Dokument-Nr. 456

Erzberger, Matthias: La risposta del Governo riguardante l'attività politica dell'on. Erzberger. (Mozione Westarp), vor dem 12. Juni 1918

La guerra della stampa annessionistica e pangermanista contro l'on. Erzberger non conosce limiti. Anche nel mese passato fu messa in giro, fra le tante favole calunniose, anche questa: "Si era venuti a sapere che il Cancelliere asseriva aver l'on. Erzberger negato dinanzi a lui il fatto di un viaggio a Vienna ed averlo, quindi, in questa cosa "scientemente ingannato". I giornali sobillatori spinsero la loro fantasia fina a riportare persino un dialogo fra il Cancelliere ed Erzberger; un dialogo inventato di sana pianta, naturalmente, ma dato per genuino; nel quale, secondo la tendenza della campagna infamatoria, l'on. Erzberger veniva presentato dal Cancelliere come persuasa di menzogna. Per cavare i denti una volta per sempre ai suoi diffamatori, intesi a screditare l'on. Erzberger e la sua politica davanti alla pubblica opinione, presentando in cattiva luce e in modo tendenzioso le sue relazioni coll'attuale Cancelliere, l'on. Erzberger pubblicò senz'altro le lettere passate fra lui e il Cancelliere in questa faccenda, dalle quali risulta:
1.) che Erzberger, durante il cancellierato di Hertling si è recato soltanto una volta a Vienna, e più precisamente l'8 e 9 decembre 1917;
2.) che l'on. Erzberger riferì immediatamente al Cancelliere di questo suo viaggio;
3.) che il Cancelliere era d'opinione, è vero, essersi l'on. Erzberger recato ancora una volta a Vienna, ed essersi espresso in questa occasione poco amichevolmente nei riguardi del cancellierato di Hertling;
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4.) che l'on. Erzberger non ha potuto esprimersi davanti alle Loro Maestà imperiali a Vienna sul cancellierato Hertling nel modo che gli si attribuisce, e questo semplicemente perché il secondo viaggio di cui è parola, non ha avuto luogo, ed anche perché nel suo primo viaggio non ebbe assolutamente nemmeno occasione di vedere le Loro Maestà a Vienna;
5.) che il Cancelliere stesso definì la questione scrivendo una lettera all'on. Erzberger nella quale dichiarava esservi stato un malinteso da parte sua, e svalutando così espressamente il suo concetto "essere stato dall'on. Erzberger ingannato" e fugando conseguenze e considerazioni che la stampa sobillatrice ad esso concetto collegava.
Grazie a questa lettera giustificatrice la stampa avversa all'on. Erzberger si vide privata di un eccellente mezzo di propaganda. Ma per non lasciar passare l'avvenimento senza trarne qualche frutto per i suoi scopi politici, si impadronì allora di un fatto risultante dallo scambio di corrispondenza, all'intento di vibrare da un'altra parte un nuovo colpo sull'on. Erzberger.
Nella sua lettera del 1 marzo 1918 questi aveva scritto al Cancelliere:
"Dinanzi a Vostra Eccellenza non ho mai negato il fatto del mio viaggio a Vienna l'8 e 9 decembre… Al contrario, su questo viaggio io feci subito dettagliato rapporto. Ne riferii ancora al Ministero degli Esteri, colla cui approvazione ero partito. Durante il cancellierato di Vostra Eccellenza io non ho fatto altro viaggio a Vienna all'infuori di questo."
Non è da oggi che i circoli pangermanistici mirano a distruggere le buone relazioni intercedenti fra l'on. Erzberger e il Ministero degli Esteri. Per i rappresentanti della
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politica della violenza è sempre stata una spina in un occhio vedere il signor Erzberger in ottime relazioni col Ministero degli Esteri e sapere che da questo gli venivano affidati compiti politici. Ora, questi circoli credettero giunto finalmente l'istante agognato per avvicinarsi di un buon pezzo, se non di realizzare, l'intento così tenacemente perseguito. L'osservazione incidentale dell'on. Erzberger, "aver egli compiuto il viaggio con l'approvazione del Ministero degli Esteri; e la circostanza che, ritornato a Berlino, ne aveva fatto rapporto al Cancelliere; inoltre la sua affermazione non essersi recato altre volte a Vienna all'infuori dell'8 e 9 decembre; diedero ai pangermanisti la gradevole occasione di avanzare la questione: "Come è possibile che il signor Erzberger, d'accordo con il Ministero degli Esteri e senza che il Cancelliere ne sapesse nulla, abbia potuto fare viaggi politici all'estero?
