Dokument-Nr. 7178

Erzberger, Matthias: Il discorso tenuto dall'on. Erzberger al Reichstag nella seduta del 27 febbraio 1918, e la sua accoglienza nel pubblico e nella stampa, vor dem 18. März 1918

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Dato il grande significato dell'attività politica del deputato del Centro, on. Erzberger, ogni sua dichiarazione desta sempre e immediatamente dibattiti e commenti vivaci nel pubblico e nella stampa, ma tanto più è questo il caso ogni volta che l'on. Erzberger – l'ideatore della risoluzione del Reichstag e il più zelante propugnatore della politica di pace fondata sulla medesima e dal Governo accettata e praticata – prende la parola al Reichstag.
Il discorso che l'on. Erzberger tenne il 27 febbraio alla discussione del bilancio e nel quale parlò in generale e in particolare delle grandi questioni politiche attuali, fu di grande importanza, perché l'on. Erzberger difese con esso la risoluzione di pace del Reichstag presentandola come la sola base possibile di una politica estera che possa condurre ad una pronta fine della guerra ed ad una buona pace e che lasci, contemporaneamente, le nazioni nel rispetto reciproco di se stesse e in rapporti di buon vicinato. Erzberger giustificò la politica della maggioranza del Reichstag e del Governo richiamandosi alle forti correnti di pace all'estero nemico, determinate appunto da questa politica, svelando, nel contempo, i metodi degli annessionisti e dei seguaci di una pace basata sulla forza, asserendo che certi metodi contribuivano a prolungare la guerra. Colse ancora l'occasione per svelare le invettive impudenti e le sfacciate calunnie che dal 19 luglio gli avversari della politica di pace del Reichstag e del Governo rovesciano instancabilmente su di lui, sulla sua politica e sulla sua persona. Proseguendo, l'on. Erzberger difese calorosamente ed in modo persuasivo la necessità di procedere a riforme interne; e disse che la prima e più urgente riforma
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da introdursi nel più breve tempo possibile esser quella del diritto elettorale uguale in Prussia.
Il discorso fu accolto al Reichstag con scroscianti applausi dai partiti della maggioranza, e questi applausi dissero chiaramente che l'on. Erzberger colle sue parole aveva rinforzato ancor più i partiti della maggioranza. Che il discorso dell'on. Erzberger ha prodotto una grande impressione nel pubblico, risulta dai numerosi commenti dei vari giornali, fra cui quelli dei partiti della maggioranza, i quali annettono al discorso l'importanza di avvenimento storico. I fogli annessionistici rivelano il loro imbarazzo perdendosi in inutili invettive.
Riproduciamo qui appresso la traduzione di alcuni commenti tolti qua e là dai giornali della maggioranza.
La "Germania" (Centro) ha dedicato al discorso un articolo di fondo nel quale si legge:
"Dopoché l'on. Trimborn ebbe parlato al Reichstag del contegno del Centro e chiesto riforme economiche e sociali, intese, per esempio, a diminuire la scarsità delle abitazioni, a proteggere e promuovere l'agricoltura, ad aiutare il ceto medio e a distribuire equamente i gravami delle tasse, prese la parola l'on. Erzberger per giustificare con un discorso forte ed efficace la politica dei partiti della maggioranza. Le sue argomentazioni riguardarono principalmente la risoluzione di pace del Reichstag, nonché lo strano contegno del "Partito della Patria" e dei conservatori che ne sono magna pars.
