Dokument-Nr. 9594
Bertram, Adolf Johannes an Boelitz, Otto
Breslau, 02. Mai 1924

(Traduzione)
A riguardo del Memoriale di cotesto Ministero intorno al riordinamento delle scuole superiori ho l'onore di esporre all'Eccellenza Vostra, per incarico dei Vescovi delle diocesi della Prussia, quanto segue:
I. Innanzi tutto ci vediamo obbligati a protestare contro il modo di procedere di cotesto Ministero.
Come già nel Gennaio 1923 il Sig. Direttore Ministeriale aveva fatto per incarico dell'Eccellenza Vostra, così nel Dicembre 1923 l'Eccellenza Vostra personalmente, in un colloquio col Revmo Vescovo di Osnabrueck, incaricato dall'Episcopato di interpellare il Ministero a proposito del progettato riordinamento delle scuole superiori, dichiarò (come risulta da un Appunto che abbiamo sotto gli occhi) che, senza previa intelligenza con l'Episcopato, nulla sarebbe cambiato circa il numero delle ore assegnate all'istruzione religiosa.
Ora invece, senza che l'Episcopato sia stato interpellato, sin dalla Pasqua del 1923 le tre lezioni settimanali di religione sono state ridotte a due nelle tre classi superiori dell'Ober-Lyzeum (=scuola femminile superiore), dalla Pasqua del 1924 è stata soppressa la terza lezione di religione nella classe sesta della Deutsche Oberschule (cfr. le Disposizioni transitorie), e per la Pasqua del 1925 è prevista la soppressione della terza lezione di religione nella classe sesta di tutte le scuole superiori e nella sesta e quinta del Lyzeum (od.  Oberlyzeum). Il decreto-circolare indirizzato ai Collegi scolastici provinciali in data del 13 Marzo p. p. (U. II. 295, 1 U1)
86v
stabilisce che il riordinamento delle scuole superiori, contenuto nel Memoriale del Ministero, entrerà in vigore al principio dell'anno scolastico 1925/26. Dalle notizie dei giornali risulta poi che tale riordinamento è stato già approvato dal Ministero di Stato sin dal 1o  Aprile. Ma soltanto in data del 31 Marzo fu trasmessa alla Conferenza Episcopale, e per essa al Revmo Vescovo di Osnabrueck, la Circolare del 13 Marzo con il Memoriale, perché ne prendesse visione e facesse le sue osservazioni in proposito. Così era tolta all'Episcopato la possibilità di fare in tempo le sue osservazioni nelle questioni riguardanti l'istruzione religiosa ed altri interessi della Chiesa.
Desta la più grande sorpresa che il Ministero del Culto, contrariamente agli usi finora seguiti ed ai diritti della Chiesa, annunzi ed in parte mette già in esecuzione disposizioni così radicali, senza aver prima trattato coll'Episcopato. Tale fatto ha suscitato al tempo stesso viva agitazione ed inquietudine in moltissimi genitori cattolici, i quali recisamente si oppongono alla diminuzione o restrizione dell'insegnamento religioso.
II. Noi attendiamo che il Memoriale del Ministero venga sottoposto ad una radicale revisione, e chiediamo energicamente che si tenga conto dei seguenti nostri postulati:
1o) Istruzione religiosa nelle scuole superiore maschili. – Il Memoriale, invece delle tre lezioni settimanali di religione, finora in uso nella sesta, ne stabilisce, a partire dalla Pasqua del 1925 (per la Deutsche Oberschule dal 1924), soltanto due. Nel Memoriale stesso (p. 31) si riconosce "che l'insegnamento religioso deve adempiere una funzione del tutto indispensabile nelle finalità particolari di ogni specie di
87r
scuola; che non solo ogni formazione umanistica richiede la cura della vita religiosa, ma che anche per comprendere le varie epoche della civiltà è indispensabile di conoscere i rapporti di tutti i movimenti spirituali con la religione", e si mette a ragione in rilievo "l'importanza di questa disciplina nell'epoca nostra, specialmente per i particolari bisogni della nostra gioventù". Ciò posto, i motivi addotti per detta diminuzione nella sesta classe producono una impressione assai strana.
