 19 luglio nella stampa dei partiti della maggioranza. La quale non disconosce punto quanto fosse difficile per il nuovo Cancelliere, dato il contegno dei partiti, di trovare le parole adatte che per lo meno non aumentassero la divergenza fra maggioranza e minoranza. In generale si osserva che il Cancelliere ha parlato senza frange e senza veli ma che i suoi periodi, attentamente ponderati, le sue parole accuratamente misurate, non sono stati tuttavia tali da escludere ogni possibilità di fraintendimento. Si è ad ogni modo contenti del fatto che il dottor Michaelis ha accettato irrevocabilmente il punto di vista dei nemici delle annessioni sfatando per sempre la leggenda che Hindenburg sia un fautore di esagerati scopi di guerra. Si ritiene dai più per sicuro che il Cancelliere si sia posto in sostanza sul terreno della "risoluzione" della maggioranza e tolta di mezzo, così, ogni oscurità. Si è soddisfatti che il mondo debba adesso sentire che il Reichstag germanico si è dichiarato per una pace per via di accordo e di accomodamento. Non si spera già in un effetto immediato di questo fatto, ma si attende che l'idea che per via di accordo sia possibile condurre a fine la guerra rafforzi dappertutto la corrente favorevole alla pace di modo
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che i Governi debbano, infine, cedere, volentieri o no, a questa pressione. Meno contenti delle dichiarazioni del Cancelliere sulla "risoluzione" della maggioranza, si è di quelle intorno all'introduzione del sistema parlamentare. Le riforme annunziate vengono riconosciute sufficienti o insufficienti a seconda del punto di vista dei singoli gruppi politici. Il Centro desidera un più stretto contatto fra Parlamento e Governo mercè la nomina di deputati a Ministri, e però la sua stampa è soddisfatta delle dichiarazioni in questo senso del Cancelliere. I giornali di sinistra, alla loro volta, constatano con piacere che le parole del Cancelliere significano un riconoscimento in principio delle necessità dell'ora. Ma poiché si esige un sistema parlamentare tedesco non si giudica che le riforme necessarie possano restringersi all'ammissione di deputati nel Governo. Volentieri si riconosce che sulla via del progresso si è fatto un buon passo, ma si vuole andare avanti ancora. Il Reichstag ha incominciato a determinare egli stesso una linea di condotta, e deve insistere in ciò, non restringersi ad esporre teorie invece di agire. Si è d'avviso che l'ammodernamento della costituzione germanica dipende, in conclusione, dalla volontà del Parlamento e del popolo, e si è deciso di aspettare, di stare a vedere qual contenuto il nuovo Cancelliere darà al suo disegno di riforma del Governo dell'Impero. Si crede, anzi, che il dottor Michaelis sia uomo da attuare, sino ad un certo punto, la desiderata trasformazione. Serena fiducia contraddistingue, dunque, il contegno dei partiti della maggioranza verso il Cancelliere. Con lui, si pensa, si potrà lavorare, disposto come egli è
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a lavorare con noi. Dopo le dichiarazioni del dottor Michaelis e il suo giudizio sulla "risoluzione" non si scorge, a sinistra, motivo di negargli l'appoggio imparziale di cui ha bisogno. Va pure notato che i giornali dei partiti della maggioranza son d'avviso che il dottor Michaelis continuerà, tutto compreso, a battere la stessa via del suo predecessore, e cioè una via di mezzo, inclinata a sinistra; inoltre, che si manifesta la speranza che egli, nel suo agire, si mostrerà più risoluto ed energico di Bethmann-Hollweg, sempre intralciato dalle sue interne titubanze.
Ma ecco qui, in estratto, alcuni commenti dei giornali della maggioranza.
