Dokument-Nr. 8352

[Erzberger, Matthias]: L'autodecisione per l'Alsazia-Lorena, 28. Oktober 1918

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La modificazione apportata allo Statuto alsaziano-lorenese, deliberata nel Reichstag il 25 c. m., riguarda l'impiego del paragrafo 21 modificato, della costituzione dell'Impero anche per l'Alsazia-Lorena; dimodoche in avvenire l'Ufficio di Segretario di Stato e di Sottosegretario al Ministero per l'Alsazia-Lorena, rimane indipendente dall'esercizio simultaneo del mandato di deputato per la seconda Camera. A questo modo anche nell'Alsazia-Lorena si sono create le basi per un Governo veramente parlamentare. Nulla opponesi più ormai alla composizione del nuovo Ministero con membri del Parlamento. Carl Hans, nominato segretario di Stato per l'Alsazia-Lorena, è presidente della frazione del Centro alla Dieta. La sua stessa frazione l'ha proposto a questo ufficio, e la sua nomina è già avvenuta in forma parlamentare. Presentemente il nuovo Ministero sta formandosi con membri presi dal Parlamento.
Il programma del nuovo Governo consiste nel far trionfare il principio dell'auto-decisione anche nell'Alsazia-Lorena. Gli Alsaziano-Lorenesi debbono decidere, d'ora in poi, del loro avvenire, e si attendono dalla conferenza di pace la pura e semplice ratificazione della loro decisione.
Contrasta con tutto ciò la dichiarazione fatta al Reichstag il 24 e 26 c. m. dai deputati alsaziani dottor Ricklin e Haegy. Questi due deputati dichiararono di condividere il punto di vista che la soluzione della questione lorenese debba essere rimessa al congresso per la pace.
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Tali dichiarazioni hanno sorpreso grandemente non solo a Berlino, ma nella stessa Alsazia-Lorena. Nell'Alsazia-Lorena si sa che questi due signori non approvano personalmente il nuovo Governo parlamentare alsaziano-lorenese Schwander-Haus. Nei circoli dei loro compagni di frazione i due suddetti deputati vengono considerati come individui, il cui contegno politico non è completamente scevro di influenze egoistiche. Essi non vedono di buon occhio il nuovo Governo e non possono essere considerati quali portavoce della maggioranza del popolo alsaziano-lorenese. Il loro atteggiamento trovasi in un certo contrasto con le decisioni che il resto dei deputati alsaziano-lorenesi al Reichstag hanno fissato per la politica dell'Alsazia-Lorena. Il nuovo Segretario di Stato alsaziano-lorenese Haus, ha fatto, a tal riguardo, alla stampa alsaziano-lorenese, una dichiarazione nella quale si esprime come appresso:
"Nell'ultimo colloquio fra tutti i deputati alsaziano-lorenesi al Reichstag, al quale io presi parte, fu concretata e fissata la dichiarazione la quale ha domandato per il popolo alsaziano-lorenese il diritto di autodecisione in base ai principi del Presidente Wilson, cioè a dire del plebiscito popolare. Sono persuaso che il popolo alsaziano-lorenese reclami assolutamente per sé questo diritto di autodecisione; che non voglia sia rimessa alla conferenza di pace o a Wilson la decisione sulla sua sorte come pretenderebbe il signor dottor Ricklin, ma si attende che la conferenza di pace ratifichi la decisione da esso stesso presa. Questo è il progetto per l'avvenire del paese e il caposaldo del mio programma. Credo che la dieta alsaziano-lorenese, che sola può rivelare in modo autentico la volontà del popolo, approvi questo programma".
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La dichiarazione citata dal Segretario di Stato e stabilita e concretata dai deputati alsaziano-lorenesi al Reichstag è del seguente tenore:
"Già sin dal primo giorno della disgraziata guerra gli occhi del mondo si sono sempre tenuti rivolti con grande tensione sull'Alsazia-Lorena. La guerra che spezzò i rapporti di diritto internazionali creati con la pace di Francoforte ha fatto ancora una volta della questione alsaziano-lorenese il centro delle discussioni pubbliche; e del possesso dell'Alsazia-Lorena uno dei fini di guerra dei belligeranti.