Osserviamo inoltre:
a) Nei circoli cattolici non si è mai richiesta tale diminuzione; anzi più volte <si>1 è domandata la terza lezione anche per la quinta.
b) Quand'anche tutte le altre materie dovessero "fare sacrifici" nell'interesse della riforma, per l'insegnamento religioso, a causa della sua importanza incomparabile, non si può esigere un sacrificio sì grande. Inoltre in sesta nella maggior parte delle materie non è necessaria una diminuzione.
c) Il fatto che lo scolaro della sesta classe ha avuto nella scuola elementare quattro lezioni settimanali di religione è un argomento piuttosto contro che [sic] per la diminuzione, essendo troppo sproporzionato il passaggio da quattro a due lezioni. Ciò che sopra tutto importa è quante lezioni di religione richieda l'età dello scolare [sic] della sesta classe. Per i bambini delle scuole elementari della medesima età l'Episcopato ha chiesto cinque lezioni, e quattro ne sono state stabilite come minimum. Orbene, la materia assegnata per la sesta è ugualmente ampia e non può esser svolta in due lezioni settimanali.
87v
d) A giudizio dell'Episcopato la diminuzione delle lezioni in sesta costituisce un "pregiudizio della educazione religiosa", per quanto il Memoriale lo neghi.
Esigiamo quindi che nella sesta classe di tutte le scuole superiori maschili resti conservata la terza lezione di religione.
Oltre a ciò riteniamo come indiscusso che in tutti gli Istituti fra le lezioni facoltative, messe a disposizione delle classi superiori, una ne venga lasciata all'insegnamento religioso, affinché i giovani, sul punto di entrare nella vita, abbiano modo di intrattenersi liberamente coll'insegnamento di religione, onde poter affrontare tutti i grandi problemi attuali dal punto di vista religioso ed approfondire mediante la attenta lettura della S. Scrittura e dei Padri della Chiesa le loro cognizioni religiose.
2) L'insegnamento religioso nelle scuole superiori femminili. – Finora nei corsi medi del Lyzeum (VII – V) ed in tutto l'Oberlyzeum vi erano tre lezioni di religione. Da lungo tempo i cattolici desideravano che in tutte le classi del Lyzeum e dell'Oberlyzeum vi fossero tre lezioni di religione (cfr. il Memorandum sulla riforma del Lyzeum presentato con l'approvazione dei Vescovi nell'Ottobre 1922 dall'Ufficio centrale delle scuole delle Congregazioni religiose). Invece di tener conto di tale desiderio, si fissano ora solo due lezioni per tutte le classi del Lyzeum e dell'Oberlyzeum. A sostegno di tale diminuzione si adduce la omogeneità della istruzione delle giovanette con quella dei ragazzi. A nostro modo di vedere l'istruzione delle giovanette deve essere equivalente, ma non semplicemente eguale, cioè deve adattarsi al carattere peculiare della fanciulle.
88r
Come viene ampiamente esposto nel detto Memoriale del summenzionato Ufficio centrale, è stato sempre risentito come un difetto grave dell'istruzione superiore femminile il fatto che in essa alla religione non è assegnata la posizione dovuta. Per la religione cattolica importa non soltanto l'istruzione teorica, ma ancor più l'avviamento all'esercizio pratico della religione medesima. Oltre ad una sicura ed ampia cognizione di tutte le verità religiose, essa richiede uno studio sodo della S. Scrittura ed una nozione esatta della Storia ecclesiastica; colla sua liturgia, i suoi dogmi, la sua legge morale ed i suoi mezzi di santificazione essa offre tanta copia di materia, che non può essere sufficientemente trattata in due lezioni settimanali. Inoltre l'insegnamento religioso ha, come nessun'altra materia, il compito di fecondare quasi tutte le altre discipline. Basti ricordare la Storia della Chiesa come complemento della Storia profana, la Beneficenza della Chiesa, l'Arte religiosa così ricca in magnifiche opere di architettura, scultura, pittura, musica sacra e parati sacri.
