Dokument-Nr. 3795
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Rorschach, 23. Mai 1919

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
L'Emo Card. von Hartmann ed i cattolici della Germania nell'ora attuale
Eminenza Reverendissima,
Poche ore prima della mia partenza da Monaco per la Svizzera, in conf obbedienza ai venerati ordini dell'E. V. R., mi giunse una lettera dell'Emo Sig. Cardinale von Hartmann, che qui acclusa compio il dovere di trasmettere all'E. V.
Il prelodato Emo comincia col dichiarare che essa gli è stata dettata da un cuore pieno così di fedele affetto verso la Sede Apostolica ed il S. Padre, come di sollecitudine per la Chiesa cattolica in Germania. Ricorda poi come l'Intesa ha fatto attendere un assai lungo tempo per l'armistizio ed i preliminari di pace, mentre che intanto perdurava colle più fatali conseguenze il rigoroso blocco ed i prigionieri venivano trattenuti nelle più miserevoli condizioni
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ora poi essa esige che la Germania firmi una pace, che ridurrebbe il popolo tedesco in schiavitù Tutto ciò, prosegue l'Arcivescovo di Colonia, è sfruttato dai nemici della Chiesa. Ess Costoro affermano che il S. Padre, allorché la potenza della Germania era ancora grande, è sempre intervenuto a suo danno di essa come custode della giustizia, e citano a tale proposito le parole di Sua Santità n ell'Allocuzione Concistoriale del 4 Dicembre 1916 e n ella Nota Lettera per la pace del 1 Agosto 1917, colle quali, a loro avviso, il Sommo Sua Santità ha voluto soltanto contenere e frenare la Germania medesima, allora all'apogeo della sua forza, per salvare dal disastro i popoli dell'Intesa. In seguito a ciò, una certa agitazione si è venuta man mano impadronendo anche dei buoni cattolici tedeschi, che non sanno difendersi dagli attacchi di coloro che domandano perché il Santo Padre non
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protesta ora contro le ingiustizie, cui soggiace da mesi il popolo tedesco. Anche la lettera del Sovrano Pontefice in data del 10 Marzo scorso, con cui Egli in forma così amorevole comunicava all'Emo von Hartmann la Sua paterna premura per la sorte dei prigionieri tedeschi, [ein Wort unlesbar] da questo pubblicata senza indugio, ha portato in modo soltanto passeggero calmato alquanto gli animi. Il malcontento invece è stato ancor più aumentato dalle parole, che il S. Padre avrebbe pronunciato alcune settimane or sono, e cioè che e gli è stato dempre francese di cuore ed è dolente di non esserlo anche di nascita. In questo stato di cose il Cardinale von Hartmann dice di temere assai per il futuro. Anche una gran parte dei cattolici tedeschi sarà presa dalla generale disperazione e, se dal Vicario di Cristo non udranno alcuna positiva condanna delle dell'ingiustiziae commesse contro il popolo tedesco e che ancor lo minacciano, vacilleranno nella loro fede.
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Il bolscevismo religioso e morale recherà in Germania i più gravi danni alla fede ed alla vita cattolica in Germania.
L'Emo mi prega infine di portare quanto sopra a conoscenza del S. Padre, assicurandoLo però al tempo stesso che non già mancanza di amore e di devozione verso la Sua Augusta Persona, ma invece fiducia illimitata, che egli nutre per Sua Santità. Aggiunge infine che i Vescovi della Conferenza di Fulda, avrebbero senza dubbio aderito alla all'esposizto medesimo, se dall'urgenza della cosa e dalla difficoltà delle comunicazioni non fosse stato impedito di mettersi in rapporto con loro; il che non gli hanno permesso di fare l'urgenza della cosa e la difficoltà delle comunicazioni.
Risposi immediatamente al Cardinale von Hartmann che mi sarei fatto un dovere di soddisfare il suo il suo desiderio . Intanto gli comunicavo che, avendo trasmesso alla S. Sede la supplica di numerosi Vescovi della Germania che il S. Padre si degnasse intervenire presso i Governi dell'Intesa affine di
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ottenere una mitigazione delle condizioni di pace, a loro avviso inaccettabili ed ineseguibili, avevo ricevuto dall'Eminenza Vostra la notizia, da me immediatamente partecipata ai Prelati suddetti, che Sua Santità ha subito agito nel senso bramato. Oltre a ciò, avevo creduto di dover riferire alla S. Sede medesima che per quanto a me constava, i cattolici tedeschi attendono che l'Augusto Pontefice non solo intervenga in via dipl diplomatica allao d scopo suindicato, ma elevi altresì la pubblicamente la Sua voce, ricordando i principi di giustizia da Lui già proclamati durante la guerra. Al Santo Padre è riservato di giudicare se e come convenga nelle attuali difficilissime circostanze di appagare un tal desiderio. Stimo tuttavia subordinatamente che una lettera dell'E. V. all'Arcivescovo di Colonia (la quale è da prevedere che sarebbe, come varie altre, da lui resa di pubblica ragione) varrebbe non poco a confortare ed a rassicurare i Vescovi ed i cattolici della Germania.
Dopo di ciò
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 23. Mai 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 3795, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/3795. Letzter Zugriff am: 22.05.2024.
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