Secondo la "Germania" (Centro) il nuovo Cancelliere, nell'esprimere la disposizione della Germania alla pace, "si tenne lontano da oscurità." La "Germania" mette in risalto l'applauso tributato dal Reichstag alle parole del Cancelliere che l'Impero non prolungherà nemmeno di un giorno la guerra, se potrà concludere una pace onorevole, soltanto per fare conquiste violente. Tale applauso non può "da nessuno, sia all'interno che all'estero, venir menomato nella sua importanza." Il medesimo giornale trova che il passo più notevole del discorso del Cancelliere è quello in cui si dice che la messa al sicuro dei confini dell'Impero è conseguibile nell'ambito della "risoluzione" della maggioranza del Reichstag. "Questo era il chiarimento della situazione, che a ragione si poteva oggi attendere, e la maggioranza del Reichstag se ne è dimostrata anche contenta. Tra essa e il Governo esiste ora un vincolo l'importanza del quale ri-
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sulta più che mai evidente, se si riflette che il nuovo moderatore della politica dell'Impero assicurò esplicitamente che il popolo tedesco, insieme con il suo esercito e i duci di questo, approvano queste dichiarazioni, se i nemici mettano da parte le loro velleità di conquista; mentre e popolo ed esercito e duci sono anche decisi a seguitare a combattere e a perseverare con la massima energia se la ragione non abbia ancora ripreso, nel campo nemico, il sopravvento." Intorno alle dichiarazioni del Cancelliere sulle questioni di politica interna, dichiarazioni nelle quali veniva riconosciuta la legittimità dell'esigenza di un più stretto contatto fra Governo e rappresentanza popolare, senza nocumento della base costituzionale e federale dell'Impero, nonché dei diritti conferiti dalla costituzione al Governo circa la direzione politica, il giornale osserva che questo è proprio il modo di vedere di tutto il partito del Centro. La "Germania'', concludendo, scrive: "Il Cancelliere può contare sull'appoggio d'una grande maggioranza del Parlamento, anche se la destra è disposta a seguirlo solo con grande circospezione e la sinistra, quanto alle questioni di politica interna, non è interamente soddisfatta."
La "Kölnische Volkszeitung", la quale, peraltro, è di parere che la "risoluzione" del Reichstag sulla pace non è stata opportuna, giudica che il Cancelliere si è collocato sul terreno di questa, qualora si tratti di una pace onorevole e in questa pace onorevole venga raggiunto soprattutto la messa al sicuro per sempre dei confini dell'Impero. La "Kölnische Volkszeitung" giudica pure che il dottor Michaelis
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si è dichiarato favorevole alla trasformazione parlamentare come la intendono i capi della frazione del Centro, ossia come una fiduciosa permanente collaborazione del Governo e dei partiti. Quanto alla "risoluzione" stessa il giornale dice che il deputato del Centro Fehrenbach l'ha arricchita de'suoi belli ideali pensieri ma teme che la realtà sia diversa e cioè che l'Intesa non si lascerà prendere all'amo di pensieri ideali ma continuerà a farsi ispirare dalla sua volontà di distruzione. Dopo che la grande maggioranza del Reichstag si è però pronunziata per l'opportunità della "risoluzione", la "Kölnische Volkszeitung" ritiene che anche il partito e la stampa si possono acconciare con questo fatto. La "Kölnische Volkszeitung" è fra quei pochi giornali del Centro dei quali un altro organo del Centro, l'"Augsburger Postzeitung", dice che "anche adesso seguita a criticare l'azione Erzberger con uno zelo che tradisce maggior livore che disciplina. Gli stravaganti e i fanatici d'ogni campo devono, alfine, persuadersi e riconoscere di essere in una minoranza anche più piccola di quanto non risulti dalla votazione del Reichstag." L'"Augsburger Postzeitung" è d'opinione che una pace quale l'ha schizzata il dottor Michaelis non può essere che una pace per via d'accordo, una pace che mira alla riconciliazione dei popoli. Un accordo non può conseguirsi senza tener conto della carta di guerra: è falso, quindi, interpretare la formula di pace del Reichstag come una formula di rinunzia. Nell'idea della pace mediante accomodamento il Cancelliere si trovò d'accordo con i rappresentanti della maggioranza e con gli stessi nazionali-liberali ai quali il giornale rimprovera
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di non essersi congiunti con la maggioranza per ragioni tattiche. Come la "Germania" e la "Kölnische Volkszeitung", pure l'"Augsburger Postzeitung" approva i limiti segnati dal Cancelliere nella questione dell'introduzione del sistema parlamentare. Il giornale trova assai simpatico nel discorso del Cancelliere quel passo nel quale si afferma che i Tedeschi anelano una Germania moralmente purificata, timorata di Dio, fedele, pacifica e potente. Il giornale riassume le sue impressioni del discorso del Cancelliere dicendo che esso mira ad attenuare la crisi per passare in acque più tranquille. Nei suoi sforzi per attuare le desiderate riforme il Cancelliere sarà appoggiato senza dubbio da una maggioranza.
