Dokument-Nr. 9041
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 28. August 1919

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Colloquio col Presidente dell'Impero Sig. Ebert e col Ministro Presidente di Baviera Sig. Hoffmann
Il Presidente dell'Impero Sig. Ebert ebbe testé occasione di manifestare all'ottimo Sig. Conte von Zech, Incaricato d'Affari di Prussia in Monaco , il desiderio di conoscermi. Una propizia occasione a tale scopo si è offerta ben presto. Essendo infatti iersera il Sig. Ebert passato per Monaco, ove si è trattenuto alcune ore, l'incontro ha potuto aver luogo in casa del sullodato Conte. v
Il Presidente dell'Impero, il quale era accompagnato anche dal Ministro della Guerra, il famoso ed energico Noske, mi venne incontro con viva e schietta cordialità. Egli mi parlò con profondo rispetto della S. Sede ed espresse la sua gratitudine per quanto il S. Padre ha fatto già in favore della pace – come
63v
hanno mostrato anche le recenti "rivelazioni" – ed a vantaggio dei prigionieri tedeschi. Si parlò poi dei rapporti fra Chiesa e Stato secondo la niuova cCostituzione dell'Impero, ed avendomi egli detto che anche i socialisti maggioritari avevano cercato di regolarli con spirito di moderazione, e risposi riconoscendo che le disposizioni relative a quell'argomento erano praticamente soddisfacenti , feci però delle espresse riserve per ciò che riguarda la questione della scuola. – Il Sig. Ebert mi parlò intrattenne poi a lungo sulla situazione interna della Germania, la quale è ancora assai grave e che si farà pericolosissima nell'inver nel prossimo inverno, in cui i movimenti rivoluzionari potranno condurre alla completa anarchia. Le cause principali sono: 1º) l'obbligo della riduzione delle scarse forze militari, ora esistenti (circa 400.000 uomini), appena sufficienti al mantenimento dell'ordine. L'esercito dovrà essere ridotto a soli 100.000 uomini, numero assolutamente
64r
inadeguato per reprimere le insurrezioni Spartachiane, come apparisce evidentemente se si consideri che per la sola città di Monaco occ occorsero nello scorso Maggio circa 60.000 uomini. Il Sig. Presidente mi disse che la Germania sta a tale scopo trattando coll'Intesa e spera, ma è ben lungi dall'esser sicura, di poter ottenere raggiungere la pur sempre scarsa cifra di 200.000 uomini. Né è possibile di sfuggire alla vigilanza dell'Intesa su questo punto, giacché le apposite Commissioni militari stabilite in Germania sono rigorosissime e contano ogni soldato ed ogni cannone. 2°) la [sic] catastrofica mancanza di carbone, la quale porterà nel prossimo inverno alla chiusura delle fabbriche colla conseguente disoccupazione di innumerevoli operai ed alla impossibilità di riscaldare le case. Le masse eccitate dagli elementi bolscevichi potran no senza dubbio provocare tragici sconvolgimenti. Ma anche qui l'Intesa è irremovibile nelle sue richieste di carbone.
64v
3°) la [sic] mancanza dei viveri, che col denutrimento fisico provoca cagiona l'eccitabilità e la perdita dell'amore al lavoro. 4°) la [sic] richiesta estradizione degli ufficiali tedeschi, prevista nel trattato di pace, la quale produrrà le dimissioni dei più fedeli ufficiali, i quali contribuiscono presentemente al mantenimento dell'ordine. 5°) il [sic] ritardo nella consegna libe inesplicabile e disumano del nella liberazione dei prigionieri tedeschi, il quale perdura aumenta in oltre ogni dire l'irritazione ed il malcontento della popol azione. Da parte mia non ho mancato di segnalare al Sig. Presidente quanto la S. Sede ha fat compiuto e compie con instancabile attività per ovviare ai mali indicati nei punti 3°, 4° e 5°, ed in modo speciale ho richiamato la di lui attenzione sul recente e splendido articolo dell'Unità Cattolica rel contro la estradizione dei generali ; per il che il Sig. Ebert ha mostrato vivissima soddisfazione e gratitudine. Egli aggiunse
65r
che il Governo fa sforzi sovrumani per mantenere l'ordine e soddisfare gl'impegni presi nel trattato di pace, e che se la tranquillità inter sarà possibile di giungere alla Pasqua del prossimo anno senza eccessive convulsioni interne, forse la situazione potrebbe esser salvata, ma che non capisce quale interesse abbia l'Intesa di spingere la Germania nel caos e ne ll'anarchia mentre che questa non sarebbe più in tale caso in tal modo questa non pagherebbe più ,come è evidente, le impostel indennità impostele.
In fine venne venne anche in casa del Conte von Zech il Ministro Presidente bavarese Sig. Hoffmann, tornato ora da Bamberga e di cui ebbi occa così occasione di fare la conoscenza. Egli, sebbene di maniere rudi, si mostrò gentile con me, s'informò sugli attentati commessi contro la Nunziatura nel mese nello scorso mese di Aprile e mi confermò senza ambagi (ciò che del resto
65v
tutti sanno, vale a dire che la situazione a causa delle mène dei comunisti la situazione si è fatta di nuovo, massime nella città di Monaco, estremamente grave e pericolosa . Ha egli poi espresso il desiderio che rimanga una Nunziatura Apostolica in Baviera. La Legazione bavarese presso la S. Sede, ha detto , sarà almeno provvisoriamente conservata, ed anzi il Signor Barone von Ritter ha avuto istruzione di recarsi a Roma, non appena ratificata la pace; spera quindi che come corrispettivo il S. Padre vorrà mantenere il Suo Rappresentante in Monaco. Poiché poi, d'altra parte, sembra certo che prossimamente la Legazione di Prussia presso la S. Sede sarà trasformata in Legazione dell'Impero (Reichsgesandtschaft), il Sig. Ministro Presidente aggiunse che ciò porterà alla erezione di una Nunziatura in Berlino, di cui egli riconobbe ch'egli riterrebbe senza dubbio utilissima), ma vorrebbe che, malgrado ciò, la L d Baviera possa conservare dirette relazioni con Roma,
66r
senza passare per Berlino. Risposi che ignoravo quali fossero le disposizioni della S. Sede circa la creazione di detta Nunziatura nella capitale dell'Impero, ma esser in ogni caso sicuro che, qualora il Governo bavarese chiedesse il mantenimento della Nunziatura in Monaco, il S. Padre prenderebbe tale desiderio in benevola considerazione. Circa la [sic] questione speciale dei rapporti fra Chiesa e Stato in Baviera, cui accennò anche il Sig. Hoffmann, ricev non avendo io ancora ricevuto le istruzioni di V. E. R. implorate col mio rispettoso cifrato N. 328, evitai di entrare nell'argomento; dissi per mi limitai perciò ad osservare che non conoscevo la nuova Costituzione bavarese, se non per ciò che ne avevo letto sui pubblici fogli, ma non ne avevo il testo intiero e definitivo. Al che il Sig. Ministro rispose che, appena ultimata la stampa, si ne sarebbe fatta una ne avrebbe offerta una copia; e così la discussione fu rimessa a tempo migliore.
Dopo di ciò, chinato
66v

Nel riferire quanto sopra all'E. V., m'inchino
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 28. August 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9041, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9041. Letzter Zugriff am: 30.05.2024.
Online seit 04.06.2012.