Giustamente l'on. Erzberger rilevò che l'insuccesso dell'offerta di pace tedesca del decembre 1916 anche nei paesi neutrali si deve tutto all'interpretazione fattane dalla stampa pangermanista, che della proposta di pace
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tedesca fece una vera e propria minaccia. Fu per questa ragione che la maggioranza del Reichstag si vide posta dinanzi al compito di rinsaldare la fede nelle intenzioni pacifiche della Germania e di addossarsi, contemporaneamente, la responsabilità che il contegno futuro dell'Impero corrisponderà, nei limiti del possibile, a quelle intenzioni. Che i pangermanisti abbian chiamato "della fame" la risoluzione di pace e "i Partiti della fame" la maggioranza del Reichstag, non vuol dir nulla: non esiste il menomo dubbio che la risoluzione del Reichstag ha straordinariamente promosso il pensiero di pace dell'estero nemico, e non mancherà anche in futuro di promuoverlo vieppiù. Per questa ragione, anche più tardi, quando questa "risoluzione" avrà insieme alle gesta delle armi dell'esercito tedesco, determinato la fine della guerra, si rivelerà come la più grande benedizione dell'umanità e, in modo speciale, della Germania. Come può dirsi segno di debolezza, se un paese, che combatte con grande successo contro un mondo di nemici, offre a questi la mano per la pace? Oltre a ciò il popolo germanico ha provato coi fatti di aver giustamente considerato, in questo rapporto, la risoluzione di pace, e continuerà a resistere tenacemente e saldamente, come l'esercito persevererà nel battersi con valore e con successo. La "risoluzione"della maggioranza del Reichstag non mancherà di avere la sua storia speciale, e sarà celebrata dalle future generazioni tedesche come la fase decisiva determinante la pace. Questa "risoluzione" ha non soltanto ridato credito alla parola tedesca, ma ha avuto una influenza meravigliosa e attrae oggi a sé, continuamente, nuovi strati di persone; specialmente in Inghilterra e in America; anche se colà non viene pubblicamente ammesso.
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Dopo una meravigliosa apologia della politica della maggioranza del Reichstag, l'on. Erzberger passò all'offensiva contro i pangermanisti. In questo attacco fu obbligato a proteggere la sua stessa persona, formando questa il bersaglio delle escandescenze e delle invettive del cosiddetto "Partito della Patria". Questa seconda parte del discorso fu ancora più potente, ancor più impressionante della prima. Le parole dell'oratore cadevano ronzando come scudisciate addosso agli avversari. L'on. Erzberger colse soltanto fior da fiore nel giardino degli intrighi e dei sobillamenti pangermanisti; se egli avesse voluto citare tutte le loro prodezze, avrebbe potuto parlare una settimana intera. Tuttavia quello che disse bastò completamente. Molti lettori imparziali si domanderanno come è potuto avvenire che appunto giornali conservatori abbiano assunto un tono che noi possiamo immaginarci appena in uso fra le controversie bolsciviche. Gli insulti, le accuse personali e il gridare che fanno nei loro giornali, costituiscono un fatto veramente nuovo in Germania, o soltanto privilegio, sin qui, della cosiddetta stampa ricattatrice. È vero che per combattere le idee ci sono armi migliori e più valide: ossia le idee... quando si posseggono. Ben a ragione l'on. Erzberger bollò gli articoli di questi giornali chiamandoli la più bassa corruzione di tutta la vita pubblica, peggiori degli scandali americani. Raramente noi abbiamo preso notizia di questi articoli disgustanti, perché si condannano da se stessi; tuttavia non possiamo reprimere il senso del rincrescimento che appunto circoli conservatori in lotta contro avversari politici non arretrino dinanzi a mezzi siffatti, mentre nei tempi passati, anche nelle più aspre polemiche, diedero sempre prova di nobili senti-
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menti. Passando a parlare dei suoi nemici personali che hanno messo in giro le più risibili e sciagurate storielle, l'on. Erzberger si contentò di additarne al disprezzo pubblico gli autori.
Da ultimo, l'oratore, con forza di argomentazione e con magistrale dialettica, provò che è proprio la politica dei partiti della maggioranza quella che garantisce la vittoria, mentre una politica che perseguisse lo scopo ed ottenesse il risultato di staccare il partito socialista colle masse operaie dall'unità del popolo tedesco, sarebbe la politica più anarchica immaginabile. Ben a proposito l'on. Erzberger disse che uno dei più grandi meriti di Bethmann-Hollweg è quello di aver indotto il partito socialista a difendere il suo paese, e che appunto questo partito è quello che ha sopportato i più gravi sacrifici. Il nostro giornale ai primi intrighi contro l'ex-Cancelliere non mancò di difendere quest'ultimo, di ricordare l'unità tedesca da lui raggiunta e di tributargli la sua riconoscenza per avere egli indotto il partito socialista a difendere la patria insieme a tutto il paese. Speriamo che i socialisti continuino a compiere i loro doveri patriottici, senza lasciarsi frastornare dalle manovre pangermaniste, e la grande maggioranza degli altri partiti saprà sempre apprezzare come si deve i sacrifici da essi compiuti. Sarebbe oltremodo desiderevole se il "Partito della Patria" traesse dal discorso dell'on. Erzberger le necessarie conseguenze.