Orbene: lo scopo del viaggio a Vienna dell'8 e 9 decembre, si riferiva esclusivamente ad una questione, di eguale interesse tanto per la Chiesa cattolica quanto per l'Impero tedesco. Erzberger si era recato a Vienna per trattar la questione dell'Unione colla Bulgaria. Vi era, dunque, il massimo interesse di tener celato più che era possibile lo scopo del viaggio davanti alla pubblicità; e questo per ragioni di politica interna ed estera. Ecco perché l'on. Erzberger non ha pubblicato quella parte della sua lettera al Cancelliere, riguardante tale questione. Il giornale, che con grande fare patetico avanzò per il primo la questione dell'attribuzione di Erzberger in un viaggio all'estero [sic], senza rendersi nemmeno conto delle conseguenze che potevano derivarne, era precisamente la "Kölnische Volkszeitung" il sedicentesi primo organo del Centro. Quest'organo voleva danneggiare l'on. Erzberger – avversario della sua politica annessionistica e fautri-
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ce di fini di guerra ottenuti colla violenza – tentando di allentare e, possibilmente, di troncare le buone relazioni che passano fra l'on. Erzberger e il Ministero degli Esteri. I mezzi: sobillare l'opinione pubblica ed esercitare una certa pressione sullo stesso Ministero degli Esteri. Per concretare il suo divisamento la "Kölnische Volkszeitung" aspettava il momento opportuno e questo momento le parve giunto quando la critica dell'on. Erzberger in piena Commissione principale del Reichstag sulla conformazione dei rapporti della Ucraina, aveva scatenato contro di lui tutta quanta la stampa pangermanista ed annessionistica. In un articolo del 13 maggio 1918 intitolato "Psicologia dell'offensiva erzbergheriana" il giornale che sopra sollevò la seguente questione:
"L'iniziativa per questo viaggio partì dal Ministero degli Esteri o non piuttosto dal deputato Erzberger, nella forma che questi, prima di intraprendere il viaggio, era andato al Ministero degli Esteri a prendersi il "consenso"? Costituiva questo "Consenso" soltanto un passivo "lasciarfare", o significava il riconoscimento esser lo scopo del viaggio utile e desiderevole per la politica dello stesso Ministero degli Esteri?"
Nell'articolo della "Kölnische Volkszeitung" si leggeva inoltre:
"Ci pare che sia finalmente giunto il tempo di rinunciare a qualsiasi attività dell'on. Erzberger, tanto ufficiale che ufficiosa… I discorsi sui viaggi all'estero dell'on. Erzberger, potranno terminare sol quando sarà cessato qualsiasi rapporto del Ministero degli Esteri con questo deputato.
Tali questioni debbono essere una buona volta chiarite; molto più che, come risulta dalla corrispondenza pubblicata, il viaggio a Vienna dell'on. Erzberger
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fu intrapreso, sì, col "consenso" del Ministero degli Esteri, ma senza che il Cancelliere ne sapesse nulla. Soltanto al ritorno l'on. Erzberger riferì al Cancelliere sul suo viaggio."
Dopo aver constatato che si trattava d'un errore del Cancelliere, l'aver creduto all'esistenza di un secondo viaggio dell'on. Erzberger, la "Kölnische Volkszeitung" scrive:
"Rimane tuttavia questo fatto: che il Cancelliere riteneva possibile l'aver l'on. Erzberger intrapreso un altro viaggio a Vienna senza che egli ne sapesse nulla.
E noi ci domandiamo: può continuare uno stato di cose dal quale possono sorgere siffatti malintesi? Qui è necessario vederci chiaro, perché gli affari internazionali del popolo tedesco prendano un andamento più calmo e più sicuro."
Questo attacco a fondo della "Kölnische Volkszeitung" contro Erzberger, e la pressione in esso contenuta contro il Ministero degli Esteri furono, naturalmente, accolte con gran gioia della stampa annessionistica; molto più che l'attacco partiva dalla "Kölnische Volkszeitung", ossia da un giornale dello stesso partito del Centro. A questo modo la "Kölnische Volkszeitung" altro non fece, col suo articolo, che offrir la mano all'annessionismo perché continuasse l'offensiva da esso giornale iniziata. Infatti, non andò a lungo che la stampa riportò il testo di una cosiddetta piccola interrogazione che il capo dei conservatori tedeschi, conte Westarp, aveva intenzione di presentare, come presentò infatti, al Cancelliere nel Reichstag, su tale questione. La mozione dice:
"È vero che l'on. Erzberger fece nel diecembre passato e col consenso dei Ministeri degli Esteri un viaggio a Vienna, sul cui risultato egli riferì poi al Cancelliere e al Ministero degli Esteri? Si trattava
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di questioni politiche a trattar le quali l'on. Erzberger era stato incaricato e autorizzato dal Ministero degli Esteri?
Sono stati passati, da allora, all'on. Erzberger, altri incarichi simili o commissioni di carattere politico all'estero; e quali funzioni sono state affidate all'on. Erzberger dal Ministero degli Esteri?
Berlino 17 maggio 1918.
Conte von Westarp.
