Dokument-Nr. 720

[Erzberger, Matthias]: I Livoni e gli Estoni desiderano di unirsi con l'Impero Germanico. Con 1 cartina, 16. April 1918

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Il 13 del corrente aprile il Consiglio nazionale unito della Livonia, dell'Estonia, di Riga e dell'isola Oesel ha preso a pieni voti la deliberazione, che riferiamo più sotto, alla lettera, che dell'Estonia, della Livonia, della Curlandia, delle isole ad esse prospicienti e della città di Riga venga formato un unico Stato monarco-costituzionale congiunto all'Impero germanico mediante unione personale col Re di Prussia.
Per intendere e giudicare questa deliberazione sarà opportuno di dare uno sguardo retrospettivo alla parte che la Livonia e l'Estonia hanno avuta nelle trattative di pace russo-tedesche, in Brest-Litowsk.
La Livonia e l'Estonia costituiscono con la Curlandia, la Lituania e la Polonia quella serie di territori che separano all'ovest la Russia degli Zar dalle province orientali tedesche. Il crollo dell'Impero russo in questa guerra rinvigorì il pensiero nazionale di questi popoli di confine e svegliò in essi il desiderio di edificare il proprio avvenire sulla base del distacco dalla Russia. Già nel novembre 1916 l'Impero germanico assecondò il desiderio d'indipendenza dei Polacchi, pose il fondamento di un Regno di Polonia indipendente e sviluppò sempre più durante la guerra, nei limiti del possibile segnati dalle circostanze, questa indipendenza. Allorché, il 24 dicembre u.s., da parte russa venne proclamato per tutti i popoli viventi in Russia il diritto di decidere la propria sorte sino al distacco, si avevano per la Curlandia, la Lituania, e, inoltre, per la città di Riga e le isole Oesel, Dagoe e Moon, giacenti lungo la costa dell'Estonia, deliberazioni dei singoli Consigli nazionali sul distacco dalla Russia in base ai quali i
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delegati tedeschi chiesero che la proposta russa venisse applicata quanto alla Curlandia, alla Lituania e a parti dell'Estonia e della Livonia nel senso di una piena indipendenza politica di queste regioni. Sono noti i mezzi con i quali i delegati russi, specialmente Trotzki, tentarono di evitare l'attuazione del diritto di autodecisione proclamato dai Russi allorché si trattò davvero di applicarlo. Dopo laboriose trattative si venne, il 10 febbraio, alla rottura dei negoziati di pace e alla ripresa delle ostilità, all'avanzata delle truppe tedesche nell'Ucraina, nella Livonia e nell'Estonia, dove la guardia rossa del Governo bolscevico compieva le sue gesta, arrestava e trascinava via gli abitanti tedeschi ed anche gli Estoni e Livoni amanti dell'ordine; assassinava e incendiava. Le truppe tedesche occuparono l'Estonia e la Livonia, ma la loro azione non fu ispirata da intenzioni di conquista. Il Cancelliere dell'Impero dichiarava esplicitamente il 25 febbraio:
"Le operazioni militari non si propongono nessuno scopo di conquista ma avvengono esclusivamente per annuire alle instanti preghiere e agli inviti delle popolazioni impetranti difesa dalle crudeltà e devastazioni della guardia rossa e di altre bande. Esse, quindi, non sono che soccorsi decisi in nome dell'umanità e non devono avere altro carattere. Si tratta di ristabilire l'ordine e la calma nell'interesse della pacifica popolazione. Noi non pensiamo affatto a stabilirci nell'Estonia o nella Livonia ma desideriamo solamente di vivere, dopo la guerra, in rapporti di buon vicinato con gli Stati che sono là per sorgere."
L'occupazione dell'Estonia e della Livonia accadde, dunque, soltanto per proteggere la popolazione dagli eccessi delle bande irregolari russe.
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Deliberazioni come per la Curlandia e la Lituania, nelle quali Lituani e Curlandesi manifestavano la volontà di staccarsi dalla Russia, non si avevano contemporaneamente per l'Estonia e la Livonia (fatta eccezione per la città di Riga). Il Governo germanico non fece, quindi, che tener lealmente conto della situazione reale distinguendo, nel trattamento della questione, la Curlandia e la Lituania da una parte, e la Livonia e l'Estonia dall'altra. Ciò si manifestò pure nel trattato di pace russo-tedesco e precisamente nell'articolo 3, che menzionando la linea che verso ovest delimita la sovranità dello Stato russo, separa dalla Russia, la Polonia, la Curlandia e la Lituania, mentre le lascia l'Estonia e la Livonia. L'articolo 6 del trattato dice sulla Livonia e l'Estonia che esse devono essere occupate da truppe di polizia tedesche sino a che la pubblica sicurezza non sia colà garantita da istituzioni locali e organato lo Stato.
