Dokument-Nr. 7099

[Erzberger, Matthias]: Relazione sullo stato della questione scolastica1 in Germania, vor dem 14. Februar 1918

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(Trimestre: ottobre 1917 – gennaio 1918)
I. Assistenza giovanile.
I cattolici fecero molto prima della guerra per la gioventù, sia per quella ancora obbligata a frequentare la scuola, sia per quella già licenziata. Specie l'azione della grande Federazione delle Associazioni giovanili cattoliche della Germania, con sede in Düsseldorf, aveva già fatto un gran bene, richiamata anche l'attenzione delle autorità statali e comunali e ottenuto il loro appoggio. Numerose leghe ed associazioni cattoliche si erano presa la cura di vari rami dell'assistenza giovanile. Nei Caritas-Comitees della grande Federazione Caritas, che, specie nel 1917, per gli sforzi dei reverendissimi vescovi sono stati istituiti in quasi tutte le diocesi della Germania, quest'azione ebbe per lo più il suo centro. Così si prevenne efficacemente una dannosa dispersione di energie.
Terminata che sia la guerra mondiale, occorrerà raddoppiare e intensificare questi sforzi. L'abbrutimento della gioventù ha fatto innegabili progressi e dopo la guerra se ne vedranno gli effetti oltremodo rincrescevoli te non si lavorerà, con tutti i mezzi disponibili, per ottenere un miglioramento.
Certo saranno necessari innanzi tutto provvedimenti dello Stato. Ma un vero e durevole successo, a giudizio
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dei cattolici, mancherà se non venga al tempo stesso rafforzata ed estesa la base religiosa. In conclusione l'avvenire difende dall'educazione religiosa e dal rafforzamento delle individualità religioso-morali.
In Prussia è imminente la presentazione alla Camera dei deputati di una preposta di legge destinata a regolare l'assistenza della gioventù nel più lato senso della parola. Si vuole regolare per legge la questione delle tutele da istituirsi dalle autorità, specie quelle concernenti i figli illegittimi e i discoli, ossia la cosiddetta tutela collettiva e professionale, un campo che già di per sé esige la massima attenzione dei cattolici. L'opera di assistenza dovrebbe venir concentrata in cosiddetti "Uffici per la gioventù" (Jugendämter) da istituirsi in ogni distretto e alla cui testa dovrebbero esser messi i sottoprefetti e, nelle città maggiori, i primi borgomastri. In una conferenza che ebbe luogo nella seconda metà dell'autunno 1917 nel Ministero degli Interni e alla quale furono invitati a prender parte vari rappresentanti delle Associazioni cattoliche d'assistenza, questi ultimi insistettero con ogni energia perché nella composizione di questi Uffici per la gioventù le confessioni non fossero messe da parte. In qual misura il disegno di legge, che sarà prestò sottoposto al Landtag, tien conto di questo desiderio, non sappiamo. Sarà però cura del partito del Centro di adoperarsi risolutamente per assicurare nel miglior modo l'educazione confessionale dei ragazzi bisognosi di tutela.
Una parte importante dell'assistenza giovanile è quella che sigiferisce alla istituzione di "Kinderhorte". I quali, nello stretto senso della parola, sono istituzio-
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ni che-hanno per iscopo d'integrare ed aiutare l'educazione [e] l'istruzione della famiglia e della scuola per i ragazzi non ancora prosciolti dall'obbligo di frequenza, da essi sono da distinguersi le cosiddette "Krippen", per i bambini ancora lattanti, e i giardini d'infanzia per i più grandicelli, ma non ancora in età da andare a scuola. Già in addietro si costituì una Lega centrale dei Kinderhorte cattolici, della Germania, con sede in Bonn, sotto la direzione della molto benemerita signorina Paula Böttrich. La Lega riunì un certo numero di "Kinderhorte" cattolici ma, purtroppo, non trovò l'appoggio e la comprensione che si sarebbe meritata. I cattolici non dimostrarono abbastanza intelletto per la necessità, originata dalle nuove condizioni sociali e specialmente dalla progressiva trasformazione industriale della Germania, con il fenomeno concomitante del sempre maggiore allontanamento della madre di famiglia dalla casa, di un succedaneo per la vigilanza e l'educazione dei bambini, né rifletterono che questo succedaneo era offerto, nel modo più consono allo scopo, dalla istituzione dei "Kinderhorte" che naturalmente avrebbero dovuto sorgere sulla base dei principi cattolici. Il numero dei "Kinderhorte" cattolici rimase relativamente esiguo, quantunque il Governo prussiano, messi da parte certi timori iniziali, finisse per permettere l'istituzione e la direzione di Kinderhorte agli Ordini religiosi femminili. Così fummo sorpresi dalla guerra, che aggravò straordinariamente, specie nelle grandi città, il bisogno dell'istituzione di "Kinderhorte". Le amministrazioni comunali ne aprirono un gran numero, ma quasi tutti misti, perfino in città cattoliche, appunto perché i cattolici furono in questo riguardo colti alla sprovvista.
