TEI-P5
                        
                            Dokument-Nr. 19369
                         
                        
                        
                             
                        
                             
                        In obbedienza aiglivenerati ordini impartitimidall'E. V. R. col venerato cif telegramma
        cifrato N. 4, ho l'onore di riferire all'E. V. R.
        quanto appresso:
I. Per ciò che riguarda i miglioramenti introdotti nel testo delle Note sulla scuola, mi sia permesso di rilevare i due seguenti punti:
a) Durante le vivee spesso polemiche, che la pubblicazione del progettotestodidel Concordato[suscitò] suscitò nella pubblica stampa e
        poi anche nel Parlamento, fu osservato dalla Deutsche Volkspartei, avversaria dichiarata del
        Concordato medesimo, ed anche dalla democratica Frankfurter Zeitung (cfr. i NN. 489,
        492 e 502, rispettivamente del 4, 5 e 9 Luglio) che l'articolo 1, ilcol quale lo Stato garantisce la protezione
        legale dello Stato alla libertà [cat] della professione
        e dell'esercizio della religione cattolica, poteva essere interpretato
            comecomprendentere anche la scuola e dare così alla S. Sede la possibilità d'ingerirsi in questa
        materia, massime nel caso della emanazione di una nuova
        leggeDSig. Kriege aggiunse anzi
        (cfr. il Verbale della discussione nel Landtag del 5 Luglio 1929, pagg. 7669-7670) che,
        anche a parere del professore di Università, Sig. Schucking, "la interpretazione suaccennata
        è del tutto comprensibile dal punto di vista del diritto canonico e la che la
        presentazione di una simile richiesta da parte della Curia (romana) difficilmente potrebbe
        essere riguardata come contraria alla lealtà ed alla buona fede". Nella stessa seduta del
        5 Luglio il Sig. Ministro del Culto tornò a combattere una simile tesi. "Per ciò che
        riguarda l'articolo 1, egli disseosservò (l. c. pagg. 7703-7704), deve dirsi con tutta chiarezza
        che secondo il corso delle trattative non può esservi dubbio che la scuola non vi è compresa
        nemmeno nel modo più remoto.lontanamente. L'articolo 1 assicura
        esclusiva-la richiesta della omissione completadella
                                il rifiuto di qualsiasi menzione della
                                la soppressione dila soppressione di qualsiasi al articolo circa la questione
            scolasticanel
                                testo delConcordatofu avanzata dal Governo soltantosi ebbe soltanto nell'ultimo periodo delle trattative concordatarie, ed anche allora la S. Sede protestò e mantenne
        l'affermazione dei suoi principi, secondo che risulta dalla Nota in data del 26 Aprile
            p. c. a. al Sig. Ministro Presidente. L'articolo 1 fu
        redattoè
            quella figura nel testo definitivo del Concordato. Questo articolo deve perciò
        essere interpretato qualecome esso [suona] è oggettivamente; ora nella
        espressione "libertà della professione e dell'esercizio della religione cattolica" sembrano, ad esempio,sono, a mio umile avviso, implicitamente compresoianche i diritti della Chiesa e dei genitori cattolici sulla scuola e
            sullail diritto alla scuola cattolica e alla istruzione religiosa,
        come si sono dati cura di dimostrare, sia pure pera scopo polemico ed offe aggressivo, gli stessi
        liberali.
Il relatore Revmo Mons. Linneborn, deputato del Centro, nella seduta della Commissione principale del Landtag del 2 Luglio corrente, senza dubbio colla migliore intenzione di facilitare l'accettazione del Concordato, affermò che "tutte le trattative preliminari (relative all'articolo 1) non menzionano altro se non che alla Chiesa è data libertà per l'esercizio della religione. Si tratta ivi quindi special-oa parti frazione il diritto dei