La stampa liberale è, senza eccezione alcuna, d'opinione, che il Cancelliere abbia fatto sua la formula della maggioranza sulla pace. La "Vossische Zeitung" scrive che egli ha dichiarato di essere d'accordo, adoperando quasi le identiche parole contenute nella formula della maggioranza, colla quale crede di poter cooperare. In quanto alla posizione presa dal Cancelliere nei riguardi delle questioni interne, la "Vossische Zeitung" dice: "Molto più che dal contenuto della dichiarazione del Cancelliere relativa alla politica interna, risultò dalla forma che egli è pronto a realizzare le riforme interne insieme alla maggioranza del Reichstag, così come essa è composta. Da un grande numero di piccoli particolari nel contegno dei partiti conservatori, si poteva dedurre che questi erano completamente consci del significato annesso, in modo tutto speciale, alle dichiarazioni sulla politica interna. Forse si esagera se le si interpretano come una ripulsa
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ai conservatori. Dalla politica futura di questi partiti dipenderà l'atteggiamento che dovranno trovare dinanzi al Cancelliere. E saranno certo essi a doverlo escogitare perché noi riteniamo assolutamente escluso – se non ci inganniamo grossolanamente sul carattere del Cancelliere – che egli cerchi di prendere contatto con essi a costo di una umiliazione; come, del resto,è sempre stato il caso anche nei riguardi del regime passato." La "Vossische Zeitung" scorge il significato della seduta del Reichstag del 19 luglio in questo: che il Cancelliere vuole stare alla testa dello sviluppo, ma sa bene che per raccogliere successi nella sua via non ha bisogno soltanto della fiducia dell'Imperatore ma anche di quelli che intende di guidare.
Il liberale "Berliner Tageblatt" dedica molti articoli all'avvenimento. Riconosce il significato del giorno nell'accettazione della formula di pace e constata che il nuovo Cancelliere non respinge affatto la "risoluzione" dei partiti della maggioranza, ma, anzi, si interessa vivamente della medesima. Dice non essere nemmeno possibile di dare alla "risoluzione" stessa un'interpretazione varia, a meno che non si prenda in considerazione la possibilità che da certe parti si tenti di darle un'interpretazione rovesciata. In un secondo articolo uscito dalla penna del deputato democratico-progressista, Konrad Haussmann, vien rilevato il "gran successo parlamentare della politica dei partiti della maggioranza e della formula collettiva di pace". L'articolo prosegue: "La parte più importante del discorso fu quella che si riferì alla pace. Il nuovo Cancelliere ha fatto suo, nelle parti essen-
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ziali, il punto di vista della maggioranza, ciò che noi dobbiamo riconoscere senza reticenze. Il nuovo Cancelliere ha comunicato che le sue dichiarazioni son fatte coll'approvazione del Supremo Comando, e tale comunicazione giunge opportuna al paese, perché da essa si rileva che i motivi di quei parlamentari della maggioranza che avevan parlato prima col Supremo Comando, sono stati soppesati e degnamente presi in considerazione malgrado il concetto militare divergente." L'on. Haussmann conclude con queste parole: "Ha vinto la coraggiosa assennatezza. La formazione della maggioranza ha non solo stretto insieme partiti indipendenti, seguenti esclusivamente le loro persuasioni, per un compito importantissimo e in un momento supremamente grave della storia europea, mettendo così avanti a tutto l'interesse dell'Impero e della Patria; ma ha conferito altresì al Reichstag una forza più grande e messo a nudo la vacuità dei contromotivi. Il Reichstag ha cominciato ad esporre una sua propria opinione in quanto al da farsi, e si è subito veduto che questa nuova capacità dell'alto consesso è stata in grado di determinare immediatamente grandi effetti. Il Parlamento acquisterà forza sempre maggiore se si eserciterà su questo campo, ciò che è di significato tutto speciale per la rappresentanza popolare, per il popolo, per l'Impero, per il Governo e per la Corona, appunto in questi tempi procellosi. Lo sdegno fatturato, messo su da maneggiatori inabili ma zelanti, avrà ben presto la sorte delle bolle di sapone, se la maggioranza del Parlamento agirà prudentemente seguendo intenti precisi. Il successo del 19 luglio incoraggia alla continuazione di deliberazioni e successive azioni collettive."