Dal punto di vista costituzionale la Livonia e la Estonia sono quindi territori rimasti sotto la sovranità russa; la loro transitoria occupazione da parte di truppe di polizia tedesche ha il solo scopo di agevolare lo stabilimento dell'ordine statale e il sorgere di proprie istituzioni. Questo modo di vedere dominò pure nella discussione del trattato di pace con la Russia nella Commissione principale del Reichstag. Allorché, in seduta plenaria, i conservatori tentarono di intorbidare la chiarezza della situazione col richiamo al diritto di decidere della propria sorte accordato, in principio, dal Governo di Pietrogrado a tutti i popoli russi, esso venne sostenuto dai rappresentanti dei partiti della maggioranza sotto la guida del deputato Erzberger e confermato come giusto dal rappresentante dell'Auswärtiges Amt.
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La posizione dell'Estonia e della Livonia dal punto di vista costituzionale non è, quindi, ambigua. Tuttavia il trattato di pace russo-tedesco non dice nient'affatto che esse debbano rimanere per sempre sotto il Governo di Pietrogrado ed essere impedite di lavorare ad ottenere da quel Governo libertà per la conformazione del loro avvenire politico. L'articolo 6 del trattato di pace prevede per la Livonia e l'Estonia "proprie istituzioni". Da ciò segue che le parti contraenti, Germania e Russia, hanno preveduto per la Livonia e l'Estonia un ordinamento autonomo. Come gli Estoni e i Livoni si volessero giovare di questa disposizione, mirare ad un'autonomia nell'ambito della Russia o decidersi per l'unione con un altro Stato, era faccenda che essi dovevano regolare, oltreché con se stessi, con il Governo russo, alla cui sovranità per ora soggiacciono, né ciò significava una contraddizione con il menzionato punto del trattato di pace.
Adesso il Consiglio nazionale unito dell'Estonia, della Livonia, di Riga e delle isole summentovate ha deliberato, il 13 aprile, di:
1. Pregare l'Imperatore di Germania di mantenere la Livonia e l' Estonia in permanente difesa militare e di appoggiarle efficacemente nell'attuazione del distacco dalla Russia;
2. di manifestare il desiderio che della Livonia, dell'Estonia, della Curlandia, delle isole stese loro davanti e della città di Riga venga formato un unico Stato monarchico-costituzionale con la medesima costituzione e amministrazione e congiunto all'Impero germanico mediante unione personale con il Re di Prussia; di pregare, inoltre, l'Imperatore di Germania di accogliere benignamente questo
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desiderio della popolazione baltica e di esaudirlo.
3. di pregare l'Imperatore di Germania:
a) di agevolare la creazione di speciali istituzioni per la Livonia e l'Estonia, che amministrino la Livonia e l'Estonia sino alla fusione delle province baltiche in un solo Stato;
b) che fra l'Impero di Germania e, rispettivamente, fra il Regno di Prussia e lo Stato composto delle province baltiche, siano stipulate le opportune convenzioni militari, monetarie ed altre sui trasporti, le dogane, i pesi, le misure ecc.
Contemporaneamente venne mandato all'Imperatore di Germania questo telegramma:
"A Sua Maestà l'Imperatore e Re: "I rappresentanti di tutta la popolazione della Livonia, dell'Estonia, di Riga e dell'isola Oesel, riuniti nel comune Consiglio nazionale, ringraziano Vostra Maestà, con il cuore commosso, per l'aiuto ottenuto nell'ora del più grave pericolo. Liberato dall'incubo della morte e della violentazione la popolazione può manifestare adesso apertamente, dinanzi al mondo intero, i suoi desideri per l'avvenire del paese e prega unanime Vostra Maestà a riunire per sempre le terre baltiche, sotto lo scettro potente di Vostra Maestà imperiale e reale, all'Impero germanico mediante unione personale con il Re di Prussia."
A questo telegramma l'Imperatore inviò, il 14 aprile, al Presidente del comune Consiglio nazionale della Li-
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vonia e dell'Estonia questa risposta:
"Il ringraziamento manifestatomi in maniera così cordiale dal Consiglio nazionale della Livonia, dell'Estonia, di Riga e di Oesel per la liberazione dell'antico paese dell'Ordine dal suo stato di necessità mi ha profondamente commosso. Io ringrazio di cuore Iddio che scelse me e i miei eserciti a strumento di questa liberazione e mi rese possibile di mettere l'avvenire delle province già fecondate dal lavoro tedesco sopra una base più sicura. La preghiera del Consiglio nazionale circa l'unione all'Impero germanico sotto il mio scettro sarà esaminata con benevolenza. Io la considero come un segno della fiducia verso la mia persona e la mia Casa e l'avvenire della Germania e ne esprimo al Consiglio il mio imperiale ringraziamento. Guglielmo I. R.
L'Estonia e la Livonia, insieme con la Curlandia, che già l'8 marzo u. s. offrì al Re di Prussia la corona ducale e manifestò la domanda di una stretta unione del ducato con l'Impero germanico, desiderano di costituire un unico Stato monarchico-costituzionale congiunto all'Impero mediante unione personale con il Re di Prussia. Questo Stato stringerebbe, dunque, in fascio le province baltiche e cioè l'Estonia, la Livonia e la Curlandia. Il Consiglio nazionale della Livonia e dell'Estonia che prese questa deliberazione, si compose di 85 membri delle Assemblee nazionali tra cui erano rappresentati tutte le varie popolazioni e i ceti principali.