Come abbiam detto, questa mozione si deve all'articolo della "Kölnische Volkszeitung" in quale, in tal modo, combattendo l'on. Erzberger fautore di una politica d'accomodamento, e non curandosi delle conseguenze (– il nocciolo della mozione si riferisce al viaggio di Erzberger a Vienna e al suo scopo –), ha determinato il pericolo di una discussione pubblica sugli interessi tedeschi e cattolici. Ma di un tale agire, ormai, non c'è più da meravigliarsi; se si pensa che la "Kölnische Volkszeitung", nella sua lotta contro i propugnatori d'accomodamento in seno allo stesso Centro, non si vergogna di andare a braccetto con giornali nemici acerrimi della causa cattolica, come per esempio la "Tägliche Rundschau".
Una volta presentata la mozione, era ovvio che ad essa fosse risposto. Questo avvenne lo scorso venerdì, 7 corrente, allorché un rappresentante del Ministero degli Esteri fece al Reichstag le seguenti dichiarazioni:
Nel Decembre del 1917 l'onorevole Erzberger comunicò al Ministero degli Esteri che aveva l'intenzione di recarsi a Vienna per uno o due giorni. In questo viaggio non si trattava, come egli comunicò, di cose politiche, ma di una questione riguardante la Chiesa cattolica, la cui favorevole soluzione corrispondeva anche all'interesse dell'Impero. Né allora né più tardi sono
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stati dati all'on. Erzberger incarichi o autorizzazione a svolgere attività politica. Del risultato del suo viaggio l'onorevole Erzberger mise a cognizione il Ministero degli Esteri, come sogliono fare tuttora anche altri deputati quando ritornano dopo aver compiuto viaggi all'estero.
Sull'attività che il deputato Erzberger ha svolto come carica onorifica, è stata fatta più volte relazione confidenziale nella Giunta del Bilancio. L'onorevole Erzberger si è data ogni premura – come si poté riferire in essa Giunta – di appoggiare, dallo scoppio della guerra, ed in modo efficace, la stampa ufficiale e il servizio d'informazione, coll'aiuto di un ufficio da lui diretto. Già da lungo tempo, però, e di pari passo col progressivo perfezionamento del servizio ufficiale, si procede alla soppressione di quest'ufficio; e ciò corrispondentemente ai desideri dello stesso onorevole Erzberger e pienamente d'accordo con lui.
Col lavoro succitato, che ora sta per finire e ad esso affitto in circostanze straordinarie, l'onorevole Erzberger si è acquistato meriti degni di lode in quanto al perfezionamento del servizio "stampa e informazione".
Il risultato di tutta la questione e della risposta del Governo è, dunque, la seguente:
1.) La "Kölnische Volkszeitung" che vuol essere l'organo principale del partito del Centro, ha dato l'iniziativa per una campagna infondatissima contro il deputato del Centro, on. Erzberger, ed ha preso essa stessa parte intensiva a questa campagna senza informarsi prima, nel suo abbacinamento di politica della violenza in lotta coll'on. Erzberger seguace della politica d'accomodamento, a quali scopi può aver servito il viaggio a Vienna dell'on. Erzber-
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ger. L'on. Erzberger imprese questo viaggio in una questione puramente cattolica. La "Kölnische Volkszeitung" ha dimostrato così che i suoi scopi di politica violenta le sono molto più cari della tutela degli interessi cattolici, e che si sente solidaria coi circoli e organi della stampa che accanitamente combattono gli interessi cattolici e ai quali una discussione pubblica sugli atti politici compiuti per la Chiesa cattolica, non potrebbe essere che desiderevolissima.
2.) Dalla risposta del Governo risulta che il Governo tedesco considera l'unione bulgara – per l'effettuazione della quale l'on. Erzberger compié il suo viaggio a Vienna – consentanea agli interessi della politica tedesca ed identifica la sua politica con questo scopo.
3.) L'on. Erzberger mette come per lo passato, a disposizione del Ministero degli Esteri e per espresso desiderio di questo la sua attività politica, di modo che non è subentrato cambiamento alcuno nei rapporti fra l'on. Erzberger, il Ministero e la politica dell'Impero tedesco.
4.) Il Ministero degli Esteri pregia altamente l'attività politica dell'on. Erzberger e coglie quest'occasione per esprimergli pubblicamente la riconoscenza del Governo per i servigi da esso prestati all'Impero germanico, riconoscendo pienamente e pienamente degnando i servigi stessi.
A questo modo il tentativo, per il quale la "Kölnische Volkszeitung" aveva dato il segnale, cioè a dire tagliare le relazioni intercedenti fra il Ministero degli Esteri e l'on. Erzberger, ed impedire l'attività politica di quest'ultimo, è fallito non solo, ma ha provocato un risultato diametralmente opposto. Esso ha condotto al riconoscimento dei grandi meriti dell'on. Erzberger da parte del Governo; e lungi dall'allentare ha consolidato invece i rapporti dell'on. Erzberger col Ministero degli Esteri.
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, La risposta del Governo riguardante l'attività politica dell'on. Erzberger. (Mozione Westarp) vom vor dem 12. Juni 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 456, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/456. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
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