Anche il bisogno speciale della psiche femminile richiese una educazione religiosa approfondita. In questi tempi di rivolgimenti economici e sociali le alunne stesse, come si può constatare nel movimento giovanile a indirizzo religioso, desiderano una ampia trattazione e soluzione dei grandi problemi religiosi e morali, che si impongono anche al sesso femminile, nonché una introduzione nei valori estetici della vita della Chiesa, come si può vedere nel movimento liturgico.
La corruttela dei costumi, che nei <in>2 questi ultimi tempi ha
88v
dilagato in gran parte del popolo, impone più che mai alla scuola il dovere di instillare nella gioventù il rispetto e l'ubbidienza verso l'autorità ed un amor patrio pronto al sacrificio. Siccome la fedeltà verso la patria presuppone necessariamente la fedeltà verso Dio, e siccome in modo speciale la donna attinge soprattutto alla Religione i principali valori della vera formazione del carattere, cioè la fedeltà e la virtù, lo Stato, nel suo proprio interesse dovrebbe sostenere piuttosto l'aumento che la diminuzione dell'insegnamento religioso per la gioventù femminile. Non si deve giammai dimenticare che la gioventù femminile fornisce le future madri, alle quali in maniera particolare incombe l'educazione religiosa della prole nella famiglia. Se al popolo tedesco debbono essere conservate la religione e la moralità, questi due beni inseparabili, oggi così gravemente minacciati, è necessario che la donna sia profondamente religiosa.
Perciò noi domandiamo che possibilmente in tutte le classi del Lyzeum e dell'Oberlyzeum si assegnino tre lezioni settimanali di religione, e che ad ogni modo in nessun caso si diminuisca il numero finora in uso.
3) Stante l'importanza somma, che non solo le Autorità della Chiesa, ma anche tutti i genitori veramente cattolici ed il Governo stesso annettono alla vitalità della formazione religiosa della gioventù studiosa, è di grande momento che, come si è sopra accennato, una delle ore facoltative nelle classi superiori venga assegnata alla istruzione religiosa e dedicata colle opportune cautele alla lettura della Sacra Scrittura, di brani scelti dei Padri della Chiesa, ecc., nonché alla trattazione delle questioni religiose d'attualità, affine di poter in
89r
tal modo approfondire e completare per la vita pratica la formazione religiosa. Gli insegnanti di religione nelle loro Conferenze si applicheranno con volonterosa premura a simile compito.
III. Siccome i futuri sacerdoti in gran parte provengono dai Ginnasi delle piccole città, l'Episcopato annette la più grande importanza a ciò che il Governo colla massima benevolenza procuri che questi istituti conservino immutato il loro carattere classico. La soppressione o la trasformazione di tali Istituti arrecherebbe le più gravi preoccupazioni, tanto più che già adesso il numero degli aspiranti al sacerdozio in parecchie diocesi è considerevolmente inferiore al bisogno. Collo sparire di questi Istituti classici non solo il patrimonio della istruzione classica nel popolo tedesco, ma altresì il numero degli aspiranti al sacerdozio diminuirebbe ancor più, e quindi sarebbe minacciata gravemente la conservazione stessa della religione nel popolo. Perciò l'Episcopato rivolge tanto al Governo quanto al popolo cattolico la viva preghiera di dedicare agli istituti menzionati e alla conservazione del loro carattere tradizionale la più benevola attenzione.
IV. A proposito della conservazione dell'insegnamento dell'ebraico già il 30 Agosto 1923 mi sono rivolto all'Eccellenza Vostra a nome della Conferenza vescovile di Fulda. I Vescovi vogliono conservata questa materia per la sua importanza generale come prezioso bene di cultura e come ausilio per l'intelligenza dei tesori del Vecchio Testamento, la cui più profonda elaborazione scientifica sta sommamente a cuore ai Vescovi, come una preziosa gemma religiosa. Sarebbe cosa non pratica il voler rimandare tale insegnamento al
89v
tempo degli studi universitari, i quali ai tempi nostri sono già assai gravati per le aumentate esigenze della preparazione pratica dei futuri sacerdoti. A tale proposito va ricordato che nelle diocesi della Germania orientale, richiede già gran tempo e fatica lo studio della lingua polacca, la cui conoscenza è indispensabile nelle regioni vicine alla frontiera ed in genere in tutte quelle di lingua mista.
