Dokument-Nr. 3512
Bisleti, Gaetano an Pacelli, Eugenio
Rom, 22. Mai 1918

Regest
Bisleti übersendet Pacelli einen Brief für Michael von Faulhaber und eine Kopie desselben für den Nuntius. Er informiert ihn, dass der Papst nicht beabsichtigt hatte, einen Aufschub über ein Jahr zu gewähren, da er auf die Einhaltung des Kanons 1365 des Codex Iuris Canonici besteht. Nur Dank des Einsatzes Bisletis hat der Papst seine Meinung diesbezüglich gemäß dem Inhalt des Briefes geändert. Der Philosophieunterricht an Schulen benötige laut CIC eine Dauer von mindestens zwei Jahren, jedoch erlegt das Königreich Bayern andere Schulrichtlinien auf. Bisleti schlägt vor, dass die Bischöfe in ihren Seminaren und Internaten den Philosophiekurs anbieten, bevor die Schüler an weiterführende Schulen wechseln. Sollte dies nicht möglich sein, müsse die bayerische Regierung um eine Einführung dieser Kurse in den Oberschulen gebeten werden. Pacelli wird angewiesen, auch den Erzbischof von Köln, Felix von Hartmann, über den Inhalt des Briefes in Kenntnis setzen, da auch in den anderen Staaten ein Mangel an Philosophieunterricht an Schulen zu beklagen sei und von Hartmann das Thema auf der Bischofskonferenz in Fulda ansprechen kann.
[Kein Betreff]
Ill.mo e Rev.mo Signore,
Spedisco l'acclusa lettera diretta a cotesto Rev.mo Arcivescovo con relativa copia per V. S. Rev.ma.
Debbo dire per norma di V. S., di Mons. Arcivescovo e degli altri Vescovi del Regno che il Santo Padre non avrebbe voluto accordare neppure un anno di proroga, tanto tiene all'osservanza del canone 1365. E non fu che in conseguenza di preghiera mia umilissima, avvalorata dal suo parere, che la grazia venne accordata entro i limiti indicati nella lettera e al fine di dare tempo utile, considerate le generali e locali circostanze e i rapporti con lo stato, a prendere gli opportuni provvedimenti, affinché spirato il biennio, possa andare in vigore la canonica prescrizione. Conosco le difficoltà, ed in vista di esse è stato accordato il temporaneo indulto; ma ritengo altresì che non sono insuperabili. Che anzi dovrà porsi ogni sollecitudine per eliminarle, se si riflette veramente sulla suprema importanza della legge Pontificia. Si tratta del fondamento della cultura del Sacerdote, le cui labbra hanno il deposito della scienza.1 Né fondamento solido e proporzionato può considerarsi quell'insegnamento di filosofia e quale filosofia V. S. lo sa molto meglio di me che, così si obietta si [sic] impartisce nell'ultimo anno di liceo (Ginnasio) o nel primo di liceo teologico. Quanto poco materiale, se anche solido, per la base di così vasto ed alto edificio, quale la Teologia. No, no: fa d'uopo consacrare alla filosofia ed alla sola filosofia scolastica il tempo necessario, che non può essere minore di due anni come sapientemente decreta il Codice. Ma come provvedere alla costituzione di questi bienni (almeno) di Filosofia, dati gli attuali ordinamenti scolastici in cotesto Regno?
261v

Si dice che vexatio dat intellectum, e la promessa dell'Arcivescovo di mettere in esecuzione il canone in questione non appena spirata la proroga mi assicura che l'Episcopato Bavarese saprà trovare il modo in piena armonia con la nuova legge ecclesiastica.2
Non so se male mi appongo dicendo che sarebbe da preferirsi che i Vescovi creassero, anche a costo di qualche sacrificio, il corso biennale di filosofia nei loro Seminarii o Convitti indipendentemente dallo stato da doversi seguire dagli alunni prima di andare ai Licei teologici o alle Facoltà teologiche. Sarebbe la questione risoluta e sapientemente. Che se ciò non si potesse fare, convenire con il Governo per la istituzione di detto corso biennale di filosofia scolastica iuxta Codicem nei Licei governativi chiedendo di stabilire i fondi per gli onorari ai professori. Del resto V. S. saprà ben consigliare cotesto Episcopato e farlo decidere ad adoperarsi sollecitamente per l'attuazione della prescritta e necessarissima riforma.
Siccome poi debbo ritenere che questa povera Filosofia, la quale se si gloria di essere l'Ancella della Teologia non può sopportare di essere tenuta in così poco conto, subisca lo stesso trattamento negli altri Stati di Germania, in vista dei rapporti giuridici tra Chiesa e Stato, non sarebbe opportuno che della lettera scritta a cotesto Arcivescovo si desse comunicazione in via confidenziale e come privata iniziativa di V. S. all'E.mo di Colonia perché ne prendesse norma e ne conferisse quindi nella prossima riunione a Fulda? Questa S. Congr. non può scrivere perché non interpellata e forse non lo sarebbe perché quei Rev.mi Ordinari, conosciuta per la lettera all'Episcopato Bavarese la mente del S. Padre, si darebbero anch'essi, con lo zelo che li distingue, a trattare per introdurre la riforma dell'insegnamento filosofico. Quale successo, quale trionfo se si riuscisse presto in tanta impresa. E quale soddisfazione per l'egregio
262r
Nunzio di Monaco vero discepolo dell'Aquinate!
Bene inteso che lascio alla intelligenza sapienza e prudenza di V. S. di fare in proposito ciò che crederà più opportuno.
Con sensi di venerazione ed affetto mi professo
della S. V. Rev.ma
dev.mo per servirla
Gaetano Card. Bisleti
Prefetto
1Textpassage "Spedisco l'acclusa […] scienza" hds. mit roter Farbe markiert, vermutlich vom Empfänger.
2Textpassage "Si dice […] ecclesiastica" hds. mit roter Farbe markiert, vermutlich vom Empfänger.
Empfohlene Zitierweise
Bisleti, Gaetano an Pacelli, Eugenio vom 22. Mai 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 3512, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/3512. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 20.12.2011, letzte Änderung am 20.01.2020.