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Da allora, però, sì è dato mano a fondare sempre più "Kinderhorte" cattolici, di guisa che il loro numero è adesso assai soddisfacente.
La Lega centrale dei "Kinderhorte" cattolici, con il consenso dei reverendissimi vescovi, si è unita alla grande Lega dei Kinderhorte tedeschi, interconfessionale, e con sede in Charlottenburg. Essa ha conservata la sua indipendenza e ha trovato nella direzione della Lega tedesca sufficiente favore, cosicché le venne accordata la richiesta rappresentanza nelle amministrazioni della Lega stessa. L'unione alla Lega tedesca, che nei suoi statuti, per domanda della Lega centrale cattolica, accolse la dichiarazione: "La Lega si astiene da qualunque provvedimento che potrebbe costituire una offesa delle idee religiose delle organizzazioni a lei unitesi", fu necessaria perché il Governo prussiano, che dispone di'un fondo annuale di 50.000 marchi per i "Kinderhorte", ricusa sussidi da questo fondo a Leghe confessionali, e perché, inoltre, solo con questa unione fu reso possibile ai "Kinderhorte" cattolici di ottenere per le loro direttrici e insegnanti, con la partecipazione ai corsi istituiti dallo Stato per la fondazione e l'amministrazione di "Kinderhorte",i diplomi riconosciuti dallo Stato. Dalla unione il numero dei "Kinderhorte" cattolici che sono entrati nella Lega centrale, è cresciuto assai. Mentre nel 1915 erano 113, le associazioni che adesso fanno parte della Lega sono 244.
Nella legislazione,che nel campo dell'assistenza giovanile sarà probabilmente assai attiva nel tempo prossimo, si è manifestata la medesima tendenza che nel campo scolastico in generale. I liberali urgono senza misteri
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perché l'Impero avochi a sé l'ordinamento legale della questione per ottenere, come si dice, maggiore omogeneità nella trattazione dei singoli punti controversi. Molto rumore solleva in questo riguardo un opuscolo del consigliere intimo effettivo dottor Felisch, intitolato "Una legge tedesca sulla gioventù" (Berlino, Libreria editrice Mittler), nel quale si domanda una legge dell'Impero sulla gioventù, ed una coordinazione di tutti i provvedimenti che concernono la gioventù, in special modo l'istituzione, possibilmente in ogni Comune, di Uffici per la gioventù. Assai abilmente i cattolici si sono opposti alla corrente sorta dapprima in Berlino alla pubblicazione di questo opuscolo. Invece della richiesta di una legge unica sulla gioventù si riuscì a manifestare, in una decisiva conferenza in Berlino, il desiderio che alla "Legislazione giovanile in Germania venga data una base unica e uno scopo unico." Quale base unica fu indicato il riconoscimento della peculiarità dei giovani nei confronti degli adulti: – quale scopo unico l'educazione dei giovani ad uomini coscienti della propria responsabilità secondo le buone tradizioni tedesche.
L'efficacia di questa azione sembra già manifestarsi nel fatto che, come abbiamo osservato più sopra, il Governo prussiano ha dato mano alla compilazione di un grande disegno di legge per la Prussia. Ciò è di speciale importanza perché i cattolici ci tennero sempre e sempre sostennero che tutte le questioni scolastiche e pedagogiche sono di competenza della legislazione dei singoli Stati e devono venir regolate esclusivamente dai singoli Stati confederati. I liberali, invece, tentano sempre di assegnare tali questioni alla competenza dell'Impero, perché essi, fra
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l'altro mirano sempre a raggiungere lo scopo di trasformare l'Impero germanico da Stato federale in Stato unitario.

