Dokument-Nr. 7185

[Erzberger, Matthias]: Cambiamenti nella Costituzione dell'Impero per sopprimere il potere di comando dell'Imperatore e la posizione privilegiata dell'autorità militare, 28. Oktober 1918

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La trasformazione interna della Germania, cominciata colla formazione del nuovo Governo, compié un passo memorabile il giorno 24 del corrente mese con due votazioni di straordinaria importanza. La Camera dei Signori prussiana (la Prima Camera in Prussia) approvò il diritto elettorale uguale senza restrizioni di sorta. Il nuovo spirito dei nuovi tempi trovasi in ascensione così vittoriosa che nemmeno l'estrema destra di questa Camera ha osato impancarsi in discussioni oziose di opposizione, ed è passata senz'altro alla votazione. Nella Dieta prussiana i partiti della maggioranza del Reichstag sono egualmente riusciti a fondersi in una maggioranza propugnatrice del diritto elettorale uguale: il suffragio delle tre classi, il più robusto puntello di qualsiasi reazione in Prussia è caduto, e più nulla rimane di esso.
Contemporaneamente si svolgeva nel Reichstag germanico un'altra votazione che formava effettivamente la base dell'attuale rinnovamento. Il dibattito sul programma del Governo terminò con un voto di fiducia esplicito della grande maggioranza del Reichstag. Il voto di fiducia fu accolto con 193 voti favorevoli e 52 contrari dei conservatori e dei socialisti radicali. A questo modo il sistema parlamentare è stato inaugurato per la prima volta nel Parlamento tedesco.
Il nuovo Governo procede diritto nella via delle riforme del nuovo Stato popolare germanico. I due punti di vista che servono di guida in questo cammino, sono:
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1) L'esistenza del Governo deve dipendere dalla fiducia della Camera (Reichstag);
2) Qualsiasi atto di governo, in qualsiasi campo esso si svolga, deve provenire esclusivamente da questo Governo responsabile.
In quanto al rapporto fra Governo e Reichstag, sin qui era l'Imperatore che, in tutti i casi critici, decideva se il Cancelliere, godesse o non godesse della fiducia del Reichstag, doveva andarsene o rimanere in carica. Teoreticamente era dunque possibile che il Reichstag dovesse continuare a lavorare con un cancelliere o con un suo supplente, che più non godeva della sua fiducia. Oggi si è rimediato a questo inconveniente aggiungendo per ora il seguente capoverso all'articolo 15 della Costituzione dell'Impero:
Il Cancelliere dell'Impero ha bisogno, per rimanere in carica, della fiducia del Reichstag.
In quanto alla responsabilità dei Ministri, l'articolo 17 della Costituzione dell'Impero diceva che il Cancelliere "si addossava colla sua controfirma la responsabilità delle disposizioni e rescritti dell'Imperatore."
Dei Segretari di Stato, dei rappresentanti e supplenti del Cancelliere, non vi era nessuna parola. Or ecco che all'articolo 15 viene aggiunto un secondo capoverso che dice:
Il Cancelliere e i suoi facenti funzione sono responsabili davanti al Consiglio federale e al Reichstag della loro gestione.
Questo concetto coincide, in quanto al suo contenuto, con quello di altre costituzioni parlamentari, come per esempio coll'articolo 6 della Costituzione della Repubblica francese del 5 febbraio 1875: "I ministri sono
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responsabili davanti alle due Camere, collettivamente in quanto alla politica generale del Governo, e individualmente per i loro singoli atti personali.
