Betreff
Colloquio col Presidente dell'Impero Sig. Ebert e col Ministro Presidente di Baviera Sig. Hoffmann
Il Presidente dell'Impero Sig. Ebert ebbe testé occasione dia manifestare all'ottimo Sig. Conte von Zech, Incaricato d'Affari di Prussia in MonacoBaviera, il desiderio di conoscermi. Una propizia occasione a tale scopo si è offerta ben presto. Essendo infatti iersera il Sig. Ebert passato per Monaco, ove si è trattenuto alcune ore, l'incontro ha potuto aver luogo in casa del sullodato Conte. v
Il Presidente dell'Impero, il quale era accompagnato anche dal Ministro della Guerra, il famoso ed energico Noske, mi venne incontro con viva e schietta cordialità. Egli mi parlò con profondo rispetto della S. Sede ed espresse la sua gratitudine per quanto il S. Padre ha fatto già in favore della pace – come 63v
hanno mostrato anche le recenti "rivelazioni" – ed a vantaggio dei prigionieri tedeschi. Si parlò poi dei rapporti fra Chiesa e Stato secondo la niuova cCostituzione dell'Impero, ed avendomi egli detto che anche il suo partito (ossia quello deii socialisti maggioritari)(cui l'Ebert appartiene) avevano cercato dicontribuito a regolarli con spirito di conciliante moderazione, e risposi riconoscendo che le disposizioni relative a quell'argomento erano praticamentesoddisfacentiaccettabili, feci però delle espresse riserve per ciò che riguarda la questione della scuola. – Il Sig. Ebert mi parlò intrattenne poi a lungo sulla situazione interna della Germania, la quale è ancora assai grave e che si farà pericolosissima nell'inver nel prossimo inverno, in cui i movimenti rivoluzionari potranno condurre il paese alla completa anarchia. Le cause principali sono: 1º) l'obbligo,dellaimposto dal trattato di pace di Versailles, della riduzione delle scarse forze militari, ora esistenti
(attualmente formate da(circa 400.000 uomini),ed appena sufficienti al mantenimento dell'ordine. L'esercito dovrà essere ridottoportato a soli 100.000 uomini, numero assolutamente 64r
inadeguato per reprimere le insurrezioni Spartachiane, come apparisce evidentemente se si consideri che per la liberazione della sola città di Monaco occ occorsero nello scorso Maggio circa 60.000 uomini. Il Sig. Presidente mi disse che la Germania sta a tale scopo trattando coll'Intesa e spera, ma è ben lungi dall'esser sicura, di poter ottenere raggiungere la pur sempre scarsa ed insufficiente cifra di 200.000 uomini. Né è possibile di sfuggire alla vigilanza dell'Intesa su questo punto, giacché le apposite Commissioni militari stabilite in Germania sonoesercitano un controllo rigorosissimeo e contano ogni soldato ed ogni cannone. 2°) la [sic] catastrofica mancanza di carbone, la quale porterà nel prossimo inverno alla chiusura delle fabbriche colla conseguente disoccupazione di innumerevoli operai ed alla impossibilità di riscaldare le case. Le masse, esasperate ed eccitate dagli elementi bolscevichi,potran
provvederanno senza dubbio provocarene prenderanno senza dubbio motivo per provocare i più tragici sconvolgimenti. Ma anche qui l'Intesa è irremovibile nelle sue richieste di carbone. 64v
3°) la [sic] mancanza dei viveri, che col denutrimento fisico provoca cagiona l'eccitabilità e la perdita dell'amore al lavoro. 4°) la [sic] richiesta estradizione degli ufficialidei generali tedeschi, previstaimposta nel trattato di pace, la quale produrrà le dimissioni dei più fedeli ufficiali, i quali contribuiscono presentemente al mantenimento dell'ordine. 5°) il [sic] ritardo nella consegna libeinesplicabile e disumano
delnella liberazionenel rimpatrio dei prigionieri tedeschi, il quale perdura aumenta in oltre ogni dire l'irritazione ed il malcontento della popoloazione. Da parte mia non ho mancato di segnalare al Sig. Presidente quanto la S. Sede ha fat compiuto e compie con instancabile attivitàcarità per ovviare ai mali indicati nei punti 3°, 4° e 5°, ed in modo speciale ho richiamato la di lui attenzione sul recente e splendido articolo dell'Unità Cattolica
rel contro la summenzionata estradizione dei generali (articolo che avrò cura di diffondere per mezzo della di cui procurerò la diffusione nella stampa); tedesca); per il che il Sig. Ebert ha mostrato vivissima soddisfazione e gratitudine. Egli aggiunse 65r
che il Governo fa sforzi sovrumani per mantenere l'ordine e soddisfare gl'impegni presi nel trattato di pace, e che se la tranquillità intersaràfosse possibile di giungere alla Pasqua del prossimo anno senza eccessive convulsioni interne, forse la situazione potrebbe esser salvata, ma che non capisce quale interesse abbia l'Intesa di spingere colle sue inesorabili esigenze la Germania nel caos e neall'anarchia ed allo sfacelo, mentre che questa non sarebbe più in tale caso in tal modocaso questa non pagherebbe piùpotrà più pagare,come è evidente, le impostelprescritte indennità impostele.di guerra.