II. Svolgimento della lotta scolastica.
Nella nostra ultima relazione facemmo già menzione delle proposte del partito socialista nella Camera dei deputati bavarese per dimostrare come sempre più numerosi e più chiari si vengano manifestando in tutte le parti della Germania i prodromi di una lotta scolastica. Frattanto si sono avuti anche negli altri Stati nuovi indizi. Per esempio nel Baden il partito nazionale liberale ha proposto: "che la richiesta della scuola unica venga attuata nel senso che gli istituti d'insegnamento superiori, pure conservando il loro carattere e i loro compiti, vengano messi in più stretto rapporto con la scuola popolare come scuola fondamentale; che il passaggio di alunni delle elementari d'ingegno svegliato nelle scuole superiori venga agevolato con speciali provvedimenti e che la scuola elementare venga riformata in conformità delle maggiori esigenze del tempo futuro; che, inoltre, le scuole di magistero siano ordinate sulla base degli istituti scolastici superiori e che le scuole normali preparatorie vengono trasformate in istituti scolastici superiori; che agli alunni d'ingegno, specie delle campagne, sia agevolata la frequenza di queste scuole con l'istituzione di convitti; che, per ottenere una migliore preparazione del corpo insegnante e attirare uomini di valore al servizio d'ispezione scolastica,vengano istituite nelle scuole superiori del Baden cattedre con seminari pedagogici."
Il partito socialista chiese la presentazione nella
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prima sessione del Landtag dopo la guerra di un disegno di legge che modifichi la vigente legge scolastica e che tenga conto dei seguenti principi: unicità e laicità di tutta la scuola; gratuità dell'insegnamento e dei mezzi d'istruzione in tutte le scuole pubbliche; concessione di sussidi a scolari bisognosi; fondazione di convitti per alunni di scuole superiori. Il pricipio "libero il passo al capace" deve venire seriamente rispettato. Ogni impedimento esterno ad una istruzione superiore deve venir rimosso.
Il partito democratico-progressista chiese la presentazione di disegni di legge per l'attuazione di queste esigenze: "Gratuità dell' insegnamento e dei mezzi d'istruzione in tutte le scuole pubbliche; concessione di sussidi agli scolari bisognosi; fondazione di istituti scolastici superiori o di classi speciali nelle quali gli alunni dell'ultima elementare vengano preparati a passare in breve tempo alla scuola superiore; fondazione di convitti di Stato nei quali giovani di mente svegliata d'ambo i sessi, senza distinzione di confessione, abbiano alloggio e vitto per poter frequentare la scuola elementare, la media e la superiore e siano convenientemente sorvegliati nel riguardo morale: se sforniti affatto o forniti solo in misura insufficiente di danaro, interamente o in parte a spese dello Stato, nell'ultima ipotesi dietro pagamento di una somma proporzionata alla loro condizione economica. In questi convitti di Stato devono essere accolti, per una retta modesta, purè giovani d'ambo i sessi, senza distinzione di confessione, frequentanti scuole che si trovino lungi dal luogo di dimora dei proponenti."
Di maggiore interesse è, presentemente, la lotta sco-
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lastica nell'Oldenburg, dove i liberali hanno proposto la riforma della legge costituzionale. Fra l'altro si chiede l'istituzione di scuole miste. Invece dei presenti consigli scolastici confessionali, da abolirsi, il Ministero deve divenire l'unica autorità scolastica superiore. Un ragazzo che non appartiene a nessuna società religiosa, o ad una per la quale non vien data istruzione nella scuola da lui frequentata, non può essere costretto, contro là volontà del padre o di chi per lui, a seguire il corso di religione. Specialmente le prime due delle richieste accennate hanno destato vivo fermento fra i cattolici dell'Oldenburg. Non a torto si teme che se l'istituzione di scuole miste sarà permessa, in tutti i luoghi in cui i liberali hanno il sopravvento nell'amministrazione cittadina, esse non tarderanno a sorgere. Già nel 1910 e nel 1911 i liberali, con l'aiuto dei socialisti, fecero passare al Landtag oldenburghese una mozione circa l'abolizione dei consigli scolastici superiori confessionali. Il tentativo, allora, s'infranse contro il rifiuto del Governo. È rincrescevole che, a quel che pare, nell'Oldenburg manchi un forte organamento dei
cattolici, che adesso non dovrebbero trascurare, con riunioni in quanti più luoghi possibili, di mobilitare la pubblica opinione a difesa della minacciata scuola confessionale. Tentativi d'introdurre l'"Organizzazione dei cattolici della Germania per la difesa della scuola e dell'educazione cristiana," pure nell'Oldenburg furono compiuti già nel 1915, ma purtroppo senza successo, per l'indifferenza dei più. Riunioni di maestri e maestre cattolici, di sacerdoti e del Comitato del Centro per l'Oldenburg, hanno sì avuto luogo, ed hanno votato ordini del giorno a favore
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della scuola confessionale. Ma per quanto sia lodevole che specialmente i maestri e le maestre cattolici abbiano il coraggio di simili pubbliche manifestazioni, sulla pubblica opinione, e specialmente sul Governo e sui partiti liberali farebbe ben altra impressione se in grandi assemblee e in manifestazioni di laici venisse protestato energicamente contro le disegnate modificazioni dell'organismo scolastico. Adesso il movimento contrario viene screditato dai liberali col dire che maestri e maestre non sono, in fondo, se non strumenti ed esecutori degli ordini dei preti. È necessario che i cattolici di tutta la Germania seguano con la massima attenzione questi fatti. Ciò che avviene in uno Stato confederato verrà, prima o poi, tentato pure negli altri.