Di significato ben più grande sono però quei cambiamenti della Costituzione che subordinano al Governo responsabile i poteri militari. Qui si tratta né più né meno che dell'abolizione del "regime personale" e del potere di comando dell'Imperatore. Secondo l'articolo 17 della Costituzione dell'Impero il Cancelliere si assumeva la responsabilità controfirmando le disposizioni e i riscritti imperiali. Ora questa responsabilità non vien più ritenuta sufficiente. Il Cancelliere deve assumersi la responsabilità per qualsiasi atto di importanza politica dell'Imperatore, che egli compie nell'esercizio dei diritti riconosciutigli dallo Statuto; anche quando, dunque, non si tratti soltanto di disposizioni o di rescritti; (Per esempio di discorsi o di dichiarazioni orali del Sovrano aventi un significato politico). Questa prescrizione conferisce, naturalmente, al Cancelliere l'autorità di esigere dall'Imperatore di esser messo al corrente delle dichiarazioni e comunicazioni che esso intende fare, e prima che queste vengano fatte. Il capoverso corrispondente, da aggiungersi all'articolo 15 della Costituzione, dice:
Il Cancelliere è responsabile di qualsiasi atto di significato politico compiuto dall'Imperatore nell'esercizio dei diritti riconosciutigli dalla Costituzione.
Il potere di comando dell'Imperatore consisteva in prima linea nel diritto di nomina per gli ufficiali e impiegati. Queste nomine venivano fatte nel Gabinetto militare
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dell'Imperatore il quale non sottostava a nessuna responsabilità parlamentare. Conseguenza di questa istituzione era un sistema equivalente ad uno Stato militare indipendente entro lo Stato, e, in ultima analisi, il punto centrale del problema interno tedesco. Di qui la preponderanza delle autorità militari, la potenza dello Stato Maggiore, la sua tendenza a voler fare una politica propria; una politica che sovente faceva ai cozzi e frustrava quella del Governo responsabile. L'intenzione del nuovo Governo tedesco, di tener saldamente l'autorità militare nell'àmbito della responsabilità militare, deve far trionfare il principio fondamentale che l'esercito non è affatto entro lo Stato una cosa a sé, sibbene un istrumento della politica del Governo. Questa intenzione è divenuta realtà dal momento che per tutte le nomine o i congedi degli ufficiali si viene a creare una responsabilità della rappresentanza popolare in virtù della controfirma di un Ministro responsabile. Non essendovi in Germania un esercito dell'Impero, ma risultando questo formato coi contingenti dei vari Stati confederati, ne risulta, che manca un Ministero della Guerra per l'Impero, e che la Prussia, la Baviera, il Württemberg e la Sassonia hanno i loro propri Ministri della Guerra. Dei quali soltanto quello della Baviera e del Württemberg sono responsabili davanti alle loro Diete; nessuno però è responsabile davanti al Reichstag. Per metter fine a questo stato di cose si è proceduto alle seguenti aggiunte e emendamenti nella Costituzione dell'impero:
L'Articolo 64, secondo capoverso, dello Statuto dell'Impero, rimetteva all'Imperatore la nomina del supremo
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comandante e di tutti i comandanti di fortezza. Oggi per tali nomine è prescritta la controfirma del Cancelliere.
All'Articolo 53, primo capoverso, viene aggiunto il seguente periodo:
"Nomine, promozioni, traslochi e congedi degli ufficiali ed impiegati della Marina avvengono solo colla controfirma del Cancelliere."
L'Articolo 66 della Costituzione dell'Impero contiene i due seguenti capoversi 3 e 4:
"Nomine, promozioni, traslochi e congedi degli ufficiali e impiegati militari di un contingente, avvengono colla controfirma del ministro della guerra del contingente.
I ministri della guerra sono responsabili davanti al Consiglio federale e al Reichstag per la gestione del loro contingente."
L'intenzione del nuovo Governo (sulla quale abbiamo già riferito) di legare all'approvazione del Reichstag eventuali dichiarazioni di guerra e conclusioni di pace è stata nettamente espressa nei due seguenti capoversi da aggiungersi all'articolo 11 della Costituzione dell'Impero:
"Per dichiarare la guerra in nome dell'Impero è necessaria l'approvazione del Consiglio federale e del Reichstag.
Trattati di pace, nonché quei trattati conclusi con Stati stranieri e che si riferiscono ad obbietti riguardanti la legislazione dell'Impero, hanno bisogno dell'approvazione del Consiglio federale e del Reichstag."