Nelle discussioni sulla questione della sua stessa sorte la popolazione dell'Alsazia-Lorena si è tenuta, fin qui, completamente lontana. Il regime militare ha sempre soppresso senza riguardi e completamente qualsiasi vita politica sul suolo dello stesso paese; sospeso le organizzazioni di partito, abrogate le libertà di associazione di riunione e di stampa, e persino la dieta alsaziano-lorenese privata dei suoi diritti costituzionali. In quattro anni di guerra le è stata resa impossibile qualsiasi dichiarazione politica e, quindi, qualsiasi formazione ed espressione dell'opinione popolare.
Il programma di pace del Presidente degli Stati Uniti, Wilson, i cui 14 postulati sono stati accettate dal Governo tedesco e dalla maggioranza del Reichstag germanico, fa della soluzione del problema alsaziano-lorenese una questione preliminare del nuovo ordinamento pacifico di tutto il mondo. Il caposaldo Nr. 8 rinfresca gli avvenimenti del 1871. In quell'anno la grande maggioranza dell'Assemblea nazionale francese
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a Bordeaux, dovette, nella sua situazione forzata, approvare la cessione dell'Alsazia-Lorena. I deputati dell'Alsazia-Lorena protestarono contro quella cessione. I primi quindici rappresentanti dell'Alsazia-Lorena nel Reichstag germanico presentarono nel 1874 la seguente mozione ottemperando alla espressa volontà dei loro elettori:
'Il Reichstag è chiamato a deliberare che la popolazione dell'Alsazia-Lorena, la quale, senza essere interpellata, fu incorporata nell'Impero tedesco grazie al trattato di pace di Francoforte, che sia chiamato specialmente a pronunciarsi su questa incorporazione.'
Mentre il 18 febbraio 1874 si stava deliberando la mozione, l'oratore alsaziano-lorenese, deputato Teutsch, si richiamò specialmente all'articolo 286 del Codice del diritto internazionale del professore Bluntschli (Heidelberg), che dice: 'Perché la cessione di un territorio sia valida essa deve essere anzitutto approvata dagli abitanti del territorio ceduto in possesso dei loro diritti politici. Questo riconoscimento non deve essere in nessun caso passato sotto silenzio o soppresso, imperocché le popolazioni non sono corpi inanimati privi di diritti e di volontà che si possono cedere come proprietà al primo venuto.'
Per questa loro mozione i nostri predecessori nella rappresentanza alsaziano-lorenese non sono stati fatti segno a nessuna rispettosa arrendevo-
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lezza. Nessuno intendimento esisteva per la domanda di diritto che il popolo avesse da decidere su una tale questione. Nel popolo alsaziano-lorenese lungo tempo durò la coscienza della violazione e vivo rimase il sentimento che la questione di una cessione di territorio soltanto il plebiscito della popolazione alla quale appartiene il territorio possa creare un diritto effettivo che tutti debbano riconoscere.
Se questo diritto non fu continuamente elevato nell'epoca successiva, ciò venne, perché date le opinioni predominanti si era certi della inutilità del passo, e perché il giustificato timore dinanzi alla guerra mondiale addensantesi, vietava di soffiare in un fuoco che molti riconoscevano covar sotto la cenere. L'Alsazia-Lorena doveva, qual paese di confine e prevedendo chiaramente gli orrori d'una guerra, desiderar la pace a qualsiasi costo. Rimanendo sul terreno dello stato di cose venutosi a creare con la pace di Francoforte, per molti decenni i deputati del paese mirarono a raggiungere prosperità, libertà e parità di diritti, in nome dell'Impero tedesco.
Il programma di pace del Presidente Wilson rimette in discussione la questione dell'annessione del 1871. I popoli, e, in prima linea, la popolazione dell'Alsazia-Lorena, dovranno pronunciarsi, al riguardo.
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All'ora attuale non possediamo un mandato per procedere ad un plebiscito; crediamo però di poter dichiarare che la popolazione dell'Alsazia-Lorena riconosce senza riserva alcuna il diritto dei popoli di decidere della loro propria sorte; diritto sul quale è d'accordo tutto il mondo internazionale, e che essa popolazione scorge una naturale esigenza di diritto nell'impiego di questo principio fondamentale nell'ordinamento del suo proprio avvenire statale.
Essa tien per certo che questo diritto non le può essere conteso ormai più da nessuna parte, e che da nessuna parte nessuno potrà mirare alla soluzione della questione alsaziano-lorenese fuor dell'ambito di quel principio fondamentale per il definitivo ordinamento delle cose.