III. Prussia.
In Prussia l'Organizzazione dei cattolici della Germania per la difesa e l'incremento della scuola e dell'educazione cristiana, fa, grazie a dio, progressi. Essa ha aggiunto al suo nome, accanto alle parole "per la difesa della scuola e dell'educazione cristiana" le parole "e per l'incremento", per appagare un desiderio manifestato da molti che volevano si desse, pure esternamente, a conoscere che non s'intendeva restringersi unicamente alla difesa da pericoli minaccianti, ma collaborare pure positivamente al miglioramento e al perfezionamento delle istituzioni scolastiche. Non mutamenti radicali delle condizioni esistenti nella scuola, ma svolgimento di essa in conformità dei tempi sulla sicura base confessionale dev'essere lo
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scopo precipuo dell'attività dell' organizzazione scolastica cattolica. Il timore che l'introduzione del diritto elettorale eguale implichi grandi pericoli per il mantenimento del carattere confessionale della scuola elementare ha avuto per conseguenza che in molti luoghi si lavora a introdurre l'unione scolastica. Nelle diocesi di Breslavia e di Limburg a.d. Lahn questa introduzione si è avverata con grandissimo successo. In numerose città sono stati costituiti comitati locali. Frequenti riunioni hanno luogo nelle quali vien trattata principalmente la questione: "Perché esigiamo noi che la nostra scuola elementare abbia carattere confessionale?" Il numero degli associati alla rivista pubblicata dalla Federazione scolastica si aggira intorno ai seimila.

Introduzione del diritto elettorale eguale.
Nel novembre 1917 sono stati presentati alla Camera dei deputati prussiana i disegni di legge sulla riforma del Landtag prussiano cui già accennammo nella nostra ultima relazione. Si tratta di tre disegni di legge dei quali l'uno propone il diritto elettorale eguale per le elezioni alla Camera dei deputati; un altro una diversa composizione della Camera dei Signori e il terzo una modificazione della costituzione rispetto ad alcune questioni concernenti il bilancio sin qui controverse. Nella prima lettura dei disegni di legge, rinviati adesso all'esame di una commissione di trentacinque membri, il rappresentante del Centro, dottor Porsch, ha manifestato con ogni schiettezza i vivi timori di una gran parte della popolazione, e specialmente della cattolica, per l'introduzione del diritto elettorale eguale, timori che si
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riferiscono principalmente alla tutela degli interessi culturali, anche e in modo particolare degli interessi di Chiesa e scuola, che sembrano motivati in considerazione della possibilità di un forte orientamento verso sinistra nella composizione della Camera dei deputati. Una parte del Centro è disposta a votare a favore del diritto elettorale eguale, un'altra si è riservato di prender definitivamente partito quando saranno noti i risultati dei lavori della Commissione.