L'atteggiamento della Germania verso il desiderio
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degli Estoni e dei Livoni è già determinato dalle clausole del trattato russo-tedesco. Poiché l'Estonia e la Livonia appartengono ancora, presentemente, alla Russia, la Germania dirà, anzitutto, agli Estoni e i Livoni di rivolgersi al Governo russo, precisamente come già fece nel riguardo del desiderio manifestato della Finlandia che venisse riconosciuta la sua indipendenza. La Germania riconobbe l'indipendenza della Finlandia solo dopo che essa ebbe ottenuto libertà d'azione dal Governo della grande Russia. Se gli Estoni e i Livoni esigeranno ed otterranno, in egual maniera, libertà d'azione da Pietrogrado – e il Governo russo non potrà ricusarsi d'appagare questo loro desiderio considerata la sua disposizione ad accordare a tutti i suoi popoli libertà di organarsi politicamente come meglio credono – sarà concluso fra la Germania e la Russia, intorno all'Estonia e la Livonia, un nuovo patto. Senza accordo preventivo col Governo russo non è da ritenersi che la Germania accoglierà, senz'altro, la domanda degli Estoni e dei Livoni.
Manifestando la volontà di unirsi strettamente con l'Impero germanico, l'Estonia e la Livonia hanno fornito, anch'esse, una prova della loro fiducia verso il Governo e il popolo tedeschi. E poiché, come la Curlandia, la Livonia e l'Estonia sono vecchi centri di civiltà tedesca, il loro distacco dalla Russia sarà accolto con simpatia in Germania.
Le condizioni di questi paesi sono, brevemente, le seguenti:
Curlandia, Livonia ed Estonia misurano insieme una superficie di 95.000 chilometri quadrati ed hanno una popolazione di circa due milioni e 700.000 abitanti: un milione e 400.000 Lettoni, circa un milione Estoni e circa 200.000 Tedeschi. I Lettoni, che, etnologicamente, appartengono,
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con i Lituani e gli antichi Prussiani, alla famiglia dei Lito-letti, abitano in Curlandia; gli Estoni, un ramo vigoroso del tronco finno-ugrico, nell'Estonia, mentre i Tedeschi del Baltico sono sparsi nella Curlandia, nella Livonia e nell'Estonia. In minoranza numerica – appena il 10% della popolazione – essi furono, però, l'elemento incivilitore del paese. Come monaci, commercianti e cavalieri i Tedeschi presero dimora in queste province nel medioevo, vi diffusero il cristianesimo, vi perfezionarono la coltura dei campi e fondarono città. Sotto il forte regime dell'Ordine teutonico sorsero e fiorirono in esse centri radiosi di civiltà germanica. Allorché, nel secolo decimosesto, l'influsso dell'Impero germanico sugli Stati marginali europei venne meno, Polacchi e Russi, Svedesi e Danesi stesero la loro mano su queste province, sino a che la Russia, nel 1721, s'incorporò la Livonia e l'Estonia e nel 1795 la Curlandia. La signoria russa venne però risentita sempre come un giogo. I Russi non riuscirono a modificare la fisionomia tedesca delle province annesse, né ad ottenere ascendente fra gli Estoni e i Lettoni. I Russi rimasero sempre stranieri nelle province. Funzionari e militari costituirono sempre, nella Livonia e nell'Estonia, colonie straniere quasi senza alcun legame con il paese. Ciò spiega come il carattere e la civiltà russi, nonostante quasi duecento anni di dominio, non siano riusciti a insinuarsi, ad imporsi nella Livonia e nell'Estonia.
I Tedeschi mantennero la loro funzione direttiva. Essi sono proprietari di grandi fondi rustici, medici, farmacisti, amministratori di tenute, guardie forestali, commercianti e artigiani, mentre gli Estoni e i Lettoni sono, per lo più, contadini piccoli possidenti. Nelle città
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quasi tutto il commercio, quasi tutte le banche e le aziende maggiori sono nelle mani dei Tedeschi. Anche la classe intellettuale tedesca ebbe una parte importantissima nelle città. Suo centro è l'antica Università di Dorpat, da cui sono usciti numerosi dotti molti dei quali hanno, pure in Germania, gran nome e insegnano in Università tedesche.
Insieme con i Tedeschi del Baltico, pure gli Estoni e i Lettoni nell'Estonia e in Livonia vogliono, con la Curlandia, unirsi alla Germania – geograficamente e storicamente le tre provincie costituiscono, in certo modo, un tutt'uno – perché essi si ripromettono da una simile unione un notevole incremento dei loro interessi politico-economici che sarebbero minacciati gravemente dal socialismo agrario russo. Essi hanno, infatti, sino all'intervento delle truppe tedesche, esperimentato che cosa significherebbe il rimanere per sempre in balia del disordine e dell'arbitrio del nuovo regime moscovito.
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Kartenzeichnung der baltischen Provinzen
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], I Livoni e gli Estoni desiderano di unirsi con l'Impero Germanico. Con 1 cartina vom 16. April 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 720, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/720. Letzter Zugriff am: 25.04.2024.
Online seit 02.03.2011.