In finePiù tardi
venne venne anche in casa del Conte von Zech il Ministro Presidente bavarese Sig. Hoffmann, tornato ora da Bamberga e di cui ebbi occa così per la prima volta occasione di fare la conoscenza. Egli, sebbene di maniere rudi, si mostrò gentile con me, s'informò sugli attentati commessi contro la Nunziatura nel mese nello scorso mese di Aprile e mi confermò senza ambagi (ciò che del resto 65v
qui tutti sanno, vale a dire che la situazione a causa delle mène dei comunisti, i quali hanno ora potuto perfettamente riorganizzarsi, la situazione si è fatta di nuovo, massime nella città di Monaco, estremamente grave e pericolosaminacciosa. Ha egli poi espressoEspresse egli quindi poscia il desiderio che rimanga unanon venga soppressa la Nunziatura Apostolica indi Baviera. La Legazione bavarese presso la S. Sede, haegli mi dettoisse, sarà almeno provvisoriamente conservata, ed anzi il Signor Barone von Ritter ha avuto
ricevuto avuto istruzione di recarsi a Roma, non appena ratificatao il trattatoladi pace; spera quindi
q è da sperare per conseguenza che come corrispettivo il S. Padre vorrà mantenere ilun Suo Rappresentante in Monaco. Poiché poi, d'altra parte, sembra certo che prossimamente la Legazione di Prussia presso la S. Sede sarà trasformata in Legazione dell'Impero (Reichsgesandtschaft), il Sig. Ministro Presidente aggiunse che ciò porterà logicamente con ogni probabilità alla correlativa erezione di una Nunziatura in Berlino, di cui egli riconobbe(cosa ch'egli stessoriterrebbe senza dubbioritiene, del resto, utilissima), ma vorrebbe che, malgrado ciò,questo, la L d Baviera possa conservarepotesse conservare dirette relazioni con Roma, 66r
senza passare per Berlino. Risposi che ignoravo
del tutto quali fossero le disposizionivedute della S. Sede circa la creazione di detta Nunziatura nella capitale dell'Impero, di cui molto si parla in Germania, ma esser in ogni caso non dubitavosicuro che, qualora il Governo bavarese chiedesse il mantenimento della Nunziatura anche in Monaco, il S. Padre prenderebbe tale desiderio in benevola considerazione. CircaFinalmente, circa la [sic] questionei specialeideiconcernenti i rapporti fra Chiesa e Stato in Baviera, cui accennòai quali pure durante il colp colloquio accennòanchepure il Sig. Hoffmann, ricev non avendo io ancora ricevuto le istruzioni di V. E. R. implorate col mio rispettoso cifrato N. 328, evitai di entrare nell'argomento; dissi per mi limitai perciòquindi ad osservare che, mentre mi era già ben nota la nuova Costituzione dell'Impero recentemente promulgata, non conoscevo invece ancora quella nuova Costituzione bavarese, se non per ciò che ne avevo letto sui pubblici fogli, ma non ne avevosenza possederne però il testo ufficiale intiero e definitivo. Al che il Sig. Ministro mi rispose che, appena ne sarà ultimata la stampa, si ne sarebbe fatta unane avrebbe offertasi sarebbe dato premura di offrirmene una copia; e così la discussione fu rimessa a tempo migliore.
Dopo di ciò, chinato
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Nel riferire quanto sopra all'E. V., m'inchino
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 28. August 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9041, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9041. Letzter Zugriff am: 02.05.2025.