Quale sorte saranno per avere, in conclusione, questi disegni di legge non è possibile ora prevedere neppure approssimativamente. Considerando il consueto andamento delle cose dovrebbesi pensare che i disegni di legge non hanno alcuna probabilità di essere approvati dalla Camera. La Commissione è composta, nella sua stragrande maggioranza, di avversari del diritto elettorale eguale. Nondimeno molti deputati del Centro sono d'opinione che le nuove leggi, per la pressione delle circostanze, giungeranno sostanzialmente in porto. Il Governo non potrà ritornare in alcun modo sull'atteggiamento preso perché il decreto reale dell' 11 luglio 1917 contiene l'esplicita promessa della introduzione del diritto elettorale eguale così che in base ad esso possano farsi già le prossime elezioni. È chiaro che una bocciatura delle proposte di legge renderebbe necessario lo scioglimento del Landtag, né v'ha dubbio che la nuova Camera, dati gli effetti che la guerra ha avuto sui sentimenti politici di molta parte della popolazione e data l'agitazione accanita che in tal caso verrebbe fatta a favore del diritto elettorale eguale, sarebbe nella sua grande maggioranza favorevole alle proposte. Né si dimentichi
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neppure il gran pericolo che da una simile piega delle cose deriverebbe sicuramente per gli interessi cattolici. Dal nuovo Landtag non si potrebbero certo più sperare provvedimenti legislativi a tutela degli interessi culturali dei cattolici. La Camera dei deputati, secondo ogni probabilità, sarebbe in prevalenza liberale e approverebbe senz'altro un diritto elettorale eguale di tinta anche più radicale. Basta pensare all'efficacia che avrebbe, alla fine di una guerra come la presente, un'agitazione condotta al grido: "Per il diritto elettorale eguale!" e nella quale gli animi potessero venir eccitati con l'indicazione del fatto che la maggioranza della Camera sciolta non volle riconoscere al popolo che sostenne una lotta simile, che sacrificò il suo sangue migliore per la patria, il suo diritto alla libertà e alla partecipazione al Governo e all'opera legislativa, mentre perfino Sua Maestà il Re ha ammesso la maturità politica del popolo con la promessa del diritto elettorale eguale.
Il partito del Centro, come hanno dimostrato le lunghe discussioni di gruppo, è unanime dell'avviso che debba farsi quanto è possibile per tutelare la scuola confessionale e là libertà della Chiesa. Il Centro attende presentemente a lavori preparatori, a ponderare i modi e i mezzi che meglio conducano al raggiungimento degli scopi accennati. Probabilmente esso proporrà che nella costituzione prussiana vengano inserite disposizioni opportune. Per esempio si è pensato di regolare i rapporti fra Stato e Chiesa con la riinserzione debitamente modificati, degli articoli 15, 16 e 18 della costituzione, aboliti dalla legge del 18 giugno 1875. Forse sarebbe pure consigliabile
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inserire alla costituzione le disposizioni della legge prussiana sulla scuola elementare del 28 luglio 1906 che riguardano il carattere confessionale di questa scuola, ossia i paragrafi 33/41. Inoltre si potrebbe stabilire che tutte queste disposizioni costituzionali non possano venir modificate che con una maggioranza di almeno due terzi della Camera. Altre garanzie si possono ottenere pure per mezzo della composizione della Camera dei Signori. In questo riguardo il Centro ha già fatto proposte per ottenere da una parte una migliore rappresentanza del ceto ecclesiastico, dall'altra per ottenere un rafforzamelo del ceto dei credenti attivi. Sarebbe pure da ponderarsi la trasformazione della Camera dei Signori in una seconda Camera fornita dei medesimi diritti. Una Camera simile, qualora gli elementi conservatori e positivi vi fossero rappresentati a sufficienza, potrebbe costituire un efficace contrappeso a una Camera dei deputati radicale.
Nel mantenimento dell'attuale circoscrizione politica risiede, infine, una buona garanzia delle presenti condizioni. Una riforma della circoscrizione politica potrebbe avere effetti anche più gravi dello stesso diritto elettorale eguale per quel che si attiene alla democratizzazione della Camera. Perciò i liberali, e in modo speciale pure i socialisti, si danno già da vario tempo attorno per ottenere una ripartizione dei collegi elettorali unicamente in ragione del numero degli abitanti. Il Governo si è mantenuto sin qui fermo nel proposito di conservare l'odierna circoscrizione. Si dovrà riflettere se non convenga accogliere pure la ripartizione dei collegi nella costituzione
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e stabilire che anch'essa non fossa venir modificata che con i due terzi dei voti.
L'articolo 22 della costituzione garantisce la libertà d'insegnamento, ma l'articolo 112 ha differita la validità di questa disposizione sino alla pubblicazione della legge generale scolastica di cui è parola nell'articolo 26. Adesso sarebbe forse bene di tentare anche di fissar per legge questa libertà. Veri cattolici sarebbe d'interesse straordinario che il loro diritto di aprire scuole e di attendere all'insegnamento venisse garantito dalla costituzione. Con ciò sarebbe assicurato il loro diritto di aprire scuole anche per il caso che in seguito si tentasse una separazione di Chiesa e scuola, di Stato e Chiesa.
1"questione scolastica" hds. unterstrichen, vermutlich vom Empfänger.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], Relazione sullo stato della questione scolastica in Germania vom vor dem 14. Februar 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 7099, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/7099. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 02.03.2011.