Dokument-Nr. 20288
Pacelli, Eugenio an Cremonesi, Carlo
[Berlin], 15. August 1928

Regest
Pacelli übersendet dem Sekretär der Verwaltung der religiösen Werke Cremonesi eine vertrauliche Denkschrift des Ministerialrats im Reichsfinanzministerium und guten Katholiken Prugger, um den Inhalt seines verschlüsselten Telegramms vom 29. Juli zu erläutern. Darin erinnert Prugger daran, dass der Reichskommissar für die Ablösung der Reichsanleihen alten Besitzes Schultzenstein ausnahmsweise der Ablösung ohne Prüfung der Namen zustimmte. Die bis dahin nicht mit der Angelegenheit befasste Reichsschuldenverwaltung begann daraufhin damit, die Nummern der einzelnen Wertpapiere aus ihren Büchern zu streichen. Dabei stellte sie überraschenderweise fest, dass es sich dabei nicht um Anleihen aus altem Besitz, sondern um sogenannte neue Umwandlungsstücke handelte, die erst 1921 und 1922 in Umlauf gebracht wurden. Dies hat laut Prugger den Hintergrund, dass verschiedene Gläubiger bei der Kreditaufnahme vor dem oder während des Kriegs die Wechsel nicht ausgehändigt bekommen wollten. Vielmehr wurden ihre Forderungen im öffentlichen Schuldenregister eingetragen. Viele dieser Gläubiger sahen sich infolge der Inflation und der Geldentwertung nach dem Krieg dazu veranlasst, ihre Forderungen zu mobilisieren. Dazu ließen sie sie aus dem Schuldenregister streichen, wofür sie börsenfähige Wertpapiere erhielten. Erfolgte dieser Schritt der Umwandlung nach dem 1. Juli 1920, handelt es sich um sogenannte neue Umwandlungsstücke. Die Denkschrift schließt aus der Tatsache, dass unter den fraglichen Wertpapieren viele solcher Anleihen gefunden wurden, dass die vom Banco di Roma ausgestellte Bescheinigung falsch war. Schließlich ist es nicht möglich, dass am 16. Januar und am 14. März Wertpapiere gekauft wurden, die zu diesem Zeitpunkt nicht existierten. Die Denkschrift stellt die Gutgläubigkeit der Verwaltung der religiösen Werke nicht infrage. Allerdings erhebt sie gegenüber der Bank den schwerwiegenden Vorwurf, eine falsche Bescheinigung mit falschen Daten ausgestellt zu haben. Damit verliert die Bescheinigung insgesamt an Beweiskraft, auch wenn darin tatsächlich Anleihen aus altem Besitz aufgeführt sein sollten. Reichskommissar Schultzenberg erklärte, dass unter diesen Umständen eine Neubewertung nicht möglich ist. Pacelli ist nicht in der Lage, das Gesagte zu überprüfen. Geht man davon aus, dass es stimmt, bezeichnet er die Situation als heikel. Graf Alfonso Santucci vom Banco di Roma versicherte während der Abwesenheit Pacellis aus Berlin im November gegenüber dem Reichskommissar mehrfach, dass der Heilige Stuhl die Tatsache des alten Besitzes der Wertpapiere garantiert, was die Verwaltung der religiösen Werke mit Schreiben vom 30. November bestätigte. Um unangenehme Konsequenzen zu vermeiden - der aktuelle Finanzminister Hilferding ist Sozialdemokrat - empfahl Prugger dem Heiligen Stuhl, den Antrag zurückzuziehen. Er fügte Pacelli gegenüber mündlich hinzu, dass er dann die gesamte Position übernehmen und vernichten würde. Der Nuntius verweist darauf, dass die Frage der Neubewertung der restlichen Wertpapiere, um deren Nummernliste er in seinem Bericht vom 26. Juli 1928 er bat, noch offen ist. Prüger teilte ihm allerdings vertraulich mit, dass bei der Reichsschuldenverwaltung privatim einige Prüfungen durchgeführt wurden, wobei sich herausstellte, dass sich auch darunter einige mit einem Datum nach dem 1. Juli 1920 befinden. Deshalb äußerte Pacelli in seinem oben genannten verschlüsselten Telegramm die Auffassung, dass es für die Nuntiatur ratsam sein könnte, sich nicht weiter mit der Angelegenheit zu befassen, um dem Heiligen Stuhl jede mögliche Verlegenheit zu ersparen. Selbstverständlich ist er dazu bereit, jedwede anderslautende Weisung auszuführen. Eine weitere mündliche Aussprache mit Prugger war ihm leider nicht möglich, da sich dieser in Urlaub befindet.
[Kein Betreff]
Insieme al relativo Allegato mi è pervenuto il venerato Foglio dell'E. V. R. N. 7860/1120 dell'8 corrente.
A schiarimento di quanto mi permisi di comunicare col telegramma cifrato N. 512 del 29 Luglio scorso, potrà forse giovare un Esposto confidenziale del Consigliere ministeriale nel Ministero delle Finanze del Reich, Signor Prugger, originario della Baviera e (a quanto mi è stato assicurato) buon cattolico, che mi pregio perciò di trasmettere qui accluso all'E. V.
