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                            Dokument-Nr. 3795
                         
                        
                        
                             
                        
                             
                        Eminenza Reverendissima,
Poche ore prima della mia partenza da Monaco per la Svizzera, effettuata inconf obbedienza
        ai venerati ordini dell'E. V. R., mi giunse una lettera in
            data 12 corrente dell'Emo Sig. Cardinale von Hartmann, che qui acclusa
        compio il dovere di trasmettere all'E. V.
Il prelodato Emo comincia col dichiarare che essa gli è stata dettata da un cuore pieno così di fedele affetto verso la Sede Apostolica ed il S. Padre, come di sollecitudine per la Chiesa cattolica in Germania. Ricorda poi come l'Intesa ha fatto attendere un assaialla Germania unal popolo tedesco un tempo
            assai lungo tempo per l'armistizio ede per i preliminari di pace, mentre
            che intanto perdurava colle più
                                suefatali conseguenze il rigoroso blocco ed i prigionieri venivano
            trattenuti nelle più miserevoli condizionisebbene fosse già costituito in Germania uno stabile Governo. Intanto
            però rimase in pieno vigore, fino ad or non è molto, il rigoroso blocco,
            nonostante l'urgente e notorio manifesto bisogno di viveri,
            spe-per in conseguenza
            dell'insufficiente nutrimento. Così pure restò interdetta la importazione in
                Germania di materie prime, quantunque il lavoro nei vari rami dell'industria
            fosse l'unico mezzo per diminuire la [enorme] spaventosa miseria in
            Germania. Inoltre (continua l'Emo) i prigionieri tedeschi sono tuttora
            trattenuti dall'Intesa e, secondo dettagliate informazioni, vengono trattati non
            solo male ma crudelmente, dopoché, essendo stati rimpatriati quelli delle
            Nazioni nemiche, vennero
                                furono
                                rimpatriati e quindi il
            Governo tedesco non ha può potuto più ricorrere a rappresaglie.
            Ora poi l'Intesa chiede che la Germania sottoscriva una pace, la quale ridurrebbe il
            popolo germanico tedesco per secoli in schiavitù. Certamente la Germania
            ha perduto la guerra ed è anche pronta a subirne le conseguenze; ma il popolo
            tedesco considera come un'atroce ingiustizia di essere pien pienamente
                annientato che si voglia pienamente annientarlo mediante un trattato di
            pace, il quale che si fa creinvece credere che
            debba debba servire al "progresso dell'umanità". Il Esso non si sente
            colpevole per la guerra mondiale; anzi e per la parte più sensata
                stima riguarda anzi il proposito di tradurre il Kaiser,
            (il quale fu sempre un fautore della pace), coi suoi consiglieri
            dinanzi ad un tribunale dei nemici della Germania, come un torto che grida
            vendetta al cospetto di Dio, e chiede perché mai anche i Monarchi ed i Capi
            dell'Intesa non debbano essere anch'essi sottoposti a giudizio.
Questi fatti e questi sentimenti, prosegue l'Arcivescovo di Colonia, sono sfruttati daie lo condannerebbe all'annientamento.Tutto ciò, prosegue l'Arcivescovo di Colonia, è sfruttato dai
        nemici della Chiesa. Ess Costoro affermano che,il S. Padre, allorchéquando la potenza della Germania era ancora grande, il S. Padre è sempre intervenuto a suo danno di essa
        come custode della giustizia, e citano a tale proposito le parole di
            Sua Santità ndell'Allocuzione Concistoriale del
        4 Dicembre 1916 e ndella
            Nota Lettera per la pace del 1 Agosto 1917, colle quali, a loro avviso,
            il Sommo Sua Santità ha voluto soltanto contenere e frenare la Germania,medesima, allora all'apogeo della sua forza, peraffine di salvare dall'annientamentodisastro i popoli dell'Intesa. In seguito a ciò, una certa
        agitazione si è venuta man mano impadronendo anche dei buoni cattolici tedeschi, chei quali non sanno difendersi dagli attacchi di coloro che
        domandano perché il Santo Padre non sulloda medesimo si diede premura
            di pubblicatare
        senza indugio, ha portato in modo soltanto passeggero calmato alquanto gli animi. Il
        malcontento invece è stato ancorsempre più aumentato dalle parole, che il S. Padre avrebbe
        pronunciato alcune settimane or sono, e cioè che eEgli è stato dempre francese di cuore ed è dolente di
        non esserlo anche di nascita. In questo stato di cose il Cardinalel'Emo von Hartmann dice di
            temereteme assai per il futuro. Anche una
            gran partemolti dei cattolici tedeschi saràanno presai dalla generale disperazione e, se non
            udiranno dal Vicario di Cristo non udranno
        alcuna positiva condanna delle dell'ingiustiziae commesse contro il popolo
        tedesco e che ancor lo minacciano, vacilleranno nella loro fede.
        in
            Germania i più gravi danni alla fede ed alla vita
            cattolicaal cattolicismocattolicesimo in
        Germania.
L'Emo mi prega infinechiede di portare quanto sopra a conoscenza del S. Padre, assicurandoLo però al tempo stesso chelail suao esposizioneto è
                statao ispiratao non già danon già mancanza di amore e di devozione versoper la Sua Augusta Persona, ma
            inveceanzi dalla fiducia illimitata, che egli nutre nel cuore versoper Sua Santità. Aggiunge infine che i Vescovi della
        Conferenza di Fulda, tutti egualmente pieni di filiale affetto e di
            sommissione verso per il Capo della Chiesa, avrebbero senza
        dubbio espressamente aderito alla
        all'esposizto medesimo, se dall'urgenza della cosa e dalla
            difficoltà delle comunicazioni non fosse stato impedito di
                                gli fosse stato possibileegli avesse potuto
        mettersi in rapporto con loro; il che però nonnon gli hanno permesso di fareè stato impossibile a causa dell'urgenza della cosa e
            della difficoltà delle comunicazioni.
Risposi immediatamente al Cardinale von Hartmann che mi sarei fatto un dovere di soddisfareil suosenza ritardoilla suoadesideriorichiesta. Intanto gli comunicavo che, avendo trasmesso alla
        S. Sede la supplica di numerosi Vescovi della Germania che il S. Padre si degnasse intervenireporsi presso i Governi
        dell'Intesa affine di comeche, per quanto a me constava, i
        cattolici tedeschi attendono che l'Augusto Pontefice non solo intervenga in via dipl
        diplomatica allao d scopo suindicato, ma elevi altresì la pubblicamente
        la Sua voce, ricordando i principi di giustizia da Lui già proclamati durante la guerra. Al
        Santo Padre è riservato di giudicare se e come convenga nelle attuali difficilissime
        circostanze di appagare un tal desiderio. Stimo tuttavia subordinatamente che una lettera
        dell'E. V. all'Arcivescovo di Colonia (la quale è da prevedere che sarebbe, come già varie altre, da lui resa di pubblica ragione) varrebbe
        non poco a confortare ed a rassicurare i Vescovi ed i cattolici della Germania.
Dopo di ciò , chinato umilmente al bacio della S. Porpora, con profondissimo ossequio ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima 
                        
