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                            Dokument-Nr. 4496
                         
                        
                        
                             
                        
                             
                        Come l'Eminenza Vostra Reverendissima ha senza dubbio appreso là
        già dalla stampa, ieri l'altro, 1
                                4 corr., alle ore 10 antim. è giunto a Monaco in visita ufficiale
        S. M. Ferdinando I Re di Bulgaria, accompagnato dai figli Principe  Boris, e  Cirillo, dal Ministro
            degli Esteri Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari
        Esteri, Sig. Radoslavow, e da numeroso seguito. Sua Maestà  ha ricevuto in udienza ieri alle ore 11 ½ in udienza nel Palazzo
        Reale, detto la Residenza, il Corpo diplomatico accreditato presso la Real Corte di Baviera.
        
Introdotto per primo alla presenza del Re, dopo avermi baciato l'anello (il che ha fatto anche allorché io mi sono congedato) mi ha con molta gentilezza e cordialità invitato a sedere e si è trattenuto con me in una conversazionecord assai cordiale per oltre
            mezz'ora.
Col più vivo interesse mi ha domandato notizie della preziosa salute del Santo Padre, per cuiegli> nutrisce sentimenti di grande ammirazioneritenendolo Pontefice al tempo stesso di di eccelse virtù sacerdotali e di altissima
        sapien-l'attula guerra ed avendogli io confermato il vivissimo desiderio che nutre Sua Santità di aspettare l'ora della
            sospirata pace, il Re ha soggiunto che nello
        scorso mese di Dicembre redasse con ogni cura, insieme al suo Ministro degli Esteri, un
        telegramma per il Santo Padre sull'argomento della pace, che inviò a Roma per mezzo di
        Monsignor Valfré di Bonzo, Nunzio Apostolico di Vienna; ma non ne ebbe risposta alcuna. Ho risposto assicurando Sua Maestà che il Santo Padre non avrebbe potuto non gradire un
        simile atto di omaggio da parte del Re di Bulgaria e che per conseguenza la mancata
            risposta il mancato la mancata risposta trovava una facile spiegazione nel fatto che
            nelle attuali circostanze le comunicazioni,  sono così difficili ed incerte che molta corri [?] non di
        rado la corrispondenza giunge con notevole ritardo od anche va del tutto perduta. Ha ciò
        nuovo Vescovo di Nicopoli, Mons. Theelen, il quale, sebbene vi fosse da
        sperare che, come appartenente a paese neutrale, si sarebbe mantenuto estraneo alle passioni
        politiche, mostrasi invece  apertamente
        favorevole all'Inghilterra, alla Francia ed alla Russia. Ha affermato Sua Maestà il
        tutto il suo desiderio di lavorare per l'Unione, ma 
        aver per bisogno, per raggiungere tale scopo, dell'appoggio del Clero cattolico e
        della Santa Sede, la quale dovrebbe mostrare di prendere al
        popolo bulgaro di prend aver per esso cura ed interesse. Quanto alla nomina del Nunzio ed
        alla conclusione di un Concordato nel quale dovrebbesi pure determinare la nuova
        circoscrizione ecclesiastica, ho significato al Re che la
        relati-maggiore massimo favore pur que ma che la e colla più vivodesiderio di soddisfare e così [?] ai desideri di Sua Maestà per
        il bene religioso delle popolazioni soggetti al suo dominio, ma che la incerta situazione
        attuale consigliavaall'Augusto Pontefice di rimandarne l'esecuzione dopo la fine della
        guerra. In seguito, il Re mi  manifestò pure, non senza un accento di rammarico, che secondo le Sue informazioni, gli Eminentissimi Signori Cardinali
        in Roma, compreso il Cardinale Segretario di Stato, sotto l'influenza dei Ministri
        dell'Intesa, inclinano sempre più verso le Potenze nemiche degli Imperi Centrali e dei loro
        Alleati; al che mi sono affrettato a replicare con parole rispettose ma ferme, che simili