Dopo aver ricordato che il Commissario del Reich, Sig.  Schulzenstein [sic], aveva riconosciuto (pur senza che fossero stati rivelati i nomi degli interessati) l'antico possesso dei titoli presentati da cotesta Pontificia Amministrazione per il valore di Mk. 2.564.000, l'Esposto riferisce che era quindi compito di un altro Ufficio, (distinto sia da quello del Commissario del Reich per la rivalutazione dei prestiti germanici, come dal Ministero delle Finanze, i quali si erano finora occupati dell'affare), vale a dire dell'Amministrazione dei debiti del Reich (Reichsschuldenverwaltung) di cancellare dai suoi libri i
103v
numeri dei singoli titoli. Durante questo lavoro si constatò con sorpresa che una gran parte dei medesimi consisteva in nuovi titoli, detti "neue Umwandlungsstücke", messi in circolazione soltanto negli anni 1921 e 1922. L'origine di questi titoli - sempre secondo l'Esposto - sarebbe la seguente: vari creditori nel sottoscrivere od assumere prestiti durante la guerra o prima della guerra non vollero la consegna dei relativi effetti, ma preferirono che il loro credito fosse iscritto nominalmente nel libro del debito pubblico. In seguito però alla progressiva inflazione ed alla svalutazione dei prestiti tedeschi, molti dei summenzionati creditori sentirono il bisogno di mobilizzare i loro crediti nominali, facendoli cancellare dal libro del debito pubblico e ricevendo invece delle cartelle negoziabili in Borsa. Così furono messi in circolazione i titoli in discorso, i quali, se tale trasformazione è avvenuta posteriormente al 1º Luglio 1920, si designano col nome di "neue Um-
104r
wandlungsstücke". Essendosi ora, come si è accennato, trovati in gran numero titoli di questo genere fra quelli sopra indicati, l'Esposto ne deduce che il certificato rilasciato dalla Banca italiana di Credito era falso, giacché non è possibile che siano state acquistate il 16 Gennaio ed il 14 Marzo 1920 delle cartelle, che non esistevano in quell'epoca. L'Esposto non mette menomamente in dubbio la buona fede di cotesta Amministrazione; afferma però che alla sunnominata Banca non può essere risparmiato il grave addebito di aver rilasciato con false date un attestato materialmente falso. In conseguenza di ciò l'attestato medesimo ha perduto qualsiasi forza probativa, sebbene forse vari degli altri titoli possano essere realmente di vecchio possesso. Il Commissario del Reich ha dichiarato quindi che in questo stato di cose è impossibile la rivalutazione dei suddetti titoli.
104v
D'altra parte, nell'ipotesi che il suesposto corrispondesse a verità (il che non ero in grado di controllare), la situazione sembrava divenuta alquanto delicata. L'ottimo Sig.  Conte Alfonso Santucci, naturalmente in pienissima buona fede, venuto a Berlino (in mia temporanea assenza) nel Novembre dello scorso anno, affermò (a quanto mi è stato riferito) più volte dinanzi al Commissario del Reich che la S. Sede garantiva il fatto dell'antico possesso dei titoli in questione; e detto possesso venne poi egualmente asserito nel Foglio di cotesta Amministrazione del 30 Novembre 1927 per "tutti"; certificati medesimi presentati per la rivalutazione con lettera del 10 Agosto 1927. Perciò il Sig. Prugger, ad evitare eventuali spiacevoli conseguenze (l'attuale Ministro delle Finanze del Reich appartiene al partito socialista), consigliava il ritiro della domanda; egli mi aggiunse a voce che dopo di ciò avrebbe preso a sé e distrutto l'intiera posizione.
Rimaneva aperta la questione della rivalutazione dei rimanenti titoli per l'ammontare di Mk 3.636.000, relativamente ai quali mi permisi pure di chiedere all'E. V. i necessari documenti col Rapporto N. 39814 del 26 Luglio p.p. Il Sig. Prugger mi disse però ri-
105r
servatamente che, in seguito alla fatta esperienza, si era compiuto in via privata presso l'Amministrazione dei debiti del Reich qualche prova di saggio per alcuni dei titoli stessi, e da essa sarebbe già risultato (così almeno si affermava) che anche fra questi ve ne sarebbero dei posteriori al 1º Luglio 1920. Per tal motivo osai di esprimere nel mio rispettoso cifrato il subordinato parere essere forse prudente che questa Rappresentanza Pontificia non entri più nella cosa, e ciò al solo scopo di risparmiare possibili imbarazzi alla S. Sede. Malgrado ciò, è superfluo di aggiungere che sono sempre pronto, come di dovere, ad eseguire tutti quegli ulteriori ordini, che all'Eminentissimo Superiore od all'E. V. piacesse d'impartirmi al riguardo.
Avrei voluto altresì parlare di nuovo col Sig. Prugger per avere da lui altri schiarimenti, ma ciò pur troppo mi è stato impossibile, perché egli trovasi attualmente in congedo.
Con sensi di profonda venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'E. V. R.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Cremonesi, Carlo vom 15. August 1928, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20288, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20288. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.