Dokument-Nr. 11977
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 10. Juni 1920
Schreiber (Textgenese)
StenotypistSchioppaPacelliPacelliBetreff
Le elezioni politiche del Reich gerammanico
Dalle notizie, che si hanno finora, si può facilmente concludere quale sarà la fisionomia del nuovo Reichstag. I risultati conosciuti dimostrano evidentemente una profonda deficienza del Governo di coalizione, che finora è stato
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al potere, e che, come si sa,
era composto di socialisti, democratici e Centro. Tale deficienza
è probabilmente
così irrimediabile
, che sembra escluso un nuovo La causa di tale fenomeno è duplice. Essa cioè deve cercarsi sia nella politica interna sia in quella estera.
Nella politica interna il risultato delle elezioni significa una chiara ed aperta opposizione del popolo tedesco alla così detta politica di coalizione, che tutto sommato rappresenta, una politica di mezze misure. Essa naturalmente non ha potuto contentare né la destra né la sinistra: non la destra, perché essa non ha sufficientemente tutelati gli interessi della borghesia e delle classi medie; non la sinistra, perché non ha troppo socializzato, come era nel suo programma e nelle aspettative dei suoi aderenti. Si attendeva da ambo le parti molto pi più di quello che il Governo ha potuto fare nelle attuali circostanze. Ora per-
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ciò i disillusi dell'una e
dell'altra parte si
schierano contro il Governo e gli uni
cercano presso l'estrema destra, gli altri presso l'estrema sinistra la
realizzazione dei loro desideri politici: la borghesia, cioè, presso
i conservatori,
i socialisti presso gli
indipendenti.Per ciò che riguarda la politica estera, il risultato delle elezioni [ri]presenta fin troppo chiaramente la reazione del popolo tedesco contro la pace impostagli dal Trattato di Versaille. Era quasi fatale una rinascita del nazionalismo in seguito a quella pace, accettata soltanto per forza e contro la volontà dei partiti conservatori e non di questi solamente. L'eccitazione prodotta dalle condizioni dettate a Versaille, delle quali alcune durissime, altre addirittura ineseguibili, hanno spinto la maggioranza della borghesia verso quei partiti, che avevano prima combattuto fieramente la politica di guerra del Governo.
Anche il Centro ha subito in questa elezione delle rilevanti perdite. La sua politica in favore delle classi operaie gli ha fatto perdere molti aderenti che sono passati ai partiti medi. Anche la politica del deputato Erzberger, accusato di spingersi troppo a sinistra e diventato oggetto d'attacco dalla quasi maggioranza del popolo tedesco, ha nociuto al Centro. Può dirsi che in qualche provincia la lotta elettorale è stata impostata sulla piattaforma: pro o contro Erzberger. Buoni risultati ha avuto la Bayerische Volkspartei, che, come si sa, si separò dal Centro per le sue note tendenze federalistiche. Nel caso che attual-
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mente si possa riuscire a una intesa fra il Centro
ed il Partito
Popolare Bavarese
, il Centro medesimo
potrà avere anche nel nuovo Governo una
importanza preponderante.
In seguito alla esposta situazione politica è chiaro che sono quasi insormontabili le difficoltà per la formazione del nuovo Governo. Nessun partito ha una maggioranza assoluta. Né la estrema destra né la estrema sinistra possono governare da sole. I socialisti hanno dichiarato che non entrerebbero mai in un gabinetto insieme ai Nazionali tedeschi, che fino a ieri li hanno accusati come responsabili della immane catastrofe del popolo tedesco. Gli indipendenti ricusano di far parte di un Ministero di socialisti maggioritari, che non credono potrebbero accettare il loro programma di vastissima socializzazione. Un gabinetto di coalizione fra estreme destre ed estreme sinistre è evidentemente impossibile per la distanza enorme che separa i loro rispettivi programmi. Si brancola perciò nel buio più fitto, e le previsioni più attendibili che corrono sono o che si verrà presto a nuove elezioni, ovvero alla guerra di classe.
Per g li interessi religiosi non vi dovrebbe essere allo stato attuale delle cose, alcun pericolo. Essi sono assicurati dalla Costituzione.
Soltanto due terzi del Parlamento potrebbero portare un cambiamento alla Carta Costituzionale del Reichs. Infatti nel programma dei socialisti indipendenti, in cui è esposto un vastissimo piano di socializzazione e di innovazioni, più o meno in senso soviettistico, non si fa punto parola di questioni religiose.