        informazioni non corrispondevano alla verità. In particolare, per ciò che concerne
        l'Eminenza Vostra, ho detto che i continui ed intimi rapporti, ai quali Ella si è
            in passato degnata di ammettermi  mi permettevano di
        affermare con ogni sicurezza che Vostra Eminenza, restando sempre al di sopra di ogni
        estranea influenza, si era sem-
                            dic assicurazione. Ne ho profittato per dipingergli, con
        abbondanza e precisione di dettagli, la difficile le difficoltà, in cui essa
            il in mezzo alle quali deve procedere la Santa Sede, che pur è riuscita, malgrado
        tutto, a conservare il suo altissimo carattere sopra-nazionale  e la sola ad apparire come la sola grande Potenza morale
        capace di ricondurre la sconvolta società sugli
            eterni principi della cristiana sapienza e  del diritto pubblico cristiano, e per rappresentargli altresì come l'attuale stato di guerra abbia posto ancor più in evidenza
        l'anormale ed intollerabile condizione fatta al Romano Pontefice.Sua Maestà ha pienamente convenuto in tale ordine di idee ed ha
             soggiunto esser necessario procurare posit
        positivamente che venga nuovamente creato un Patrimonio di S. Pietro con Roma ed una
        striscia di territorio sino al mare, affinché completamen perfettamente libero ed
        indipendente. 
Allorché io ho accennato al Re aver il Santo Padre in animo di differire dopo la guerra lasoluzione
        conclusione del Concordato e la nomina del Nunzio, egli ha esclamato: Ma quando finirà la
        guerra! Sua Maestà  espresseil parere che essa  durerà ancora a lungo e non cesserà se non dopo
        grandi rivolgimenti di popoli; anche le popolazioni degli Imperi centrali ne hanno
            par-dessus la tête. Ed avendo io notato che, malgrado ciò, il popolo in Germania si mantiene  assai
        calmo, il Re mi ha detto che la situazione interna della Bulgaria è sicuracosì pure quella della Germania, ove, nonostante le soffer privazioni
        e le sofferenze, è profondo nelle masse il sentimento del dovere; non così invece
        nell'Impero Austro-Ungarico, ove essa è ben lungi dall'esser sicura. La colpa della guerra,
        ha proseguito il Re, non è né mia (egli si è detto il primo dei pacifisti), e nemmeno degli
        Imperi centrali. La guerra è stata da lungotempo preparato (ignorandolo il popolo francese, di Umbert specialmente di Umberto I, è ateo ed assolutamente
        ostile alla Chiesa. Un<a> giorno volta, ha narrato Sua Maestà, disse a me
        stesso che non poteva vedere un prete cattolico senza provare un senso di profondo
        disgusto.
Il Re ha concluso, pregandomi di metterlo ai piedi del Santo Padree di raccomandare da parte sua al Santo Padre il popolo bulgaro. Dopo di che, ha volutopresent farmi conoscere i suoi figli, coi quali mi sono
            trattenuto in breve colloquio mentre io gli ho presentato alla mia volta Mons. Schiopl'Uditore Monsi-
Finalmente, avendogli io nel corso della conversazione avutaoccasione di raccomandargli i prigionieri italiani in Bulgaria, secondo la mente del Dispaccio N. 30976 inviato da Vostra Eminenza all'Uditore di questa Nunziatura in data del 5 Maggio scorso, il Re mi ha mandato nel pomeriggio espressamente il Capo del suo Gabinetto civile, Sig. Straschimir D. Dobrovitsch, il quale, a nome di Sua Maestà, mi ha assicurato che i prigionieri suddetti sono ben trattati, ma che tuttavia, in omaggio alla raccomandazione del S. Padre, il Re ha dato ordini perché la loro sorte venga anche migliorata. I Bulgari, ha egli aggiunto, non sono quei barbari e quei crudeli che si vuol far crede dai loro avversari; essi combattano valorosamente secondo le regole della guerra, ma poi non considerano i prigionieri comeloro nemici ed usano verso di
        loro i dovuti riguardi.
Dopo di ciò, chinato ecc. 
                        