        genitori circa la determinazione del modo di istruzione dei fanciulli sia parte integrante
        della libertà di coscienza, deve rispondersi in modo assolutamente affermativo. Però in
        questo Concordato, a differenza di altri, è stato convenuto fra i due contraenti che nulla
        in esso doveva essere stabilito intorno alla scuola. Così il Nunzio come la Curia (romana)
        hanno tenuto conto della circostanza che per una simile disposizione non vi sarebbe stata in
        Germania una maggioranza ed hanno rinunziato formalmente (!) ad accordi circa la scuola
        nel Concordato… Se vi saranno nell'avvenire dibattiti intorno alla scuola, il Centro
        soster-pensòpensò arisponderese il deputato Dr von Campe della Deutsche Volkspartei: "Il
            [colle] collega Sig. Hestermann stima che l'articolo 1 di questo Concordato
        non è poi così pericoloso; il Sig. Linneborn ha infatti ieri riconosciuto che la Curia non
        potrà da esso dedurre alcun diritto. In A dire il vero, io ho sempre creduto che il
        Nunzio Pacelli fosse 
Ciò premesso, l'umile sottoscritto nella nuova redazione delle due Note ha cercato di tener conto, pur senza dare nell'occhio (e credo che lo stesso Ministro Presidente non se ne sia accorto), della possibilità dell'anzidetta interpretazione. La prima minuta di ambedue i documenti ammetteva infatti la completa assenza di qualsiasi disposizione circa la scuola nel Concordato; ora("keinerlei Bestimmung über die Schule", "Ausschaltung schulrechtlicher Bestimmungen", "Ausschaltung der Schulfragen aus dem nunmehr zum Abschluß gekommenen Vertrag", ecc.); ora tali espressioni oraConc Concordato non contiene alcun "regolamento della questione
        scolastica" ("keine Regelung der Schulfrage", "Ausschaltung der Regelung der Schulfrage",
        ecc.). La questione scolastica infatti non è stata in realtà regolata nel Concordato
        prussiano (come lo fu nel bavarese); ma ciò non esclude che l'articolo 1 includa 
                                e ga implicitamente il diritto della Chiesa circa la istruzione e la educazione religiosa
        dei fanciulli. 
b) Il Governo, sia in discorsi di vari Ministri, come per mezzo diin articoliispirati di giornali, allo scopo (del resto, comprensibile)per il (del resto comprensibile) scopo di difendere la sua
        azione e di vantare i propri successi di fronte agli attacchi ed alle critiche degli
        avversari, ha ripetutamente, e non di rado con evidenti esagerazioni, messo in rilievo i
        punti, a cui la S. Sede aveva finito per rinunziare durante le trattative
        concordatarie. Sembrava quindi opportuno per il prestigio della S. Sede medesima di
        portare a conoscenza della pubblica opinione che anche
        ilpro minuta della Nota al Signor Ministro Presidente trovansi aggiunte le
        parole: "mit Rücksicht auf die vonseiten der Preußischen Regierung im Laufe der
        Verhandlungen erfolgte Zurückstellung erheblicher Forderungen".
II. In conformità delle istruzioni comunicatemi nel sullodato telegramma cifrato mi sono dato subito premura di ottenere le due giustissime modificazioni richieste dall'E. V. nella Nota di risposta del Ministro Presidente, servendomi a tale scopo dell'intervento del Sig. Ministro della pubblica assistenza, Dr. Hirtsiefer, appartenente al partito del Centro. La seconda delle anzidette modificazioni non ha presentato alcuna difficoltà. Più arduo era invece di ottenere la prima aggiunta. Il Dr. Braun ha tuttavia finito per accettarla, chiedendo soltanto un mutamento di forma, il quale però, a mio subordinato parere, non solo non diminuisce, ma piuttosto rafforza il pensiero espresso nelle parole proposte dall'E. V. Il passo in questione sarebbe quindi orail segu così redatto" ... dankend zu bestätigen.
        Er 
                        75r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten,
        notiert: "C". 
                        
