Dokument-Nr. 1623
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio
Vatikan, 10. August 1917

Regest
Der Vatikan hat die offizielle Päpstliche Friedensnote an die kriegsbeteiligten Regierungen geschickt. Pacelli soll dem Reichskanzler die vier Gründe für den Vorstoß des Heiligen Stuhls darlegen, der abgesendet wurde, bevor die endgültige Antwort der Reichsregierung auf die Päpstlichen Friedensvorschläge vorlag. 1. Die Konferenz in London war ein geeigneter Anlass zum Ideenaustausch zwischen den Alliierten. 2. Dadurch kann argumentiert werden, dass zwischen der Reichsregierung und dem Heiligen Stuhl keine Absprachen getroffen worden sind. 3. Es ist anzunehmen, dass die konservative und militaristische Partei gegen die Päpstlichen Friedensvorschläge gestimmt und Druck auf den Reichskanzler ausgeübt hätten, diese zu ändern, wodurch die inakzeptabel geworden wären. Die Reichsregierung vor vollendete Tatsachen zu stellen, kommt dem Deutschen Reich zugute, da es so seine Ehre wiedererlangt und die Weltöffentlichkeit wieder versöhnt wird. 4. Das Deutsche Reich wird durch den päpstlichen Vorstoß nicht seine Aktionsfreiheit einbüßen. Der Nuntius soll der Reichsregierung die möglichen Folgen einer Ablehnung beziehungsweise Annahme der Friedensnote deutlich machen. Gasparri ist optimistisch, dass die Päpstliche Friedensinitiative Früchte tragen wird. Sollte dies nicht der Fall sein, hat der Heilige Stuhl sein Möglichstes getan, um den Krieg zu beenden. Eine Weiterführung des Konflikts würde einem Selbstmord Europas zugunsten der USA und Japan gleichkommen. Gasparri legt einen Artikel ententefreundlicher Zeitungen bei. Dieser soll an deutsche Zeitungen weitergeleitet werden, damit seitens des Deutschen Reichs Stellung zu den Vorwürfen der Kriegsschuldfrage genommen werden kann.
[Kein Betreff]
Confidenziale
Monsignore Carmo.
Avanti ieri partì la proposta di pace per la Germania, <Baviera>1 ed Austria; l'Imperatore di Germania poi era pregato di far pervenire una delle due copie unite al Sultano di Turchia, l'altra al Re di Bulgaria, coi quali la Santa Sede non ha rapporti diplomatici. Ieri poi partì per l'Inghilterra, Brasile, Russia, Belgio, e l'Inghilterra era pregata di rimettere una delle dodici copie unite alla Francia, una all'Italia, una all'America del Nord e le altre a quelle Potenze belligeranti alleate, alle quali giudicava doversi rimettere. Adesso principia l'opera vostra.
Voi in primo luogo dovete esporre al Can-
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celliere
le ragioni che hanno indotto la Santa Sede a far la proposta prima di avere la risposta definitiva dalla Germania. Queste ragioni sono quattro. a) La Santa Sede giudicò opportuno che la proposta giungesse a Londra mentre i Rappresentanti delle principali Potenze alleate era [sic] riuniti in Conferenza; avrebbero potuto avere subito uno scambio di idee in proposito e dare una risposta entro breve tempo. Disgraziatamente la Conferenza si è chiusa prima, ma [il sunto] <i punti>2 della proposta telegrafati dal Ministro li ha trovato [sic], spero, ancora a Londra. b) In tal modo la Germania come la Santa Sede possono smentire qualunque previa intesa. Dobbiamo aspettarci che i Giornali dell'ItIntesa grideranno che la Santa Sede ha fatto la proposta pregata dalla Germania (benché nella proposta si dica espressamente il contrario); il che prova evidentemente che la Germania è à bout dés forç es [sic].
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Ebbene, se ciò accade, tanto la Germania quanto la Santa Sede possono smentirlo categoricamente; e la Santa Sede lo farà senza dubbio, essendo ciò la verità. c) Era facile facile prevedere che il partito conservatore e militarista in Germania avrebbero fatto opposizione alla proposta telle quelle, obligando [sic] il Cancelliere a modificarla in modo da renderla inaccettabile o quasi inaccettabile all'altra parte. Era dunque opportuno mettere la Germania innanzi al fatto compiuto e ciò nell'interesse della Germania, poiché supremo interesse della Germania ed Alleati è uscir dalla guerra con onore, riconciliata con la opinione publica [sic] mondiale. d) Del resto 3 La Germania resta sempre libera della sua azione; nella risposta di as accettazione può aggiungere alcune <qualche piccola accidentale> riserve<a>4, che del resto son prevedute nella
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stessa risposta; noi ne saremmo soddisfatti.