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Il deputato democratico-progressista, Dr. Ludwig Haas, dice che il senso più profondo della "risoluzione" di pace sta in questo: resultare da essa che il popolo germanico si è dichiarato pronto, come fece ancor prima il popolo russo, ad una pace che non persegua mire imperialistiche. Certamente, i giornalisti francesi ed inglesi, avranno subito opinato che l'accettazione della formula di pace è la prova esplicita trovarsi la Germania alla fine delle sue forze. Ma una siffatta interpretazione non durerà che lo spazio d'un mattino." Quando, fra due mesi, l'armata tedesca, nel pieno possesso di tutta la sua forza ed energia, si sarà spinta bene addentro in terra nemica; quando nei mari i nostri sommergibili avranno continuato a minacciar seriamente la navigazione avversaria, mentre in patria il popolo germanico, quieto e sicuro, accudisce ai suoi lavori, allora tutto il castello di carte che i suddetti giornalisti hanno costruito per sollazzo dei loro popoli franerà miseramente. Non andrà guari che si avanzerà la grave e penosa questione, se non sarebbe stato molto meglio aver tratto subito le conseguenze diplomatiche dalla volontà di pace del popolo tedesco….. Dopo questa atroce guerra che ha scavato profondi solchi nell'anima di ogni individuo, e riconoscendo che solo una pace sincera può salvare ancora l'Europa minacciata nelle sue basi economiche e civili, il pensiero dell'intesa fra i popoli e della più grande assicurazione internazionale per la pace duratura, va guadagnando forza sempre maggiore. Che la maggioranza del Reichstag, – in mezzo al turbine della guerra, mentre il nostro nemico occidentale non vuol sentire la voce della ragione e di ammonimento nell'interesse di tutta l'umanità – confessi di credere
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in un avvenire migliore, le future generazioni lo dovranno riconoscere, non certo come uno degli ultimi meriti della rappresentanza popolare tedesca."
Per la liberale "Frankfurter Zeitung", – la quale chiama il 19 luglio una grande memorabile giornata del Reichetag e forse una pietra miliare nella storia della guerra, – il significato della giornata sta nel fatto che ha generato chiarezza in tre sensi. La prima chiarezza fu creata per la Germania e per gli altri paesi avendo il popolo germanico pronunciato queste parole: "Il primo scopo della guerra è la pace. Noi combatteremo finché ci verrà minacciata la sopraffazione, e persevereremo nella difesa finché non avremo allontanato dalla nostra patria qualsiasi minaccia; ma non siamo noi quelli che vogliamo soverchiare altri paesi; noi non combattiamo per la conquista, ma per la difesa; noi siamo pronti alla pace in base all'accordo e al compenso per addivenire ad una riconciliazione durevole." La seconda chiarezza creata, essa pure di altissimo significato, è per la "Frankfurter Zeitung" il fatto che esiste oggi una maggioranza salda e risoluta, schieratasi a sostegno della "risoluzione" di pace. Cita le seguenti parole dell'oratore del Centro nel Reichstag; "Se un popolo intiero, con una grande maggioranza dei suoi rappresentanti, ci dà a conoscere in modo non ambiguo la sua volontà di accomodamento e rinuncia a qualsiasi politica violenta di conquista, noi non possiamo mettere in dubbio la sua onestà." Queste parole, scrive il giornale liberale, testimoniano "il grande valore dell'opera del Reichstag. L'oratore del Centro ha messo la verità al disopra dell'unanimità e noi gli siamo ricono-
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scenti di questo. Egli non ha cercato, come di solito si usa fare, una formula nebbiosa e slavata, accettabile da tutti sol perché ognuno può interpretarla a suo talento, ma ha domandato una formula chiara ed esplicita, e la votazione sta là a segnare il risultato. Nel quale si legge: gli avversari della pace d'accomodamento sono isolati, pochi, e senza speranza; essi non han più, quindi, il diritto di dirsi i portavoci del popolo; e l'estero non deve più, onestamente, richiamarsi alle loro voci come su quelle del popolo tedesco. La grande maggioranza vuole la pace in base ad un'intesa." La terza chiarezza è, secondo la "Frankfurter Zeitung", questa: la maggioranza ha proclamato apertamente la sua ferma volontà di imporsi. "Il Reichstag che dispone di una maggioranza ha dato subito la prima prova della coscienza della sua forza. Esso rende manifesto, in tal modo, che per la Germania è realmente cominciata un'epoca nuova. Il democratizzamento della Germania è in marcia. L'estero non ci potrà obbiettare che la politica tedesca non offre sicurezza, essendo essa basata sulla fluttuante volontà di pochi e su influssi incontrollabili. La direzione della politica tedesca è, da ora in poi, ancorata nella volontà della maggioranza; essa ha ricevuto stabilità e sicurezza." Il Cancelliere dell'Impero – continua a dire il foglio liberale – ha, con una frase che soddisfece i partiti della maggioranza, riconosciuto il programma di questi ultimi insieme alla politica di pace e alle riforme interne da essi difese. In quanto alla parlamentarizzazione, il giornale sottolinea il passo seguente, tolto dal discorso del rappresentante del Centro: "Non sapremmo perché, nell'occupazione degli uffici, il
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contatto col Parlamento dovesse essere più pericoloso che con altri uffici costituzionalmente non responsabili." Si presume che in tale questione si avranno degli stadi intermedi. Occorrerà, però, porre una cura severa perché colle mezze misure non si nuoccia assai più che non si giovi. L'essenziale sarà sempre che la maggioranza rimanga compatta per poter lavorare, e che lavori in realtà. Sin qui ha fatto buona prova, e il popolo tedesco ne coglierà ben presto i frutti. "Le nebbie interne sono diradate; il fanatismo pangermanista è infranto, ma la grande maggioranza del popolo si è ritrovata e s'è unita per perseguire uno scopo grande e collettivo, per difendere il paese, per raggiungere la pace e per completare l'edificio delle libertà interne."
