Dokument-Nr. 4478
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 09. Juli 1917

Schreiber (Textgenese)
PacelliTorricellaTorricellaPacelli
Betreff
Sulle navi della "Commission for relief in Belgium"
In riscontro al venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 31778 in data del 19 Maggio p. p., compio il dovere di parteciparLe che il giorno stesso della pre mia presentazione delle in cui presentai le Lettere Credenziali a S. M. il Re di Baviera, ossia il 29 dello stesso mese di Maggio, indirizzai a questo Sig. Ministro degli Affari Esteri una Nota per ottenere il rispetto delle navi della "Commission for relief in Belgium" da parte dei sottomarini tedeschi.
Nonostante le mie ripetute insistenze, non ho potuto avere prima di ieri soltanto ieri ho ricevuto da questo Ministero degli Affari degli Affari Esteri la una risposta alla menzionata mia Nota; risposta che mi do premura di trascrivere qui appresso all'E. V. nella traduzione italiana:
"S. S. il Papa in considerazione delle pubblicazioni apparse nella stampa, ha espresso il timore che nella questione del trattamento delle navi-ospedali nemiche si sarebbe venuti ad una gara di rappresaglie reciproche reciproche rappresaglie fra i belligeranti, le cui gravi conseguenze avrebbero finito col ricadere sopra pacifici cittadini e innocenti prigionieri di guerra.
Queste apprensioni del S. Padre, sorte dalla profonda compassione per i popoli provati dalla guerra, non si [sic]
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fortunatamente considerare come fondata in quanto che già, in questa
tale questione, per mezzo di S. M. il Re di Spagna, è stata avviata una mediazione fra i belligeranti fra i belligeranti una mediazione che lascia sperare in una felice soluzione dell' di questo affare.
L'altra questione, se cioè la Manica non potrebbe essere lasciata libera per le navi ospedali, – deve avere purtroppo, ora come prima, una risposta negativa per motivi militari. – Questa attitudine non è del resto in contraddizione colla Convenzione dell'Aja, poiché secondo questa, da parte parte dei belligeranti può essere fissata alle navi ospedali la via che devono percorrere."
"Riguardo alla questione di presunti attacchi dei sottomarini tedeschi contro le navi della Relief Commission, fuori della zona proibita, si può assicurare che questi piroscafi, fuori della zona proibita godono della più illimitata sicurezza da parte dei sottomarini delle forze navali tedesche. – Va da sé però che questi piroscafi ad un intimo [sic] delle forze navali tedesche devono immediatamente arrestarsi (fermarsi) e devo presentare il loro foglio di viaggio di via la loro lettera di convoglio . Un tentativo di fuga ha avuto per conseguenza in un caso del genere che il piroscafo dovette essere cannoneggiato, finché si conformò alle misure del diritto di preda. Le perdite di vite umane, che si ebbero in conseguenza di ciò vennero da ciò provocate, sono da attribuirsi solamente a colpe del capitano. Nella zona proibita, per motivi pirolitici [sic], non si è potuto concedere ai piroscafi della Relief Commission, nessun privilegio. – Questi piroscafi non sono difatto obbligati a toccare l'Inghilterra, che anzi sta a loro disposizione una via che evita la zona pericolosa tedesca. –
I presunti illegali I torpedinamenti, portati a conoscenza dell'Imperiale Gov. Ted. sono stati del resto minutamente studiati esaminati (inquisiti) dallo stato maggiore della marina tedesca e le opposte obbiezioni pienamente confutate. Per quanto riguarda i casi dei tre piroscafi – Trevier Feistein ed Anna Fostenes, accennati da V. E., mi prometto di dare le seguenti spiegazioni:
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Il primo nominato di tali dei nominati piro piroscafi, insieme a due altri e navi della Relief Commission, malgrado gli antecedenti ripetuti ammonizioni tedeschi avvertimenti da parte della Germania con estrema leggerezza ha voluto percorrere la zona proibita. Si può concludere che il piroscafo, affondato il 4 Aprile, non abbia avuto conoscenza della i limitazione i della Zona pericolosa.
Non è fuori del possibile fuori della possbilità Non è d'altronde fuori del regno limite del possibile del tutto impossibile che al capitano siano stati tenuti nascosti – positivamente gli ammonizioni tedeschi. forse a bella posta gli avvertimenti suddetti.
Ad ogni modo la colpa dell'affondamento dei preziosi carichi del Trevier e di altri piroscafi della Relief-Commission ricade esclusivamente sui capitani dei piroscafi stessi, non sulla direzione della guerra marittima tedesca, i cui ripetuti avvertimenti non sono stati rimasti inosservati.
Il Vapore "Feistein" è affondato il 31 marzo 17 a Nord-Ost [sic] ½ ora da Terschellingbank-Feuerschiff in seguito ad un'esplosione. In quei passaggi vi è un campo di mine seminate dalla marina inglese: il Governo inglese ha avvertito di non navigare in quel punto. Si può stabilire con certezza che il Feistein ha urtato là in una mina. – Il piroscafo non è stato attaccato da sottomarini tedeschi. –
Finalmente per quanto riguarda il vapore "Anna Fostenes", l'inchiesta ordinata ha provato che il 5 Aprile nessun piroscafo della Commissione di soccorso belga di soccorso è stato incontrato nella zona pericolosa da sottomarini tedeschi. – Da ciò risulta senza dubbio che il vapore Anna Fostenes, non è stato vittima di forze marittime tedesche, ma di qualche altro accidente." (avvenimento)
Dopo di ciò, chinato ecc.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 09. Juli 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4478, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4478. Letzter Zugriff am: 04.05.2024.
Online seit 24.03.2010.