In secondo luogo Voi dovete procurare di avere appunto questa risposta soddisfacente. È evidente che la parte che respingerà la proposta pure et simpliciter, avrà la responsabilità della continuazione della guerra nella opinione publica mondiale. Se la Germania respinge, tutti diranno: vedete che la proposta di pace fatta l'anno scorso dall'Imperatore e quest'anno dal Parlamento tedesco, era polvere agli occhi dei gonzi. Se la Germania accetta (sia pur con qualche <accidentale>5 riserva) e respinge l'Intesa, l'opinione publica mondiale dirà il contrario; e nei popoli dell'Intesa, specialmente in Italia, si susciterà un malcontento tale, che può avere gravi ed immediate conseguenze. Da ciò segue il grande interesse della Germania a non respingere la nostra proposta; e lo stesso ragionamento si può applicare
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all'Intesa. Del resto l'una e l'altra parte, se vogliono esser coerenti alle loro dichiarazioni (e sono queste che hanno indotto la Santa Sede a fare la proposta) dovrebbero accettar la proposta, sia pur con qualche <accidentale>6 riserva, ossia dovrebbero nel commune [sic] naufragio attaccarsi alla tavola di salvezza che la Santa Sede gli porge. Il Sig.  Erberger [sic] in Svizzera ha fatto dichiarazioni conformi alla nostra proposta e si direbbe quasi che Egli siasi servito della communicazione [sic] fattagli per parlare; quindi mi sembra che Egli potrà esservi di valevole ajuto [sic] nelle trattative. Tutto cos 7 considerato, mi sembra che vi è ragione di sperare un buon risultato; in ogni modo la Santa Sede ha compiuto il suo dovere e tutti i popoli che sospirano la pace, specialmente il popolo italiano, gliene saranno riconoscenti. La logica e il buon senso prattico [sic] non hanno fatto molto bella figura in questi tre anni di guerra; ma giova sperare che la dolorosa esperienza avrà servito a qualche cosa.
Palando [sic] col Cancelliere dell'Impero, assicuratelo ancora una se 8 volta che la Santa Sede in questi suoi ripetuti sforzi per la pace non ha altro in mira che la riconciliazione duratura dei popoli dell'Europa, nell'interesse di tutti, della Germania come
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degli altri; si tratta insomma di salvare l'Europa dal suicidio, che ridonderebbe tutti 9 a tutto vantaggio dell'Ameria [sic] e del Giappone.
Prego il Signore di benedire i vostri sforzi; avreste iniziato la vostra missione con un trionfo che era follia sperar, come dice Manzoni.
Memento mei
Affemo
Pietro Card. Gasparri
In quanto al vostro cifrato del giorno 4, i giornali dell'Intesa riproducono i documenti tendenti a provare la responsabilità della Germania nella dichiarazione di guerra; ve ne accludo uno publicato ultimamente. I giornali tedeschi per rispondere debbono riprodurli; e ciò servirà per il lavoro. In ogni modo anche la riproduzione dei documenti tutti per la tesi tedesca sarà utile alla Segreteria ed al personale di cotesta Nunziatura; è necessario insomma [ave] conoscenz] <fissare>10 esattamente questo punto così grave della storia.
1Hds. von Gasparri eingefügt.
2Hds. von Gasparri korrigiert und eingefügt.
3Hds. von Gasparri gestrichen.
4Hds. von Gasparri korrigiert und eingefügt.
5Hds. von Gasparri eingefügt.
6Hds. von Gasparri eingefügt.
7Hds. von Gasparri gestrichen.
8Hds. von Gasparri gestrichen.
9Hds. von Gasparri gestrichen.
10Hds. von Gasparri korrigiert und eingefügt.
Empfohlene Zitierweise
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio vom 10. August 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 1623, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/1623. Letzter Zugriff am: 16.04.2024.
Online seit 20.12.2011.