                             
                        Online seit 04.06.2012. 
                    
    Dokument-Nr. 3795
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Rorschach, 23. Mai 1919
                        Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelliBetreff
L'EmoIl
        Card. von Hartmann ed i cattolici della Germania nell'ora attuale
                        Poche ore prima della mia partenza da Monaco per la Svizzera, effettuata in
Il prelodato Emo comincia col dichiarare che essa gli è stata dettata da un cuore pieno così di fedele affetto verso la Sede Apostolica ed il S. Padre, come di sollecitudine per la Chiesa cattolica in Germania. Ricorda poi come l'Intesa ha fatto attendere un assai
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cialmente per i bambini e per i malati, dei quali
            migliaia e migliaia sono morti nei mesi scorsi Questi fatti e questi sentimenti, prosegue l'Arcivescovo di Colonia, sono sfruttati dai
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ora poi essa esige che la Germania firmi una pace, che ridurrebbe il
            popolo tedesco in schiavitù
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 protesta ora contro le
        ingiustizie, cui soggiace da mesi il popolo tedesco. Anche la lettera del Sovrano Pontefice
        in data del 10 Marzo scorso, con cuilla quale Egli in forma così amorevole comunicava all'Emo von Hartmann la Sua paterna premurasollecitudine per la sorte dei prigionieri tedeschi, [ein Wort unlesbar] da questoe che il Cardinale 62v
 Il bolscevismo religioso e morale recherà L'Emo mi prega infinechiede di portare quanto sopra a conoscenza del S. Padre, assicurandoLo però al tempo stesso che
Risposi immediatamente al Cardinale von Hartmann che mi sarei fatto un dovere di soddisfare
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 ottenere una mitigazione delle
        condizioni di pace, a loro avvisoparere inaccettabili ed ineseguibili, avevo ricevuto
        dall'Eminenza Vostra la notizia, da me immediatamente partecipata ai Prelati suddetti, che
        Sua Santità ha subito agito nel senso bramato. Oltre a ciò, significavo all'Emo aver ioavevo creduto di dover riferire alla S. Sede medesima che
                                Dopo di ciò , chinato umilmente al bacio della S. Porpora, con profondissimo ossequio ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