                             
                        Online seit 20.01.2020. 
                    
    Dokument-Nr. 19369
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 31. Juli 1929
                        Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelliBetreff
Scambio di Note sulla questione scolastica
                        I. Per ciò che riguarda i miglioramenti introdotti nel testo delle Note sulla scuola, mi sia permesso di rilevare i due seguenti punti:
a) Durante le vive
75v
scolastica. Il Governo, rispondendo nel Landtag agli
        oratori della Deutsche Volkspartei, escluse una simile interpretazione;possibilità; fu però da questi replicato che
        esso non era autorizzato ad interpretare unilateralmente il Concordato, ma era necessaria a
        tale scopo una intesa colla S. Sede. Il deputato 76r
mente la libertà confessionale individuale. È stato a suo tempo domandato per qual motivo non
        abbiamo messo nella Convenzione: mediante questo articolo 1 è esclusa la questione
        scolastica. Ciò non abbiamo fatto, perché allora si sarebbe detto: "Vedete, la parola 'scuola' si trova puredunque nella Convenzione!"
        Inoltre, dopoché la base di tutte le trattative era stata che non doveva parlarsi della
        scuola, ciò avrebbe potuto essere considerato come un atto di sfiducia da parte nostra,
        quasi che adesso volessimo ancora una volta la conferma che l'altra parte non è in realtà
        così sleale da voler far qui entrare nascostamente la scuola"
        – L'argomento del Dr Becker, dedotto dalla storia delle trattative, non
        parmi in verità esatto; infatti, come è ben noto all'E. V., dall'[esclusione] completa
                                76v
posteriormente, vale a dire nel mese di Maggio; una
        prima formula, proposta dal Ministero del Culto, conteneva la espressa limitazione "im
        Rahmen der allgemeinen Gesetze"; essa fu da me respinta e si adottò quindi l'altra, che Il relatore Revmo Mons. Linneborn, deputato del Centro, nella seduta della Commissione principale del Landtag del 2 Luglio corrente, senza dubbio colla migliore intenzione di facilitare l'accettazione del Concordato, affermò che "tutte le trattative preliminari (relative all'articolo 1) non menzionano altro se non che alla Chiesa è data libertà per l'esercizio della religione. Si tratta ivi quindi special-
77r
mente
        dell'indisturbato esercizio del culto. Che con ciò si siano toccate questioni concernenti la
        scuola e l'educazione, – non si trova alcun accenno in tutti i negoziati" (Verbale della
        discussione, pag. 6). Ed egualmente il giorno seguente l'altro
        oratore del Centro, Revmo Mons. Lauscher, nella stessa Commissione così si espresse: "Alla
        questione del deputato Dr Kriege, se cioè secondo l'opinione dei membri della mi77v
rà, come finora, la lotta da solo, fondandosi sui
        principi di diritto naturale, e non si appoggerà su questo documento, appunto perché esso
        non contiene alcun punto d'appoggio per le lotte scolastiche del Centro" (l. c.
        pagg. 48-49). In seguito a ciò il deputato Hestermann della Wirtschaftspartei nella
        menzionata seduta del 5 Luglio rilevò che "il relatore Sig. Linneborn haaveva dichiarato espressamente, come opinione della Chiesa cattolica
        officiale, che nell'articolo 1 della Convenzione non si è pensato a questioni
        scolastiche. Ed il Sig. deputato Lauscher ci ha detto: Noi siamo così leali da riconoscere
        che il Concordato non ci dà alcun punto di appoggio nella lotta per la scuola".(l. c. pag. 7689). Ma a lui 78r
quello che ha concluso la Convenzione
        per mandato della S. Sede. Le affermazioni del Sig. Linneborn non sono interpretazioni
        legali e non vincolano la S. Sede. – Il Sig. Ministro Becker ha detto oggi che
        coll'articolo 1 del Concordato è assicurata soltanto la libertà confessionale
        individuale, la libertà confessionale del singolo! È questo il contenuto
        dell'articolo 1? È questo il contenuto del libero esercizio della religione, della
        libera attività religiosa della Chiesa come tale? No, la libertà di coscienza del singolo è
        una parte; ma con ciò, Sig. Ministro Becker, il contenuto dell'articolo 1 non è
        esaurito. Il Sig. Ministro non può affermare ciò seriamente" (pag. 7738).Ciò premesso, l'umile sottoscritto nella nuova redazione delle due Note ha cercato di tener conto, pur senza dare nell'occhio (e credo che lo stesso Ministro Presidente non se ne sia accorto), della possibilità dell'anzidetta interpretazione. La prima minuta di ambedue i documenti ammetteva infatti la completa assenza di qualsiasi disposizione circa la scuola nel Concordato; ora("keinerlei Bestimmung über die Schule", "Ausschaltung schulrechtlicher Bestimmungen", "Ausschaltung der Schulfragen aus dem nunmehr zum Abschluß gekommenen Vertrag", ecc.); ora tali espressioni ora
78v
sarebbe stataavrebbero costituitoquindi una conferma ufficiale [definitiva] e bilateraleda parte della S. Sede del punto di vista del Governo
        riguardo alla interpretazione dell'articolo 1. L'attuale minuta delle due Note dice
        invece che il b) Il Governo, sia in discorsi di vari Ministri, come per mezzo diin articoli
79r
Governo aveva dovuto ritirare molti dei suoi postulati.
        Perciò nella II. In conformità delle istruzioni comunicatemi nel sullodato telegramma cifrato mi sono dato subito premura di ottenere le due giustissime modificazioni richieste dall'E. V. nella Nota di risposta del Ministro Presidente, servendomi a tale scopo dell'intervento del Sig. Ministro della pubblica assistenza, Dr. Hirtsiefer, appartenente al partito del Centro. La seconda delle anzidette modificazioni non ha presentato alcuna difficoltà. Più arduo era invece di ottenere la prima aggiunta. Il Dr. Braun ha tuttavia finito per accettarla, chiedendo soltanto un mutamento di forma, il quale però, a mio subordinato parere, non solo non diminuisce, ma piuttosto rafforza il pensiero espresso nelle parole proposte dall'E. V. Il passo in questione sarebbe quindi ora
79v
würdigt durchaus die Erklärungen des Heiligen Stuhles,
        bittet indes ...". Nel supplicare pertanto l'E. V. a volersi degnare di
        significarmi quanto prima la Sua superiore decisione al riguardo, affine di poter procedere
        senza indugio allo scambio delle Note in discorso, m'inchino