Anche l'organo socialista, il "Vorwärts", è contento del risultato raggiunto il 19 luglio. Secondo esso l'accettazione della formula di pace da parte del Cancelliere che ha riconosciuto la forza dei patti significa un gran passo verso la pace stessa. "Nessun uomo che possegga una sana ragione può oggi più dubitare del fatto, malgrado tutti i cavilli possibili e immaginabili, che il Reichstag germanico e il popolo tedesco son pronti di addivenire ad una pace senza conquiste né indennezzi ..... Importantissimo ancora è che, per la prima volta nella storia tedesca, si è formato e compiuto un atto di volontà della rappresentanza popolare germanica; un fatto che determina in modo decisivo la politica estera dell'Impero ..... Nell'accettazione di questo programma evvi implicato l'obbligo per il Governo di agire in base ad esso. Sarebbe pazzo quell'uomo di Stato tedesco che, con raggiri e tergiver-
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sazioni, tentasse di liberarsi dall'obbligo impostogli colla deliberazione del Reichstag. Più presto di quel che non credesse apprenderebbe che tali tentativi non avrebbero nessuna speranza di successo." L'organo socialista aspetta con fiducia lo svolgersi degli eventi.
Sono queste, brevemente compendiate, le opinioni espresse dai giornali dei vari partiti sulla memorabile seduta del 19 luglio. Da una parte – da quella della minoranza – malumore, disinganno e stizza; dall'altra – quella della maggioranza – soddisfazione di aver proceduto ad un depuramento utile e necessario, tranquilla sicurezza e speranza che il 19 luglio, se anche non abbia prodotto effetti immediati di pace, abbia però rinforzato in tutti i paesi la posizione dei pacifisti e buttato giù di pugno ai sobillatori e ai guerrafondai dell'Intesa molto materiale di agitazione. Per quanto coll'aggiornamento del Reichstag sia subentrata una certa pausa, pure non ci si deve attendere che la contesa per i fini di guerra e per la formula di pace, sia cessata. La stampa di destra e quella pangermanista si curano che questa contesa non cessi.