L'Episcopato è d'opinione che negli ultimi tre anni senza difficoltà si potrebbero permettere due ore facoltative per l'insegnamento dell'ebraico, le quali per l'insegnante si dovrebbero calcolare nel numero delle lezioni obbligatorie; del resto si potrebbero combinare le lezioni degli scolari delle due ultime classi, di modo che l'insegnante non avrebbe in tutto che quattro lezioni d'ebraico per settimana. Peraltro, ognuno riconoscerà senza dubbio come giusto che gli scolari, i quali sino ad ora hanno avuto lezioni d'ebraico, continuino ad averle fino alla licenza quale materia ordinaria, come pure che la retribuzione dell'insegnamento dell'ebraico venga sostenuta dallo Stato.
V. Oggetto di gravissima preoccupazione per l'Episcopato è l'incertezza intorno alla maniera di attuare la lettura filosofica nelle varie scuole. Indubbiamente la lettura filosofica può offrire agli agli alunni delle classi superiori un prezioso complemento della loro istruzione. Ma per i cattolici tale lettura è inaccettabile, se essa contradice allo spirito della loro religione, alle verità fondamentali della fede e al consolidamento del sapere religioso; specialmente se è affidata a maestri, che il cattolico non può ritenere adatti a tale
90r
compito. Questa osservazione non significa disprezzo verso i maestri, ma deriva dal fatto innegabile che le opinioni filosofiche sono intimamente connesse con l'intiera concezione che ognuno ha del mondo, e che ogni insegnante orienterà la lettura filosofica colle relative spiegazioni secondo la sua propria concezione del mondo. Giammai i genitori cattolici non tollereranno che detta lettura venga diretta da uno di quei numerosi insegnanti, che considerano la fede cattolica come portato d'una fase arretrata di cultura od i quali non comprendono l'importanza fondamentale che il lavoro ed i risultati dell'attività della ragione naturale hanno per la chiarezza e la fermezza della cognizione delle verità della fede.
Perciò l'insegnamento filosofico deve con ogni cura e circospezione tener conto del pensiero religioso, e negli Istituti interconfessionali deve esser impartito separatamente per le varie confessioni. Se si leggono scritti filosofici moderni e modernissimi a tendenza panteistica, atea o scettica, e se il maestro che li spiega a suo talento è avverso alla fede cattolica, noi cattolici, per ragioni didattiche e pedapogiche [sic] dobbiamo respingere con tutta l'energia una simile lettura come corpo estraneo, che turba l'unità dell'insegnamento e mette in pericolo il patrimonio della cultura cristiana. In tal caso è da temere che, contrariamente all'articolo 148 della Costituzione del Reich vengano offesi i sentimenti e le convinzioni di coloro che pensano diversamente. Le esperienze già fatte in alcuni Istituti confermano la gravità di questa preoccupazione. Di fronte al pericolo che, nel caos delle correnti
90v
filosofiche moderne, può derivare alla fede degli alunni cattolici dalla lettura filosofica nei più svariati Istituti, i Vescovi si oppongono risolutamente a che tale insegnamento filosofico venga impartito in forma interconfessionale e, in caso di bisogno, saranno obbligati a prendere le più gravi misure di difesa.
A causa della grande importanza di questo affare per i cattolici, l'Episcopato ha chiesto il parere dell'Accademia filosofica del B. Alberto Magno in Colonia, che qui unisco insieme ad altro Voto del Revmo Mons.  Mausbach, Preposito della Cattedrale di Muenster e Professore in quella Università.
(firm.) A. Card.  Bertram.
1Hds. eingefügt, vermutlich von Pacelli.
2Hds. gestrichen und eingefügt, vermutlich von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Bertram, Adolf Johannes an Boelitz, Otto vom 02. Mai 1924, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9594, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9594. Letzter Zugriff am: 27.04.2024.
Online seit 18.09.2015, letzte Änderung am 16.10.2015.