Dokument-Nr. 968

[Erzberger, Matthias]: Il Cancelliere e il Belgio, 22. Juli 1918

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Come è noto, il Cancelliere ha fatto due dichiarazioni sul Belgio, la prima l'11, la seconda il 12 luglio. Nella seconda egli determinò meglio quanto aveva detto intorno al Belgio il giorno precedente. La stampa di destra non fu soddisfatta di questa determinazione e immaginò una contraddizione fra la prima dichiarazione e la seconda, dicendo che nella prima era detto che il Belgio, dopo la guerra, doveva risorgere e non essere soggetto a nessuno come vassallo, mentre nella seconda si parlava di condizioni e garanzie per la Germania. Movendo da questo giudizio la stampa di destra chiese una terza dichiarazione esplicativa del Cancelliere sul Belgio.
La "Zentrums-Parlaments-Correspondenz" si è ora manifestata su questa richiesta dei conservatori e dei pangermanisti in un articolo nel quale si dimostra che non esiste una contraddizione fra la prima e la seconda dichiarazione del Cancelliere, e che un Belgio davvero indipendente offre in realtà la voluta assicurazione perché nell'esigenza di un'indipendenza piena del Belgio hanno il loro fondamento le garanzie militari ed economiche. L'articolo della "Zentrums-Parlaments-Correspondenz" è stato riprodotto sotto il titolo "Il Cancelliere e il Belgio" dalla ufficiosa "Norddeutsche Allgemeine Zeitung", e al primo posto, sicché è lecito arguire che in esso si manifesti il modo di vedere del Governo.
Il quel che segue [sic] noi riferiamo, quindi, per intero l'articolo.
"Fanno davvero meraviglia le molteplici inter-
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pretazioni che a mano a mano vengon fuori delle dichiarazioni del Cancelliere conte von Hertling sulla questione del Belgio. Eppure queste dichiarazioni, specie le seconde, sono così chiare ed esplicite che fraintenderle non è possibile. Assolutamente falsa è soprattutto l'affermazione di una parte della stampa che le due dichiarazioni del Cancelliere sul Belgio non siano fra loro conciliabili, ma anzi si trovino in contraddizione, perché nell'una è detto che il Belgio risorto dopo la guerra non dev'essere soggetto a nessuno come vassallo, mentre nell'altra si parla di condizioni e garanzie per la Germania. Già una volta noi abbiamo fatto notare che le dichiarazioni del conte von Hertling devono considerarsi come un tutto inscindibile e che non è lecito di metterle a raffronto. Le dichiarazioni del Cancelliere conte von Hertling dicono chiaro e tondo che la Germania è disposta a restaurare la piena indipendenza del Belgio a condizione che temporaneamente siano date all'Impero germanico le opportune garanzie politiche ed economiche. Dichiarando che il Belgio non dev'essere soggetto come vassallo a nessuna Potenza il Cancelliere conte von Hertling non si è contraddetto domandando poi garanzie politiche ed economiche. Infatti il proprio del vassallaggio d'uno Stato verso un altro è che il più forte ha militarmente, economicamente e politicamente l'altro nelle mani. Basta
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accennare all'Egitto, il cui rapporto di soggezione all'Inghilterra è una prova inconfutabile che vassallaggio e signoria militare, politica ed economica sono concetti fra loro inseparabili.
Nella richiesta di un Belgio non soggetto a nessun altro Stato giace il fondamento delle garanzie militari e politiche giacché un Belgio davvero indipendente può realmente darle. Si domanda soltanto se, per un rispetto o per l'altro, non saranno necessarie garanzie che assicurino in tutti i modi l'indipendenza del Belgio. Ma sia comunque, ed è questa la cosa che importa, è giocoforza mettere in sodo l'impossibilità di scoprire una contraddizione fra le due dichiarazioni del conte von Hertling. La domanda di una nuova dichiarazione esplicativa, fatta dalla stampa di destra, deve essere, quindi, respinta, perché affatto superflua. Del resto pure nella stampa di destra i giudizi sulle dichiarazioni del conte von Hertling non sono concordi. Mentre, per esempio, la "Deutsche Tageszeitung" pubblicò di recente uno scritto di consenso alle dichiarazioni in parola, scritto nel quale si tentava, invero, di interpretare le parole del Cancelliere il più estensivamente possibile, la "Correspondenz der Deutschen Vaterlandspartei" non ammette nella restaurazione di un Belgio davvero indipendente il conseguimento delle necessarie garanzie. Secondo essa un Belgio così restaurato
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diverrebbe il centro delle macchinazioni dei nostri nemici e dei germanofobi belgi. Il Cancelliere ha domandato assai meno del minimo delle garanzie necessarie. Il citato scritto che la "Deutsche Tageszeitung" ha ospitato dimostrerà, forse, al Partito della Patria che i suoi timori non sono condivisi perfino dai gruppi politici a lui affini.
Noi non vogliamo attaccar briga con il Partito della Patria ma restringerci a notare che il Cancelliere conte von Hertling, nelle sue richieste circa il Belgio, è pienamente d'accordo con il Comando Supremo dell'esercito. Se queste due autorità scorgono nelle richieste esposte dal Cancelliere la garanzia sufficiente per la sicurezza dell'Impero, esse dovrebbero bastare pure al Partito della Patria. Del resto è più che ozioso il cercare di dare delle chiare e precise dichiarazioni del Cancelliere interpretazioni prive, come abbiamo dimostrato, di qualunque fondamento.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], Il Cancelliere e il Belgio vom 22. Juli 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 968, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/968. Letzter Zugriff am: 19.04.2024.
Online seit 02.03.2011.