                             
                        Online seit 24.03.2010. 
                    
    Dokument-Nr. 4496
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 23. September 1917
                        Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelliBetreff
Udienza presso S. M. il Re di Bulgaria
                        Introdotto per primo alla presenza del Re, dopo avermi baciato l'anello (il che ha fatto anche allorché io mi sono congedato) mi ha con molta gentilezza e cordialità invitato a sedere e si è trattenuto con me in una conversazione
Col più vivo interesse mi ha domandato notizie della preziosa salute del Santo Padre, per cui
2v
za politica. Sua Maestà mi ha detto di aver diffuso
        ovunque nel suo Regno il ritratto del Santo Padre, affinché tutti imparino a conoscere il
        Vicario di Gesù Cristo sulla terra. Essendo poi naturalmente caduto il discorso
            sul3r
 senz'altro riconosciuto ed ammesso il Re, il quale, però,
        pur con espressioni del tutto riverenti, ha continuato a muover lamenti per non essere stata accolta la sua domandadella nomina di un Nunzio Apostolico in Bulgaria, e della erezione di Sofia nuova circoscrizione ecclesiastica
            colla erezione di Sofia a Sede arcivescovile ed ha mosso  lamenti
        contro il 3v
va proposta fu dal S. Padre accolta col
            4r
pre mantenuta in un atteggiamento di  serena e stretta
        imparzialità, avendo unicamente in mira il bene delle anime e l'onore della Sede Apostolica.
            Al che il Re, visibilmente soddisfatto, mi ha ripetutamente e calorosamente
        ringraziato per tale 4v
 i fedeli tutti
        sappiano che il loro Padre comune è realmente e Allorché io ho accennato al Re aver il Santo Padre in animo di differire dopo la guerra la
5r
 che
        sinceramente non la voleva  –
        e Sua Maestà ha affermato di conoscer bene la Francia – ) soprattutto da Poincaré, da Edoardo VII (la cui azione è stata in questo riguardo veramente fatale) e da Sir Edward Grey in
        Inghilterra, per la Russia da Isvolsky ed un poco anche
        dall'infelice ex-Czar di Russia. Essa è l'opera della framassoneria, la quale ha trascinato
        nel conflitto anche l'Italia, violando apertamente il trattato d'alleanza che da tanti anni
        la stringeva agli Imperi centrali. L'attuale Re Vittorio Emmanuele III, a differenza di
        Vittorio Emanuele II e Il Re ha concluso, pregandomi di metterlo ai piedi del Santo Padree di raccomandare da parte sua al Santo Padre il popolo bulgaro. Dopo di che, ha voluto
5v
gnor
        Schioppa, Uditore, e Monsignor Toricella, Segretario di questa Nunziatura.Finalmente, avendogli io nel corso della conversazione avutaoccasione di raccomandargli i prigionieri italiani in Bulgaria, secondo la mente del Dispaccio N. 30976 inviato da Vostra Eminenza all'Uditore di questa Nunziatura in data del 5 Maggio scorso, il Re mi ha mandato nel pomeriggio espressamente il Capo del suo Gabinetto civile, Sig. Straschimir D. Dobrovitsch, il quale, a nome di Sua Maestà, mi ha assicurato che i prigionieri suddetti sono ben trattati, ma che tuttavia, in omaggio alla raccomandazione del S. Padre, il Re ha dato ordini perché la loro sorte venga anche migliorata. I Bulgari, ha egli aggiunto, non sono quei barbari e quei crudeli che si vuol far crede dai loro avversari; essi combattano valorosamente secondo le regole della guerra, ma poi non considerano i prigionieri come
Dopo di ciò, chinato ecc.