Anche prima, sotto Bethmann Hollweg, ogni volta che una maggioranza del Reichstag approvava i discorsi e le dichiarazioni del Cancelliere, saltava fuori la minoranza a dire di aver, tuttavia, dietro di sé il grosso del popolo. Affermava ancora, anche quando il Cancelliere aveva detto tutto il contrario, che il Supremo Comando non seguiva i desideri della maggioranza. Oggi questa stampa continua nella vecchia tattica. Nei giornali conservatori e pangermanisti si nega che i partiti, che
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hanno votato la "risoluzione" di pace, rappresentino la maggioranza del popolo; e si mette contemporaneamente in dubbio che il discorso del Cancelliere approvi il pensiero fondamentale della "risoluzione" testé accettata; per quanto Michaelis abbia parlato chiaramente di una pace da concludersi in via di accomodamento e di compensi; di una pace che formi la base per una durevole riconciliazione dei popoli. La suddetta stampa tenta inoltre, malgrado la dichiarazione esplicita del Cancelliere essere il Supremo Comando d'accordo colle sue dichiarazioni, di mettere in dubbio l'accordo stesso. In questo riguardo la conservatrice "Kreuzzeitung", che rivendica per il suo modo di vedere, con parole impossibili a fraintendersi, il Cancelliere, il Comando supremo dell'esercito e perfino la Corona, mostra la maggiore sfrontatezza. Essa pretende che per i conservatori è venuto il momento di mettersi al lavoro di illuminare il popolo su ciò che la pace deve arrecare al paese e di diffondere nelle sue file un'incrollabile fiducia. In questa fiducia essa dice di essere d'accordo con il Comando supremo dell'esercito e la Corona. Questa asserzione, come quella che il Comando supremo non è punto disposto "a lasciarsi guastare, venuta l'ora, dalla "risoluzione" i successi della spada" non poté interpretarsi altrimenti che come un appello del magno organo conservatore ai suoi amici, al Comando dell'esercito, all'esercito stesso e all'Imperatore contro la maggioranza del Reichstag. E naturalmente contro questa sfida e questa insinuazione nella stampa dei partiti della maggioranza venne più o meno energicamente protestato. La conseguenza fu che la "Kreuzzeitung" si ritrasse indietro, non per quel che si riferisce all'opposizione
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alla "rivoluzione" della maggioranza del Reichstag ma solamente quanto al suo richiamo alla Corona e al Comando supremo dell'esercito. A ragione la "Frankfurter Zeitung" dice che la "Kreuzzeitung " e i suoi amici non dovrebbero chiamare in aiuto per la loro causa persone e cose fuori della politica e della responsabilità politica accingendosi a svisare e rendere inefficace con esegetici ciò che è stato dichiarato essere la volontà del Reichstag e del Governo circa le questioni interne dell'Impero e circa gli scopi di guerra e la questione della pace. Degno di nota è pure che un altro giornale conservatore, la "Post", scrive di dubitare se sia stato politicamente opportuno e utile per l'interesse della patria l'occuparsi della "risoluzione" del Reichstag come ha fatto la "Kreuzzeitung". Sarebbe stato molto meglio mettere una pietra sulla faccenda e non turbare, col riaccendere la polemica, il ritorno della calma nel paese. Una testimonianza non priva d'interesse del modo di pensare di alcuni deputati della Frazione tedesca, molto affine alla conservatrice, e che votarono per la "risoluzione", su questa e sul contegno del Governo e del Comando dell'esercito in proposito, la fornisce una dichiarazione di undici membri della menzionata frazione nella quale si legge:
"Confidando nella forza non scemata dei nostri magnifici soldati di mare e di terra i sottoscritti membri della frazione tedesca, d'accordo con la direzione politica e militare dell'Impero, hanno quindi votato per la risoluzione."
Questa dichiarazione riposa dunque sul fatto, naturale alla luce dei precedenti e della seduta del Reichstag del 19 luglio, che il Governo dell'Impero e il Comando dell'esercito
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sono d'accordo con la "risoluzione". Del resto, anche da fonte ufficiosa, si è avuta un'interpretazione autentica del passo controverso del discorso del Cancelliere. Questa interpretazione è stata data dalla "Norddeutsche Allgemeine Zeitung" nella sua risposta all'ultimo discorso di Lloyd George. Contro i tentativi della "Kreuzzeitung" la "Norddeutsche Allgemeine Zeitung" scrive letteralmente che "il Cancelliere d'accordo con la " risoluzione " dei partiti della maggioranza, parimente taciuta dall'uomo di Stato inglese, si è pronunziato chiaramente ed apertamente per una pace in via di accomodamento e di reciproche concessioni." Queste parole non si possono storcere dal loro significato e però ogni tentativo di artificiosa interpretazione da parte dei conservatori è vano. Certo sarebbe troppo ingenuo credere che, nonostante questa esplicita dichiarazione del Governo, i conservatori desisteranno da altri tentativi. Ma purché il Governo si è manifestato senza veli ed è disposto ad attuare la politica della maggioranza e della "risoluzione", l'opposizione dei conservatori al risultato del 19 luglio e all'indirizzo politico da esso derivante non può approdare a nulla.
26. 7. 1917.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], La seduta del Reichstag del 19 luglio 1917 e la "risoluzione" sulla pace della maggioranza nel giudizio della pubblica opinione vom 26. Juli 1917, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 428, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/428. Letzter Zugriff am: 20.04.2024.
Online seit 24.03.2010.