Anche la "Börsenzeitung", organo dei liberali-nazionali, dedica al discorso di Erzberger l'articolo seguente:
"Nel corso della seduta di ieri, di cui riportiamo qui la fine, un discorso del deputato Erzberger assurse all'im-
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portanza di avvenimento politico. L'assemblea sapeva già, prima ancora che l'on. Erzberger salisse alla tribuna, che egli intendeva di far i conti con tutti i suoi nemici. Il signor Erzberger l'ha fatto in una forma che oltrepassò grandemente l'àmbito della giustificazione personale, e che caratterizzò in modo grandioso la politica del Centro durante la guerra, d'accordo cogli altri partiti della maggioranza.
Così, le questioni che lo riguardavano personalmente, presero, relativamente, poco posto nel suo discorso. L'on. Erzberger, servendosi ora di fine ironia, ora esprimendosi in modo anche troppo chiaro, seppe difendere meravigliosamente il suo punto di vista dagli attacchi nemici. Egli mise a nudo, spietatamente, l'indegno modo di lotta dei pangermanisti e del cosiddetto "Partito delle Patria"; e la grande maggioranza del Reichstag lo appoggiò nella filippica violenta da lui pronunciata contro la calunniosa campagna.
Nel trattare le questioni di politica estera, l'on. Erzberger sì rivelò quale esatto conoscitore dei rapporti esteri. Egli evitò di muoversi nel campo di cose troppo generali o di presentare le cose sotto un certo aspetto tendenzioso; e fu proprio questo che rese il suo dire oltremodo interessante. Molti passi del suo discorso comprovano un ammirabile coraggio delle sue persuasioni ed una grande franchezza. Il signor Erzberger disse chiaro e tondo che non ci si deve illudere credendo che le varie paci che andiamo concludendo in Oriente risolvano qualunque questione alla fine [sic] della pace mondiale; accentuò, invece, che noi dobbiamo incondizionatamente calcolare sulla necessità di dover difendere anche alla conclusione della pace mondiale
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la soluzione delle questioni odierne. Trasse da ciò la conseguenza logica aver noi più grande interesse di mantenere lealmente dinanzi ai popoli d'Oriente, che oggi celebrano la loro libertà, le promesse fatte, e di saperci acquistare le loro vere simpatie e la loro stima grazie ad una politica da iniziarsi senza indugio. I nostri lettori troveranno nel nostro articolo di fondo odierno lo sviluppo di pensieri simili. Il signor Erzberger pronunciò, poi, notevolissime parole sulla pace colla Rumenia.
La risoluzione di pace del Reichstag trovò ieri nell'on. Erzberger un meraviglioso difensore. Egli la difese coll'abilità e colla forza che derivava dalla sua intima persuasione, per motivi di politica estera come di politica interna. Il signor Erzberger colse l'occasione per rettificare la falsa interpretazione data dal deputato von Heydebrand alle parole del Cancelliere sul Belgio. Alla fine del suo discorso toccò la politica interna dei partiti della maggioranza, ponendo insistentemente sull'avanscena i punti di vista della patria; punti di vista che debbono rendere possibile al partito socialista di collaborare col Governo e non di allontanarlo come vorrebbero i conservatori. Il discorso dell'on. Erzberger costituì un programma di politica estera e interna; un programma sviluppato per il partito del Centro e che fu vivacemente approvato non soltanto nei circoli dei suoi più stretti amici. Qual fosse il suo successo, lo dissero gli applausi scroscianti e prolungati che alla fine del discorso egli si ebbe dal Centro, dal Partito democratico progressista, dal Partito socialista ed anche dai banchi dei nazionali liberali."
