Carmo Monsignore,
Pochi giorni prima della mia partenza da Berlino
per Rorschach (se non erro, la sera di
Mercoledì 15 corr.), venne a visitarmi nella
Nunziatura il Conte Maurizio Pallfy [sic], già Consigliere dell'Ambasciata
d'Austria-Ungheria presso la S. Sede. Egli mi parlò lungamente
di varie cose riguardanti la Cecoslovacchia, in particolare della questione (ben nota, come disse, alla S. Sede dei beni delle diocesi
dell'Ungheria, situati in quello Stato. Infine poi
mi portò il discorso su un
imp di un personaggio politico, che è stato già Ministro in Cecoslovacchia (ma del
quale, pur troppo, non ricordo bene
esattamentebene il nome, simile, per quanto possosembrami di poter rammentare, a Hoyo o Hoya); disse che esso sarà in
un prossimo avvenire Capo del Governo, ed inizierà, in contrapposizione a Beneś, una
politica di riavvicinamento versocolla Germania, per il
quale5v
scopo (aggiunse egli sotto
il più stretto segreto) aveva preso già contatto con le Autorità competenti di Berlino. Il
Conte Pallfy stimava opportuno (e dava alla cosa una straordinaria
importanza) che egli avesse meco un ab colloquio in forma del tutto privata
e segretissima, per vedere in qual modo fosse possibile di regolare il rapportole varie questioni pendenti colla S. Sede.
e dava una straordinaria importanza a <tale in> simile
incontro. Non mancai, da parte mia, di far comprendere al Sig. Conte che la persona più adatta
a tale scopotal fine sarebbe stato il Revmo Mons.
Arato, Incaricato d'affari a. i. della S. Sede in Praga; ma egli insistette. Siccome, però, io soggiunsiAvendo io però soggiunto che sarei presto partito da Berlino in congedo, mi sembrò che
il Conte Pallffy giudicasse assai difficile di combinare un incontro, e
così io non pensai più alla cosa.
Giunto invece
qui, ho ricevuto invece vari telegrammi del menzionato Conte,Palffy, tra i quali uno oggi
stesso,proprio ora, in cui chiede se il detto Signore può venire Sabato o
Domenica. HoRisponderò
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risposto - sotto altro nome - esser
che sono <esser> dispiacente di non poterlo ricevere in quei giorni,nei giorni suindicati, riservandomi tuttavia
di dargli ulteriori notizie. Ella sa, carissimo Monsignore, che io ho abbastanza grattacapi
in Germania, per desiderare anche minimalontanissimamente di immischiarmi in affari, che non mi
riguardano.e che non conosco <nei quali non sono competente>. Per
non mancare, tut nondimeno, al mio dovere, mi permetto di chiederle: ritiene la
S. Sede in qualche<siasi> modo
opportuno
o
comecchessia <od> utile detto colloquio? Osta alcunché al medesimo? Mi sarebbe
per ciò necessaria una immediata risposta telegrafica. Quatenus negative,
cerchereiò di d esimermi cortesemente. Quatenus affirmative, mi sarebbe ben
utiliequalche
alcune una qualche direttivea, su almeno su l'una o l'altra questione
più importante (ad es., festa di Hus, nomina dei Vescovi, beni ecclesiastici, ecc.); ma
occorrerebbe che essa mi pervenisse colla massima sollecitudine.
ChiedendoLe venia
dell'involontario disturbo, ed in attesa mi è caro di confermarmi
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Pizzardo, Giuseppe vom 29. September 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20096, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20096. Letzter Zugriff am: 20.03.2025.