Dokument-Nr. 17023
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 26. September 1929

Regest
Pacelli teilt mit, dass Friedrich Fürst von Hohenzollern-Sigmaringen ihn darum bat, für seine beiden Mitarbeiter, den Präsidenten der fürstlich Hohenzollernschen Hofkammer Heinrich Aengenheister und den Hofkammerrat Jakob Paeffgen, päpstliche Auszeichnungen zu erwirken. Der Fürst erbittet für Aengenheister die Komtur mit Stern des Ordens des heiligen Silvester und für Paeffgen die Ritterschaft des Ordens des heiligen Gregors des Großen. Pacelli zitiert aus einem Schreiben des Freiburger Erzbischofs Fritz, der versichert, dass beide einer päpstlichen Auszeichnung durchaus würdig sind. Allerdings weist der Erzbischof auf einen Konflikt zwischen dem Fürsten von Hohenzollern und dem Regierungspräsidenten in Sigmaringen Scherer hin. Denn Scherer ist der Auffassung, dass Friedrich sich nach preußischem Gesetz von 1920 nicht als „Fürst von Hohenzollern“, sondern als „Prinz von Hohenzollern“ bezeichnen müsse. Vor dem Hintergrund dieser Auseinandersetzung erwartet Fritz, dass päpstliche Auszeichnungen für Mitarbeiter des Fürsten in der kleinen Stadt Sigmaringen für ein gewisses Aufsehen und für Verbitterung bei Scherer sorgen würden. Der Erzbischof erläutert, dass seine bisherigen Versuche scheiterten, den Fürsten und Scherer, die er beide als gute Katholiken bezeichnet, miteinander zu versöhnen. Pacelli scheint der genannte Konflikt als nicht hinreichend, um Aengenheister und Paeffgen eine päpstliche Auszeichnung, die schließlich aus religiösen Gründen erfolgt, zu verweigern. Er regt an, ihre Beschäftigung für den Fürsten nicht zu erwähnen und bittet Gasparri um Weisung.
Betreff
Il Principe Federico di Hohenzollern (Sigmaringen) implora Pontificie onorificenze
Eminenza Reverendissima,
Sua Altezza il Principe Federico di Hohenzollern (Sigmaringen) mi ha con lettera del 2 Settembre corr. pregato di interessarmi ad ottenere Pontificie onorificenze a favore dei suoi impiegati, il Sig. Dr. Enrico Aengenheister, Presidente della Camera di Corte (Hofkammerpräsident), ed il Sig. Dr. Giacomo Paeffgen, Consigliere della stessa Camera (Hofkammerrat).
Egli implora per il primo la Commenda con placca1 dell'Ordine di S. Silvestro e per il secondo il Cavalierato dell'Ordine di S. Gregorio Magno.2 "Ambedue (scrive Sua Altezza) si occuparono molto dei lavori per le mie donazioni a pro dei conventi di Beuron e di Habsthal ed entrambi sono cattolici convinti e fedelissimi alla Chiesa".
Non mancai di interrogare in proposito il competente Ordinario, Revmo Mons. Arcivescovo di Friburgo in Br.,
96v
il quale con lettera del 15 corr. mese mi ha risposto quanto segue:
"I Signori Dr. Enrico Aengenheister e Dr. Giacomo Paeffgen sono pienamente degni di una distinzione da parte del Santo Padre.
Tra il Principe di Hohenzollern ed il presidente governativo in Sigmaringen esiste un dissenso, giacché quest'ultimo è dell'opinione che secondo la legge prussiana del 1920 il 'Fürst von Hohenzollern' deve chiamarsi 'Prinz von Hohenzollern' e porta indebitamente il titolo di 'Fürst', mentre il primo è convinto che in virtù della Convenzione conchiusa tra i suoi antenati e lo Stato prussiano, ha pieno diritto al titolo di 'Fürst', titolo che la menzionata legge non poté togliere unilateralmente. Questo dissenso si è esteso anche ai rapporti privati tra il Principe ed il presidente anzidetto, come pure tra i loro funzionari. È quindi da aspettarsi che la concessione delle proposte onorificenze provocherà una certa sensazione nella piccola città di Sigmaringen e produrrà amara impressione nel menzionato presidente.
Tentai, due anni or sono, di riconciliare almeno nei loro rapporti privati il Principe ed il presidente, ma
97r
invano. Ambedue sono fedeli cattolici; le loro relazioni con me sono molto buone. – Personalmente mi rincrescerebbe, se a causa della suaccennata situazione le dette decorazioni non potessero essere conferite".
Essendo i prelodati Signori, anche a parere dell'Ordinario, del tutto degni della implorata onorificenza, sembrerebbemi subordinatamente che la contesa esistente tra il Principe ed il presidente non sia per sé una causa sufficiente per rifiutare una distinzione che il Santo Padre darebbe ai medesimi per motivi soltanto religiosi, cioè in quanto essi sono buoni e benemeriti cattolici. Eventualmente potrebbesi forse nel relativo Breve evitare la menzione dell'impiego che essi hanno presso il Principe.3
Ad ogni modo, nel sottomettere tale domanda al superiore giudizio dell'Eminenza Vostra, m'inchino umilmente al bacio della Sacra Porpora, e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
96r, links neben der Datumszeile hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Mitarbeiter im Staatssekretariat, notiert: "Ud. 31-X-29 Pro gratiam".
1"la Commenda con placca" hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger, in blauer Farbe unterstrichen.
2"dell'Ordine ... Magno" hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger, in blauer Farbe unterstrichen.
3"relativo ... Principe" hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger, in blauer Farbe unterstrichen.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 26. September 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17023, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17023. Letzter Zugriff am: 05.12.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.