Dokument-Nr. 19105
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 14. Juni 1927

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Sulla situazione dei cattolici in Russia
Facendo seguito al mio rispettoso Rapporto N. 37502 in data del 23 Maggio p. p., compio il dovere di significare all'E. V.  R. quanto appresso:
Avendo incontrato avuto occasione, la sera di Mercoledì 8 corrente, di parlare col Sig. Cancelliere del Reich, Dr  Marx, ne profittai per intrattenerlo di nuovo sulla situazione dei cattolici in Russia. Egli mi rispose che l'Ambasciatore di Germania in Mosca, Sig. Conte Brockdorff-Rantzau, gli aveva dato relazione delle pratiche da lui compiute presso il Sig. Litvinoff, ma che pur troppo non si può far nulla, perché i governanti russi non vogliono accondiscendere ("Man
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kann nichts tun; die wollen nicht!").
I seguito a ciò, confesso a V. E. che mi domandai se valesse più in alcun modo la pena che m'incontrassi d'incontrarmi col Sig. Cicerin; cosa tanto più sgradevole, e vorrei quasi dire ripugnante, dopo la rottura delle relazioni diplomatiche fra l'Inghilterra ed i Soviety, e specialmente dopo l'ultimo ab abominevole massacro, perpre perpetrato in Mosca dai bolscevichi. , e che aveva <ha> sollevato la <universale> esecrazione di del mondo civile. Tuttavia, per non mancare alle istruzioni impartitemi dall'E. V. a nome della Commissione per la Russia col venerato telegramma cifrato N. 36 del 2 Marzo scorso, m'indussi a recarmi ad un pranzo offerto ieri sera dal Conte zu Rantzau, fratello del sunnominato Ambasciatore, al quale, oltre questi due Signori, presero parte il Sig. Cicerin (che il giorno 10 corrente mi aveva lasciato la sua carta da visita), il
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Sig. Krestinski, Ambasciatore dei Soviety in Berlino, col Consigliere dell'Ambasciata, Br Sig. Bratman-Brodowski, ed il primo Segretario, Sig.  Jabuko Jakubowitsch, il Dr. Curtius, Ministro dell'economia del Reich (appartenente alla Deutsche Volkspart Volkspartei), il Dr  von Keudell, Ministro dell'interno del Reich (appartenente al partito tedesco-nazionale), il Direttore ministeriale nel Ministero degli Esteri del Reich, Dr  Wallroth, il Sig. Conte von Zech-Burkersroda, addetto al Ministero medesimo.
Il Sig. Cicerin, - il quale, appena vedutomi, mi salutò cortesemente, ed affermò, dietro mia domanda, di essere completamente rimesso in salute grazie alla cura fatta in Francoforte, - eg entrò egli stesso subito in argomento col dirmi che attendeva una risposta all'ultima comunicazione del Governo, la quale, egli aggiunse, con-
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teneva rilevanti notevoli concessioni. Da parte mia, osservai che la S. Sede aveva volentieri preso conoscenza dell'uno o dell'altro punto speciale, in cui il Governo aveva annuito alle sue richieste, ma che in complesso la comunicazione anzidetta era del tutto negativa e non sembrava lasciare adito ad ulteriori pourparlers. Il Sig. Cicerin, il quale non pareva al corrente dei particolari della questione, insisté nuovamente per avere una risposta scritta, necessaria, egli disse, per allo scopo di continuare la discussione, e soggiunse che la l'avrebbe fatta esaminare dai competenti Uffici.
Dopo di ciò raccomandai, sempre conformemente alle istruzioni del sullodato telegramma N. 36, al Sig. Commissario il permesso d'ingresso nel territorio dell'Unione a favore di sacerdoti di nazionalità ger-
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manica per l'assistenza religiosa delle popolazioni di lingua tedesca, e gli ricordai a tale proposito riguardo aver egli incaricato, il 13 Settembre 1924, il Rev. P. Gehrmann di dire al S. Padre che il Governo dei Soviety non aveva difficoltà contro la permanenza in Russia di ecclesiastici tedeschi (ed italiani) per l'esercizio del sacro ministero. Il mio interlocutore non lo negò, ma (dopo di aver detto che non era bene informato a causa della sua lunga assenza da Mosca) notò come la situazione sia ora mutata, perché il Governo aveva dovuto emanare, specialmente a motivo dell'attività dei Battisti, un decreto, il quale vieta a tutti i sacerdoti stranieri la cura delle anime nel territorio della Unione (cfr. succitato Rapporto N. 37502). Replicai che, malgrado ciò, sarebbero sempre
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possibili delle eccezioni, ed egli mi promise di interessarsi dell'affare al suo ritorno a Mosca. - Egualmente pregai il Sig. Cicerin di volersi interporre per la liberazione dei sacerdoti (mi parve conveniente di insistere cominciare specialmente per con questi), che si trovano imprigionati in prigione, rilevando essere nell'interesse dello stesso Governo dei Soviety di non produrre sfavorevole impressione sull'opinione pubblica mondiale, massime dei cattolici, ed il Sig. Commissario mi diede una analoga risposta, vale a dire che non era al corrente della cosa, ma che se ne sarebbe occupato, appena ritornato in quella Capitale.
Quantunque scarsissima fiducia possa aversi nelle buone parole del Sig. Cicerin, anche perché, pur volendo ammettere (cosa più che dubbia) che egli personalmente sia in realtà alquanto ben disposto, riuscirebbe
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poi a lui stesso difficile di vincere la resistenza dei radicali e fanatici dittatori di Mosca, - nondimeno, in considerazione della di lui ripetuta domanda e del desiderio della S. Sede di "non rompere il t questo tenue filo col Governo russo", (cifrato N. 36), ho cercato di preparare un progetto di Nota che mi permetto di sottoporre qui accluso all'E. V. Avevo pensato di aggiungere un sesto punto così concepito: "Il Governo riconosce l'esercizio pubblico del rito greco-russo per i cattolici"; ma mi è sembrato poi più prudente di ometterlo, non essendovi, se non m'inganno, almeno per ora, alcuna probabilità che esso venga accettato.
Chinato
161r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 14. Juni 1927, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 19105, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/19105. Letzter Zugriff am: 16.05.2024.
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