L'Alsazia-Lorena dovrebbe essere l'esempio tipico per l'impiego di questa opinione sul diritto. Senza dubbio essa fu sottoposta nel passato ad annessioni violente senza interpellare la volontà della sua popolazione. All'Alsazia-Lorena manca la ininterrotta appartenenza storica ad uno dei due grandi Stati confinanti; il suo passato pieno di vicende, le sue caratteristiche di linguaggio e di costumi popolari, le opinioni indipendenti dei suoi abitanti, non rivelano che,
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per natura è storia, l'Alsazia-Lorena formi una parte integrante di uno dei due Stati finitimi. Per queste ragioni soltanto un plebiscito può definitivamente fissare la pacifica esistenza statale dell'Alsazia-Lorena, libera da qualsiasi opposizione, e collocare così una delle pietre fondamentali per l'edificio della pace mondiale.
Se questo ideale deve essere realizzato, la 'soluzione deve essere presa - come domanda il Presidente Wilson - nell'interesse e a favore delle popolazioni in parola, e non come una parte di un puro compromesso fra gli Stati rivalizzanti'.
Perché l'Alsazia-Lorena cessi di essere il pomo della discordia di due grandi nazioni le cui lingue e nazionalità furono rappresentate l'una accanto all'altra sul suo suolo e già fin dall'antichità; perché cessi di formare la continua minaccia della pace mondiale e, anche in pace, altro non sia che uno spalto contro il nemico e un terreno di marcia in caso di guerra, non deve esser la sola violenza delle armi e la vittoria a decidere sulla sua sorte. La popolazione alla quale per grazia di dio e per naturale diritto appartiene il suolo che abita, dovrà decidere su come essa vuole che sia conformato il suo avvenire statale, e la sua decisione dovrà creare un diritto intangibile.
Allora la triste Era che, con la questione alsaziano-lorenese ha pesato come un incubo sui popoli, dovrebbe dirsi chiusa. Allora L'Alsazia-Lorena potrebbe assumersi la parte che deve es-
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sere suo compito storico: formare il vincolo di unione fra due popoli che, ahimè! troppo spesso furono divisi da guerre sanguinose; formare il ponte della riconciliazione fra due nazioni e la pacifica zona di contatto per la fusione di due civiltà, chiamate a collaborare, in una gara di lavoro comune, per la salvezza e per il benessere dell'umanità."
Da tutto ciò risulta che i deputati alsaziano-lorenesi al Reichstag sorretti dal volere della maggioranza del popolo alsaziano-lorenese, esigono per il loro paese il diritto di autodecisione contrariamente ai signori Ricklin e Haegi che vorrebbero rimettere l'avvenire del paese nelle mani della conferenza della pace. Gli Alsaziano-Lorenesi non vogliono ricevere passivamente la loro sorte dalle mani della conferenza della pace, sibbene esercitare una politica attiva e conformare essi stessi l'avvenire del proprio paese. Quello che i signori Ricklin e Haegi domandano, altro non sarebbe che un voler pregiudicare la libera espressione di volontà degli Alsaziano-Lorenesi. Il diritto di autodecisione di questi sta in instretto rapporto con la questione alsaziano-lorenese. La richiesta del diritto di autodecisione sorge organica da tutto quanto lo sviluppo della questione stessa. Soltanto un autodecisione liberissima della popolazione del paese sulla sua sorte e sul suo avvenire, può togliere dal mondo la tormentata questione alsaziana-lorenese, e questo tanto nell'interesse degli stessi abitanti, quanto nell'interesse della Germania e della Francia. Una tale soluzione non contrasta affatto col volere e con le intenzioni del Governo tedesco. Al contrario! È stato questo che ha inse-
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diato nell'Alsazia-Lorena il Governo popolare parlamentare, che è l'espressione univoca della volontà del paese. Il Governo germanico - come il Segretario di Staio Haus ha espresso nel suo indirizzo alla stampa alsaziano-lorenese e da noi citato al principio di questo rapporto - non ha incaricato il nuovo Governo alsaziano-lorenese di sollevare e di influenzare l'anima popolare, ma di rimediare per quanto è possibile ai torti usati più volte al popolo alsaziano-lorenese durante la guerra.
Considerato che le dichiarazioni dei signori dottor Ricklin e Haegi erano idonee a determinare all'estero falsi concetti sulla questione alsaziano-lorenese, era necessario di mettere le cose al posto con i fatti alla mano.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], L'autodecisione per l'Alsazia-Lorena vom 28. Oktober 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8352, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8352. Letzter Zugriff am: 24.04.2024.
Online seit 17.06.2011.