Dopo i cambiamenti operati nello Statuto, la posizione dell'Imperatore tedesco non sarà molto differente da
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quella del Re d'Inghilterra nella vita costituzionale inglese. Concretati che siano questi mutamenti dello Statuto, nessuno potrà parlar più di un potere del comando dell'Imperatore e di una posizione scevra di responsabilità dell'autorità militare in Germania. Il Gabinetto militare diviene semplicemente un riparto del Ministero della guerra, ed anche lo Stato Maggiore ricade nell'àmbito delle responsabilità del Cancelliere. Nessun ufficiale può esser nominato o congedato senza l'approvazione del Cancelliere oppure del Ministro della Guerra responsabile. A questo modo si mette fine una volta per sempre a qualsiasi politica generale autonoma.
Mentre la stampa dei partiti della maggioranza commenta con soddisfazione la soppressione dell'assoluto potere di comando dell'Imperatore con tutte le sue conseguenze, la stampa reazionaria e pangermanista eleva al cielo alti lai e si dà ad una energica agitazione contro il Governo, servendosi di mezzi demagogici abbastanza volgari. La stampa reazionaria si oppone soprattutto a che – per dirla con parole sue – "si stronchi la spina dorsale alla Monarchia per far un piacere al signor Wilson". Espone quindi la situazione come se i cambiamenti operati nello Statuto siano esclusivamente un prodotto della situazione internazionale. La verità è però questa, che il Reichstag tedesco riconobbe già nel 1908 quale errore fondamentale nella questione della Costituzione la questione esistente sulle decisioni in quanto alla guerra e alla pace, nonché sul potere di comando sull'esercito e la flotta. La Commissione creata nel 1908 per studiare gli emendamenti da apportarsi allo Statuto toccò subito questi punti di capitale importanza, ed anche la Commissione del 1917 avanzò immediatamente tali questioni. Quello che oggi è stato fatto fu domandato allora e poi sempre spinto sul davanti dai partiti della
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maggioranza come necessario ed inevitabile. Se oggi la stampa pangermanista parla di smacco e di vergogna, ben a ragione la stampa del Governo ribatte che se oggi tutto fa credere, purtroppo, che le riforme si attuino sotto la pressione della situazione internazionale, la colpa ricade tutta su quelle cerchia e su quei partiti che hanno sempre combattuto a spada tratta le riforme concretate oggi. Del resto gli organi della maggioranza, riferendosi alla parte politica dell'ultima nota di Wilson, son d'opinione che le riforme progettate sieno fatte valere quanto prima per toglier di mezzo qualsiasi ostacolo alla pace. Essendo sicura l'approvazione del Reichstag e del Consiglio federale alle riforme, esse entreranno immediatamente in vigore, e il Governo, quando risponderà alla nota di Wilson del 23 ottobre, potrà certamente rispondere che i dubbi espressi da Wilson e le sue richieste che sia tolto di mezzo il potere di comando dell'Imperatore, nonché la posizione privilegiata delle autorità militari, non hanno più luogo d'essere, dopo gli atti legislativi già compiuti in Germania.
26. 10. 1918
Il Reichstag votò la sera del 26 i mutamenti nella costituzione a stragrande maggioranza e coll'approvazione del Ministro della Guerra prussiano. Conseguenza di questo voto furono le dimissioni del generale Ludendorff; dimissioni salutate con grande soddisfazione da tutta quanta la maggioranza. Ludendorff non voleva assoggettarsi allo spirito del nuovo Governo popolare; specialmente non approvava
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che il potere militare venisse ad essere subordinato al potere civile, e ne ha tratte logicamente le conseguenze. La nomina del nuovo quartiermastro generale avverrà con la controfirma del Ministero della Guerra, ossia nel senso dei nuovi cambiamenti dello Statuto. Se noi riassumiamo brevemente ancora una volta i cambiamenti operatisi nella costituzione, si viene ad avere il seguente risultato:
1) In caso di una guerra di difesa, l'Imperatore poteva, sin qui, dichiararla da sé. Oggi egli per qualsiasi dichiarazione di guerra ha bisogno non solo dell'approvazione del Consiglio Federale, ma anche del Reichstag. In avvenire nessuna guerra potrà essere dichiarata senza l'espressa approvazione del popolo germanico.
2) Sin qui era in dubbio fino a che punto trattati di pace avevan bisogno dell'approvazione del Reichstag. Oggi qualsiasi trattato di pace, indipendentemente dal suo contenuto, deve avere l'approvazione del Reichstag.