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Il "Berliner Tageblatt" che propugna una pace d'accomodamento scrive:
"L'on. Erzberger fu l'ultimo a parlare. Il suo discorso produsse un'impressione straordinaria, e non mancherà di interessare tutto quanto il paese. Le sue parole furono come l'illustrazione dei moniti rivolti dal Vicecancelliere von Payer alla destra. L'on. Erzberger rimproverò ai conservatori, ai pangermanisti e alla loro "organizzazione neutrale" – il cosiddetto "Partito della Patria" – il loro metodo riprovevolissimo di lotta contro tutti quelli che non sono annessionisti come loro. Appena l'on. Erzberger cominciò a parlare, l'aula si affollò di deputati, i quali, per non perdere una sola parola, abbandonarono i posti nei relativi settori e si avvicinarono alla tribuna degli oratori. La destra schiamazzò, interruppe continuamente con gridi ed invettive, ma l'on. Erzberger, imperterrito, andò fino in fondo, senza curarsene. Dopo avere illuminato particolareggiatamente il capitolo della corruzione della stampa fatta per mezzo del danaro dei grandi industriali pangermanisti, passò a ribattere, una per una, le molte calunnie messe in giro dai suoi nemici. Sfatò, così, una dopo l'altra le leggende inventate sul suo conto. L'on. Erzberger parlò con grande forza, e parlò molto bene. Raramente si è dato il caso di un deputato che sapesse così bene e così spietatamente gettar fasci di luce nella stanza oscura dei pangermanisti conservatori. Molto ci sarà ancora da dire su questo capitolo; e molto sarà detto".
La "Frankfurter Zeitung" un giornale che, presso a poco, è delle medesime vedute del "Berliner Tageblatt",
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giudica come appresso:
"Scaricatasi nei primi due giorni la tensione esistente al principio del dibattito sul bilancio, è subentrata una certa tranquillità. I settori sono, nel terzo giorno, meno affollati del solito e con una certa indifferenza si ascoltano i discorsi degli oratori di cui si conosce l'opinione politica perché se ne conosce il contenuto prima ancora che aprano bocca. Quando, in ora piuttosto avanzata, l'on. Erzberger prese la parola per difendere con un bellissimo ed eloquentissimo discorso la tanto calunniata "risoluzione" di pace del Reichstag, l'aula si rianimò come d'incanto, e si ebbe un'ora delle grandi giornate. L'on. Erzberger portò una gran copia di materiale per corroborare l'affermazione (così amara ai conservatori) del Vicecancelliere von Payer, che i circoli pangermanisti hanno tentato di distruggere la tregua civile. Fra gli applausi scroscianti della Camera egli ringraziò il Vicecancelliere per esser rimasto uomo liberale anche dopo la sua assunzione al Governo, e di aver respinto gli attacchi mossi alla risoluzione di pace. Disse che la sua franchezza aveva fatto l'effetto di una tempesta purificatrice ed aveva rinforzato l'unità. L'on. Erzberger bollò a fuoco gli intrighi dei pangermanisti che comprano giornali e sobillano il paese col denaro dei grandi industriali. Stigmatizzò con fiere parole gli innumerevoli attacchi e calunnie a cui era stata fatta segno in quest'ultimo tempo la sua persona, e questo perché egli, nella Commissione principale del Reichstag, aveva provato che un gruppo di grandi esportatori di carbone, di acciaio e di sostanze chimiche, aveva intascato, ai danni di tutti, grazie alla sola differenza
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della valuta, ben 644 milioni di marchi. Chiedendo il diritto elettorale uguale egli appoggiò decisamente il Vicecancelliere. Con chiare e persuasive parole riuscì a convincere della necessità di collaborare col partito socialista; di questo partito che nell'interesse della patria ha subìto il grandissimo sacrificio dello scisma. Concluse affermando, in mezzo agli entusiastici applausi della grande maggioranza del Reichstag, che lo Stato debba svilupparsi nel senso liberale."
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, Il discorso tenuto dall'on.Erzberger al Reichstag nella seduta del 27febbraio 1918, e la sua accoglienza nel pubblico e nella stampa vom vor dem 18. März 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 7178, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/7178. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 02.03.2011.