3) Oggi nessun cancelliere può assumersi la carica o rimanere in essa senza un espresso voto di fiducia del Reichstag.
4) Oggi tutte quante le azioni e le dichiarazioni di significato politico dell'Imperatore, anche se non dovessero avere immediate conseguenze politiche, ma che potrebbero, però, averne (per esempio manifestazioni di carattere militare), specialmente se dovessero avere conseguenze finanziarie, sottostanno alla responsabilità del cancelliere. La responsabilità è regolata in modo ampio ed esauriente.
5) Il cancelliere dell'Impero e il suo supplente sono responsabili della loro gestione dinanzi al Consiglio fe-
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derale e al Reichstag. Nel caso che ad onta del voto di sfiducia il cancelliere rimanga in carica, è preveduta un'Alta Corte di giustizia dinanzi alla quale egli dovrà scolparsi.
6) Colla controfirma del cancelliere nelle nomine, promozioni, traslochi e congedi di ufficiali e soldati dell'esercito e della marina, il Gabinetto della marina vien sottoposto al controllo del cancelliere e il Gabinetto militare al controllo e alla responsabilità del Ministro della Guerra e quindi al controllo parlamentare. Qualsiasi potere senza responsabilità è escluso a questo modo nell'àmbito della marina e dell'esercito.
7) Fin qui non era regolata la questione dinanzi a chi erano responsabili i Ministri della guerra. Adesso il Ministro della guerra in Prussia, nel Württemberg e nella Sassonia sono responsabili dinanzi al Consiglio federale e al Reichstag.
Secondo le attuali prescrizioni formali dello Statuto col regime del Governo popolare, non sono più possibili esorbitazioni di poteri dell'autorità militare e di qualsiasi altra autorità senza che essa sia subito punita.
Il Cancelliere dell'Impero non è più il fiduciario della corona, ma il fiduciario della rappresentanza popolare. Se egli perde questa fiducia il Governo può costringerlo a dimettersi come può costringere qualsiasi altro membro responsabile del Governo. In qualsiasi campo è stabilito che per qualsiasi azione politica dell'Imperatore, un uomo di Stato debba esserne responsabile dinanzi al Reichstag. La nomina di eminenti parlamentari a membri del Governo, senza che essi decadono per questo dal loro mandato, garantisce la
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cooperazione fiduciosa fra la maggioranza del Reichstag e il Governo. Tutti partiti della maggioranza hanno fornito per lo meno un Segretario di Stato,
il Centro 3,
il partito socialista 2.
I partiti della maggioranza hanno poi fornito i seguenti Segretari di Stato:
il Centro 1,
il partito socialista 2.
I Segretari di Stato parlamentari formano insieme al Vicecancelliere tolto dal Reichstag, il Gabinetto di guerra, presieduto dallo stesso Cancelliere, nel quale vengono discusse in modo collegiale tutte le questioni di guerra e di pace.
Come va trasformandosi il nuovo edificio popolare tedesco così anche negli Stati federati si procede parallelamente al medesimo sviluppo. Il diritto elettorale eguale e segreto come quello del Reichstag è ormai una cosa fatta per la Prussia. Che la Prussia possa attraversare in qualsivoglia modo la politica dell'Impero, è assolutamente escluso.
Un confronto con gli Stati retti da lungo tempo con regime parlamentare mostra che, dunque, anche in Germania la volontà popolare personificata nel Parlamento sarà in avvenire la sola sovrana. Nessuna reazione sarà più in grado di rovesciare le nuove riforme ancorate nella Costituzione, perché la stragrande maggioranza del popolo è pronta a difenderle. Ciò che in altri Stati si è ottenuto soltanto con guerre intestine e cruente, in Germania è stato raggiunto in via pacifica, senza scosse nella grande compagine statale.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], Cambiamenti nella Costituzione dell'Impero per sopprimere il potere di comando dell'Imperatore e la posizione privilegiata dell'autorità militare vom 28. Oktober 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 7185, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/7185. Letzter Zugriff am: 25.04.2024.
Online seit 02.03.2011.